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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2023. L'autore ha condiviso 18 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore white knight.
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Ma figuriamoci, ciascuno ha il diritto di dire come la pensa sulle questioni di cui si parla e chi non è d’accordo ha altrettanto diritto di esprimersi. Poi c’è chi ha modi di porgere i contenuti più concilianti, chi invece, come Itto, è più diretto. Credo che nessuno sia animato da livore personale contro qualcuno, anche perché non ci conosciamo nemmeno, se non in quanto interlocutori di questo sito. Peraltro son convinto che certi giudizi molto taglienti siano di carattere generale e non coinvolgano i singoli casi che, appunto, vanno sempre calati nei contesti in cui si dispiegano. Comunque, senza animosità di nessun genere, posso dire che con le affermazioni contenute nella Itto-Parade io non sono d’accordo, nemmeno un po’. E i motivi li ho spiegati nei miei precedenti interventi, così come ha spiegato le proprie perplessità Trader. Dopodiché, se il Samurai vuol pensare di noi che siamo dei falliti o degli analfabeti funzionali o sociali, il problema è suo.
Itto, non ti preoccupare, i problemi ce li hai tu.
Da te mi aspettavo qualcosa di più. Non sono un sostenitore dell’Italia, ma i mali del paese non si risolvono licenziando gli statali o diminuendo il loro già magro stipendio. Non hai le idee chiare su questo argomento.
Mannaia di Cristo, nemmeno io credo che Itto ce l’abbia con me. Semplicemente si è stizzito perché non sapeva ribattere alle mie corrette obiezioni. Quando non si ha ragione, si reagisce come il lupo e l’agnello. La polemica l’ha sollevata lui, con il suo ingiustificato “per me è così”. Non fa niente. Peccato che Itto si sia perso, si poteva discutere anche delle partecipate statali, che non sono enti statali, ma controllati in parte dallo Stato. Hanno appena rifatto le nomine, per esempio Descalzi all’Eni.
Mi piace la Mannaia di Cristo. Questo sito è dannato, ha bisogno di una Mannaia di Cristo.
Max, mi piacciono anche le tue freddure!
Trader, io non mi sono stizzito di fronte alle tue inappuntabili obiezioni.
Probabilmente non riesci a comprendere che ciò che tu chiami obiezioni sono semplicemente “la tua idea”. Io mi rivolgo ad un ampio pubblico con finalità precise, esattamente come quando parlo ai segaioli che perdono tempo dietro alle italiane. Lascio a loro la possibilità di vedere le cose da una diversa prospettiva. Se poi uno insiste, allora muoia Sansone con tutti i filistei. Chi se ne frega…
Non ho il tempo per argomentare punto per punto e ribattere su ogni cosa che vuoi discutere. Non ho fisicamente il tempo per stare qui a farlo.
Ho sbrigativamente detto che quello che scrivi è una cagata pazzesca per non farti produrre ulteriori obiezioni, altrimenti andresti avanti in eterno a replicare.
Se ti piace l’Italia, goditela. Se qualche italiota legge le tue cose ed è felice di farsi inchiappettare, per me va bene. A me basta salvarne 1. Ti lascio gli altri 100.
Se vai a chiedere ad un pankla coreano del nord se gli piace King Jong-ciccione-un tutti ti diranno che adorano il loro beneamato leader.
Se chiedi alla massa di italioti se gli piace il loro paesello di capre, ti risponderanno: “siamo i migliori del mondo!”, “il paese più bello del mondo”, “la gente più bella del mondo”.
In pratica rispondono come i pankla coreani.
Idem per i russi, che sono nazisti zombi ma per loro va tutto benissimo.
Sono pochi i dissidenti, coloro che hanno davvero capito tutto. Si tratta di coloro che sono no vax ma non sono terrapiattisti. Sono quelli che sostengono l’Ucraina senza vendere il sedere alla sinistra italiana. Sono uno sparuto gruppo di italiani che vede i problemi dell’Italia e non è felice di vivere in un paese del quarto mondo.
Tu pensi che i nostri servizi pubblici siano fantastici ? Bravo, goditeli. Mentre io sarò a curarmi all’estero, tu sperimenta pure la bontà degli amministratori locali italiani. Che Dio ti salvi.
Vorrei precisare a Trader che il problema non è licenziare i dipendenti pubblici, ma renderli licenziabili o comunque, in qualche modo, sanzionabili là ove non svolgano il proprio lavoro con la necessaria diligenza. Effettivamente gli impiegati statali hanno, o si ha l’impressione che abbiano, una certa quota di intoccabilità, per cui possono restare assenti in modo ingiustificato o svolgere il proprio lavoro in modo negligente senza pagare per questo alcuna conseguenza. Questa è una cosa che va sicuramente sistemata perché, così come l’impiegato privato negligente ruba i soldi dell’imprenditore che lo paga, il dipendente pubblico inadempiente ruba i soldi della collettività, che lo paga proprio affinché svolga quella funzione che è chiamato a esercitare. Per cui secondo me: no alla demonizzazione dei dipendenti pubblici bout-court, sì a un maggiore controllo sul loro operato, fatte salve le necessarie garanzie di equità, imparzialità e non arbitrarietà della sanzione.
Credo, peraltro, che occorra un’assai maggiore educazione etica delle persone, che aiuti a comprendere che certi comportamenti disonesti non si mettono in atto perché certe cose, puramente e semplicemente, non è giusto farle. In Italia vige una generale temperie culturale in base a cui la furbizia sarebbe una virtù e chi si comporta male, se la fa franca è visto quasi con un alone di rispetto e di ammirazione. Per contro, si ritiene che per spingere le persone a comportarsi bene occorra farle vivere sotto la costante minaccia del licenziamento o di una qualsiasi forma di punizione. Questo elemento è anche giusto, ci vuole, però non dovrebbe, io credo, essere l’unico fattore in gioco. Se non crediamo che sia necessaria anche una educazione etico-morale delle persone, rischiamo di trovarci in un mondo in cui vince il più forte e il più furbo, poiché ogni regola o ogni tentativo di restrizione potrà essere eluso e aggirato da chi avrà la spregiudicatezza e i mezzi per farlo.
Stavolta mi trovo d’accordo con Itto. Non si capisce a che pro dobbiamo pagare tante tasse se il servizio pubblico è inefficiente a tutti i livelli. L’ istruzione poi non ne parliamo.. trovatemi una scuola che sia una che davvero ti prepara alla vita lavorativa e alla vita adulta in generale! Solo “insegnanti” che vivono in una bolla, non hanno competenze vere e sono del tutto disconnessi dalla realtà.
Per quanto riguarda le forze di Polizia, hanno un margine di azione molto limitato ( non so per via delle nostre leggi o per indolenza loro ). Fatto sta che non vogliono/possono intervenire quando veramente serve. Pensiamo ad esempio ai tanti casi di stalking condominiale.
In ultimo, sentirsi dire che non hai voglia di lavorare solo perché non accetti paghe da 500 euro al mese per 12 ore lavorative sei giorni su sette è indegno e vergognoso per qualsiasi paese che si definisce “civile”. Lo schiavismo è finito da secoli se qualcuno non se ne fosse accorto..
.. ora ci sarà il solito genio che dirà che quando trovi solo proposte del genere è perché non hai capacità. Nossignori non è il mio caso. Proprio perché il mio lavoro ha un VALORE non accetto di fare la schiava. In questo periodo ho accettato DOPO ANNI un lavoro alle dipendenze, ma solo e unicamente perché lo stipendio e le condizioni sono decenti.
Cari tutti, il VERO problema degli enti pubblici italiani è la CLASSE DIRIGENTE, che viene scelta per cooptazione, e non per qualità professionali o meritocrazia, cooptazione che serve a mantenere flussi di “do ut des” con la politica.
È naturale che se la principale qualità di quella categoria è quella di alimentare quel “flusso”, difficile pensare che “l’alimentatore” abbia spessori umani, dignità e autorevolezza all’altezza del ruolo ufficiale che ricopre, con tutto quello che queste caratteristiche comportano in termini di efficienza.
Parliamoci chiaro, quando mi laureai, nel ’97, il presidente dell’epoca, che comunque mi stimava per le oggettive constatazioni della qualità del mio lavoro comunicate dai vari sindaci, mi offrì una carriera prestigiosa, ma aggiunse che la condizione era subordinata all’applicazione della formuletta magica citata in precedenza. Lo ringraziai lusingato, dicendogli che ci avrei pensato e non se ne fece più niente.
Non mi sono mai pentito della scelta, e rimasi libero e bastardo come sempre, e come lo sono tuttora.
E va bene, d’accordo, chi può negarlo? L’Italia è un Paese in forte sofferenza e in grave difficoltà, nel quale l’inefficienza e la pessima organizzazione, unite a una gestione politica di estrema corruzione stanno determinando un declino e una degenerazione assai preoccupanti. Ma è comunque il Paese nel quale siamo cresciuti, nel quale abbiamo i nostri legami, i nostri familiari, nella cui cultura ancora ci riconosciamo. Io non ho bisogno di lezioni di cosmopolitismo da nessuno, perché sono di origini alto-atesine per cui conosco piuttosto bene il tedesco e sono stato in più occasioni in Austria. E sono stato per lunghi periodi in Inghilterra, dove mi son trovato benissimo. Ma per ragioni su cui qui non mi soffermo, ho avuto maggiori necessità di stare in Italia piuttosto che altrove e, pur con i limiti che tutti conosciamo, me la son cavata passabilmente. E soprattutto, per bene che mi trovassi negli altri posti in cui son stato, riaccostarmi all’Italia, pur con i suoi difetti,