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Lettera pubblicata il 3 Gennaio 2008. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore belinda victoria.
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Alla scuola media mi fecero vedere qualche film di Woody Allen,in privato non ne vidi mai.Io trovo che la + grande opera cinematografica di ogni tempo sia il tenente COlombo,mi riferisco a quelli vecchi:le belle ville,le trame tranquille,gli assassini quasi + simpatici del tenente e tutti geniali.Se noti,il tenente Colombo è un po’ come me:disprezzato,additato come trasandato e imbranato,fuori dal mondo.E’ indubbio che gli anni 70 furono i migliori del cinema.I film comici sono effettivamente i migliori se ben orchestrati,ma non devono essere volgari e insulsi.Mi può divertire il Pozzetto di turno 1 o 2 volte,quando non è troppo volgare,ma poi sono personaggi che stancano.Unire la comicità all’intelligenza è difficile:nel cinema italiano penso ci sia riuscita solo la coppia Bud Spencer Terence Hill,che peraltro svilupparono i loro talenti all’estero e non in Italia.COsì come tra i cartoni animati la + grande opera d’arte sono Tom e Jerry,anche qui mi riferisco a quelli vecchi.Sono un tipo fuori dal comune,sono sicura che lascerò un’impronta nelle tue ispirazioni per il tuo prossimo libro.Sono altrettanto convinta che non conoscere mai una persona come me all’infuori di me.Non mi aspettavo lo stile poetico nella narrazione,pensavo fossi come Manzoni che scriveva lunghissimi romanzi con linguaggio ordinario.Hai fatto il liceo classico?
La prima cosa che mi è balzata all’occhio, leggendoti, è il tenente Colombo: mi sono sempre paragonata a lui per questa mia aria inoffensiva, da statuetta da presepe, che tutti pensano di poter rigirare come vogliono. Non è così. Sono tollerante, rispetto gli altri ma, quando si esagera, dico no. Dico no poiché le persone che nuocciono sono da fermare, in quanto adotteranno lo stesso comportamento lesivo anche con altri e la catena va dunque spezzata. Purtroppo non sempre ci si riesce ma, perlomeno, si tenti! Non ho fatto il liceo classico ma le magistrali: i miei non hanno voluto. Come, dopo, non hanno voluto che mi iscrivessi a medicina per diventare cardio-chirurgo. Ho così optato per psicologia perché, altrimenti, gli studi sarebbero durati troppo e, ero stata a vivere in Germania, dopo le magistrali.
Essere come Manzoni? Magari! Posso dire che, quando scrivo, il genere che prediligo è quello umoristico-fantasy poiché ritengo che, nella vita occorra anche sognare e trovare il lato ironico di talune situazioni. Poi, talvolta, mi trovo a raccontare storie realmente accadute cui, di ironico, non esiste un bel niente. Vedi “I piedi per terra, la testa in cielo”. Mi fa piacere che Lupetto abbia capito che, un’impronta, in me, l’hai già lasciata. Sono oltretutto convinta che gli incontri non avvengano per caso: ce li manda il Destino. Nel secondo libro di Belinda, gli antenati usciranno dalle cornici (è già avvenuto nel primo, d’accordo, ma, in questo caso cambia qualcosa!), e si metteranno a discorrere con gli abitanti della Villa delle Quarantasei Querce. Inviterò anche i tuoi, di antenati. Se vuoi raccontarmi di uno in particolare, lo renderò riconoscibile. Al momento posso dire che, grazie ad un’amica (le “Mosche Bianche”, come le chiamo io, esistono ancora!), ho trovato un buon grafico americano che s’è offerto di dare un volto a Belinda Victoria. Un passo alla volta. Non ho fretta. Dopotutto l’attesa racchiude in sé momenti magnifici.
Insisto:sono convinta che non riuscirai a scrivere senza pensarmi.Ti auguro di sfondare nella tua attività,diversamente da me che non ci sono riuscita nel lavoro autonomo,anzi,quella che sarebbe stata la parcella + alta della mia vita non mi fu pagata a causa di un mancato fallimento con suicidio.Un altro mio ex cliente,che mi pagò,morì in incidente stradale a 32 anni.
Simpaticissima! Sei già nei miei pensieri. Mi piace come racconti le cose, con immediatezza e spontaneità, senza nasconderti, con l’ironia che fa da sottofondo. Non sfonderò mai, con la scrittura. Ma neppur così tanto mi interessa. Questo libro, quello o quelli che lo seguiranno, saranno l’eredità che lascio a mio figlio, eventualmente ai miei nipoti, ai figli dei miei nipoti. L’importante e che ci sia prima o poi qualcuno che riesca laddove ha fallito la nonna o bisnonna che dir si voglia. Questo anche e soprattutto perchè deve essere fatta prima o poi della beneficenza. Se mi dici il nome del tuo antenato che ritieni più caratteristico, comincio a sondarlo lasciando andare la mente. Poi mi dirai se ho azzeccato. E’ quell’antenato (o quell’antenata!), che s’introfulerà, suo malgrado, nel secondo libro di Belinda Victoria. L’istinto mi dice che è un uomo. Resto dunque in attesa dell’identikit. Notte!
Ti dico un nome:Amedeo.A cosa ti porta la tua immaginazione?
Amedeo aveva una moglie e tre figli, penso. La moglie si chiamava Rosangela. Soffriva di disturbi biliari ed è morto a 56 anni. Era affezionato alla sorella. Non mi sembra molto alto. Dimmi tu se ho azzeccato qualcosa!
Aveva una moglie e disturbi epatici.Età di morte:72,una figlia.Aveva una sorella.Aveva gli occhi verde prato come un lupo.Hai colto diversi aspetti.E se ti dico Vanda?
p.s.:Belinda è una donna sana?Non riesco a immaginare talenti e virtù senza malattie.
Ho azzeccato ben poco! Comunque Belinda è sana ma è una bambina! Sono però contenta che tuo nonno sia morto almeno a 72 anni e non a 56. Io, oltre al resto, ho preso l’influenza e ora vado nel letto perché sto tutt’altro che bene. Qui siamo tutti acciaccati. Belinda, da quel che so, ha una salute di ferro e un caratterino niente male. Bisognerebbe un po’ imitarla. Ti dirò di Vanda. Ma, in totale, come si chiamava la moglie di tuo nonno, ovvero tua nonna?
Un po’ di suspence, comunque anticipo che la moglie di Amedeo era chiamata Angelina perchè Angela era il suo secondo nome,il primo nome non era quasi mai usato dai parenti e familiari.
Vanda mi fa pensare ad una donna anziana, non alta, con un caratterino alla Belinda, che racconta qualche bugia ma solo perché non le piace parlare troppo di sé e vuole tenere gli altri un po’ sulle corde. Non una persona muffa, insomma. Mi sembra sia morta in età più avanzata rispetto a quella del nonno e se la immagino insieme a te, mi sembra ti chiami Teresa.
Per il resto dico che si può sentire la mia voce cliccando su radiomontecarlo.net/luisella.php. Ma lì i commenti possono lasciarli solo i lettori del romanzo. Inviterei comunque Lupetto a iscriversi a Leo, di modo che possa farle una comunicazione più o meno privata. Ciao a tutti!