Ciao, sono una laureata/praticante avvocato penalista/disoccupata di 27 anni che sente il bisogno di vivere.
Non so come spiegare a parole quello che vivo da un po’ di tempo ormai, è la prima volta che mi mancano le parole… comincerò a raccontarvi di me, poi chissà… magari capirete anche quello che non riesco a spiegare.
Un anno e mezzo fa mi laureavo in giurisprudenza e mettevo piede fuori dall’università con grandi sogni, una particolare stima per la categoria dei professionisti. I miei mi hanno “mantenuta” agli studi sebbene io per non sentirmi di peso sia riuscita durante tutto il percorso universitario a mantenermi con la borsa di studio che vincevo ogni anno e con alcuni lavori saltuari che però mi permettevano di non chiedere. Sono figlia di una casalinga ed un artigiano ormai in pensione e da piccola sognavo il mondo dell’avvocatura. Quando mi sono iscritta all’università i miei non hanno condiviso e di certo hanno accettato dopo molto tempo la mia scelta. Per loro sarei dovuta andare a lavorare subito. Per me il diritto era tutto e solo quello che volevo fare. Anche per questo ho fatto salti mortali per pagarmi sempre tasse, libri, spostamenti e tutto quello che comporta l’università, perché sapevo che era una scelta solo mia. In realtà, in 27 anni non sono riuscita ad avere l’appoggio né una parola di sostegno dai miei mai. Con mio padre non ho assolutamente alcun rapporto. Lui mi dà della fallita perché a 27 anni sono ancora a casa ed io provo per lui un sentimento che non vorrei definire perché il termine che mi viene è troppo brutto. Con lui non c’è dialogo, litighiamo soltanto, per tutto, in tutti i modi, con una violenza verbale che mi ferisce ogni volta più di uno schiaffo. Mia madre non ne può più di avermi in casa e a dire il vero io stessa non ne posso più di stare nella loro casa ma… il mio sogno mi sta bloccando… mi sta costando tutto, troppo…
Uscita dall’università infatti ho subito iniziato a lavorare in uno studio legale dove inizialmente non mi veniva corrisposto nulla.. non solo non mi veniva mai detta una parola di incoraggiamento ma non mi veniva dato nemmeno un minimo rimborso spese. Pensavo fosse così solo per il periodo di prova… mi sbagliavo! A distanza di un anno e otto mesi per la precisione faccio la praticante, la segretaria, la baby sitter ai figli del dominus, a volte la cameriera, devo alzare la voce più di loro per non farmi calpestare, mi trattano ogni giorno come l’ultima ruota del carro, come una stupida e ci rimetto benzina e parcheggio. Non percepisco un solo centesimo e sono impegnata 24h al giorno dal lunedì al sabato. Non riesco a giustificare più la cosa con i miei, che mi mortificano ritenendo che la colpa di questo trattamento sia mia… ed io non esisto… questa non è vita… non vivo, non sogno più, non riesco a progettare.. il sogno di bambina mi sta rubando la vita.. non so più cosa fare…
Bisogno di poter vivere
di
confusione84
Lettera pubblicata il 7 Maggio 2012. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore confusione84.
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ciao,
ti rispondo perchè anche mia sorella ha fatto la tua stessa trafila, però lei ha fatto il primo praticantato a 300euro al mese e subito dopo a 600 fino a che, fatto l’esame di stato, ha iniziato a lavorare.
L’esame l’hai fatto?
il problema è che dove lavori non ti calcolano e danno per scontato che tu debba lavorare gratis, perchè non cambi studio? di dove sei? per quanto riguarda i tuoi, credo che anche loro capiscano la crisi attuale, ma di certo non capiscono come mai lavori gratis, già perchè tu lavori gratis e non esiste, se ne stanno approfittando, ma anche tu non stare seduta sulla poltrona cerca altro..
e poi vorrei dirti che il fatto di averti a casa non è un problema per loro, credo che il loro problema forse sia che sei single e magari sperano che tu ti sistemi il prima possibile..
buona fortuna
Ciao confusione. Ho avuto una figlia che dopo la laurea ha passato 2 anni a fare le cose che stai facendo tu.
Si decide a cercare lavoro al nord, inviando 10 curriculum al giorno.
Cominciò ad accettare un lavoro a tempo determinato, 400 euro al mese.
Giusto la somma che richiedevano per l’alloggio le suore.
Dovevo aiutarla mensilmente, e questo per un paio di anni. Nel frattempo facendo esperienza, cominciò a cercare un’altro lavoro, ebbe una proposta interessante sia dal lato professionale che retributivo. Oggi a distanza di 5 anni ha finalmente un lavoro stabile
e ben remunerato.
Con il rapporto che si è instaurato con i tuoi genitori, sarebbe il caso di prendere in considerazione di cercare lavoro anche lontano da casa. Provaci, purtroppo il momento è dei peggiori, hai dalla tua la forza dell’età e della determinazione, se resti a casa con i genitori che ti ritrovi, rischi di far naufragare tutti gli sforzi che hai fatto. Non avvilirti, ritrova la grinta che ti ha portato a laurearti nonostante le fregnacce dei genitori. Coraggio!
IO: sono di caserta…meridione….dove se hai meno di 40 anni sei niente, non solo puoi ma devi essere sfruttato…è la trafila. ho cercato di cambiare studio ma i nostri bene amati professionisti fanno “scudo” tutti molto attenti a non sporcarsi o anon inimicarsi il collega per via di una povera praticantella che si lamenta: infondo io non sono necessaria, se vado via ne troveranno una disposta ad umiliarsi anche di più senza battere ciglio. loro ti concedono di guardarli e seguirli mentre lavorano ed è già molto. Questa la mentalità. Non sono single, sono fidanzata ma la sua situazione è precaria quanto e più della mia e poi se anche avesse un lavoro ai miei non piacerebbe lo stesso…è un povero ragazzo senza la “laurea”….la differenza per loro è fondamentale, per me nulla: lui disoccupato diplomato, io disoccupata laureata!
NONNOACASA: tu mi hai compresa perfettamente.l’unica cosa che mi manca è il coraggio di mandare curriculum, ma devo farlo. anche perchè sto perdendo la voglia di lottare per quel sogno
salve ho 34 anni e sono di siracusa volevo solo dire che i politici pensono solo alle loro tasche e vogliono solo il voto per poter guadagnare sempre di più.invece perche non trovano un posto di lavoro hai disoccupati,come facevano i comunisti.
io invece devo lottare tutti i giorni per poter vivere
grazie