Sono lacerata. Da una parte la mia età anagrafica mi vorrebbe adulta, matura, responsabile, con alle spalle un bagaglio di scelte, decisioni, esperienze che mi avessero reso una donna capace di stare al mondo e rapportarsi ad esso con forza e buon senso; dall’altra c’è la mia età mentale che mi fa sentire una bimba incapace e sprovveduta, inadeguata e dipendente. Sono 5 anni che cerco di allontanarmi dal nido andando a lavorare all’estero o lontano dalla mia città ma ritorno regolarmente all’origine. E la vergogna sale. Nella mente le voci crudeli di una società che non perdona i bamboccioni come me. Eppure io so di essere frutto di un’educazione malsana – non recrimino niente ai miei, hanno fatto quello che hanno potuto, come due bambini quali sono – che non mi ha permesso di crescere in modo sano ed equilibrato. Ora devo tutt’a un tratto fare l’adulta, quella che sa stare sulle sue gambe, ragionare con la sua testa, che si fida dei suoi pensieri. Ma non so come si fa. Perché mi sento uno sbaglio della natura e fa male. Ho il terrore del futuro. Paura di fare solo grandi danni. Vorrei avere una mia vita indipendente ma qualcosa di potente mi trattiene a casa. E vorrei nascondermi da tutti e da tutto.
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Categorie: - Me stesso
buhbah,
non te la prendere: mi sa che sono in tanti a essere nelle tue condizioni, e non sempre, come giustamente sottolinei, per colpa esclusivamente loro… tu hai pure il vantaggio di rendertene conto, e non è poco, credimi…
scrivi: “Ora devo tutt’a un tratto fare l’adulta”. ma perchè tutt’a un tratto? perchè “fare” e non “essere” adulta? perchè il crescere mentalmente e il diventare responsabili non è per te, come per tutti, un qualcosa da acquisire poco a poco?
cara rossana, grazie per il tuo commento.
perchè ho fatto tante scelte sbagliate.perchè non ho mai saputo trovare una mia strada e una mia vera autonomia e ora alla mia tenera età non so più dove sbattere la testa.da una parte mi vergogno tremendamente (ciò ovviamente è dovuto ai condizionamenti che porto dentro)dall’altra non sento alcuna spinta verso la mia indipendenza.vorrei starmente in qualche luogo sperduto a vendere collanine con il mio cane, dei libri, della musica, immersa nella natura e fuori dal mondo.invece devo pensare a sostenermi, a campare.anche se mi sento completamente inetta…potessi avere un tutor, uno spiritual trainer…
bubah,
se desideri startene per conto tuo, vendere collanine e vivere tranquilla con il cane e i tuoi libri, perchè non cerchi di attuare questo tuo sogno.
proprio sempre sempre tranquilla, forse non si può, ma potresti con un piccolo aiuto da parte dei tuoi affittare uno spazio su un mercatino delle pulci e trascorrere lì un giorno al mese, proponendo in vendita le tue cose. non c’è niente di meglio che fare quello che ci piace, anche se magari non rende che lo stretto indispensabile per vivere. basta sapersi accontentare. abbiamo tante cose superflue e quelle necessarie non sono poi tantissime.
potresti anche trovare delle amicizie a te affini in quel contesto, e imparare da loro come gestire il tuo piccolo commercio. poi ci sono le feste paesane, dove spesso si può esporre gratis… se fossi in te, un pensierino lo farei…
Ciao Bubah,
le tue aspirazioni le trovo molto belle, un pà “nomadi” i tuoi sogni profumano di libertà. L’inettutine in questa società a mio avviso non è qualcosa di cui vergognarsi, lo trovo un anticonformismo che si ribella ai canoni standardizzati.
Però il rischio, come tu stessa dici, è quello di non riuscire a mantenersi. Il malessere deriva dal fatto di essere isolati perchè considerati “bamboccioni”.
Sai, io mi trovo in una situazione opposta alla tua, sono giovane e già mi sento tardi per certe cose, sto cercando una sistemazione per crearmi una famiglia. Però non so precisamente cosa voglio fare oltre alla mamma e quindi sto cercando me stessa. E quello che mi piacerebbe è molto simile a ciò che vorresti tu: per questo capisco benissimo quando dici che vorresti trovarti con tuo cane a vendere collanine in un posto sperduto.
Io non voglio credere che siamo destinate a rinunciare ai nostri desideri solo perchè gli altri non le approverebbero nè tanto meno comprenderebbero. Se davvero la tua strada verso la felicità è questa, cerca di relizzarla. Comprati un camper così potrai raggiungere i posti che ami e viverci, datti all’artigianato e vivi di quello. Certo, credo che sarà dura economicamente: dovresti aggiungere qualche ora di lavoro, magari protesti scrivere un libro sulla tua esperienza.
In fondo se tu ti “urbanizzassi”, se diventassi più “civile” saresti come un animale domato, costretto all’addestramento e alla gabbia, che si affanna a reprimere la propria indole misantropa e solitaria: come si può in tal modo sentirsi appagati?
io credo che bumba voglia dire qualcos’altro,forse esprimere un disagio interiore
che poco ha a che fare con il desiderio anticonformista per la societa,semmai
quello potrebbe essere solo una “scusante” per rivendicare all’esterno e dunque
alla societa le sue mancanze…poi mi posso pure sbagliare,magari se vorrai
aggiungere qualcosa per questo farai piu chiarezza.
io credo piu realisticamente e a grandi linee che le generazioni attuali (me
compreso) abbiano vissuto senza prendersi quelle responsabilita che al contrario
nostro appartenevano ai nostri genitori o ai nostri nonni che la vita se la
dovevano sudare di brutto ma avevano il senso di costruirsi qualcosa davanti a
loro.
e’ curioso pero che sarebbe dovuta essere proprio la loro generazione a
insegnarci questo ma cosi non e’ stato e secondo me perche cera lidea (ottusa)
che quello che era mancato a loro dovevano averlo i loro figli..
Ciò che ti ha suggerito Rossana è esattamente quello che volevo dirti. Perchè rinunciarvi? Fossi in te inseguirei i miei sogni, cercherei di realizzarli.
Esattamente come lei dice siamo circondati di superfluo a livello materiale ma il superfluo inteso come i pensieri, le idee, i sogni costituiscono il nostro necessario, come affermava il buon Ortega.
Tra l’altro ribadisco che mi sento molto vicina a te in questo stile che esprimi.
Un abbraccio!
grazie a tutti per i vostri commenti.
fabio hai centrato perfettamente, il mio è un disagio profondo più che un bisogno di anticonformismo.un dolore costante che ogni giorno mi fa sentire sbagliata, sola, inadatta a TUTTO.”è ora di crescere alla tua età”, già.come dire a un neonato “è ora di camminare”.sono processi graduali.non ci si inventa adulti responsabili dal giorno alla notte.ma sembra un discorso alieno il mio, incomprensibile e intollerabile.molto più facile giudicare considerando la nostra generazione “buona a nulla, senza sogni e voglia di fare alcunchè”.così uno si ritrova ad un certo punto a dover pilotare un aereo non essendoci mai salito sopra.se avrà fortuna e un po’ di fiducia in se stesso imparerà, altrimenti si sfracellerà al suolo.
io non ho 37 (ne ho 25) ma sono nella tua stessa situazione. Sono un bamboccio di merda e non riesco a crescere. Sento di avere ancora 13 anni.
Buhbah, non devi sentirti meno degli altri, a trovarne persone che ragionano sui problemi e cercano di superarli,non come certi superman e superwoman, che credono che se non fosse per loro il mondo non girerebbe e il sole smetterebbe di darci la sua luce. Stai tranquilla vedrai che piano piano troverai la tua strada.
Poi non riesco a capire come mai ce l’avete tutti con questa generazione che vi ha fatto di male! Questa generazione è piu’ libera di quella precedente e si è guadagnata qualche diritto in piu’.
Sappiamo piu’ cose grazie alle generazioni passate è un ciclo che va avanti ed ogni mattone è indispensabile per reggere la struttura della vita. Ogni essere vivente ha il suo perchè..
manuele,
la tua consapevolezza è già qualcosa di molto positivo.
prova anche tu a cimentarti da solo con piccoli progetti. potrebbero aiutarti a crescere e a rinforzare la tua autostima…