Cerco dentro di me.
Non c’è nulla, soltanto parole scialbe, che malamente si congiungono l’un l’altra, come note stonate di un pianoforte non accordato. Eppure com’è riposante questo vuoto, questo senso di nulla che non lascia spazio ad alcuna illusione, a nessun sogno; resta soltanto la realtà.
Ogni giorno programmo la mia giornata, anzi lo faccio ancora la sera prima. Mille propositi mi ronzano nella testa, decisioni in grado di smuovere la mia vita da questa palude senza via d’uscita ma, poi, tutto rimane sospeso e nulla cambia.
Rifuggo la banalità ma, sempre, mi ritrovo impigliata in una spoglia quotidianità!
Persone vuote, che non si interrogano su nulla, che si saziano con poco: risate avariate, chiacchiere che hanno il sapore dell’acqua e una routine che non è altro che una prigione.
Voglia di fuggire, di cambiare qualcosa.
Cerco dentro di me.
La risposta pare lì, sotto questo strato di pelle e di ossa, forse intrappolata chissà dove, nel cuore, nella mente, nella mia stessa anima. Eppure è troppo difficile trovarla, lo sforzo per la sua ricerca risulta così arduo che è molto meglio lasciar perdere tutto e cercare un proprio posto nella banalità quotidiana. Alcuni la chiamano omologazione altri, forse, semplicemente moda, io la chiamo idiozia.
Si, questo non è altro che un mondo di idioti, che vivono felici e contenti della loro banalità e nemmeno se ne accorgono.
Il problema è, forse, che la maggior parte della gente non ha occhi per vedere e orecchi per sentire. Anzi, diciamo che le persone preferiscono vivere la loro vita con gli occhi bendati e i tappi nelle orecchie.
È molto più semplice ed accomodante.
Riusciremo a cambiare qualcosa? Non so proprio.
Ormai realizzo sempre più che i miei ideali non sono altro che utopie. Che tristezza! : (
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni
guarda ti dirò..in questo periodo un pò di cecità e sordità avrebbero giovato al mio umore e alla mia salute. A volte essere sordi e ciechi diventa una necessità. Ora è arrivato il weekend. Posso togliermi la benda dagli occhi e i tappi dalle orecchie. Wow. Mi sembra di uscire da un labirinto. Buona pasqua a tutti
Complimenti. Fluente, schietta, diretta. Ma anche delusa. Eh già, cara calliope, benvenuta, ti apro una fessura del mio mondo. Un mondo fatto di molto, un molto offerto in diversi campi, un molto multiforme ma in definitiva.. fatto di Niente. Tutto si conforma al niente, le mode, le tendenze, tutto riconduce sempre lì. E’ come se si formasse un circuito chiuso circolare, attorno ci stanno i dogmi della conformità, dentro la grande massificazione dei “normali” e fuori vagano i cosiddetti “diversi”, così come corpi astrali sparsi nel firmamento della presa di coscienza.
Lo so è triste, sempra la classificazione del supermercato. Eppure, se ci pensi, tutti, anche quelli che stanno fuori, in qualche modo vagano, vagano, vagano.. ma questo sistema così chiuso permette solo 2 scelte: o stai dentro o stai fuori. Chi l’ha deciso? Ovviamente quelli che appartengono al “molto” -e il bello è che pure ci credono!- ovvero al Niente. Perchè le redini sociali sono sempre ben salde tra le mani delle omologazioni, scelte più facili quanto più indegne dell’essere umano in quanto tale? Perchè chi si rende conto di questo resta sempre un lupo solitario, destinato ad essere lo spettatore deluso di un mondo che retrocede? Perchè non si fa mai niente? Perchè siamo così vecchi dentro da dire sempre “tanto è inutile”, “tanto che possiamo fare?”. Nemmeno io ho una risposta chiara, però continuo a pensare che finchè le teorie non riscontrano una pratica, restano solo teorie, sofisticate e perfette anche, ma pur sempre teorie. Finchè le persone che parlano di riflessioni così acute come fai tu ora sono etichettate come “sfigate” (guarda un pò te!), ahimè, la vita pubblica -e spesso, ma non sempre, anche privata- temo procederà all’inverso. Stiamo calpestando le grandi conquiste intellettuali, stiamo sputando in faccia agli antichi, ai grandi della storia. Mi rendo conto che sono immersa tra un’umanità misera, i quali Grandi Pesatori che produrrà saranno solo delle eccezioni. Senza parole.
è davvero straordinario come all’improvviso nella tetra società che si conforma ai dettami del “branco”, perchè a questo a cui molti si omologano, scorgo uno spiraglio di luce. Poche volte mi è capitato di confrontarmi con persone che, non dico condividessero una mia stessa opinione, ma almeno si interrogassero su questa, su un qualsivoglia argomento, che avessero una propria coscienza critica. Seppur possa sembrare assurdo mi rincuora il fatto che ci sono problemi che non solo io vedo; come The Dreamer ha detto, spesso e volentieri siamo portatori di un’etichetta che simboleggia un fardello. Già, un fardello che si esplica nel semplice fatto di “pensare individualmente e confrontarsi”; E alla fine diventiamo una sorta di capri espiatori. Ma guardando al futuro non posso fare a meno di soffocare quel senso di angoscia che mi opprime.
Ciao calliope.
Credo che chi ha la possibilità di vedere e sentire sia già sulla buona strada…e chi come te cerca dentro di se merita rispetto.
ti capisco quando parli e dici che la risposta è lì ma il prezzo per averla è molto alto;io provo a faticare ogni giorno per pagare almeno un pò di questo debito con la vita
Quindi a questo punto vorrei capire se tu ti poni tra gli idioti,se tu analizzi le tue parole e tuoi sorrisi rendendoti conto della loro reale natura.
Non so…forse mi sbaglio ma ho l’impressione che tu veda la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non la trave nel tuo.Pecca un pò di tutti…me compreso.Un saluto
Ciao elvis.
Credo che essere idioti, nel mio caso, sia una cosa necessariamente confortante.
L’idiozia di cui io parlo è l’omologazione e, dunque, chi di noi non può auspicare a trovare un po’di conforto in essa?
“Rifuggo la banalità ma, sempre, mi ritrovo impigliata in una spoglia quotidianità!”. Ti cito di nuovo questa frase del mio testo, perchè io costantemente, ogni giorno, cerco di osservare le cose che mi circondano in modo diverso da quello che la massa m’impone e di cerco agire di conseguenza.
Ma a cosa mi conduce tutto ciò?
Finisco per attirare l’incomprensione dei miei coetanei ventenni, perfettamente adeguati ad uno stile di vita “giovanile” al quale io stessa, per essere accettata dal gruppo dovrei omologarmi.
Proprio così dovrei fare ed, anzi, non nego di averci pure provato. Posso assicurarti che è molto confortante questa idiozia; poter dire sì, sono come voi, anche io ho i vostri interessi, anche a me piace ballare fino a tardi in discoteca, adoro i reality, impazzisco per il grande fratello. Proprio l’adoro.
E il problema è che queste cose, che di per sè non sono relativamente negative,insomma, sono passatempi come altri, dovrebbero piacermi soltanto perchè piacciono a tutti. Banalità delle banalità.
No, proprio non ci riesco.
Io sono me stessa e non posso perdere la mia integrità di persona completamente diversa da tutte le altre. No.
Certo, ognuno, poi, fa le sue scelte e ne paga le conseguenze.
Io sono disposta a pagarne il prezzo.
In ogni caso il mio concetto di “idiozia” è del tutto relativo, dunque per altre persone, secondo una prospettiva opposta alla mia, potrei essere io l’idiota.
Queststione di scelte di vita forse.
ciao calliope.son contento che tu abbia colto la mia critica.credo di capirti quando parli di omologazione,io sono il primo che ha uno stile di vita fuori dall’ordinario ma non per questo non mi piace fare una serata con gli amici in discoteca(raramente) ho guardare il grande fratello se mi va.nenche io mi sento come gli altri,da un lato questo mi eleva dall’altro inevitabilmente fa si che io sia una specie di emarginato.sono molte le cose che non mi piacciono della vita degli “omologati”,quel circolo vizioso,ma ci sono volte che credo siano più felici di me e magari è così.ho fatto una scelta e ho scelto di vedere.il problema sono io,e non credo che ce l’abbia perchè non sono omologato,ma forse perchè non riesco ad essere del tutto onesto con me stesso. io ho avuta una dritta se così si può chiamare e ho cambiato radicalmente il mio modo di vivere.provare o comunque permettersi di vedere le cose in modo diverso,è positivo,sapere e accorgersi che c’è un’altra faccia della medaglia è già un enorme passo avanti ma non basta.tu dici di voler pagare il prezzo e come pensi di pagarlo?potresti iniziare con l’analizzare te stessa…sai io credo che la tua integrità,o comunque la tua voglia di difenderla a tutti i costi sia la tua difesa dalla realtà.un saluto
Mi rispecchio tantissimo, voglio fare la tesina di maturità su questo. La voglio intitolare: “La banalità dell’essere”. Ho inserito queste 4 parole nel motore di ricerca ed eccoti. Perfetta. Io non pensavo solo a quello che hai scritto tu, ma Anche.
E’ banale esistere, fare, leggere, pensare, vestirsi, comprare. Io vivo come se tutto fosse già stato fatto e il valore si perdesse ogni volta che vivo qualcosa che per me è importante. Il non sapere cosa passa per la testa dell’Altro, inoltre è Angosciante, quando si condivide un’esperienza.
Come se riflettessi in modo diverso o vivessi in un altro mondo, anche i semplici ideali sembrano utopie e fare qualcosa in un certo modo sembra impossibile, irreale, Bello In Quel Modo solo per me.
Io ho paura delle costrizioni a cui sono sottoposta e soprattutto della mancanza di fede, della rassegnazione, di questa sfiducia dilagante. Del meglio tecnico che filosofo, politico o artista. Ho paura che le cose veramente importanti siano ormai quasi del tutto state sommerse da una valanga di illusioni e che la gente abbia smesso di aver fiducia nel fermarsi a riflettere, di approfondire un po’ e di confrontarsi, fermarsi a parlare anche con gente dalle opinioni diverse, di fare discorsi per una volta tanto costruttivi.
Se lo eviti il problema resta, e soprattutto diventa sempre più grande, sempre più grande, e la banalità dell’essere non s’arresta.
condivido pienamente.stessi identici miei pensieri calliope.. una cosa sola.. non arrendiamoci.. il nostro scopo nella vita lo troviamo proprio tramite queste cose.. ovvero tramite il cambiamento positivo.
ciao calliope c sei ancora? a distanza di 5 anni leggere questa lettera è un segno! ogni parola la sento mia, questo perenne stato di malinconia, di poter essere di piu ma doversi accontentare di essere nulla, omologati a tutti questi idioti che parlano allo stesso modo e comprano le stesse cose, e tranne i pochi esprimono disappunto. il nulla del quotidiano, gli interessi spiccioli, mi provocano sofferenze continue, e non trovo con chi confrontarmi, e mi sento pazza, perchè non capisco loro e nessuno comprende me.