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Avevo 5 anni …

di Pimpina

Avevo 5 anni quando il giudice decise che la mia casa non sarebbe più stata “mia”.  Ero una bambina e non capivo davvero a fondo cosa mi stesse succedendo. 

Da un giorno all’altro mi sono vista catapultare dalla mia casa a una fredda stanza di una casa famiglia.

Ero spaventata ma credevo che dopo un po’ di tempo sarei tornata dalla mia mamma.

Un giorno l’assistente sociale venne a trovarmi e mi portò nella stanza degli incontri. Ero felicissima, avrei rivisto la mia mamma! 

Quello che trovai dentro alla stanza invece furono 2 persone che non avevo mai visto prima che mi scrutavano dalla testa ai piedi.

Dov’era la mia mamma? 

Non capivo.

Mi dissero che quelle due persone con la faccia strana sarebbero stati gli amici che mi avrebbero portata a casa con loro.

Io non volevo gli amici, io volevo la mamma. La MIA mamma.

Finito l incontro chiesi della mamma… la risposta fu talmente brusca che non capii cosa avrei dovuto dire, cosa avrei dovuto fare!

Mi dissero che la mia mamma era morta.

Come morta?? Quando? Perché?? 

Era morta di overdose ma mi dissero che aveva avuto un incidente stradale.

Passarono i mesi e il giudice sentenziò la mia condanna. 

Sarei andata dalle persone con la faccia strana. Per sempre.

Ero spaventata, volevo tornare a casa mia.

Perché nessuno mi ascoltava?

Lo ripetevo tutti i giorni e un giorno la mamma adottiva mi riempì di schiaffi.

Non dovevo più parlare della mia mamma.

Avevo paura di dimenticare la sua faccia, il suo profumo, il suo calore. 

Ogni sera disegnavo il suo volto e poi nascondevo il foglio sotto il letto.

Una mattina mi svegliai per andare a scuola e la mamma adottiva scoprì i miei disegni. Mi rinchiuse nella stanza per 2 giorni al buio senza cibo nè acqua. Piangevo, pregavo Dio, chiamavo la mia mamma. Nessuno venne a prendermi.

Passavano gli anni e le violenze erano all’ordine del giorno. 

Una sera stavo mangiando a tavola e a scuola avevo preso un brutto voto, volevo morire.

Non feci in tempo a finire la zuppa insipida che mi domandarono che voto avessi preso nella verifica di storia.

Non risposi. Ero pietrificata. Sapevo già cosa mi sarebbe accaduto se l’avessi detto. 

Il padre mi prese per i capelli e mi fece sbattere la testa dentro al piatto. Fu un dolore insopportabile. Avevo la faccia piena di sangue e zuppa. Mi faceva male da morire il naso.

Mi disse di rispondere, di dire il voto a voce alta. 

Non riuscivo a smettere di piangere.

Mi prese di nuovo per i capelli e mi trascinò giù dalla sedia. Mi diede un calcio nei reni da farmi mancare il respiro.

Urlò di rispondere.

Dissi “insufficiente” 

Mi rispose di gridarlo così i vicini e i passanti avrebbero saputo quanto ero deficiente.

Lo gridai.

Mi riprese per i capelli, mi fece alzare. Mi buttò addosso al frigorifero e cominciò a darmi degli schiaffoni da farmi cadere ogni volta.

Quella sera svenni. 

Dopo qualche ora mi svegliai in ospedale e attorno a me c’era una dottoressa bellissima. 

Volevo piangere ma non avevo la forza. Mi chiese come mi sentivo. Non risposi.

Entrarono anche i miei genitori adottivi e dissero che li avevo spaventati quando ero caduta dalle scale. Dissero che me lo ripetevano sempre di non correre. 

In quel momento capii di non avere più scampo.

Passarono gli anni e ormai avevo 16 anni. 

Mi ero iscritta a un corso di kick box senza che nessuno lo sapesse. 

Un pomeriggio la madre venne da me e voleva trovare un pretesto per sfogare la sua frustrazione. Capitò in un momento perfetto per me. Ero carica come una molla.

Fece per prendere l’ombrello per picchiarmi ma fui più veloce di lei. Le presi la mano e le intimai di uscire da camera mia.

Si infuriò come una belva, ma se ne andò.

La sera tornò il padre e io sapevo che sarebbe venuto da me per “sistemare i conti”.

Entrò in camera con irruenza e io lo stavo aspettando a braccia incrociate. 

Venne verso di me e fece per darmi uno schiaffo, lo bloccai. Gli girai il braccio fino a quando si piegò a terra. Lo guardai nei suoi schifosissimi occhi e gli Dissi “se tu ci provi ancora io ti denuncio”.

Da quel giorno non mi toccarono più.  Non mi parlarono più. Ero diventata un fantasma per loro. 

Finché un giorno la madre venne in camera e mi mise alla porta. Mi disse che me ne dovevo andare. Avevo 17 anni. 

Ero troppo orgogliosa per restare. 

Presi i miei 3 stracci e partii.

Sono stata 6 mesi per strada senza sapere dove dormire o dove mangiare. Poi ho trovato lavoro, una camera in affitto e così ho finito la scuola. 

Oggi, dopo 9 anni, non ho mai più sentito nessuno di quella famiglia. 

Però ho trovato la mia mamma. Era bellissima. Abbiamo gli stessi occhi.

Quanto vorrei che fosse ancora qui.. quanto vorrei che fosse stata più forte.

Mi manchi.

Lettera pubblicata il 4 Febbraio 2017. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 19 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Piccola78 -

    Hai dei nonni o degli zii da parte di tua madre vera?

  2. 2
    Itto Ogami -

    Io non starei con le mani in mano.
    Prima di tutto cercherei i documenti dell’ospedale in cui sei andata.
    E farei una bella denuncia, tanto per rompere il ….. ai tuoi genitori adottivi.
    Poi insieme a tua madre un’esposto contro i giudici e gli assistenti sociali che hanno deciso questo per la tua vita.
    Io non smetterei fino a quando non li vedrei tutti in galera.

  3. 3
    Lajo -

    @Concordo con @itto ogami…prima cercherei giustizia..non fare passare tutte queste ingiustizie nei tuoi confronti! Non ti meritavi tutto cio! Gli adulti spesso se ne approfittano dei bambini perché sono vulnerabili e indifesi..una crudelta! Cmq Da quello che hai scritto sembri una persona forte quindi secondo me nn avresti problema a denunciarli e a portarli in tribunale..

  4. 4
    Piccola78 -

    Itto, è passato tanto tempo, le denunce non le accettano.

    Non credo che avrà mai giustizia.

  5. 5
    Pimpina -

    Ho ritrovato il mio nonno materno ma è molto anziano, gli ho accennato quello che ho passato e si è sentito male, per questo non voglio parlargliene più. Ho provato a denunciarli con tutte le carte dalla mia parte ma sono persone “importanti” e hanno corrotto chi di dovere e la mia denuncia è servita quanto a una forchetta per il brodo. La cosa che più mi fa star male è che porto il loro cognome e vorrei bruciarlo. Oggi sto bene, sono mamma di una bambina splendida e un marito fantastico. Abbiamo una casa nostra e non ci manca niente. Vivo aspettando il giorno di una telefonata per annunciarmi la loro morte così da prendere quei due soldi che gli saranno rimasti e donarlo in beneficenza a un’organizzazione contro le violenze.

  6. 6
    WoodenPillow -

    Perdonami lo scetticismo, ma durante quei sei mesi “per strada” hai continuato ad andare a scuola?
    I tuoi professori non hanno mai percepito nulla di strano? Mi pare un po’ particolare, per non dire al limite del credibile, come storia.

    Sembra quasi la trama di un libro.

  7. 7
    Sofia -

    Cara ragazza. Mi spiace tantissimo per tutto lo schifo e l’inferno che hai dovuto subire! Mi sono molto commossa a leggerti e mi sono anche incazzata come una bestia!
    Vedi ragazza io ho fatto scuole e studiato per lavorare con le persone…asili nido case di riposo…centri per disabili..anche se ora non lavoro più… Quando si va a scuola ti riempiono la testa di stronzate..tutto il mondo ti appare perfetto…poi devi scontrarti con la dura realtà… Che la fuori è tutto una merda! Che i giudici e gli avvocati sono dei bastardi che difendono l’indifendibile e gli assassini.. Che le educatrici di asili nido non sono delle sostitute delle mamme buone e dolci come dovrebbero essere ma la maggior parte delle tr... bastarde che picchiano umiliano e prendono per i capelli i bambini… Lo stesso per le case di riposo e centri per disabili! Chi lavora nel sociale con le persone…DOVREBBE ESSERE PERFETTO E PENSARE SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AL BENE DELLE PERSONE!….invece tutto si è perso..tutto! Regna la merda umana ovunque…. Anche tra gli assistenti sociali…ne ho sentite di storie disgustose su di loro..da far drizzare i capelli…
    Tu hai avuto la sfortuna di incontrare questa parte di fogna di umanità ( giudice e assistenti sociali) che ti hanno affidato a due altri bastardi…fregandosene se lo erano oppure non sapendolo fregandosene cmq di te e della fine che avresti fatto!

  8. 8
    Sofia -

    Ovviamente non facendo mai controlli su come andavano le cose in quella famiglia… Perché un assistente sociale VERO fa controlli e accertamenti prima! E poi dopo! E poi durante l’affidamento e una persona sveglia e intelligente come si deve lo capisce all’istante se c’è qualcosa che non va! Lo si legge negli occhi dei bambini senza che loro parlano! Invece con te non è successo nulla di tutto questo! Quando sento queste cose nell’ambito del sociale visto che ne faccio parte divento una bestia!
    Mi spiace tanto ragazza… Immagino la tua paura terrore e smarrimento..e immagino anche la tua incapacità di reagire!….prima di lasciare la loro casa minimo minimo avresti dovuto aspettare che non ci fossero e spaccargliela tutta…o minimo restituire qualche bel calcio a tuo padre…io l’avrei fatto con il carattere che ho..di sicuro li avrei rovinati in un qualche modo stai tranquilla..peccato che non l’abbia fatto! Tranquilla ragazza che prima di pagare il loro brutto karma chissà magari un incidente o la casa che gli andrà fuoco ..magari qualcosa succederà.. Si inizia a pagare il karma già in questa vita a volte… O un tumore o malattia..vedrai….mi darai ragione.
    Purtroppo non puoi più fare assolutamente nulla adesso! Nessuna denuncia e ne avere risarcimento ne tanto meno farli andare in galera!
    Ora è tardi! Non puoi più dimostrare assolutamente nulla! Era ad allora che si poteva fare qualcosa e stop! Se quella dottoressa avesse capito..se tu ne avessi parlato con qualcuno..allora si che si poteva dimostrare qualcosa e farli andare in galera! Cercare degli inutili fogli per “caduta dalle scale” non ti servirà a nulla!
    Sei una ragazza forte..e sarai un ottima moglie e madre ne sono sicura! Quel pezzo della tua vita e la mancanza dei tuoi genitori. Sono due cose che non ti lasceranno e abbandoneranno mai! L’unica cosa che puoi fare è conviverci… Con il dolore vissuto e il rimpianto di aver perso i tuoi veri genitori…non c’è altro modo..

  9. 9
    Kid -

    Una bella storia di riscatto persone. Complimemti.

  10. 10
    Piccola78 -

    Concordo con Sofia.

Pagine: 1 2

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