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Lettera pubblicata il 17 Febbraio 2006. L'autore, Catia, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Buongiorno, mi chiamo Marco e vivo a Brisbane da quasi 3 anni e mezzo. Ho letto le ultime cinque pagine e ci tengo a dire la mia.
Sono un Oracle consultant e lavoro sponsorizzato sin da quando sono arrivato, questo paese mi ha dato tanto, ma mi ha anche tolto tanto e il mio bilancio è pari a zero. Sarò più specifico:
concordo pienamente con Alberto ed Antonietta quando sostengono che la qualità è veramente molto bassa. Se volete la qualità tornate in Europa, questo è il posto delle quantità e pure fatte male e forse sarebbe corretto ammetterlo, anzichè decantare pecorini migliori delle mozzarelle campane, o musei d’arte contemporanea.
Mi stupisco ancora che servano caffè imbevibili e che nei ristoranti non si possa mettere piede a meno di spendere 170 dollari in 3 – io, mia moglie e mio figlio – e di uscire neanche tanto soddisfatti. E non si tratta dell’assenza di mozzarella di bufala o cibi pregiati, quella è comprensibile, stiamo dall’altra parte del mondo. Si tratta del modo in cui preparano il cibo, è proprio come se non sapessero cucinare, ma semplicemente elaborare.
Mio figlio va all’asilo e da non residente pago fior di soldi, cifre esorbitanti, al pari dell’affitto. Per non stare in una casa di cartongesso, con aria condizionata e diversi comforts, devi essere disposto a pagare almeno 500 dollari a settimana. L’elettricità costa troppo ed è vero che si tende a un sovrautilizzo.
Mi ricorda molto l’Italia di 25 anni fa, prima che la situazione crollasse.
Gli australiani non sono belle persone e mi rincresce dirlo, sembra una generalizzazione, ma su un arco di tre anni e mezzo, solo con due ho stretto un’amicizia.
Il loro procrastinare tutto e la tendenza a voler fare il meno possibile mi hanno causato non pochi problemi sul lavoro.
Il motto è finire il prima possibile e il giovedì mattina già iniziano a parlare del weekend. Cosa fanno poi durante il weekend, magari lo trascorrono seduti in giardino, con la stubbie di birra in mano oppure ad aggiustare qualche cosa.
Non ho trovato un ambiente collaborativo, tantomeno persone disposte ad un’accoglienza o a un minimo di formazione in fase di inserimento. Ti buttano a lavoro ed è sottointeso che già sei autonomo, perchè non hanno voglia di formare le risorse. O forse non lo sanno fare.
Colleghi gretti e veramente all’inizio pensavo che non avrei retto.
Stimoli sotto zero come dice Alberto e opinioni inesistenti.
Devi anche stare attento a come parli, perchè loro possono permettersi di farti attendere 1 settimana o 2 per la consegna di un lavoro, oppure di promettere cose che non faranno mai, tu invece devi stare zitto altrimenti si offendono.
In conclusione, mi sembra un paese di bambini viziati ed egocentrici, sorretto da un governo che funziona, a differenza del nostro e che li protegge.
Poi certo non c’è sovrappopolazione, almeno per adesso, e lo stipendio orario è alto. Ma si vive di soli soldi?
Tempo fa lessi una frase e ve la riporto: Australia, love it or leave it.
Alberto
Spari parole senza pensarci e concetti non fondati come una diarrea di ignoranza e, non solo sei orgolioso di questo, pretendi anche che uno rispetti le tue c.zz.te da somaro. Di sicuro appartieni anche alla Lega. Sei cosi non coerente che di sicuro sei anche d’accordo con quello che ha detto che l’olocausto nella 2 guerra non è successo, visto tuo fanatismo e tifo per la deficenza di argomenti e di ragionamenti pesati e razionali. ADDIO. Percio’ ho lasciato l’Italia, per le persone ottuse e convinte di avere capito tutto senza neanche provare ad ascoltare gli altri.
Ciao SuperMario (non a caso c’è il SUPER prima del tuo nome! :D) e benvenuto in questa discussione.
No worries, il mio nome è troppo lungo e complicato per un australiano, di fatti stufa di ripeterlo mi faccio chiamare Anya (tristezza). Oltre ai nostri nomi ti sei anche dimenticato di ringraziare i tuoi genitori perchè per la fatica che hanno fatto a quei tempi, tu hai potuto prendere tutti i tuoi titoli di studio, e onestamente dubito che la formazione qua possa equiparare quella che ti danno in Europa o anche negli Stati Uniti. Credo che sia proprio un problema di forma mentis e di poco interesse nell’approfondire.
Sono entrata in farmacia giorni fa e nessuno dei presenti sapeva delle cose veramente fondamentali per un farmacista, fra cui la differenza fra estrogeno e progesterone (volevo sapere cosa dicevano :p )
Ti manca di fatti un tassello grosso quanto un bottle shop, che è il seguente: noi non stiamo dicendo che in Italia si vive bene o che fila tutto liscio come l’olio. Le news ci arrivano.
Se così fosse, pensi che tante persone come me e Alberto starebbero qua a sentire “hey going”?
L’ho scritto prima: questo è barattare una vita poco dignitosa in Italia (colpa di quei maiali al governo), con una vita da immigrato in cui non è vero che è tutto awesome!!!!e il mio obiettivo era proprio dire questo a quei ragazzi che mollano tutto per venire qui.
Io avrei paura di crescere figli ANCHE qua, perchè sicuramente avranno una casa e l’aria pulita, ma vista l’assenza di valori, magari mio figlio mi direbbe di non rompere i coglxxxx, perchè è normale lavorare 2 giorni a settimana e i restanti sfasciarsi di birra, sai che bello?!
L’educazione si dà in casa ma la scuola che ti assorbe diverse ore al giorno e il contesto giocano un ruolo cardine.
Ma forse anche per te è normale bere 6 birre a sera dentro casa? Almeno gli irlandesi vanno nei pubs.
Sii onesto e smettiamola di dire che siamo noi gli arroganti. Oppure sei tu a credere che l’Australia abbia solo pregi? Perchè devo pagare 1.5 milioni di dollari per comprare una villetta vicino al mare, in un posto così isolato? Ti pare sensato?
Alberto: io concordo pienamente con te in ogni parola che scrivi, ma mi sa che stiamo parlando con i muri… Mi duole dirlo, ma forse questo posto nel lungo termine va bene per i nostri connazionali con i paraocchi, preoccupati solo del dollaro a ora, e di avere una vita smooth. Non voglio neanche pensare a cosa accadrebbe se aprissero le frontiere… crollerebbe tutto secondo me e pure loro psicologicamente, perchè non apprezzano nè asiatici nè europei, e neppure neozelandesi. Pensa il mio ex, esperienza decennale da digger ed energia da vendere, è venuto qui a Perth per cercare di entrare in qualche miniera. Zelandese, quindi zero problemi di visto… ebbene gli hanno fatto una lista di certificati, carta bianca, carta rosa, etc che doveva avere… per la spesa di 2000 dollari… senza quelli niente miniere. Se ne è tornato a Queenstown a lavorare!
Antonietta ,
guarda guarda quante persone si aggiungono a noi…..mi fa piacere. Senti ma…x il Museo della Birre di Perth quando ci andiamo??E’ da non perdere….si VOMITA gratis…dai facciamoci due risate xche con questi OTTUSI che vuoi fare!!
Supermario….mi fai pena…per non dire altro!! Beccati il messaggio di Marco…rispondi anche a lui con le tue cagate ,SOMARO . Che tu sia andato via dall’ Italia…non ci puo fare certo che piacere…tanto da AUSTRALIANO….avresti creato solo problemi ..non risolti .Mi raccomando se avessi il Passaporto Italiano sarebbe meglio lo cancellassi ,tanto x i commenti che fai…sarebbe meglio li sentissi da un NON ITALIANO .Voglio vedere adesso cosa dirai anche a Marco che la pensa come noi!!
Marco,
benvenuto fra la gente che e’ libera di pensare ! Io ed Antonietta siamo in WA e te in Queensland!!Mi sembra che i nostri commenti siano piu o meno uguali…….forse non siamo chiari!!! che vi devo dire!!
Per favore rimani nel blog…almeno equilibriamo un po’ i commenti.Qua c’e’ gente che vuol far credere e convincere che CRISTO e’ morto al freddo.
Ciao
A
Alberto, ti ho scritto qualche commento fa la mia email, fatti sentire così ci organizziamo per vederci o anche ci facciamo un saluto al telefono!
Facendo un pò di psicologia, sai cosa penso? Che loro si sentano frustrati per essere cresciuti in un posto che è effettivamente fuori dal mondo… quando al mio ragazzo parlo della bontà dello speck del Trentino che qui non si trova, o di Londra o di Parigi, un pò si innervosisce e mi ricorda che qui bisogna accontentarsi di ciò che c’è, poi mi dice che ci vuole assolutamente andare e di fatti presto lo porterò in viaggio per l’Europa. 🙂
Fra le mete-must sicuramente Venezia, Firenze, la mia Roma, se ce la facciamo la Sicilia e poi la mia seconda casa: la Grecia… altro paese che versa in una situazione di crisi che non merita.
Forse allora lo sanno che la qualità e tante belle cose sono soprattutto altrove; magari alcuni mettono un pò di soldi da parte e partono, ma altri si “rinchiudono” nella campana di vetro e si nascondono osannando le cose di qua, facendo un passo indietro se vieni dall’estero.
Ho veramente notato troppe volte il loro cambio di espressione, quando al supermercato o negli uffici dopo un pò che parlo realizzano che non sono australiana. Non sono mai maleducati e su questo spezzo una lancia a loro favore, però riescono a farti capire educatamente che gli stai sul cavolo.
Una ragazza una volta pensava che fossi figlia di australiani, quando le ho detto che ero italiana, dopo 2 secondi se ne è andata. Coincidenza?
Tutta la parte del customer service del mio business la cura di fatti il mio ragazzo. Io mi occupo di ordini, contabilità e acquisti, perchè proprio non ce la faccio a percepire quel “distacco polite da discriminazione”.
Capita anche a te? Forse esagero, ma a me questa sensazione in altri paesi non era mai accaduta.
Marco ciao e benvenuto! Concordo specialmente sul procrastinare. E’ tuttora un problema col mio ragazzo, ma grazie a Dio dopo tanta pazienza e tenacia, la situazione è migliorata. Era talmente “pigro” i primi tempi, che non buttava al secchio nemmeno le confezioni vuote. Le lasciava sul tavolo dicendo che le avrebbe buttate later…. distanza tavolo-secchio penso 2 metri… 🙂
Ciao Antonietta ,
ok riprendo la tua email e ti scrivo.
Riguardo alla mia situazione di lavoro qua lavorando con loro…a parte che sono ARROGANTI ed ORGOGLIOSI l’ atteggiamento e di minimizzare i loro errori e ingrandire gli sbagli degli altri se poi specialmente associati ad un’altra nazione.
Oppure ….quando una cosa è Made in Australia….fanno 2 palle……..ma poi è una cagata pazzesca ( come diceva il rag .UGO FANTOZZI ) che costa 10 volte di piu , invece quando qualcosa è Made in Italy ( e qua sono sensibile ) sono sempre a criticare tutto ma veramente tutto (costo,qualita ecc ecc)..hanno veramente un atteggiamento indisponente . Credo sia come dici te….si sentono talmente ISOLATI in questo QUADRATO DESERTICO (Australia) oppure non tenuti in considerazione dal resto del mondo che farsi notare devono avere questo atteggiamento .Probabilmente si sentono a disagio …che ti devo dire .
Detto ciò , non credo gli duri , sono troppo FANCAZZISTI e non potranno reggere tanto con questo atteggiamento.Altre nazioni girano ed esportano 1000 volte di piu .
Lasciamoli cuocere nel loro brodo . Io quando posso ( CIOE’ SEMPRE ) non c’è giorno che non gli SBATTA sulla faccia questi problemi….tanto loro BEVONO LA BIRRA in giardino….non gliene frega niente!!
Hai notato quanti incominciano a scrivere di quelli che sono rimasti delusi? fino a 6 mesi fa ….erano tutti a fare la proclamazione di questo paese e sai cosa aggiungo, quanti saranno venuti qua x tutte queste informazioni sbagliate? Quanti delusi che se ne sono tornati a casa con la coda tra le gambe? Quanti si sono fatti abbagliare dai 30-40 dollari l’ora e nessuno hai mai detto quanto la vita costa o quanto si risparmia?
Almeno adesso hanno sul piatto da un po di tempo a questa parte…anche il rovescio della medaglia
Marco,
grazie ancora del tuo commento precedente ,da supporto alle nostre opinioni!!C’è gente che è dura come una CAPRA ,senza offesa x la CAPRA .
A presto
Alberto
Ragazzi, non c’è di che, ho solo riportato la mia opinione. E’ sempre questione di scendere a compromessi per qualcosa. In Italia ci sono dei problemi grandissimi e irrisolti, questo è per contro un paese emergente con altri tipi di problemi.
Non mi stupisco sulle parole “outstanding”, sulle quali scherzate: a scuola ripetono loro “that looks great!” e frasi esagerate di incoraggiamento, che da un lato rassicurano il bambino, anche quando ciò che fa non va bene, dall’altro lo gonfiano di sè. E così facendo non gli si insegna a mettere effort nelle cose che fa. Vi torna tutto ciò?
E’ comprensibile che un ragazzetto di neanche 30 anni che in Italia non ha molto lavorato sul costruire una carriera, venga qui e trovi opportunità lavorative nel settore della ristorazione e ne sia contento. Ma solo lì, praticamente… mio nipote di anni 23 venne 1 anno e mezzo fa con questo holiday visa, subito dopo essersi laureato in Scienze Statistiche.
L’inglese un pò maccheronico – è maccheronico anche quando si pensa che non lo sia – e troppe speranze hanno giocato a suo sfavore. I soli lavori che gli furono offerti, in una pasticceria e in due bars. Mandò ogni giorno curricula alle aziende, senza essere neanche chiamato per un colloquio. No residente – no lavoro aziendale, a meno che non sei veramente qualificato per qualcosa che a loro serve – come noi due Alberto. Ma un neolaureato si trova appunto nella fascia media che descrive Antonietta in qualche post fa.
Mio nipote se n’è tornato in Italia dopo sei mesi, spinto da me e mia moglie: la carriera si costruisce nel medio-lungo termine, e bisogna sì sacrificarsi, ma per qualcosa che poi ti torna indietro. Se servi pasticcini e vuoi un lavoro attinente ai tuoi studi, non ha molto senso che perdi tempo. E’ stato poi assunto da un’azienda belga, con nostra grande soddisfazione, mentre il nostro landlord, italiano classe 35, ancora bofonchiava che noi avevamo torto, poichè “In Australia bisogna fare con umiltà tutti i lavori che ti offrono!” 🙂
Statisticamente parlando, concordo sul fatto che coloro in grado di integrarsi senza problemi sono forse provenienti da realtà italiane semplici (periferie di grandi città, paesi, et cetera), privi di troppe ambizioni e capaci di lavorare sodo in compiti manuali e pratici. Coloro che invece viaggiano con senso critico e hanno una formazione più teorica, difficilmente si integrano, a meno di piegarsi e accettare tutto ciò che trovano sul cammino. Farselo andare bene, come dici tu, Alberto.
Preciso anche una cosa: viaggiare è un conto e trasferirsi è un altro. Quando viaggi sei più disposto a scendere a compromessi e a farti andare bene tutto, tanto dopo X giorni te ne torni a casa. Quando ti trasferisci, i paragoni con il tuo paese sono sempre lì, forse erroneamente, e il senso critico diviene più acuto.
Forse è quanto sta accadendo a noi Alberto ed Antonietta, specialmente al sottoscritto che presto si organizzerà per trasferirsi altrove.
Cari saluti.
Marco,Antonietta,
abbiamo fatto tris .Diciamo le solite cose ed abbiamo opinioni molto simili.Mi fa piacere anche sopratutto x dare un equilibrio al falso mito dell’ Australia…e non continuare ad ingannare nessuno!!Sono oro queste parole x chi è in incerto sul cosa fare e come diceva Antonietta le avesse sentite prima di partire l’avrebbero aiutata tanto.
Sono pienamente d’accordo anche sul discorso del percorso di Carriera definendo quasi inutili fare 1-2 anni in lavori umili ( x un RICAVO immediato in soldi , x favore toglietici le spese ) ma che alla fine non aiuta molto a meno che non ti apri x esempio una pizzeria,ristorante x conto tuo.
Forse l’unica cosa utile a fare 1-2 anni qua…è l ‘adattamento che ti serve e forse il miglioramento della lingua.
A parte il resto mi sembrano anni inutili….forse sarebbe meglio andarsene in Scandinavia ( l’inglese si parla ovunque )dove non c’è bisogno di visto ecc ecc ,con 50/100 euro te ne torni a casa in Italia e non fai lo schiavetto di questi scorbutici australiani .
Un ‘ ultima cosa , sono spariti tutti da 2 giorni , forse le cavolate scritte nei passati 6 mesi non hanno piu il coraggio di pronunciare….chissa non si saranno trasferiti su un altro BLOG.
A presto
Alberto
P.S.
Mi raccomando teniamoci in contatto sul Blog…
Alberto,almeno le persone che sono venute qua si sono fatte un’esperienza e un’opinione propria… Io non mi fido di quello che mi dicono gli altri. Il mio obiettivo è star bene e ora finalmente sto bene.
Vorrei aggiungere un personaggio alla tua lista nel post n.277, ovvero quelli che credono che l’Italia sia l’Eden in terra e che chiudono gli occhi di fronte alla reale situazione che c’è.
Sinceramente, se non ho un lavoro in Italia, me ne strafotto del pecorino romano, dello spek e della cultura, perchè non c’ho nemmeno i soldi per campare.
Se la gente riesce a viverci, in Australia, vuol dire che ce la si fa con i soldi che si guadagnano. Altrimenti le persone sarebbero già scappate all’estero…
Nessuno vi trattiene, potete tranquillamente tornare in Italia, ma non potete lamentarvi di niente perchè la state lodando… se a 50 ti lasciano a casa dal lavoro e non lo trovi perchè sei vecchio non puoi lamentarti, se ti mettono l’imu o se ti crollala casa per il terremoto e non pigli i soldi dallo stato non puoi lamentarti…
intanto, ora quasi il 50% dei giovani è senza lavoro…dite pure che l’australia fa schifo…intanto restano a casa con mamma e papà…
Ma che futuro può avere un neolaureato in italia? Ve lo dico io perchè l’università l’ho finita da poco. NESSUNA se non sei PARACULATO!!!!non è un modo di dire o una generalizzazione è la realtà dei fatti..
se in australia non hanno voglia di lavorare, in Italia certamente non si sbattono molto di più…basta vedere come ti trattano negli uffici pubblici o le 12 settimane per avere quel maledetto tagliandino del rinnovo della patente…
Io forse ci tornerò, o forse no. Sicuramente non nell’immediato periodo, perchè da qui riesco ad aiutare la mia famiglia, in Italia no!
Alberto, Karratha non è l’australia, perchè è come essere a casal di principe e dare un giudizio sull’Italia o addirittura sull’Europa.
Antonietta,
mentre te ne stai a lamentarti del pecorino o di qualsiasi altro cibo italiano, io mi sto facendo delle carbonare fenomenali con i miei amici coreani e italiani… Il trucco nel cucinare è nel saperlo fare…
Certo, poi lo sappiamo che in Italia ci sono tantissimi disservizi, non è che cadiamo dalle nuvole. Ma quello sarebbe un altro argomento!
Forse si sono stancati di scrivere ed Enrico l’ho shockato quindi non penso tornerà 😀
1-2 anni qua ce li puoi anche buttare per l’esperienza diversa, specie se sei giovane, ma se hai le giuste pretese da neolaureato come il nipote di Marco, meglio evitare. Ho due ex compagni di scuola che hanno vissuto a Bondi Beach per 2 anni, lavorando lì in un bar come matti e mettendo i soldi da parte. Volevano rimanere ma non c’è stato verso di prendere un visto, così sono da poco tornati a Roma e hanno rilevato un localino a Trastevere, ripartendo da zero. Tutto sommato, sono contenti. Anche questa storia dei visti in effetti rompe parecchio: il mio, oltre a richiedere un’infinità di carte, costa la modica cifra di 2900 dollari, verrà approvato fra 9 mesi se tutto va bene con una residenza temporanea (2 anni per quella permanente)… evviva le frontiere aperte e la velocità della burocrazia!
In quale parte del WA sei Alberto? Hai mai visitato la Ningaloo reef? Io ci vorrei andare ma i prezzi sono effettivamente altini, volevo capire (da una voce attendibile) se ne vale veramente la pena oppure se è meglio tornare in vacanza in Thailandia o non so.
Cosa consigli?
La maggior parte delle guide turistiche, specialmente le Lonely planet, danno tutto per splendido, ma poi…lo sappiamo poi che non è così! 🙂
ps: vogliamo parlare di quelle stranissime mosche che da settembre a dicembre ti seguono per entrarti in bocca e nelle orecchie?! 😀