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Barcellona – io c’ero

di cesare63

Anch’io ero a Barcellona giovedi scorso. Sono arrivato in Plaza Cataluna 10 minuti dopo l’attentato: gente che fuggiva, panico ovunque. Sono entrato alla Corte Ingles, il grande magazzino dove tanti si sono rifugiati. Mia moglie era spaventatissima. dopo 20 minuti siamo tornati in albergo, superando il blocco di polizia. Venerdi mattina siamo rientrati a Piacenza interrompendo il nostro viaggio in Spagna. In albergo quasi tutti sono partiti: il personale era visibilmente preoccupato … Un’esperienza indelebile che ti fa capire quanto 10 minuti possano fare la differenza tra la vita e la morte. La rabbia e’ tanta. Non capisco come i terroristi possano definirsi combattenti quando le vittime sono tutte persone inermi che volevano passare una giornata serena a Barcellona, una citta’ bellissima dove comunque tornero’. Il mio pensiero va a coloro che non hanno avuto la mia fortuna. Una cosa e’ certa: non possiamo continuare a subire. Spero che questa sia occasione non solamente di dolore e preghiera ma anche di azione.

Lettera pubblicata il 21 Agosto 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Per arginare questo fenomeno è importante prendere coscienza del fatto che impegno attivo e dedizione sono due cose molto differenti. Il primo giustifica la posizione perché valorizza un talento naturale, il secondo ha a che vedere con lo spirito e richiede una certa passività da parte di chi lo interpreta. Il mondo sta cambiando. Quando sfogli i giornali e vedi il grande divo o il numero uno del calcio italiano ti senti in soggezione davanti ad un impegno attivo che non ti fa vivere la sua grandezza come un modello costruito attraverso un consapevole classicismo che parla di un’identità culturale costruita sulla propria esemplarità. Ci sono personaggi ai quali riconosci il diritto di essere protagonisti del giorno più importante della tua vita. Possono essere politici, alti prelati vaticani, calciatori, personaggi della cultura e del mondo dello spettacolo che contribuiscono a dare prestigio ad un momento di vita vissuta che non ha niente di eccezionale. Non è che se ti sposi o sei vai in vacanza stai facendo una cosa che nessuno ha fatto prima di te. Se pranzi con i tuoi familiari, ma tra i commensali non c’è un cardinale o un attore famoso sei un capo famiglia come tanti… anzi tante famiglie la domenica scelgono di avere a pranzo il parroco piuttosto che il politico di turno.

  2. 2
    Maresciallo. -

    Ecco perchè i parroci spesso sono rubicondi.

  3. 3
    christian -

    Se non avessero bombardato e ridotto in miseria il sud del mondo forse i terroristi non avrebbero avuto ragione di esistere. Chissà perché colpiscono la popolazione inerme,le bombe europee e americane chi credi che colpiscano,non li voglio giustificare, ma non si può ridurre in miseria un area sensibile come il medio oriente e aspettarsi il silenzio

  4. 4
    Yog -

    Ma è vero che i cardinali la domenica mettono la fascia rossa o bianca a seconda del vino che preferiscono trovare sul desco (in inglese “desk”) del capofamiglia che vuole distinguersi in società? Non ci ho mai fatto caso, ma è verosimile. Se io fossi cardinale non dovrei mettere nessuna fascia, che poi è una fascia trasparente. Come la narda.

  5. 5
    J.J Bad -

    Ascolta Yog la narda sai dove devi mettertela?
    Cioè qua c’è un tizio che è salvo per miracolo, e tu hai sempre voglia di dire ste cazzate.
    Trovatici davanti ad un terrorista, voglio vedere se ancora hai voglia di parlargli della narda o se invece la narda te la ritrovi nelle tue mutande.

  6. 6
    Maresciallo. -

    Siamo tutti continuamente vivi per miracolo a pensarci bene.

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