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Australia, qualità di vita

di Catia
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Lettera pubblicata il 17 Febbraio 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 385 commenti

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  1. 141
    Lorenzo -

    Ciao a tutti, mi chiamo Lorenzo e ho 25 anni. Sono atterrato a Sydney l’11 Ottobre, con un WH visa.Ho letto con molta attenzione l’articolo e tutti i commenti, mi sono stati segnalati dalla mia ragazza in Italia, che sta per laurearsi (triennale) mentre io sono venuto qui per farmi una esperienza di vita/lavoro. Ho una laurea triennale in ingegneria edile, sono TCA della regione Veneto, e un buon fonico. Non sono partito per disperazione, in Italia potevo mantenermi abbastanza bene pur avendo ancora bisogno dei miei genitori, ma molti commenti estasiati di miei amici che precedentemente sono stati a Sydney mi hanno spinto a provare questa esperienza, soprattutto per lavorare. Sono stato indeciso a lungo tra Londra e Sydney, poi ho scelto per la “El Dorado” australiana, come tutti mi dicevano.
    Posso parlarvi solo di due mesi di Sydney quindi, il prossimo mese vado a Melbourne per 25 giorni e vi terrò aggiornati su come è là. Il discorso nei commenti si è spostato subito sul lato economico, e questo è corretto, perchè l’Italia da quel punto di vista sta andando davvero nel baratro, ma credetemi che la disponibilità, la serietà, spesso la competenza, la cultura degli italiani qui non è assolutamente cosa (ancora) diffusa, per non parlare della nostra natura, qui se la sognano.
    Ma effettivamente ora come ora ci sono famiglie da portare avanti, e non lo si fa senza un lavoro. L’Australia di Paola (quale città?) è spettacolare, e costa meno che in Italia. A Sydney scordatevelo, non è così. Un abbonamento ai mezzi pubblici in città (vicino al centro) costa 153$ (http://www.131500.com.au/tickets/fares), io ne pago di più perchè abito appena fuori da quella zona; un parcheggio a pagamento non meno di 2,5$/h; se fumate sigarette a 16$ pacco da 20, bevande alcoliche costano il doppio, ma anche gli alimentari costano circa ALMENO 1,5 volte in Italia, in proporzione. e soprattutto, io pago un’appartamento a 17 km dal centro con un altro ragazzo 720$/m in due (bagno,2 camere da letto, cucina piccola, soggiorno e balcone, posto auto coperto, totale 85mq), al quale vanno aggiunte le bollette (elettricità 60$/m, internet 500 GB/m con telefonate ai fissi incluse 110$/m). Se andate a vivere in centro città potete trovare anche appartamenti con stanze da letto condivise con un altro paio di persone a 600$/m a testa. Costa meno la benzina (1,5$/l e alcuni beni tra cui prodotti apple e alcune marche giapponesi di tecnologia).
    Quindi se venite qui pensando che sia El Dorado, non lo è. Fa gola perchè le opportunità di lavoro (SE NON AVETE PRETESE) le avete, il cameriere riuscite sempre a farlo, ad esempio. Ma informatevi sul vostro tipo di visto, cosa riuscite a fare…ascoltate questo video http://www.australiaopenmigration.com.au/component/option,com_eventbooking/Itemid,70/view,event/ e leggetevi da CIMA A FONDO il sito http://www.immi.gov.au/immigration/ …la tassazione in Australia è del 29% per un immigrato, significa che se (continua)

  2. 142
    Lorenzo -

    (continua) guadagnate 20$/h (ho amici italiani qui che ne prendono 16) in tasca ne avete 13/$, ovvero meno di 10€/h…prima di poter chiedere indietro in parte le tasse una volta tornati in italia. con il costo della vita qui sì, riuscite a vivere, ma preparatevi a lavorare all’impazzata, o a rinunciare alle vostre abitudini di vita italiane. Con che prospettive? restare in Australia a vita? si può fare, ma naturalmente questo paese, che sta affrontando un’immigrazione record, dovrà tutelarsi, quindi un ragazzo che arriva qui con un WH visa dovrà ottenere una sponsorship, cosa ambita quanto abbastanza rara..soprattutto se si fa il cameriere.
    Il consiglio che vi dò è di sondare il terreno spedendo curricula dall’Italia alle aziende australiane che vi interessano, trovate in internet, dicendo la “data certa” in cui arriverete in Australia, e vedere cosa vi rispondono. Ne avevo mandati 8 ad agosto, e entro una settimana 5 mi avevano risposto, 3 positivamente. Sono arrivato qui, e una di quelle aziende mi ha assunto dopo 6 giorni dal mio atterraggio, mi pagano 35$/h e ora mi hanno offerto la sponsorship. ma non è facile! altri italiani sono qui da due anni e non riescono ad averla! Dipende dalla vostra esperienza di lavoro e dal curriculum certo, sono molto felici del fatto che io abbia una laurea ma ricordatevi che qui le lauree italiane NON sono riconosciute, se venite qui dovrete fare tutto o quasi dall’inizio. Il mio lavoro (purtroppo o per fortuna) a volte mi impone di lavorare anche 50 ore a settimana, e quindi riesco a pagare tutto e mettere via soldi, ma chiedetevi a che prezzo…Insomma, Sydney vi fa ripartire da zero. Io rispetto e condivido a pieno la scelta di chi decide di venire qui, i servizi sono buoni e si può lavorare e mantenersi, e potete tranquillamente essere felici. Ma per favore, non dite che è l’eden su questa terra, come in ogni parte del mondo bisogna tirarsi su le maniche, e darsi da fare…l’Italia è messa male, ma se tutti noi mettessimo lo zelo e la voglia di cambiamento che saremmo costretti a mettere in Australia nel nostro paese, il flusso migratorio si invertirebbe in un mese.

    Per Manuel: io tornerò a febbraio, perchè non riesco a vivere lontano da lei, e mi sento sicuro e convinto di questa scelta. Se le cose andassero male in futuro, so che in Australia un posto per lavorare ce l’ho. Lei però, mi aveva spronato a inseguire questo mio sogno, quando sono partito, e questo per me vuol dire tantissimo.
    In bocca al lupo a tutti!

  3. 143
    alberto -

    A lorenzo ed a Tutti,

    mi fa piacere sentirti dire quello che io ( vivendo in Australia da oltre 3 anni ) vado dicendo da un paio di anni .

    Hai capito in soli 2-3 mesi che l Australia non è il paese della cuccagna…..altri non lo ammettono od almeno non la fanno vedere.

    fra 6 mesi me ne ritorno in Italia definitivamnte ….e molto felice.
    ciao

  4. 144
    Daniela -

    Ciao a tutti, sono Daniela a Sydney da esattamente 3 mesi. Vorrei prima di tutto condividere anche la mia breve, ma spero utile per alcuni, esperienza australiana ed in secondo luogo cercare di chiarirmi le idee su una decisione importante da prendere: tornare in Italia a marzo o mollare tutto e provare a stare qui X QUALCHE ANNO?!
    Partita dall’Italia con un buon lavoro a tempo indeterminato, uno stipendio molto nella norma e un’azienda sana che mi ha concesso 6 mesi di aspettativa. Una famiglia perfetta, amici e colleghi stupendi, un fidanzato da 10 anni che però resta in Italia..per ora.Intenzionata a tornare in patria a Marzo. Ma questo è sempre stato il mio sogno,l’Australia.L’ho voluta a tutti i costi, per un mio percorso personale e per provare a vivere realmente in questa terra lontanta. Dopo un paio di mesi di ricerca, ho trovato un buonissimo lavoro in un’importante multinazionale, buonissimo stipendio per essere il primo lavoro qui. Specifico che ci ho messo 2 mesi a causa del WHV e del suo vincolo di soli 6 mesi con lo stesso employer, altirmenti ci avrei messo dalle 2 alle 3 settimane con varie alternative. Non sono laureata, nessun titolo specifico, ma ho l’esperienza lavorativa. Qui non sembra essere molto importante il pezzo di carta (anche perchè molte volte non è riconosciuto quello italiano), ma conta tantissimo l’esperienza, i nomi delle aziende per le quali hai lavorato in precedenza e,cosa fondamentale, le references dei datori di lavoro. Qui il mercato del lavoro è molto attivo e, strano ma vero, una delle difficoltà che ho incontrato è stata la grande offerta di permanent jobs in questo momento!!(parlo di lavori impiegatizi). La mia busta paga ha 4 voci:paga base,paga netta, % tassa e super. A prova di stupido.
    Qui c’è massima flessibilità di orari in azienda e molta attenzione al garantire una buona gestione della vita famigliare (es. nello stesso giorno 2 padri con i figli in ufficio, perchè se hai un problema te lo porti al lavoro).
    Nonostante ciò, ho già capito che qui l’efficienza lavorativa è un concetto astratto! Noto molta poca precisione, fanno venire il nervoso da quanto sono approssimativi a volte!! E penso che noi italiani con le nostre capacità e dedizione possiamo davvero insegnare qualcosa qui ed affermarci! Qui non importa a nessuno da dove arrivi. C’è molta parità, e se vali sei premiato!Capitolo lavoro concluso,altrimenti vado avanti x ore.
    Vita in generale: sono molto oggettiva, anche se adoro Sydney. Prima di dare giudizi definitivi, bisogna vivere la vita reale di un paese. Provare a lavorare nel proprio settore, fare la spesa, prendere i mezzi, andare in giro di notte.
    Posso solo esprimere un giudizio su Sydney per ora. Mezzi pubblici: efficientissimi! sono contenta di pagare 48 AUD alla settimana per tutti i mezzi, per prendere ogni mattina 2 treni che hanno 2 min. di coincidenza..e non avere mai perso il secondo.
    Avere 3 diversi bus tutta la notte che mi portano a casa sana e salva,senza paura…

  5. 145
    Daniela -

    …Ciò nonostante mi fa schifo a volte andare in giro la notte nel week-end e vedere così tanti ragazzi ubriachi!Personalmente, non sono una “party girl” quindi la cosa non mi infastidisce più di tanto..ma la piaga sociale esiste. Per il resto, non ho mai avuto paura ad andare in giro a notte fonda.
    Costo della vita: elevato! ma rapportato allo stipendio (esattamente doppio di quello italiano), si guadagna sempre piu che in Italia. Affitti molto cari e grande difficoltà di trovare una casa decente da affittare…e da condividere con gente pulita!
    Supermarket: direi caro! ovviamente abituati a quelli italiani, non c’è paragone! rassegnarsi a cambiare alimentazione è un must!!
    Sport: in generale economico. Piscine a 5 aud, il mio abbonamente open in palestra per 6 mesi 399.
    Burocrazia: sembrerebbe snella. 2 visite con medicare, rimborsate al 70% direttamente allo sportello medicare in contanti. CC apero in 3 minuti, TFN ricevuto in 1 settimana, posta funzionante.
    Qualità della vita in generale: decisamente alta.
    Ora….credo di avere una visione molto obiettiva dell’Australia. Infatti dico che sicuramente è troppo presto per tirare le somme… ma devo prendere una decisione entro febbraio.
    E valutando attentamente la lenta, ma neanche tanto lenta, discesa del nostro amato Paesello verso la bancarotta, le tasse aumentate su tutto, gli stipendi diminuiti a “quasi” tutti ecc…. mi chiedo quale futuro potrà avere il nostro paese tra 3,4,5 anni, quando deciderò di avere dei figli, quando avrò bisogno di assistenza per loro , per la famiglia, se io e il mio compagno volessimo cercare di crescere professionalmete e avventurarci nella ricerca di un lavoro migliore….per ora il lavoro migliore in Italia non riguarda le possibilità di crescita, si riduce solo alle parole “tempo indeterminato”. E allora mi chiedo: il mio presente in Italia non è poi così male, ma se volessi pensare al futuro?? Vale la pena lasciare tutto e provare a vivere qui avendo possibilità lavorative?? In conclusione, credo che qui si possa vivere bene, ma non per sempre. Lontanissimo da tutti gli affetti, dai genitori e amici….ma nel frattempo forse stare lontano dalla crisi europea per un paio di anni, in un paese che la crisi non sa nemmeno cosa sia ora, sarebbe una scelta saggia e obiettiva. Scusate per la lunghezza e grazie per gli spunti di riflessione! Cheers.

  6. 146
    SilviadiLorenzo -

    Ciao a tutti!
    Son Silvia, la ragazza del Lorenzo che vi ha scritto poc’anzi e che ieri per caso ha trovato questo piccolo spazio sull’ “Australia, qualità di vita”.
    Personalmente sono stata attirata da Manuel e dal suo modo di ragionare circa le oppurtunità e il suo scenario futuro.. forse perchè sono appena tornata dal Kenya, forse perchè sta incorrendo in una situazione simile alla mia (separazione dall’amato/a). Poi l’intervento di Daniela mi ha stimolato ancor di più. Quello che mi sento di dire è che ognuno ha una propria inclinazione soggettiva a partire,che può dipendere dai più disparati fattori(materiali e immateriali) dal credo individuale, da ambizioni future come da disperazioni presenti.. ma ciò che non dobbiamo chiudere in un cassetto e pensare che si possa riaprire quando vogliamo, sono i nostri pilastri di vita.
    La convinzione in noi a partire si cementifica solo quando riusciamo a dare significato pregnante all’esperienza-scelta considerando l’intera concezione che abbiamo creato sulla nostra vita.
    Attuale e futura.
    C’è chi lavora per vivere e chi vive per lavorare ma non scordiamoci che è la stessa persona che si sceglie uno stile di vita antitetico.
    E prima di partire per “sperimentare” ( che è il miglior modo per crescere e imparare nella vita) bisogna capire a fondo cosa vuole la nostra persona e dove si colloca, per crederci.
    Capisco, e purtroppo vi è dimostrazione lampante, che la necessità ( vedesi situazione attuale italiana) non induca a pensare ciò e adoperi un sovvertimento della prospettiva..trasportandola in un universo pratico, materiale,precluso e limitato. Dove tutto ruota al come, ma non punta al -cosa- . Al sopravvivere e non al vivere.
    Ma, con uno sguardo di vita, mi chiedo perchè sorpassare deliberatamente la concezione di un’antropologia del lavoro(ontologia della persona e etica del lavoro.., Locke).. non sono sillogismi utopici, tutt’anzi. Insegnano volgarmente a vivere la vita felici, gratificati e stimolati dal lavoro.. perchè la tua persona proietta sè stessa nel lavoro e trovando il prolungamento di sè nella cosa ne cresce insieme, vedendosi arricchita e appagata.
    Non scappiamo dal nostro Paese per voltarci indietro
    e rimpiangerlo.. SE quando avevamo il tempo per viverlo e viver-ci non lo abbiamo investito..e se partiamo, siamo sicuri che questo tempo non esista?
    Siamo noi ad aver sete del mondo o è il mondo ad aver sete di noi?
    E’ triste trovarsi di fronte a bivii o strade con il cartello blu con incisa una T.. e forse a volte è più produttivo prendere e sedersi a bordo strada,magari con lo sguardo rivolto all’indietro, riconsiderando i presupposti di partenza, piuttosto che imboccare una traiettoria velatamente sorridente.
    Scusate lo “sproloquio” tortuoso e forse un pò fuori-luogo..però avevo voglia di dire la mia, in questo palcoscenico con sempre meno attori che abbiamo voglia di riempire il palco e in un forum che si intitola qualità della vita e non speranza di vita.
    GRAZIE a voi.. ciaocia

  7. 147
    manuel -

    $Ciao a tutti,
    sono contento di aver letto i vostri ultimi post.
    Devo ammettere che Daniela ha fatto una sintesi molto interessante e bilaterale….
    A differenza di Lorenzo io non ho mai creduto che l’Australia sia l’Eldorado e non sono nemmeno convinto che sia una passeggiata.
    Lavorare è difficile tanto qui come lì, ma io ho le capacità e la voglia di lavorare…lo dimostra il mio CV che narra 10 anni di lavoro durante lo studio… La cosa che mi fa imbestialire è il non poter dimostrarlo qui.
    Partirò, accettando le conseguenze che ne deriveranno…Magari poi torno in Europa, Asia, America..chissà..ma per ora ho questo in testa…

    La pressione fiscale australiana è del 29% con servizi funzionanti….il Italia è intorno al 44%….con servizi che lasciano a desiderare.

    un altro dato preoccupante è quello relativo alla corruzione…http://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di_percezione_della_corruzione

    Non dico che l’Italia sia da buttare via perché è il posto dove sono nato e dove ho le mie radici e i miei affetti, ma arriva un momento in cui bisogna prendere una decisione e provare a cambiare la propria vita cercando la propria strada in modo da non dover gettare al vento il sacrificio che si è fatto per arrivare fin qui…

  8. 148
    Francesca -

    Ciao a tutti, mi unisco a questo forum un po’ perche’ sento anche io l’esigenza di “dire la mia”, un po’ perche’ ormai questo forum e’ diventato anche uno scambio di opinioni tra amici(conosco difatti sia Daniela che Lorenzo e, in maniera indiretta, SilviadiLorenzo). Quando ho letto il post di Lorenzo mi sono trovata in sintonia con alcuni aspetti da lui descritti ma la realta’ lavorativa che viviamo e’ troppo diversa per essere paragonata e per essere metro di giudizio su Sydney e della qualita’ della vita che stiamo “sperimentando”. Non posso dire “vivendo” perche’ 3 mesi non sono abbastanza per giudicare in modo corretto lo stile di vita in un altro paese. Posso dunque riportare le le impressioni che la quotidianita’ australiana mi ha dato. In tre mesi ho avuto davvero molti conflitti interiori riguardanti le sensazioni che questo paese mi ha trasmesso:ho alternato momenti di felicita’ ed entusiasmo in cui pensavo di non volermene mai piu’ andare a momenti di sconforto che mi hanno portato a pensare che un europeo non puo’ resistere qui per piu’ di tot anni.L’Australia e’ abbagliante, ci sono i grattacieli a specchio sull’acqua, le persone sono mediamente serene e non sono depresse e senza speranze come nel nostro Bel Paese. Non sono arrabbiati, se non a volte per il prezzo delle banane che sale un po’ troppo, non hanno un governo che li fa sentire smarriti e senza futuro. Hanno immensi parchi, le case, anche quelle meno belle, sono sempre abbastanza contornate dal verde. La sera quando mi strucco non ho mai il nero dello smog sulla pelle (e vivo alle porte di una metropoli) e il traffico non e’ niente se comparato a quello di citta’ come Roma e Milano.
    Purtroppo pero’ ci sono degli aspetti che invece ci riportano coi piedi per terra. Gli standard qualitativi delle case sono molto bassi. Io ho vissuto a Londra per 4 anni e gli standard medi sono gli stessi quindi comincio a pensare che noi italiani siamo abituati bene per quanto riguarda questo aspetto. E’ vero quello che dice Daniela, la sera Sydney regala spettacoli di persone reduci da party alcolici, pero’ bisogna dire che io non ho ancora visto un barbone per strada o nel parco. Non ho visto uno zingaro, non ho visto nessuno chiedere l’elemosina e non ho visto bambini suonare l’armonica sui treni per raccimolare qualche soldo nel bicchiere sudicio del McDonald.
    Ci sono poi due argomenti davvero complessi che sono quelli che maggiormente mettono in subbuglio i miei ragionamenti e i miei ipotetici piani. La situazione lavorativa e quello che io chiamo “appetito cultrale” che prima di venire qui, nemmeno sapevo di avere.
    Lavoro: purtroppo credo che la mia opinione debba essere presa con le pinze in quanto essendo fuori dall’italia da 5 anni e avendo concluso gli studi a Londra, potete ben immaginare che la mia esperienza nel mondo lavorativo italiano sia pressoche’ nulla. Tanti lavoretti durante l’universita’ ma nessun lavoro serio e di conseguenza nessun metro di comparazione per lo step

  9. 149
    Francesca -

    che precede il lavoro in se’: la ricerca.Sento di amici che in Italia cercano un lavoro da mesi.Io ci ho impiegato 3 settimane e molte telefonate si concludevano perche’confermavo di non essere residente ma di avere un WH Visa.Preciso che ho una laurea e un master in un campo vasto quanto confuso,quello del marketing/pubblicita’/PR/Eventi.L’esperienza lavorativa invece scarseggia(ho alle spalle solo uno stage di 9 mesi a Londra)per questo,in alcune lettere di presentazione,mi sono proposta anche come stagista senza aspettarmi alcuna retribuzione,pensando che anche qui esistesse lo sfruttamento dei neo laureati.Invece sono stata assunta con uno stipendio adeguato,in un’azienda che nn cercava personale ma che e’ rimasta positivamente colpita dalla mia cover letter..questo e’ per far capire che mentre in Italia tagliano anche sul personale necessario per mancanza di fondi,qui impiegano personale superfluo se visto come un buon acquisto per l’azienda.Sul fronte dell’economia non ci si puo’ assolutamente lamentare,l’Australia e’ un paese sano.L’altra faccia della medaglia per quanto riguarda il lavoro e’,come ha gia’ accennato Daniela,la scarsa professionalita’ e la scarsa organizzazione.Inoltre nn posso dire che sia un paese all’avanguardia per quanto riguarda il mio campo lavorativo.D’altra parte,Lorenzo,che lavora in un campo totalmente differente dal mio,dice di aver imparato moltissimo.Quindi,per ogni situazione e’ necessaria una ricerca se l’intenzione e di venire qui per fare un’esperienza lavorativa all’estero che vi insegni qualcosa e che vi faccia tornare in patria con maggiore esperienza.
    Il secondo argomento che mi lascia perplessa e’ la base culturale, storica di questo paese e di conseguenza lo sviluppo dell’individuo. Insomma,non so se manderei mio figlio a studiare oceanografia e botanica invece che storia e letteratua al liceo.Questo argomento mi e’ molto a cuore soprattutto perche’ ha creato in me un turbamento che non pensavo avvenisse.Sono partita conscia del fatto che l’Australia e’ un paese giovane e immaturo,con poca,pochissima storia e di conseguenza un patrimonio culturale praticamente nullo.Cos’e’ il patrimonio culturale per un Italiano,per un Europeo? E’ qualcosa abbiamo del sangue, negli occhi e nei polmoni.Sia che veniamo da una grande citta’ o dal paesello sperduto siamo abituati a vedere attorno a noi testimonianze di una vita passata e abbiamo espressioni artistiche di questo passato in ogni angolo.La bellezza che a volte un paesaggio italiano sa regalare gratuitamente, a meno che non si mettano a tassare anche quello coi tempi che corrono, e’ una delle cose che manca di piu’ alla mia anima.E subito dopo che la mia anima si perde,la ragione interviene ricordando all’anima che in Italia ora come ora,non c’e’ tempo per perdersi a guardare i paesaggi in un paese a crescita zero(=se trovo lavoro io e’ perche’ qualcun’altro l’ha perso),dove una coppia di giovani non puo’ progettare un futuro sereno.

  10. 150
    manuel -

    Concordo con Francesca sulla storia del nostro Paese e sulle bellezze artistiche… La cosa che mi mancherà maggiormente saranno i bivacchi e le camminate sulle Alpi…
    La storia comunque non è detto che la si debba studiare solo a scuola (e non credo che l’italiano medio la conosca, nonostante ci viva a contatto…Politici in primis).
    Se avessi un figlio parlerei dell’Italia senza problemi, della sua storia, dei suoi personaggi, ecc… Non conta dove si vive, perché la cultura e la voglia di conoscere è dentro di noi…

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