Buonasera direttore, è da tempo che volevo affrontare questo argomento.
Tutto inizia quando in un sito conosco questo ragazzo, con cui decido di uscire per una serata tranquilla. Non avevo grandi aspettative, anzi, nella mia testa era già in programmata la classica uscita alla cenerentola, dove a mezzanotte sarebbe tutto finito.
Invece quella che doveva essere un’uscita semplice, alla fine è durata e continuata nel tempo.
Passano mesi e mi rendo conto di aver sbagliato a non aver confessato una verità su me stessa.
Durante questo tempo, lui inizia a dedicarmi le attenzioni che non ho mai ricevuto dal mio precedente compagno. In pochi mesi lui mi chiede di diventare una coppia fissa e decide di farmi conoscere la sua famiglia ed i suoi amici. Io invece temporeggio e vedo fino a che punto sarei puó andare avanti. Il tempo passa e io inizio a provare sentimenti sempre più profondi. Lui è perfetto: sa ascoltare, mi porta in giro in posti nuovi, mi fa sentire bella e amata e sa darmi i miei spazi.
La risposta è sotto ai miei occhi e ogni volta che lo guardo, mi spezza il cuore pensare che dopo la mia confessione mi guarderà sotto una luce diversa.
È stato un mio errore e basta. Dovró per sempre lasciarlo, perchè sono sicura che per lui dopo questa verità, nulla sarà come prima. Mi distrugge il pensiero che la mattina mi sveglieró senza il suo buongiorno..sapendo che ci sarà qualcun’altra che prenderà il mio posto.
Magari farà una famiglia con lei e avrà l’amore vero senza bugie. Mi fa male pensare che dopo questa, magari prima di fare un passo importante, sará più cauto e invece di lasciargli un ricordo felice di me, si ricorderà di me come la bugiarda che gli ha nascosto una cosa simile.
Ho preso in giro non solo lui, ma me stessa, sapendo che prima o poi avrei dovuto confessargli tutto. La mia paura di perderlo è sempre stata lì e col tempo si è materializzata ed è diventata una realtà.
Adesso non mi rimane che superare tutto, sperando di non dimenticare te, ma dimenticare il mio amore, la voglia di averti accanto, del tuo respiro,del tuo sorriso che mi faceva alzare la mattina con la gioia di affrontare una lunga giornata dentro i tuoi pensieri.
Ti amo
L.
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Categorie: - Amore e relazioni
Carissima Lory, scusa se mi permetto, ma mi sembra che tu stia dando per scontate un po’ troppe cose. Tu credi di poter decidere tutto da sola senza tener conto dell’altra persona. Gli hai nascosto questo elemento importante del tuo passato, che nemmeno a noi dici. Non credo che tu abbia sgozzato qualcuno o fatto cose tanto gravi da non potersi rivelare alla persona che ami e che sei convinta che ti ami. E qui vengo al punto 2: tu già dai per scontato che la cosa che dovresti rivelargli non la accetterebbe e che non saprebbe comprenderti. Ma se ti ama per davvero, io credo che potrà accettare ciò che gli rivelerai e saprà comprenderti. L’amore vero è quello che ci accetta anche con i nostri difetti e le ombre che provengono dal nostro passato, purché siamo disposti a riscattarci e a guardare avanti. Il vero torto che gli stai facendo è proprio quello di non fidarti di lui e soprattutto, di decidere troppe cose al posto suo. In questa situazione lui è posto in tua balia
E tenendolo all’oscuro di tutto e decidendo già al posto suo che non è in grado di perdonarti, lo tratti senza il rispetto e la chiarezza cui avrebbe diritto. Vi avrebbe diritto come ce l’hanno tutti, in quanto persone, e a maggior ragione ha il diritto di aspettarsi tutto questo da te, dato che ti ama e che tu dici di amarlo. Per cui io ti dico: sii sincera con lui, digli questa benedetta cosa che tanto ti terrorizza o della quale tanto ti vergogni! Se davvero ti ama, magari all’inizio dovrà assorbire il colpo ma poi saprà comprenderti e saprà superare insieme con te tutto questo. Se invece non saprà farlo, allora potrai uscire da questa storia a testa alta, sapendo di essere stata onesta e trasparente e avendo capito che in realtà non ti amava quanto credevi e non merita di essere rimpianto. Parlagli, parlagli al più presto: sei al limite, è quasi troppo tardi ma sei ancora in tempo. In tempo per poter vivere un vero amore senza infingimenti oppure per uscirne senza rimpianti.
Però è difficile darti un consiglio se non indichi cosa gli stai tenendo nascosto…
Per me questa lettera è un fake ed è scritta da un uomo in realtà, ma comunque rispondo lo stesso: se si tratta di cose riguardanti la sfera sessuale te lo dico subito, lui ti lascerà se glielo dici, non vorrà proprio più saperne di te. Gli uomini su queste cose non hanno alcun margine di tolleranza, perlomeno in paesi religiosi e bigotti come il nostro.
Per il resto invece, potresti aver fatto qualunque altra cosa ( anche tipo ammazzare 50 persone e sotterrarle in giardino ) che lui tanto ti perdonerà se comunque nel mentre ti sei mantenuta casta.
La mente maschile ragiona così.
Ora sta a te decidere cosa fare, posto appunto che tu sia davvero chi dici di essere.
Maria Grazia perdonami, io non so quali esperienze hai vissuto ma io, come maschio italiano ti assicuro che il problema della donna casta non me lo sono mai posto e non ho mai avuto difficoltà a iniziare una relazione seria con una donna che, come si suol dire, avesse avuto un passato. So fin troppo bene che nella vita delle persone possono succedere tante cose e possono esserci i più svariati incontri, che possono durare nel tempo ma possono anche finire e non è giusto ipotecare il futuro di una perdsona e giudicarla in base a questto. Quindi il concetto di gelosia retroattiva proprio non mi è mai appartenuto. Ciò su cui non transigo, invece, è la fedeltà in corso di relzazione, soprattutto se questa si configura come una relazione seria. Io questa fedeltà la pratico, io per primo, e me l’aspetto dalla persona che sta con me. In poche parole, non mi riguarda ciò che hai fatto prima di conoscermi, così come non mi riguarderà ciò che farai nel caso noi dovessimo lasciarci.
Ma finché stai con me, per favore, stai con me soltanto, e non ti permetti scappatelle. E bada bene, Maria Grazia, che ritengo questo un comportamento doveroso sia da parte della donna, sia da parte dell’uomo, quindi la frase fatta secondo cui l’uomo è cacciatore non mi appartiene proprio. Per fare un po’ il saputello, potrei dirti che non mi interessa la fedeltà diacronica, ma credo molto in quella sincronica. Riconosco che nella cultura italiana, e soprattutto in quella cattolica, si bada molto al concetto di verginità, ma non si tiene conto del fatto che nella maggior parte dei casi le persone che cambiano partner non lo fanno per libertinaggio o dissolutezza, ma perché nella vita capitano tante cose che non si potevano prevedere e portano agli esiti più disparati. E poi molte delle persone che predicano la castità la predicano a senso unico: deve valere solo per gli altri (o meglio: per le altre), ma mai per loro. Quindi Maria Grazia, in ciò che hai scritto non mi riconosco.
Max, ammetto che le esperienze sentimentali salienti della mia vita sono state tutte con narcisisti patologici e psicopatici, perché per varie ragioni ho sempre attratto questa tipologia di uomini, tipologia connotata da un alto grado di misoginia. Bisogna però dire che, se quello che dici è vero, sei una mosca bianca perché culturalmente parlando il maschio italiano medio non gradisce come compagna una donna molto navigata sul piano sessuale. Ergo, tu non sei il tipico italiano medio ma appunto l’ eccezione che conferma la regola.
Per il resto, è scontato che in una coppia debba esserci fedeltà reciproca ( a meno che di comune accordo non si decida diversamente ) ma qui non si stava parlando di questo.
Maria Grazia, quel che dici è un po’ vero, nel senso che io come maschio italiano sono un po’ atipico, perché nella mia vita ho vissuto esperienze piuttosto peculiari che mi hanno portato a valutare le cose con criteri di larghezza e relativismo. Anzitutto, mio padre era alto-atesino e mia madre bolognese: due culture piuttosto particolari e, soprattutto quella di mio padre, abbastanza distante da quella italiana. Inoltre loro si son separati quando io avevo meno di due anni e mio padre e io dovemmo andare da mia nonna, a Bressanone, che ci accolse entrambi e mi allevò per i primi anni di vita. Perché dovemmo andare da lei? Perché da soli non ce l’avremmo fatta, perché entrambi ciechi. Stando da mia nonna io ebbi modo di venire a contatto in tenera età con la lingua e gli usi austriacanti di quei luoghi. Poi iniziai a frequentare, a 5 anni, il collegio speciale per ciechi a Roma e durante le vacanze facevo la spola fra Bressanone e Bologna. A 10 anni andai a vivere presso mia madre
Poi, a 12 anni, dovetti andare a Bolzano a vivere da mio padre, poiché mia madre non poteva tenermi mentre mio padre, nel frattempo, si era risposato. Vivemmo a Bolzano per 2 anni, poi ci trasferimmo a Monza per esigenze lavorative di mio padre e qui io ho frequentato il Liceo Classico, poi mi son laureato in Filosofia e ho trovato lavoro presso la Biblioteca speciale che produce e distribuisce i libri appositi per noi. Nel frattempo mia madre ha vissuto una vita sregolata e infelice e, quando io avevo 27 anni, è morta in circostanze tragiche. Io sono sposato e ho due bambine di 11 anni. Il mio matrimonio, per ragioni su cui ora non mi soffermo, mi ha dato una felicità minore di quella che mi aspettavo ma lo tengo in piedi comunque, sia perché a mia moglie e alle mie bambine sono affezionatissimo, sia perché in una vita che ha visto un susseguirsi di rivolgimenti, almeno una cosa non voglio vederla crollare. Ti ho raccontato tutto questo affinché capissi l’origine delle mie idee.
Maria Grazia e chiunque altro abbia letto i miei due precedenti contributi. Vorrei precisare che il racconto delle circostanze della mia vita non l’ho fatto per farmi commiserare, anche se tali circostanze sono state piuttosto tristi. Ho voluto narrare tutto ciò che ho vissuto per dimostrare come ciò mi ha posto a confronto con diversi modelli di vita e con diversi punti di vista. I miei nonni di Bressanone sono stati sposi affiatati e fedeli per quasi 50 anni; mio padre e la sua seconda moglie lo son stati per 43 anni, fino allo scorso settembre quando mio padre è mancato, all’età di 81 anni. Mia madre è stata uno spirito problematico e riottoso già durante il brevissimo matrimonio con mio padre e ancor di più dopo la loro separazione, trasportata da un temperamento inquieto e da circostanze più grandi di lei, pagando lei per prima un prezzo altissimo e concludendo tragicamente la propria esistenza. Ebbene, tutte queste cose mi hanno insegnato a non dare giudizi affrettati.