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Lettera pubblicata il 19 Febbraio 2016. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore maria grazia.
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NOn è questione di essere supportata o meno è questione di esserci o meno…al giorno d’oggi le aziende hanno grandi esigenze…se vuoi fare carriera devi sacrificare il tuo tempo per l’azienda, uomo o donna che sia, è normale che facendo così, togli del tempo e degli spazi per i tuoi cari…Un’altra cosa, se vuoi far carriera e non hai un aiuto dal tuo compagno è meglio che non incominci neanche a fare una famiglia con lui…purtroppo la vita è fatta di scelte…o decidi per una cosa o per l’altra…se fossi imprenditore perchè dovrei scegliere una donna che vuole fare la mamma piuttosto che una donna che sacrifica il suo tempo per l’azienda? Ce ne sono tante che fanno carriera, salvo poi pentirsi di non essere diventate mamme…il mondo è questo…non scaricare le colpe sugli uomini o le istituzioni…oggi, e ho avuto modo di vedere, sono tante le donne in carriera…l’importante ed essere consapevoli che questa è una scelta che comporta sacrifici….
Yngvi,
grazie per la puntualizzazione, ma credo di sapere benissimo cosa oggi cercano le aziende! così come so benissimo come il gira il mondo senza che me lo devi venire a dire te. sei come quelli che quando vedono un donna impegnata a parcheggiare si avvicinano – anche se non ce ne assolutamente bisogno – per dare tutte le indicazioni del caso su come terminare la manovra, manco fossimo delle cerebrolese. l’ ultimo che mi è capitato, dopo quello che gli ho detto, penso che non ci riproverà mai più con nessuna 😉
il mio non era un discorso di colpevolizzazione verso gli uomini o verso chichessia, ma l’analisi di un DATO OGGETTIVO: e cioè che il nostro paese è istituzionalmente e culturalmente ARRETRATO, per quanto riguarda gli strumenti di supporto alle donne lavoratrici. ripeto, è un dato di fatto, non una provocazione. Ormai tu sei prevenuto nei miei confronti e ogni cosa che scrivo la prendi con il fumo negli occhi. ma a me non interessa star qui a polemizzare.
Nei paesi nordici le donne lavorano quasi tutte, e tutte a tempo pieno, pur essendo madri e mogli. e non perchè rispetto a noi latine sono più eroiche, o più brave o più chessoio.. ma perchè LO STATO, LA MENTALITA’ LOCALE E LA COMUNITA’ le sostiene. COME E’ GIUSTO CHE SIA IN UN PAESE CIVILE. E guarda caso, i paesi in cui le donne lavorano di più, sono anche quelli che soffrono meno la crisi economica. you understand????
PER ME non è giusto che alle donne si chieda di fare delle scelte ( o rinunci alla carriera o rinunci ad avere una famiglia ), mentre agli uomini no. TUTTO QUI!
che poi la storia del manager-megapresidente galattico-iper-pretenzioso, grande stronz pezz de’ merd-figl di putt e a cui dobbiamo tutto anche la nostra stessa vita, ormai è storia vecchia. fa molto anni ’80/90.
La gente si sta svegliando e sta capendo che non vale più la pena lavorare sodo per far arricchire gli altri, per poi magari ricevere un bel calcio nel culo quando non servi più.
dai.. ci sono cose peggiori di una donna che sa il fatto suo. non rimanerci male..!
saluti.
ma scusa da noi non ci sono donne lavoratrici e madri e mogli nello stesso tempo? Dove vivo io il 90 per cento delle donne madri lavora…mia madre lo ha fatto con me e mia sorella per 27 anni della nostra vita fino alla pensione…le mie zie lo stesso…lavoro in un azienda dove il 90 per cento delle impiegate sono madri…non mi sembra che abbiano scelto di essere madre o lavoratrice…io parlavo di un certo tipo di carriera e credimi ce ne sono…e queste donne sgobbano per dieci o undici ore al giorno, sono sempre in giro…le strutture, asili nidi, ci sono, almeno da noi, il problema è che non c’è la madre…quindi non dico che la donna deve stare a casa ma la stessa donna deve essere consapevole che se fa un certo tipo di lavoro deve mettere in conto che i figli li vede pochissime volte in una settimana…ripeto è una questione di scelte…non di imposizione…le stesse scelte le può fare un uomo…comunque non ti ho scritto con l’intento di offendere…stai tranquilla un attimo…sei come un cerino vicino alla benzina…
Yngvi
sei tu quello che è come una miccia accesa.. non perdi occasione di offendere e di provocare. una volta buttandola sulla mia età, un’ altra volta sul presunto nazifemminismo che mi muove. tutte cazzate!! oggi una donna a 40 anni E’ UNA RAGAZZA. non una VECCHIA come dici te. e per il resto sto solo dicendo come stanno le cose nel nostro paese, niente di più e niente di meno. Che le donne italiane siano socialmente svantaggiate rispetto alle anglosassoni o alle nordiche è un dato di fatto, punto. Si, ci sono gli asili nido e le scuole materne, certo, ma se non sei un’ immigrata o una profuga di guerra devi sborsare un occhio della testa per poterci mandare i tuoi figli. Lo so perchè mia cognata pagava 500 euro al mese per mandarci il bambino piccolo, e alla fine ha preferito mollare il lavoro perchè la cosa non aveva alcun senso! ovviamente parliamo di un lavoro normale, di quelli più comuni. di quelli che secondo voi uomini sono GLI UNICI a cui dovrebbe aspirare una donna. con una carriera brillante e strapagata, mia cognata avrebbe potuto permettersi questo ed altro. ma capite bene che stando così le cose, in ITAGLIA possono realizzarsi professionalmente e al contempo allevare figli solo le persone ricche, famose e molto affermate, e questa è un’ ingiustizia sociale. Lo ripeto: non mi interessano i disagi e le frustrazioni che agitano misogini e maschilisti. mi interessano SOLO i confronti SERI.
Hasta Luego.
mariagrazia
solo una puntualizzazione…molte persone fanno il discorso dicendo che non vale la pena lavorare per pagare l’asilo nido…non capisco perchè si dica ciò…un esempio, mia sorella, lavoro da 800 euro al mese, ne spendeva 700 per l’asilo nido…mi dirai, ma ne vale la pena? adesso ti rispondo, una mia amica 900 euro al mese di stipendio, ne spendeva 750 all’asilo nido, cosa ha fatto? Ha lasciato il lavoro, perchè devo lavorare per pagare l’asilo nido? sto a casa…mia sorella cosa ha fatto? Ha lavorato per pagare l’asilo nido; con la differenza che lei continua ad avere un lavoro, la mia amica no…così si trovano con i figli in età scolastica a tempo pieno una a lavorare l’altra a fare la casalinga…ma siamo sicuri che tutte le donne vogliono andare a lavorare? A volte mi chiedo se il figlio non sia una scusa per stare a casa…
“A volte mi chiedo se il figlio non sia una scusa per stare a casa…”
queste sono valutazioni che ognuno farà per sè. magari per alcune donne sarà così, forse mia cognata è una di queste. e del resto io sono contraria al matrimonio e a qualsiasi altra forma che vincoli materialmente un uomo ad una qualunque donna, e viceversa. ma vedi, il punto non è questo. il punto è che si deve dare A TUTTE LE DONNE, indistintamente, la possibilità di realizzarsi nel lavoro pur volendo una famiglia. se poi alcune di queste donne non sono meritevoli e si giocano male le loro carte, ne pagheranno le conseguenze negli anni a venire. un pò come è successo a mia madre, che ha puntato tutto sul matrimonio ( provenendo da una cultura arcaica e patriarcale ) e non ha provveduto a crearsi le basi per una sua autonomia. Ora si lamenta in continuazione di queste sue passate scelte e ne riconosce l’ assurdità. ma resta il fatto che non è giusto che altre donne, quelle più meritevoli, o più sveglie, o più di buona volontà, o semplicemente più favorite da un diverso background e da un diverso temperamento, debbano pagare per la superficialità, l’ ignoranza ( intesa come NON SAPERE LE COSE ) e/o la negligenza di alcune. sarebbe come impedire A TUTTI gli uomini di avere dei diritti sul lavoro solo perchè al mondo esistono anche gli sfaccendati. un discorso un pò assurdo, non credi ?
Scelta difficile comunque. Io penso, ma potrei sbagliarmi, che stando tante ore lontana dai figli non hai la possibilità di educarli secondo i tuoi valori. Questo ruolo viene svolto dalla maestra dell’asilo. Il che forse è un bene in certi casi.
La donna é meglio che lavori. Di questi tempi!
Yngvi,
concordo con il tuo punto di vista: oggi la scelta “lavoro o famiglia”, più di ieri, è soggettiva, sia per gli uomini che per le donne.
se le possibilità di carriera sono più promettenti per uno dei due, sarà quello il partner da supportare, prendendosi maggior carico delle incombenze a carattere famigliare, in una concordata suddivisione dei compiti. l’ideale potrebbe però verificarsi quando nessuno dei due è troppo attratto dal successo lavorativo ed entrambi contribuiscono sia al mantenimento economico che alla cura dei figli.
difficile, per entrambi i sessi, ottenere risultati ottimali sui due fronti. preferibile che anche la donna abbia un reddito, di modo da essere sempre autonoma in tutte le sue scelte. ma… per ottenere un qualsiasi posto di lavoro occorrono più requisiti, non ultimi conoscenze ed esperienze, che si devono raggiungere a poco a poco, nei tempi giusti… se ci sono, bene o male, ci si può sempre riciclare; altrimenti, la partita è persa in qualsiasi momento si possa perdere l’impiego…
resta purtroppo ancora vero che in Italia, a parità di competenze le donne percepiscono un compenso di circa il 30% in meno degli uomini, cosa che permane profondamente ingiusta, e che il supporto alla maternità, visti i costi esorbitanti degli asili nido, è pressoché nullo, oltre che essere, forse volutamente, disincentivante.
@Mariagrazia…ti potrei dare ragione, solo una cosa…non so dove vivi, io abito nel nordest e credimi, ne conosco ben poche di donne che non lavorano…lavorano tutte, forse adesso c’è un po’ di crisi e qualcuna, come qualcuno rimane a casa…quindi non vedo le donne non favorite per colpa di altre sfaccendate. certo che, oggi, è sicuramnete più difficile trovare un lavoro. ma questo vale anche per me.
Yngvi
con tutto il rispetto.. ma tu continui a parlare di cose tanto valide per te quanto ALEATORIE e non inerenti al TEMA TRATTATO. qui si discuteva infatti di diritti delle donne ( legislativamente e culturalmente ancora in gran parte negati ) e non della tua vicina o della tua conoscente che “grazie a Dio lavorano”. ecchissenefrega! scusa l’ espressione… resta il fatto che rimangono tante altre donne a cui questa opportunità viene negata senza validi motivi, tante ingiustizie irrisolte. e su questa cosa, a mio modesto avviso, bisogna rifletterci e cercare di porvi rimedio. rossana ha colto perfettamente il punto in questo passo:
“resta purtroppo ancora vero che in Italia, a parità di competenze le donne percepiscono un compenso di circa il 30% in meno degli uomini, cosa che permane profondamente ingiusta, e che il supporto alla maternità, visti i costi esorbitanti degli asili nido, è pressoché nullo, oltre che essere, forse volutamente, disincentivante.”
penso che i nostri politici e i nostri amministratori pubblici, invece di continuare a espandere il debito del paese insensatamente e a gonfiare in maniera scellerata gli stipendi e i vitalizi della propria categoria, potrebbero cominciare ad attivarsi CONCRETAMENTE per rendere le condizioni dei cittadini ( che includono anche le donne lavoratrici ) meno penose e più degne di un paese che si proclama civile. Tra l’ altro mi risulta che nella zona territoriale che hai citato sempre più imprenditori si suicidano perchè impossibilitati a pagare i debiti, a mandare avanti la propria azienda e a mantenere la propria famiglia. figurarsi assumere nuovo personale! maschile o femminile che sia.. certamente però quando c’è una crisi come quella attuale, le donne che cercano un lavoro sono le prime a farne le spese.
comunque vivo in Nord Italia ( almeno per il momento.. ).