Secondo le statistiche che derivano da risultati di laboratorio piu’ del 60% della frutta non biologica contiene residui antiparassitari e una piccola percentuale anche piu’ di 3 residui diversi. Mi sono documentato e ho visto che i tempi di biodegradabilità di molti pesticidi non superano i 30 giorni. Quindi, facendo l’ultimo trattamento antiparassitario almeno 30 giorni prima della raccolta si eviterebbero i residui nel frutto. E secondo me non è affatto una utopia questo procedimento perchè, ipotizzando che il potere protettivo del pesticida duri 15 giorni, il frutto resterebbe privo di protezione solo per 15 giorni, il chè comporterebbe minimi danni ad esso per molte specie di frutta. Difatti qualora la pianta inizi ad ammalarsi, prima che il fungo si trasmetta al frutto, passano almeno 15 giorni. Diverso è il caso in cui il frutto viene direttamente attaccato dai parassiti, situazione in cui dopo 15 giorni di manacata protezione , si verificano danni. Ma, statisticamente i danni accumulati in 15 giorni sono irrilevanti, perchè raramente avvengono e anche qualora ci siano, nella maggior parte dei casi sono di piccola entità. Quindi bisogna smettere di pretendere di avere una sicurezza del 100% che non vi sia il minimo danno, e bisogna accettare il minimo rischio, sapendo che le probabilità di seri danni al raccolto sono davvero minime, che nella maggior parte dei casi non vi è nessun danno, e che qualora vi sia, la media delle entità di tali danni è bassa.
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Esatto, l’agricoltura è in se stessa un rischio, lo si sa, ed andare contro a tale rischio usando pesticidi molto forti ne va della nostra salute.
Quei 30 giorni di cui parli sono i tempi di carenza, tutto giusto quello che hai detto anche perchè il frutto è ricettivo per gli attacchi fungini all’inizio dell’ attività vegetativa, quando cioè le piante sono in fiore, periodo delicato.
Molti non sanno che il caldo e la siccità in estate sono importanti perchè evitano in gran parte qualsiasi attacco fungino, quindi meno trattamenti, se ne fanno pochissimi e solo per precauzione.
Troppa pioggia in estate non è per nulla positivo. Il caldo fa bene.
Poi vorrei dedicare uno spazio al diserbo in vigna, qualche anno fa nessuno lo faceva, ora i vigneti d’Italia stanno diventando dei deserti, ciò è negativo, il sottoscritto queste cose non le fa.
Raffaele, ma tu fai parte di cooperative? Scusa la mia ignoranza nel settore, ma come funziona’ Cioè, la frutta che noi troviamo al supermercato proviene da vari produttori riuniti in cooperative, oppure anche da una sola azienda? ad esempio, le persche che trovo all’esselunga, su cui compare ORIGINE:ITALIA, provengono da piu’ regioni o da una sola ( facendo riferimento alla stressa partita di frutta)? Da piu’ provincie o una sola? da piu’ produttori della stessa provincia o una sola?
Se puoi , rispondi a tutte queste mie domande perchè sono estremamente curioso si sapere queste cose.
Inoltre rispondi anche a questa domanda. Il dimetoato, che è una sostanza biodegradabile completamente in 20- 30 giorni a seconda delle colture, immagino pero’ non protegga la pianta per tutto il periodo in cui permane, ma solo nei primi 10 giorni in piante in cui si degrada completamente in 21 giorni. Supponendo cio’, 11 giorni di non protezione dai parassiti della pianta, sono in grado di produrre danni al frutto?
Io lavoro in proprio, ho un’azienda vitivinicola, non ho molta esperienza per ciò che riguarda l’ortofrutta, comunque in Trentino ad esempio c’è Melinda, una cooperativa in cui tutti i produttori di mele della val di non portano il raccolto in un unico magazzino di raccolta.
Nel mio settore ci sono le cantine sociali, cioè chi non ha una cantina in proprio porta l’uva alla cooperativa e viene pagato in base alla gradazione zuccherina ed ai quintali d’uva prodotta.
Purtroppo chi non produce per se stesso come me, è portato a privilegiare solo i guadagni che spesso vanno a scapito della qualità, comunque anche chi ha cantina spesso produce il doppio d’uva rispetto a me. Lo sai anche tu penso che più forzi una pianta per farla produrre minore sarà la qualità, infatti le pesche che fanno i miei due alberi (non ci faccio nulla) non hanno il sapore acquoso di quelle dei negozi, tutta un’altra cosa.
Per le altre domande del n° 2 non so risponderti, comunque sapendo quante frodi ci sono nel settore vinicolo, non credo che tutto ciò che ti dicono in etichetta corrisponda sempre alla verità.
Lo sai che nel mondo del vino spesso pensi di bere una tipologia di vino, invece magari è un’altra ?
Lo sai che i consorzi di tutela sono gestiti da persone che sono titolari di aziende per non dire industrie, immagina che conflitto di interesse, i miei concorrenti mi mandano gli ispettori a controllare cosa faccio io, se non sei potente come ti difendi ?
Lo sai che nella zona in cui lavoro io, il consorzio fa promozione e pubblicità di principi attivi antiparassitari molto pericolosi, promuove l’ uso dei diserbanti in vigneto, perchè le industrie chimiche sponsorizzano con fior di quattrini, non c’è più la volontà di salvare un territorio, c’è solo avidità di soldi, si è perso il senso di tante cose.
Il dimetoato non l’ho mai utilizzato, non saprei dirti, ma se vuoi ti parlo di altro, i sistemici ad esempio che entrano in circolo nella linfa, gli antibotritici contro le muffe della frutta perchè non marcisca (antifermentativi successivamente nel vino) il folpet molecola fortissima che blocca all’istante la peronospora, anch’esso antifermentativo.
Insomma tutte sostanze molto potenti che rimangono lo stesso nell’uva e quindi nel vino. Io ora utilizzo soltanto rame e zolfo.
Ma sai quante persone se ne fregano, con certi prodotti come quelli che ho citato prima puoi trattare ogni 15 giorni invece di 7 come devo fare io.
Qualcuno direbbe che io faccio più trattamenti quindi avveleno di più, ma non è vero, perchè questi ultimi sono più leggeri, naturali e con un po di pioggia vengono dilavati e quindi vanno ripristinati.
Però il problema per molti è che devi lavorare di più, oppure per non rischiare vanno sul sicuro.
Ma allora perchè quelli idioti non usano rame e zolfo, dato che sono sufficienti a non fare ammalare le piante? Solo per non trattare ogni 7 giorni, ma ogni 12 ad esempio?
Si Gello è davvero così, con un trattamento sistemico che copre per 15 giorni ad esempio uno può anche andarsene in ferie in questo periodo (molto delicato). Io invece prima del 10 agosto difficilmente mi muovo, perchè non potrei.
Tutti (quasi) disseccano l’erba con il diserbo sotto il filare, qualche scemo addirittura ha fatto confusione, ha messo il diserbante al posto dell’antiparassitario nel trattamento fogliare, bruciando interi vigneti storici, che successivamente sono stati espiantati e sostituiti con nuove viti giovani.
Pensa tu, che disastro !
Questi sono gli stessi irrazionali che si ritrovano sui forum , l’irrazionalità causa il non rispetto per l’ambiente
Raffaele, io coltivo nel mio giardino i pomodori e le verdure; le verdure non si sono mai ammalate, invece i pomodori 2 anni fà sì, perchè non davo mai nulla alle piante; è stato il primo anno da quando sono nato che ci si sono ammalati i pomodori( peronospora); da quell’anno do ossicloruro di rame, che è consentito in agricoltura biologica, solo ai pomodori e non si sono piu’ ammalati
Anch’io utilizzo ossicloruro di rame per le viti, non fa male, e va bene anche per gli olivi.
Comunque se ti interessa, vendono al Carrefour un succo di mele biologico, fatto nelle Dolomiti, di un sapore eccezionale; non cè paragone con i succhi non bio.Il prezzo è circa 2 euro e mezza al chilo , ma è conveniente difatti per fare un litro di succo ci vogliono 2 kg di mele, quindi è conveniente perchè 2 kg di mele biologiche mediamente costano 5,80 euro.Pare che il succo di mela assunto durante un pasto sia in grado di distruggere almeno il 60% di radicali liberi(tale percentuale è riferita a 125 grammi di frutto, che corrisponde facendo un semplice calcolo a 60 grammi circa di succo!!!!).i frutti piu’ antiradicali liberi paiono essere frutti di bosco( compresa la fragola quindi), uva,mela e prugna nera.