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Lettera pubblicata il 2 Marzo 2014. L'autore, Marco79, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Non ho un modo in cui trascorro le mie giornate abitualmente, ma ti posso dire come le sto vivendo da qualche settimana a questa parte. Dormo molto poco, motivo per cui ho anche aumentato l’ansiolitico. Prendo solo questo farmaco, in quanto gli antidepressivi mi stordiscono e, per quanto possibile, voglio essere lucido. Mi sveglio molto presto e il primo pensiero è controllare il web. Mail, facebook, e/o altre piattaforme online sono infatti il mio unico collegamento col mondo. Poi esco. Vado nei luoghi pubblici: parchi, piazze, biblioteche, università, ecc. Ovunque pur di non rimanere da solo a casa. Cammino molto e continuo a cercare di dare un senso alla mia vita, magari anche solo per cercare di inquadrare le cose in una prospettiva che faccia meno male. Per allontanare un pochino il dolore scrivo molto di me e dei miei problemi: fondamentalmente su fogli privati che non farò mai leggere a nessuno, ma occasionalmente anche qui in rete. Dovrei studiare, in quanto mi sto preparando per un concorso per categorie protette (mi ci sono iscritto sempre per via dei miei problemi psichiatrici), ma non ho la testa, per cui mi limito a leggere i libri e gli appunti che mi porto dietro nelle mie passeggiate. La verità è che lo studio è isolamento e in questo momento la solitudine mi fa più male che mai e anche semplicemente stare in mezzo alla gente mi fa sentire ancora come parte del mondo. Inoltre non so quanto sia motivato a vincere questo o altri concorsi pubblici e fondamentalmente se lo provo è solo perché voglio fare qualcosa nella vita. Temo però che se anche ciò accadesse (ma non lo do affatto per scontato) potrei scoprire di non esserne in grado e che, come per l’insegnamento, sarei poi spinto a lasciare. Torno a casa per pranzo e mangio poco, sforzandomi. Ricontrollo il web. Ritorno fuori a cercare me stesso, ad ammazzare il tempo e (cosa difficile) a cercare di distrarmi. Un tempo frequentavo presentazioni, mostre e convegni per svago. In queste ultime settimane non ci riesco. La sera di nuovo a casa. Ceno e poi passo molto tempo davanti al computer. Mi riprometto sempre di andare a letto presto, ma tanto soffro d’insonnia, per cui non servirebbe. Inoltre la mattina non ho quasi mai impegni, per cui anche se mi alzassi tardi (ma non avviene mai) non sarebbe un problema. Gli unici contatti umani con i quali mi relaziono regolarmente sono i miei genitori (ma solo il minimo indispensabile) e il mio psichiatra (un quarto d’ora ogni mese).
Ciao Marco!!
Comincia con questi esercizi:
Web solo una volta al giorno ( se all’inizio nn ce la fai, inizia con quante volte vuoi e un po’ alla volta scala. Segnati tutte le volte che ti colleghi cosa fai quanto tempo e prendine consapevolezza.)
Dicevi che è l’unico collegamento..però ti fa staccare ancora di più. Se diminuisci ti sentirai meglio.
Passeggiare è bellissimo (io adoro camminare a piedi, mi ha aiutata tantissimo) ma nn basta, per “riattaccarti” devi Condividere. L’altro è fondamentale, il confronto con gli altri è linfa vitale, ti fa ritrovare.
Entrare in comunione e in intimità stringere relazioni più profonde è un esercizio da fare ed è ,nel punto in cui sei, il più difficile. Fallo per step come faresti se dovessi allenarti per una corsa.
Non perdere più nessun minuto nel pensare che sei indietro questo tuo modo di pensare mi fa pensare alle profezie che si autoadempiono. Tra 5 ,10 anni accadrà esattamente quello che pensi. Da oggi cambia profezia…vedi che si avvera!
Per l’insonnia usa la melatonina parlane con il tuo psichiatra vedi cosa ti dice. È un’erba ottima diciamo simile alla camomilla ma molto più forte so che funziona alla grande nn ne ho esperienza diretta me ne parlò una persona in gamba una psicoterapeuta di cui mi fido molto su molti suoi pazienti ha funzionato.
Se ti va leggi questo articolo ci sono piccoli consigli
http://www.bit.ly/KQS5RU
Un abbraccio!!
Ciao Mary,
ti ringrazio per i consigli, ma soprattutto per gli incoraggiamenti.
Ricambio l’abbraccio.
Non ho letto tutta la lettera perchè mi fa arrabbiare. 34 anni col dottorato?
Ritrovati a 50 sapendo benissimo di aver rovinato la vita ottenendo un diploma di 5 anni in modo più che deludente coi calci nel sedere e resta solo la cocente delusione data a dei genitori che hanno fatto l impossibile per quello stupido ragazzo. Da li tutte le amarissime conseguenze, errori su errori che diventano sempre più grandi fino a raggiungere l’alcolismo e pensando anche di desiderare la morte perchè il passato non torna indietro, perchè non si può parlare con quel ragazzino di 14 anni che avrebbe dovuto studiare seriamente. Gli anni delle superiori sono assolutamente i più importanti e se si fallisce non c è rimedio perchè tutto segue a ruota, si evolve in un vortice dal quale non se ne esce. Parlare con quel ragazzino è impossibile e non c è cura per una depressione del genere che nessun partner accetterebbe di condividere. Da qui una solitudine Mostruosa e resta solo Dio ad ascoltare. CAPITELO
Alex, non sentirti in colpa per non avere letto la lettera. Era di 6 anni fa, figurati. Certo che se resta solo Dio, vabbè, Vagabondo che son io, soldi in tasca niema de niema, eccetera.
La canzone mi piaceva, credo che il complesso si chiamasse Monadi o ‘na robba simile.