Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Novembre 2012. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Elisabetta79.
Pagine: « Prec. 1 … 4 5 6 7 8 … 12 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 4 5 6 7 8 … 12 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Concetti vasti, che riguardano caso per caso, con diverse modalità e declinazioni. Paradossalmente due ragioni, opposte, rendono possibile non riconoscere un partner potenzialmente violento: la famigliarità con la violenza e certe modalità vissute in famiglia (adattamento), anche di molestia morale e psicologica fatte passare però come “normalità”, sia l’esatto contrario, e cioè la non famigliarità con la violenza. Un cazzotto in faccia possiamo riconoscerlo tutti, ma ci sono tipi di violenza e manipolazione molto più striscianti, che creano la bassa autostima dell’individuo, lo mandano in confusione in maniera molto più sottile, attraverso incongruenze, sottili ricatti, e via dicendo. A posteriori posso assicurare che una volta compresi questi meccanismi, che prima erano ignoti, perché non vi si era mai avuto a che fare e non facevano parte della logica “normonevrotica” o non in maniera così pericolosa ed eclatante, o perché non erano mai stati decodificati per adattamento durante l’infanzia, dopo una fase di spavento e forte spaesamento (a me è capitato questo?) difficilmente una persona non riconoscerà anche il minimo campanello d’allarme. Questa introduzione, scusate la lunghezza, mi pareva necessaria per sfatare alcuni, purtroppo pericolosi, luoghi comuni.
@Ma tu hai permesso tutto quello che ha portato a un simile atto di violenza. Se lui ti avesse percepito più forte e strutturata, non sarebbe mai arrivato a un gesto del genere.
Se lo ha fatto, è perché sapeva di poterlo fare senza troppe conseguenze. Altrimenti si sarebbe contenuto@
Ho volutamente detto sempre persone, la violenza non è prerogativa di un unico sesso verso l’altro. Mi dispiace dirti però, Kombo, che ti sbagli nel dire quanto hai affermato. Ti sbagli per due fondamentali ragioni. La prima è che non conosci Kikki e la sua storia e quindi non puoi assolutamente sapere se lei ha in qualche modo preparato il terrero e come ad un’esplosione violenta. Emersa in un momento “topico”, e cioè quando lei lo ha lasciato e lui non ha saputo gestire abbandono/perdita di controllo sulla relazione. La seconda cosa in cui sbagli è credere che la logica di una persona violenta sia quella “abituale”. Non esiste un solo tipo di violento e non sappiamo quale tipo sia l’ex di Kikki. Ma il violento, in generale, o se vuoi il “disfunzionale” non ragiona su cause e conseguenze con la logica che dici. Tanto è vero che un violento non lo contieni, ti sposti. E se devi per forza in qualche modo “gestirlo” (tipo nel caso in cui vi sia una separazione in atto con figli e avvocati, per esempio) devi entrare in una logica altra. X difenderti. Lui potrebbe averla picchiata così proprio perché l’ha percepita PIU’ FORTE di lui, non viceversa. Tanto da vederla come un nemico. Esiste sempre un primo episodio di violenza, minimo o massimo. Se è il primo eclantante e l’ultimo è spesso anche perché prima non c’è stata una “preparazione” è vero, ma da parte del soggetto disfunzionale verso te. Ciao!
@SARAH: infatti..
“La prima è che non conosci Kikki e la sua storia e quindi non puoi assolutamente sapere se lei ha in qualche modo preparato il terrero e come ad un’esplosione violenta. Emersa in un momento “topico”, e cioè quando lei lo ha lasciato e lui non ha saputo gestire abbandono/perdita di controllo sulla relazione”
Ho solo una domanda: lo ha denunciato? Invece di esporre il problema in questa sede, lo ha esposto a qualcuno che prendesse provvedimenti in merito?
La domanda implicita è: per lei è ammissibile o no che qualcuno la tratti in questo modo?
“Lui potrebbe averla picchiata così proprio perché l’ha percepita PIU’ FORTE di lui, non viceversa. Tanto da vederla come un nemico”
Certo, può essere anche così. Ovviamente non lo sappiamo.
Ma vorrei farti capire che “più forte” ha la stessa valenza di “meno forte”, per come stai intendendo tu il termine.
Voglio dire che in entrambi casi c’è una dinamica di dominanza. Una sorta di gerarchia all’interno della coppia. In realtà, entrambi sono in una posizione vulnerabile, perché la vittima ha bisogno del carnefice, come il masochista ha bisogno del sadico.
In realtà nessuno ha la forza. Entrambi la vogliono, ed entrambi pensano di poterla acquisire nel rapporto.
Se una dinamica del genere ha attecchito, può essere solo perché tutti e due avevano questa inconscia illusione.
Infatti, Luna, dimostri di aver capito il problema dicendo che l’origine della violenza può essere anche ricercata nella frustrazione perché percepiva lei più forte. Il passo successivo è capire che probabilmente entrambi pensavano una cosa del genere e che entrambi soggiacevano a una dinamica di dominanza.
Per uscire da questo loop, non bisogna parlare di forza, ma di assertività. Il comportamento assertivo (documentatevi, non sto qui a spiegare) è l’unico modo per prevenire episodi del genere. Ho detto prevenire perché è chairo che l’episodio non può essere arginato.
Non dico che tutti dobbiamo diventare per forza dei Paul Ekman per capire chi può essere pericoloso e chi no. Ma sicuramente sarebbe utile anche affinare il proprio intuito.
Altri commenti non meritano repliche. Vi comportate come cani rabbiosi, come dannati. Non so per quale motivo.
Fatto sta che non accetto commenti insultanti, giudizi di merito, frasi mortificanti o sminuenti. Se siete abituati come le bestie, non è affar mio signori.
Se volete ragionare sostenendo garbatamente il vostro punto di vista allora sarò ben lieto di fare altrettanto.
Se pensate che il mio ragionamento abbia delle falle o sia sbagliato, ditemelo. Fatemi notare dove non vi va bene come ha fatto Luna.
LUNA, ti parlo come autrice di questa lettera che ha evidentemente scatenato l’ira di molti e dalla quale ci si è discostati talmente tanto da aver dimenticato l’argomento originario. Quello che hai scritto, sebbene non abbia alcuna attinenza col mio topic, ma solo con quello di Kikki, è una cosa che francamente in pochi riusciranno a capire perchè troppo difficile da intendere da chi è priogioniero di schemi mentali mediocri o di ancora troppo diffusi retaggi culturali, ma che io invece condivido perfettamente perchè è capitato a me e trovo come uno sfatare quelle ridicole affermazioni Norwoodiane di “donne che amano troppo!”:
“Vi sono persone che non hanno mai avuto altre relazioni, nè prima nè dopo, con episodi di violenza, bensì relazioni funzionali e paritarie. Persone che non avevano alcuna tendenza masochista e che avevano un buon livello di autostima.
E che sono state oggetto di violenza psicologica e morale o anche fisica proprio perché avevano autostima, erano considerate troppo autonome e libere da parte del partner.”
Ecco, io ho sempre avuto relazioni normali e sane ma mi sono imbattuta cmq in una persona che nn mi ha mai usato violenza fisica, ma psicologica.. e non so quale delle due sia peggio.
Anche io con i miei ex godevo di buona autostima e del loro rispetto, ma è successo anche di trovarmi davanti a una persona profondamente sadica che mi ha distrutta dentro, odiava il mio amore,il mio voler avere un’autonomia professionale e personale..e non ti dico come me lo ha dimostrato perchè non ci crederesti!
E con persone cosi, fondamentalmente insicure, avere autostima, avere una laurea (ebbene si!), essere solari e gioiose è una colpa.
E io già da 2 anni non sorrido piu.. sono spenta dentro.
LUNA COMPLIMENTI VERAMENTE PER LE TUE PAROLE.
Io son qui dopo quasi due mesi che ho lascito un “uomo” dopo una convivenza lontano da casa, molto lontano sopratutto dai miei cari.. Ho subito violenze psicologiche, violenze fisiche dove ho rischiato veramente tanto.. Poi un giorno son riuscita a dire basta.. Tutti amavano il mio modo di essere sempre positivo solare e pieno di vita, mezzo pazzerella e con un ottima autostima, tranne lui pian piano tutti i miei pregi son diventati difetti e qualsiasi cosa facessi o non facessi erano insulti, e botte senza fine, (in quei momenti lui non connetteva più) a tal punto che dovevo fuggire per strada, più soffri più non hai le forze per uscirne.. Io dopo l’ennesima violenza fisica senza spiegare i particolari perché mi vengono i brividi,son fuggita e non l’ho più voluto vedere, volevo che quello fosse l’ultimo ricordo che avevo di lui, mi cercava ogni giorno per parlare da persone civili..(la solita scusa)
Io in quei giorni, la mattina riempivo la vasca da bagno e rimanevo la per tanto tempo a guardare gli ematomi che mi aveva lascito in modo tale che mi rendessi conto della gravità e se per caso mi veniva in mente di parlargli ripensavo al mio corpo ammaccato.. e cosi son riuscita a lasciarlo, la rabbia del primo periodo è passata anche perché una persona del genere che ha subito le stesse violenze da piccolo, è malato punto e basta è inutile pure provare rabbia.. Non se la merita.. Non potrà mai capire la gravità delle sue azioni. Io potevo solo alimentare la sua instabilità perché lo perdonavo. Ho molta paura di incontrarlo o che mi possa ancora far del male, quindi ogni tanto l’ansia mi assale ma cerco di scacciarla senza farmaci ma con gran forza di volontà. e ritornerò a vivere e lui è già passato anche se non sono passati neanche due mesi. Monica
ho notato nella mia esperienza che ci sono persone che aggrediscono quando dall’altra parte c’è un no,un rifiuto o un opinione diversa.Ho avuto a che fare con un paio di uomini che diventavano aggressivi solo perché le cose non erano come volevano loro,quindi non per forza se una è debole allora l’altro ne approfitta,capita anche il contrario,se sei forte l’altro magari cerca con l’aggressività di spaventarti,in realtà ti teme ma qui poi si finisce in un circolo di aggressività e rapporti come questo non hanno senso,si può capire qualche caso isolato dovuto a circostanze particolari ma quando si comprende che non è così tagliare è la cosa migliore,per levarmi uno di torno l’ho minacciato di denuncia fortuna che si è spaventato e mi ha lasciata in pace.
KOMBO, io ho postato uno sfogo del tutto personale dettato da un momento di amarezza che dura da anni, sfogo dovuto al dolore, in un sito che,sebbene pieno di limiti, sembra nato per accogliere le manifestazioni piu disparate della nostra personalità quasi mai pacate e serene, se hai notato! Non mi sembra che ci sia nessuno che urli di gioia in questo sito, no??
Poi tu hai postato un commento, il primo, in cui ti sei improvvisato psicanalista di una persona che non conosci, hai iniziato a darmi dell’infantile e di avere delle riproposizioni mentali disneyane o qualcosa del genere..non ricordo bene, per non parlare dell’esplicita visione del dialogo intesa come distruzione dell’altro, in questo caso io, e tante altre cose..
Bene tu vuoi un dialogo disteso e pacato? Anche io, ma ti ricordo che sei stato tu il primo ad attaccare e sbarellare.
Quando bastava semplicemente dirsi che si hanno 2 visioni diverse dell’amore e che non si andrà mai d’accordo! tutto qui!
Elisabetta, come mai sono due anni che ti sei spenta, visto che (se ho capito bene), la causa di cio’ e’ il tuo ormai ex ?
Non sei rifiorita una volta che e’ sparito lui ? Te lo chiedo perche’ anche io ho subito violenze psicologiche, ma eliminata la causa non dico che tornavo spensierato e tonto come prima, pero’ un certo tipo di felicita’ si’. Certo quella del reduce con le cicatrici, ma intanto tie’ io sono ancora in piedi, no ?
ELISABETTA: ciao 🙂 la violenza fisica è sempre anche morale e psicologica, anche se anche di mera violenza psicologica si può morire. E la violenza psicologica diventa fisica nel senso che lede la salute e che lede il proprio spazio vitale e in altre manifestazioni.
Norwood non dice cazzate nè cose ridicole. Il punto è che lei tocca certi aspetti di una questione che è molto più ampia e articolata. Lei in particolare guarda la questione e certe questioni dal punto di vista della dipendenza emotiva e psicologica e dice cose molto vere, anche sulla codipendenza. Da quel punto di vista lei non ha torto. Dice cose molto importanti che possono essere utili, per le osservazioni di certe dinamiche, anche in chi non ama troppo. Perché certi meccanismi possono innescarsi, ma per reazione, in seguito alla violenza psicologica e morale e fisica. Ovvero: non sei andato/a a cercarteli per nulla, ma sotto un certo tipo di pressione sei talmente disorientato che si possono innescare certi meccanismi.
Ma non perché delle parti di te siano andate a cercare un carnefice per i meccanismi a cui accenna Kombo (in ogni relazione, Kombo, si innescano meccanismi di equilibrio e “potere”, intercambiabili però. Nelle relazioni disfunzionali a cui mi riferisco nello specifico io non esiste. Non esiste perché i ruoli sono fissi, ma decisi da uno solo. Puoi non crederci, ma è così. Se ti sto dicendo che è un mondo altro con una logica diversa lo dico perché è vero. E non è che non reagisci adeguatamente per un gioco di potere o masochismo o mancanza di assertività, ma perché accade altro).
Lei, diciamo, la nooewood, per farla breve, che parla di quell’aspetto di “famigliarità” a cui facevo accenno anch’io. E non credo che faccia male leggerlo anche a chi non è in partenza qualcuno che ha determinati problemi, purché non lo legga dandosi un’eccesso di responsabilità, ma lo legga come possibilità di cogliere eventuali meccanismi.
Tuttavia non è il solo modo, non è il solo aspetto. Un testo come “Molestie Morali” di Hirigoyen Marie-France è molto importante, a mio avviso, perché mostra altri aspetti, anche come la fregatura possa essere proprio la non famigliarità. E per altri meccanismi che si innescano, anche se tu non pensi MINIMAMENTE, Kombo, che la violenza psicologica, morale o fisica sia lecita.
Kombo, se tu leggi ciò che scrive Mony a te sembrerà pazzesco che lei si guardasse i lividi senza reagire e correre al primo comissariato di polizia, penserai che fosse solo perché lei stava difendendo il suo carneficie per un istinto di crocerossina o per mancanza di istinto di conservazione. A me non sembra pazzesco, non perché non lo sia, nel senso di non grave, ma perché tu parli da persona che sta fuori e non dentro a una situazione traumatica che attraverso una serie di caratteristiche porta anche lo stesso cervello a difendersi, come può, e ad adattarsi, come può. Immagino che questa mia risposta non ti soddisferà, ma puoi sicuramente informarti meglio sull’argoment