I bambini straccioni sopravvivono a stento in un mondo che li guarda arrancare indifferenti.
Sopravvivono a stento, ma sopravvivono.
Un giorno si riscoprono adulti straccioni, che nascondono sotto i completi eleganti e i taglieur le ginocchia sbucciate, sotto lo smalto le unghie sono sporche di terra e di sangue.
Arrancano a stento, ma arrancano e imparano a imitare la normalità che li circonda per non apparire mai più diversi.
La diversità la serbano celata in quegli occhi che osservano ma non parlano, nelle labbra serrate, nelle profondità più melanconiche dell’animo : la tirano fuori solo di fronte al dolore. Il loro unico vantaggio è quella straordinaria sensibilità che li avvicina al dolore.
Gli adulti straccioni avanzano per inerzia, imparando le regole del gioco.
Solo più in là inizieranno a capire di che stoffa sono fatti gli stracci che indossano.
Piano piano ricordano i broccati sostituiti dalle tele di sacco, le uniche scarpe che possiedono sono i calli che ricoprono i loro piedi.
Ricordano l’età dell’oro e trascorrono le ore diurne e notturne a immaginare i fasti di un’era che non potrà mai più tornare.
Bisogna che passi del tempo prima che si rendano conto di quanto sia stupido e folle sprecare la propria vita a rincorrere i fantasmi dei morti.
“Non c’è più tempo” iniziano a ripetersi e allora ti ritrovi per strada e li vedi passare correndo come se fossero in cerca di qualcosa.
Corrono corrono corrono corrono corrono.
Vorrebbero sapere dove stanno andando, ma le bende di stracci che ne ricoprono gli occhi sono spesse e tenaci.
Quando decidono di togliersele, senza fermarsi, sono così disabituati alla vista che la luce li acceca e inziano a sbandare :
si fanno male, cadono, si rialzano, annaspano, cadono di nuovo. Per la terza volta, si ritrovano a dover imparare le regole della nobile arte della locomozione bipede. Non sarà l’ultima.
Hanno trascorso metà della loro vita cercando di soffocare il bambino straccione che celano dentro. Si può trattenere un sorriso, si può soffocare un pianto. Ma ci sono demoni che nessun uomo riuscirà mai a far tacere.
L’adulto straccione lo impara col tempo : sarà l’unica lezione che non dimenticherà mai.
E se non puoi farli tacere, allora forse è il caso di farli parlare, di tirarli fuori tutti : demoni grandi, piccoli, paure striscianti, dolori che squarciano in due. Condividi il tuo dolore adulto-bambino, condividi ciò che ti rende vero.
Scoprirai a quanto corrisponde il prezzo della tua libertà.
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Categorie: - Riflessioni
molto bella. mi è piaciuta. molto vera. molto profonda sul “ciò che si nasconde dentro” vissuto da bambini, e che si continua a nascondere dentro da adulti per uniformarsi. ma la cosa migliore, come hai scritto, è smettere di nascondersi e parlare dei propri demoni, farli uscire fuori, e riconquistare la propria libertà. facile a dirsi, non è sempre semplice, purtroppo. un augurio a chi ci riesce.
“Molto vera” è il complimento migliore che uno scrittore possa ricevere, ti ringrazio. Io credo che la verità vada condivisa, ogni verità. A volte sembriamo dimenticarci di quanto sia importante scambiarsi questo tipo di pensieri. Ed è bello riscoprirne il valore nelle parole di un altro.