Questo vale per i dipendenti che lamentano sempre di non veder adeguatamente riconosciuta la propria professionalità dai datori di lavoro.
Vale anche per i disoccupati che nessuno vuole perchè troppo poco (o, paradossalmente, troppo) skillati.
E vale anche per i datori di lavoro che lamentano di non trovare gente cha abbia voglia di lavorare.
Chiunque sano di mente in questo mondo cercherà sempre la via più breve e facile per arricchirsi col minimo sforzo. Non è un reato. E non è un reato cercare migliori condizioni di vita/impiego (dalla parte del dipendente) e/o cercare di aumentare la produttività della propria azienda senza troppi sbatti (dalla parte degli imprenditori).
Smettiamola con la retorica vittimistico-sindacalista dei primi e/o con quella martirizzante-stakanovista dei secondi!
Nessuno vuole smazzarsi per la gloria, men che meno per quella degli altri.
C’è una domanda. C’è un’offerta. E c’è un prezzo, dove tendenzialmente esse si incontrano. Nel tempo quel prezzo si modifica, ora a favore di una parte, ora dell’altra, poichè entrambe si modificano a loro volta.
Tutto qua.
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Categorie: - Lavoro
Lo stipendio minimo deve salire e adeguarsi al resto d Europa benestante e cara. Io pago 480 euro si affitto per una stanza e prendo 1050
Caro Luca, mi spiace molto per la tua situazione difficile.
1050 Euro al mese sono senz’altro pochi (pochissimi).
Però bisognerebbe vedere anche che lavoro fai, con che ruolo/mansione, quante ore al giorno/settimana…
Lo stipendio minimo deve salire, adeguarsi al resto d’Europa? Personalmente sono favorevole. Però non si può soltanto “chiedere” alle aziende, bisogna anche “dare”: si potrebbe per esempio abbassare le tasse, o rendere più facile il licenziamento (della serie: ti gratifico di più a livello personale ma mi costi meno in termini di tasse e se non vai bene posso licenziarti senza passare per avvocati&sindacati).
Infatti un’altra cosa che non capisco e che non trovo giusta è il fatto che il dipendente può recedere dal contratto con l’azienda quando vuole, l’azienda invece no. Retaggio di una mentalità sindacalista che fa male al sistema economico.
Se sei in gamba e mi rendi di certo non andrò a licenziarti, giusto?
White knight, ho sempre detto che il lavoro non è un diritto. È sacro, bisogna incentivare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma non spetta di diritto. Se non so fare niente non è colpa di nessuno se nessuno mi offre un posto di lavoro. O, meglio, se non so fare niente di utile, niente di ciò che richiede il mondo lavorativo, non posso pretendere che mi offrano un lavoro. I laureati in lettere, storia, scienze della comunicazione (nobili discipline) si lamentano che non trovano lavoro. In altre parole, si lamentano che l’azienda non richieda una posizione per filosofo.
Tra l’altro, si confonde l’affermazione “il lavoro è un diritto” con “lo stipendio è un diritto”.
La politica deve incentivare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro proponendo corsi di studio utili che abbiano uno sbocco lavorativo. È più interessante e facile una lezione di storia che di analisi matematica, ma con la laurea in storia non mangi, mentre con una laurea in ingegneria trovi lavoro
Gli operai che stanno facendo il cappotto alla nostra casa sono quasi tutti di colore o dell’est Europa. Possibile che nessun giovane non abbia voglia di sporcarsi le mani. No, tutti a studiare giurisprudenza, per poi scoprire che se non sei figlio d’arte non riesci ad inserirti nel giro di notai o avvocati.
Io ho fatto lavori umili e adesso sono un trader di successo. Me lo sono meritato. Guadagnare soldi in borsa, un’attività che la maggior parte delle persone non è in grado di fare perché non ne è capace, però questi incapaci pretendono che gli paghi il caffè, quando sentono i risultati che ottengo operando sui mercati.
Knight e Trader, ribadisco concetti che ho espresso in altri miei scritti ma dei quali sono ultraconvinto. Anzitutto la nostra Costituzione dice che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e che il lavoro è un diritto. Ovviamente questo non comporta che uno debba starsene seduto ad aspettare che qualcuno il lavoro glielo dia, ma è opportuno che tale lavoro si possa trovare e che sia adeguatamente tutelato. Peraltro, lavori che si trovano o non si trovano vogliono dire case che si comprano o non si comprano, matrimoni che si fanno o non si fanno, figli che ci si può permettere, o non permettere di avere, ecc. Un lavoro sul quale si contava e che poi vien meno all’improvviso può mettere in crisi forte la persona interessata e tutti coloro che la circondano. Dietro un lavoro e il relativo stipendio ci sono realtà familiari e umane che possono gioire, soffrire o addirittura soccombere. Infine: non possiamo essere tutti o matematici o muratori.
Un laureato, ad esempio, in filosofia non si aspetta che un’azienda lo assuma per fare il filosofo. Ma può trovare lavoro come giornalista, addetto alle pubbliche relazioni o alla corrispondenza. Molti laureati in filosofia si son fatti strada anche nel campo dell’informatica, l’amministratore Marchionne è laureato in filosofia e buona parte di coloro che hanno costituito l’asse della cultura del nostro Paese, giornalisti, attori ecc., son provenuti dagli studi classici. Peraltro, mi piacerebbe tanto sapere come mai molte persone che pur snobbano gli studi umanistici, quando hanno bisogno di scrivere una lettera un po’ delicata chiedono aiuto a me per farlo. E in molte occasioni riesco a stendere in modo decente questa benedetta lettera anche se debbo occuparmi di un settore del quale non so alcunché, a patto che la persona mi aiuti a comprenderne i termini essenziali. Certo, non posso svolgere molte mansioni di tipo pratico, ma il motivo tutti coloro che mi conoscono lo sanno.
Ritengo doverosa una piccola precisazione. Rimarcando, nel mio ultimo scritto, il fatto che molti denigratori della formazione umanistica poi mi chiedono, quando ne hanno bisogno, di aiutarli nel redigere una lettera, non intendo dire che chi ha una cultura letteraria è superiore a chi non ce l’ha. Ho anzi sempre nutrito profondo rispetto per la cultura e la professionalità di tutti: dalle più umili alle più elevate. Ma mi infastidiscono coloro che disprezzano chi abbia cultura e che sostengono che chi lavora a una scrivania è un mangia pane a tradimento mentre solo chi è su un’impalcatura lavora per davvero. E voglio semplicemente dire che in questa società c’è bisogno di tutti i tipi di persone e di formazioni. Peraltro, anche nel corpo umano una testa senza braccia e senza gambe si troverebbe impossibilitata a fare alcunché, ma braccia e gambe senza testa o non si muoverebbero, oppure si muoverebbero in modo scomposto e improduttivo.
Max, sei il migliore, non c’è partita (nonostante la tua inutile laurea in filosofia 😜). Vorrei un mondo di tanti maxini in cui far crescere mio figlio…
Grazie Suzie, sempre un piacere sentirti. Con l’occasione, tanti auguri di buona Pasqua. A te e a tutti gli altri, comunque la pensino su questo o su qualunque altro argomento di cui ci si trovi a discutere. Io contraddico le tesi che non condivido, ma non ho, e non voglio avere, nulla di personale contro nessuno.
Max, forse mi avete frainteso. Condivido il tuo pensiero.
Premetto che mi hanno sempre appassionato le materie umanistiche a scuola, storia, italiano. all’Università ho cominciato giurisprudenza. Sono laureato e attualmente lavoro dietro ad una scrivania grazie ai miei studi, quindi dovrei essere di parte vostra. Non sto sminuendo le materie umanistiche. Sto dicendo che oggi troppi studenti studiano queste discipline, ma non c’è posto per tutti.
Un mio compagno di scuola, oggi ingegnere responsabile dell’area elettrica di una fabbrica, le chiamava “lauree in disoccupazione”. Non solo lettere e filosofia, ma anche scienze della comunicazione, dell’educazione e tante altre.
Le aziende non trovano manodopera, né ingegneri e tecnici, ma siamo pieni di impiegati frustrati con il dottorato che appongono timbri su fogli di carta.
Benissimo laurearsi per cultura personale in queste discipline. Ma quei percorsi non sono una buona scelta ai fini di uno sbocco professionale.