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Basta piagnistei! Il lavoro non è un diritto, è un mercato!

di white knight
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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2023. L'autore ha condiviso 18 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 173 commenti

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  1. 81
    Trader -

    MG:” io invece a suo tempo avrei potuto entrare tranquillamente nel PD, oppure in Destra Nazionale”
    Anch’io conosco un incapace totale che è diventato un politico di un certo livello.

    MG:”…feci pubblicamente un discorso molto concitato.”

    E poi ti hanno portato via con la camicia di forza?
    Dai, scherzo.
    Comunque su questo ha ragione streghetta. Ci manca solo che un insegnante parli di microchip nel vaccino e abbiamo toccato il fondo.

  2. 82
    maria grazia -

    White, stiamo parlando del nord Italia ( grandi città comprese ) non di qualche angolo sperduto dimenticato da Dio. Eppure, non sai a quante volte ho assistito a certe situazioni in tanti anni, cose che neanche il quarto mondo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare questi “datori di lavoro” trovavano quasi sempre del personale, anche magari solo per un breve periodo, perché in giro c’era molta disperazione evidentemente. Ora le cose tra i giovani stanno un po’ cambiando rispetto alla mia generazione ( e direi per fortuna ) vuoi perché molti fanno soldi su internet vuoi perché altri emigrano all’ estero. Noi invece eravamo stupidamente patriottici.

    Trader, non devo star qui a presentare il mio curriculum ma comunque ho esperienze e competenze facilmente spendibili sul mercato, non è questo il punto. Ti ricordo poi che anche la filosofia offre delle possibilità di carriera, ad esempio nel giornalismo, nelle pubbliche relazioni, nell’insegnamento, nell’ intrattenimento..

  3. 83
    maria grazia -

    ..solo per citarne alcune.

    Suzanne no, non mi aspetto tutto ciò ( sarebbe troppa grazia ). Ma mi aspetto perlomeno che un’ insegnante di oggi sia aggiornato su ciò che realmente richiedono le aziende, sulle nuove tecnologie, sulla psicologia ( materia fondamentale quanto sottovalutata ), sulle dinamiche sociologiche e geopolitiche.

    E poi… Basta con questa aria da sinistrorsi depressi intellettualoidi che hanno tutti, in stile Rosy Bindi o Nanni Moretti, e che ha rotto le balle.

    In cattedra al giorno d’oggi servirebbe molto di più un Gordon Gekko reduce dal carcere ed esperto del mercato. E della vita.

  4. 84
    maria grazia -

    Io infatti Golem vedo che i lecchini, i servitori e i conformisti poi fanno sempre una brutta fine, anche se lì per lì la loro scelta sembra la più conveniente.

    Nella vita voglio spuntarla per i miei meriti, se non ci riuscirò pazienza, significa che non ero all’altezza o che doveva andare così, ma almeno ci avrò provato e comunque preferisco vivere da “renegade” piuttosto che ritrovarmi la lingua più ruvida di quella di un gatto per tutti i c..li che ho dovuto leccare.

    Mar Rosso? Beato te! Beh allora buon viaggio.

  5. 85
    Suzanne -

    Mah, depressi sono forse piú quelli che si chiudono in casa vedendo complotti e apocalissi in ogni pertugio del mondo. Io in casa non ci sono stata manco durante il lockdown, anzi, mi sono fatta una stagione sciistica tra le piú favolose, e non temo di viaggiare oltreoceno per cadere nel vuoto dopo le Colonne d’Ercole della Terra piatta… Inoltre non passo tutto il tempo a lamentarmi e piagnucolare su quanto faccia schifo l’Italia senza conoscere manco lontanamente cosa succede dietro l’uscio di casa. Damose na sveglia e rimbocchiamoci le maniche; sempre troppo comodo addossare tutte le colpe ai politici, alle multinazionale ecc… Iniziamo a cambiare la nostra testolina e a renderci parte attiva di un mondo che io vedo ancora bellissimo (se si escludono certi umanoidi 😅).

  6. 86
    white knight -

    MG nr. 82: come dicevo qualche furbo lo trovi sempre in giro, e alcuni settori sembrano più soggetti di altri alla scarsa/inesistente cura delle risorse umane.
    Tuttavia, se ti può parzialmente consolare, quel genere di “aziende” resteranno ben presto a secco di personale qualificato, con le disastrose conseguenze in termini di performance e produttività.
    Quindi esse stesse pagheranno per le proprie miopi politiche del lavoro.
    E grazie a cosa? Grazie al meccanismo del MERCATO, dove i dipendenti non allettati da condizioni di lavoro pessime si rivolgeranno altrove.
    Attenzione però a non esagerare, perchè se da un lato è positivo introdurre una mentalità welfarista in azienda, dall’altro di troppo welfare (così come di troppi diritti) si muore. Si rischia di ricadere poi nella “bambinizzazione” delle organizzazioni, dove anche un semplice rimprovero viene preso come un’umiliazione. O dove un mancato riconoscimento viene vissuto come un trauma psicologico. Nr.83:concordo al 100%!

  7. 87
    Trader -

    MG, non ho dubitato che tu avessi capacità lavorative richieste dal mercato. Se ho ben capito, lavori con l’informatica, che è un settore che offre sempre occupazione.

    “la filosofia offre delle possibilità di carriera, ad esempio nel giornalismo, nelle pubbliche relazioni, nell’insegnamento, nell’intrattenimento”

    Intrattenimento? Si, come animatore nei centri estivi. MG, il problema è che ci sono troppi laureati in queste discipline rispetto ai lavori disponibili. Quanti dei tanti laureati in filosofia o lettere fanno un lavoro per ciò che hanno studiato? Una mia amica che fece lettere lavora alle risorse umane di un’azienda. Bastava il diploma delle superiori. Come disse una comica in un cabaret, non scegli di lavorare all’ufficio delle risorse umane, è quell’ufficio a sceglierti: da bambino nessuno sogna di gestire le ferie dei colleghi da grande. Competenze richieste all’ufficio delle risorse umane: sapere fare le somme con excel e concludere le mail.
    Un’altra mia…

  8. 88
    Trader -

    amica laureata in scienze della comunicazione ha provato con un’emittente locale, le facevano inserire i titoli di coda.
    Anche in quel caso, dubito che serva una scienziata della comunicazione per quella mansione.
    Lo dico con rispetto per quelle materie.

    Golem: “Se servono soldi so come trovarli, ma non vivo per accumularli e diventare un giorno il più ricco del cimitero.”

    Ho sempre detto che non ambisco a diventare il più ricco del cimitero. Ma mi interessa poco spenderli per me. Preferisco fare opere di bene. Faccio generose offerte ai poveri. Vi avevo già raccontato di quella volta che nel negozio di animali nel periodo di Natale una tizia mi chiese se volevo comprare qualche scatoletta per il gattile. Presi frettolosamente pacchi su pacchi di scatolette, senza curarmi della spesa, ho speso quaranta o cinquanta Euro, non mi ricordo e non mi interessa. Mi congedai dalla signora dicendole:”Scappo, ho fretta. I soldi non sono importanti, è il tempo il bene più prezioso, che non ritorna”. Dobbiamo impiegare il tempo per fare opere di bene.

  9. 89
    Golem -

    Mah, MG, non è proprio così che vanno le cose, i leccapiedi sono apprezzati da ex leccaculi che hanno fatto “carriera”, che li scelgono proprio per la loro attitudine a “vendersi”. Tutta la classe dirigente italiana, dal Fascismo in poi, è stata selezionata più sul “fidelismo” che non sulle reali capacità. Per un certo potere è più utile mantenere lo status quo che rischiarlo con un “cane sciolto”, che però potrebbe apportare idee che migliorano l’insieme, ma nel contempo mettere in discussione il vecchio potere e i suoi “detentori”. Io ricevevo encomi dai vari comuni che non mi mostravano, e durante una sessione psicoattitudinale arrivai primo su 450. Primo! Congratulazioni dal mio boss, ma nessun esito. “Come mai, ingegnere? Primo ma niente di più”; “Bè, sa, Golem, quelle sono indicazioni, poi le scelte politiche usano altri parametri.” Così vanno le cose.
    Detto ciò, cambiati i vertici anni dopo, nel 2008, dò le dimissioni, e il nuovo presidente mi chiede di restare per altri tre anni offrendomi un aumento che non potei “rriffiutare”.
    Tutto torna.

  10. 90
    Golem -

    Trad, io sono un benefattore involontario. Nel senso che malgrado le apparenze tendo a dare fiducia a chi vedo in difficoltà, ma…
    Anni fa affittai un bilocale a Milano a prezzi di mercato. 700 euro spese comprese. Dopo un anno l’affittuario mi chiede di abbassarlo a 500, sempre spese comprese; ok, c’era la crisi Lehman Brothers, capisco. Non è bastato, e così altre difficoltà a farsi pagare, sino a non pagare più per due anni, più due di avvocato per riavere i locali liberi. Immagina quanto mi è costato quell’atto di umanità tra spese, mancati introiti e spese per la “bonifica”. Lezione appresa. Adesso è affittato per permanenze brevi con pagamento anticipato.
    Tuttavia la natura non cambia. Ieri ho regalato la mia Megane, fuorilegge (come me) a Milano, ad un associazione speleologica del mio paese, che la userà come mezzo di soccorso, visto che il loro furgone ha 25 anni. Ma è più per evitare lo spreco consumistico di buttare un auto ben funzionante che altro.
    A me non interessa essere ringraziato, ma odio essere preso in giro. Se succede mi adeguo.

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