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Aiuto brutta situazione con le amiche e l’ex

di Fede99

Salve a tutti, piacere questa è la prima lettera che vi scrivo. Sono una ragazza di 18 anni e ci tengo a precisare che per me, ultimamente, è un periodo molto difficile, in cui mi sento molto vulnerabile, quindi prego voi che state leggendo la mia lettera di commentare solo con qualcosa che mi possa aiutare e non denigrare.

Credo che questa Sarà una lettere abbastanza lunga e ricca di errori grammaticali ma non giudicatemi.

Tutta La mia storia inizia con il liceo. Ero una 14enne veramente dispettosa, perché provenivo da 3 anni di scuole medie dove le mortificazioni alla mia persona, da parte dei miei compagni di classe, mi avevano portato ad essere una ragazzina ferita nell’animo, con compagni che la prendevano in giro, senza amici, e che nascondeva a tutti questa sua fragilità dietro una calma ed una forza apparenti.
Ho sempre creduto che, iniziando il liceo sarei diventata quella donna grande, brava e con tanti amici, che ho sempre voluto essere e che non sono mai stata.
In primo liceo essendo una “Secchia” è stato sempre difficile per me creare amicizie con le ragazze in classe, anche perché ero esposta a continui attacchi per i voti che avevo o per altro, e ho sempre dovuto sfoderare la mia “forza” per zittirle e non farmi sottomettere, anche se poi arrivata in 3-4 loro hanno preso il sopravvento.
Nonostante questo con una sola ragazza (Che poi si è aggiunta al gruppo delle bulle) la quale abitava nel mio quartiere, sono riuscita a diventare amica e, poiché ci frequentavamo anche fuori scuola siamo diventate migliori amiche. Lei per me era diventata un punto di riferimento, le confidavo tutto e abbiamo iniziato a fare tutto insieme. Ogni nuova cosa lei era con me ed io ero con lei, mi sentivo forte e decisa, poiché un’altra persona mi aveva preso a cuore e così, pian piano sono riuscita ad avere 5 amici “stretti”.
Durante questo primo anno di liceo ho conosciuto un ragazzo, Simone, che da lì a 5 mesi sarebbe diventato il mio fidanzato. Con Simone sono stata insieme per 3 anni, infatti meno di una decina di mesi fa ci siamo lasciati.
Con lui non è sempre stato un amore tranquillo, soprattutto per colpa mia perché, forse anche per la paura dell’abbandono che vivo tutt’ora, ho sempre cercato di allontarlo da me, trascurandolo, facendolo soffrire, poiché volevo avere la conferma che lui io ero più forte di lui (ma dopo la rottura si è visto benissimo che così non era) .
A lungo andare la mia migliore amica ha iniziato ad essere gelosa di Simone e, solo dopo 3 mesi che stavo con lui, lei mi ha abbandonata per uscire con altre ragazze. mi sono ritrovata così senza amica ed ho dovuto anche lasciare tutte le attività Che facevo con lei (quindi tutto quello che io facevo ) perche lei, grandissima str***a, mi aveva messo tutti contro.
Così Simone divenne tutto ciò a cui aggrapparmi fin quando il nostro rapporto non iniziò e diventare molto litigioso per via della sua gelosia, che provava verso l ‘unico mio amico, e per colpa della mia indisponenza.
Il mio tormento è iniziato quando, dopo una vacanza estiva, ho conosciuto dei nuovi amici e sono passata dall’essere completamente sola, e con simone, ad avere attorno a me persone pronte a pendere dalle mie labbra. Il primo anno di amicizia con loro mi sentivo al pari di una dea, tutti i ragazzi del gruppo mi corteggiavano e tutte le ragazze cercavano (non per messaggio pero) di creare un’amicizia con me. la paura di perdere anche loro e la “forza” che sentivo di avere, datami da tutti quei corteggiatori, mi hanno portato ad avere voglia di stare sempre più con i miei amici e meno con il mio ragazzo, e così tra me e Simone sono iniziati i problemi. io lo trattavo malissimo, perché certa di poter avere di meglio, e lui, giustamente geloso, era diventato ossessivo. Fatto sta che ci siamo lasciati in 3 anni un milione di volte, lui stava malissimo ed io avevo sempre tantissimi sensi di colpa che non riuscivo neanche a guardarlo in faccia. Un giorno durante una lite lui mi lascia dicendomi che : non mi stima più, non mi rispetta più e che quando mi vedeva ricordava il male che gli avevo fatto ed altre cose simili….. i giorni seguenti mi chiama per voler chiarire… io presa dell’orgoglio, anche perche quello che diceva era vero, e per la tristezza decido di lasciar perdere e di non volerlo più vedere. Così finisce la nostra storia. Io ero presissima dalla preparazione del 18 compleanno ed anche dai problemi che le bulle a scuole mi creavano, che non ho avuto proprio modo di pensare alla nostra rottura, e quando qualche volta mi tornava in mente, iniziavo a fare qualcosa e non ci pensavo più. Qualche tempo fa Mi fermai così, di scatto, a pensare a lui ed iniziò un pianto interminabile perché mi accorsi della grande STR**ZA che sono stata, ma anche lui (anche se forse di riflesso ai miei comportamenti ) non è che si sia comportato tanto bene nei miei confronti. Comunque io dal quel giorno di fine estate, piango solo e lo penso sempre, nonostante faccia di tutto per non pensarlo, non passa un giorno senza che io non pianga per almeno 2 ore. Gli scrissi anche un bellissimo messaggio per fare pace o quanto meno per “chiarire” così da smettere di piangere e di pensarlo, ma non è servito a nulla.
Non faccio altro che pensare che per colpa dall’orgoglio, della paura di essere ferita e anche per colpa dei miei “amici” che mi distraevano, non ho dato tutte le mie attenzioni a chi le meritava veramente. Ora lui è fidanzato e, dalla risposta al mio messaggio, mi fece capire che mi aveva ampiamente dimenticata ( ed è giusto perché lo merito ) .
La cosa che mi fa piangere ancora di più, anche ora, è che ho perso lui, che mi trattava come una priorità, per persone che non mi hanno mai dato nulla ed ora non riesco neanche più a guardarle in faccia, per quello che mi hanno fatto.

In questo gruppo di 15 persone, a finale, sono “amica” di 5-6 di loro, ma di questi un paio si definiscono le mie migliori amiche, ed anche io le definisco così, ma così non sono.
Loro sono il 2 motivo per il quale, solo che inizio a pensarci, mi viene un senso di tristezza indescrivibile. Queste ragazze chi si definiscono ed io definisco le mie migliori amiche sono tra di loro amiche dalle scuole medie e quindi passano un sacco di tempo insieme, vanno a scuola insieme e si sentono tutti i giorni. Con me invece, nonostante io le conosca da più anni, non si sono mai comportate come si comportano l’una con l’altra, infatti su Whatsapp non ci sentiamo mai, io per l’orgoglio non le cerco più ( ed anche per alcune battute infelici che fecero su chi le contatta ) e loro non mi hanno MAI cercata. Sul Whatsapp avevamo un gruppo tutte insieme e li qualche volta parlavamo fin quando, Qualche giorno fa, presa dalla rabbia sono uscita, perche tutte le loro comunicazioni, loro due, se le dicono in chat privata e poi dopo che “si sono avvisate” le dicono a me, invece di contattarmi privatamenteanche a me, mi avvisano sul gruppo . Ma perché? Perché non mi trattano come si trattano loro due?. Anche nella nostra comitiva di amici quando una di loro due litiga con qualcuno, interviene l’altra a difenderla, (ed anche io intervenivo, ora non lo faccio piu) invece quando attaccano me nessuna delle due interviene ( opp. È mai Intervenuta ) per difendere me. Tra di loro si organizzano per uscire mentre con me non organizzano uscite singolarmente (cioè io ed una di loro ) sempre tutte insieme. Più di una volta ho espresso il mio punto di vista su questi loro comportamenti ma posso fare sempre l’amica che si lamenta di tutto? posso imporgli di comportarsi da amiche? … Ma loro non si sanno proprio comportare con me… infatti, siccome non ci sentiamo MAI, Loro non conoscono i miei stati d’animo, in più di un’occasione ho trovato dei messaggi dove un mio amico maschio diceva loro di starmi vicino perché ero triste, e loro comunque NON LO HANNO FATTO, cioè non solo non se ne accorgono ma quando qualcuno glielo dice non lo fanno nemmeno. Quando poi io per loro non cagavo Simone e ci sono sempre stata SEMPRE.
Io sono una persona abbastanza permalosa e quando qualcosa, di cui ho già discusso parecchie volte non viene “risanata” non mi sta bene e taglio subito i rapporti.
Inoltre do loro anche la colpa di “avermi fatto salire in cielo” il primo anno di amicizia e poi di avermi buttato sotto terra, perché ora, forse anche perché sono dimagrite entrambe 20kg. si sentono fortissime ( e sono anche cambiate da quando le avevo conosciute io, ora sono diventate anche presuntuose ) e quindi loro credono di poter trattare gli altri come un optional perché tanto ora “sono belle”.
Mi fanno sentire debbolissima, non riesco neanche ad affrontare più una discussione perché questa loro pseudo-indifferenza SOLO nei miei confronti, che sono la “nuova” amica, mi demoralizza tantissimo, e sicuramente i problemi di bullismo in classe non hanno aiutato la mia autostima : <, mi sento 0.
Uscendo da quella chat di gruppo aspettavo di poter dire quello che pensavo, ma quando una di loro mi ha chiamato per chiedere come mai ho detto che era stato un errore, perché questo suo “preoccuparsi” mi aveva fatto piacere.
Io voglio cambiare amici ma ho paura, perché non riesco facilmente a diventare amica delle persone, però non mi piace nemmeno essere amica loro perché non si comportano come le amiche che vorrei. Avendo cambiato scuola per il bullismo loro A non mi sono state nemmeno un po’ vicine, e poi B con queste ragazze nuove di classe (visto che sono tutte a gruppetti di amiche ) non riesco a fare amicizia. Io con le. ragazze di classe ho provato più volte a dirgli “ma dai vediamoci”ma loro non mi hanno mai contatta per uscire.
Sto malissimo, mi sento sola e stupida, questa situazione di pensare al mio ex, e la solitudine che mi fanno sentire le mie “amiche “mi fa stare malissimo, piango sempre, non dormo più e non riesco neanche più a studiare. Alcune volte sento proprio un peso sul petto, questa situazione mi fa talmente male che non riesco a respirare, inizio a piangere e non la smetto più.
Mia madre mi è molto vicina ma non voglio farmi vedere così o sfogarmi (arrabbiandomi) con Lei, perché lei è bravissima con me e non voglio farla soffrire.
Vi prego aiutatemi, ma non insultatemi, so che questo è l’universo che mi punisce, ma datemi dei consigli che dareste ale vostre figlie/amiche che hanno fatto degli errori.

Lettera pubblicata il 23 Ottobre 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amicizia - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Ciao,
    ti consiglio di creare nella tua vita dei piani di profondità perché nel momento della prova ti sarà chiaro che i veri dispiaceri della vita si possono affrontare con tono dimesso. I ruoli esistono anche per liberarci dal pericolo di diventare interiormente aridi. Una persona, fosse anche una persona di famiglia, che per un motivo o per l’altro non fa parte della mia vita, mi trasferirà un senso d’oppressione che non ha niente a che vedere con il rapporto che c’è stato tra di noi (buono o cattivo). Anche perché la vita c’insegna che ci sono persone che, senza una ragione apparente, riescono ad ingraziarsi la benevolenza della gente. Io ho la capacità innata di razionalizzare questo stato d’animo d’oppressione e mi viene naturale vincerlo adoperando un tono molto colloquiale che è sostenuto dalla fede. Ma la ragione sta dall’altra parte. Io parto da quella ragione anche se non giustifico forme di violenza fisica o verbale. Oltre la fede esistono anche i freni inibitori. La fede accende una speranza, ma quella persona è consapevole del fatto che vicinanza si valuta dal tipo di confidenza. Anche se mi colloco in secondo piano perché non fumo, e non possiamo condividere questo rito sociale, penso che mi potresti considerare come una persona da stimare. Tutto qui. Non ti chiedo di prendermi sul serio. Rispetto il tuo disorientamento, ma quando esci a fumare la sigaretta non pensare a me come ad un’amica. Sei in pausa. Basta.

  2. 2
    Rossella -

    Quando un uomo resta nel vago io non mi sento in dovere di chiudere perché sullo sfondo mi fa sognare. Quando si avvicina come forza impersonale mi mette in difficoltà, ma a quel punto è sufficiente cambiare l’oggetto del desiderio. Anche l’uomo dovrebbe imparare a farlo. Oggi che i ragazzi che si “fidanzano in casa” si contano sulle dita di una mano, il vero amore risponde alla voce intima della persona. Quando diventa desiderio (ma non abbiamo carrelli da riempire e bollette da pagare) si ripiega su altre forme di evasione perché il desiderio riduce l’uomo in stato di schiavitù e lo spersonalizza. Il desiderio è nella natura della donna. La tiene ferma in un punto. L’uomo nell’amore, e nella famiglia, ricerca l’evasione. La donna desidera la stabilità. In genere tradiscono per questi due motivi. Uno viene da Marte e l’altra da Venere, per questo oggi vivono l’amore come una forma di schiavitù. Hanno la sensazione di doversi portare il lavoro a casa.

  3. 3
    Matt -

    Questo non è l’universo che ti punisce: è l’adolescenza. Sei stata solo un po’ sfortunata e, come te, tanti lo sono ancora a 20, 30, 40 anni. Non penso ci sia soluzione.

  4. 4
    Yog -

    L’universo non ti punisce, tranqui. Manco sa che esisti. Sei solo eccessivamente permalosa, egotica ed autocentrata. Comunque meglio autocentrata che centrata da un’auto.

  5. 5
    Rossella -

    La letteratura prende questo disagio e lo tratta come un tema d’interesse sociale. Lo scrittore napoletano Francesco Mastriani è noto per aver creato un genere che va sotto il nome di socialismo cristiano. La non vita in letteratura viene raccontata attraverso il sonnambulismo. Tanto per fare un esempio. Il verismo è una conseguenza del meridionalismo, ma senza le opere del basso romanticismo (tipo Cieca di Sorrento) è difficile interpretare Verga e ancora le opere di Segantini, Previati, Morbelli e il più celebre Pellizza da Volpedo. Quella realtà sociale in genere viene messa in relazione a opere rinascimentali (quarto stato= scuola di Atene). Comunica aspirazioni che dipendono da un’idea di uomo e questo probabilmente è vero. Ma le premesse erano ben altre. In Fiumana troviamo traccia dello scoraggiamento, ma la non vita viene rappresentata in maniera scientifica. L’altro lavoro è semplicemente surreale. Questo mondo è dominato dall’irrazionalità. Non esiste nel modo in cui viene rappresentato e il paragone con Raffaello è una forzatura.

  6. 6
    Fedepar1999 -

    Matt ti ringrazio hai ragione , forse devo aspettare di trovare persone migliori , è una cosa che capita a tutti .Rossella ho avuto qualche difficoltà con i tuoi messaggi ma ti ringrazio di aver risposto. Yog non ho capito il senso della tua risposta . Mi sembra una presa per i fondelli assolutamente non richiesta . Potevi astenerti ma grazie lo stesso di esserti “curato” di me.

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