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Come riuscire a non essere attratti dalla bellezza?

di Leonardo88

Vorrei scardinare i preconcetti del bello. Vorrei non essere attratto da una donna principalmente per la sua bellezza. Per quanto io sia molto cervellotico non posso fare a meno di essere attratto dal bello. Perchè? Non che voglia non esserlo, certo, ma vorrei che contasse molto meno, quasi nulla. E invece è così. Conta e parecchio anche. Tra l’altro io credo che il sapersi anche piacente complichi la situazione: sapendo che volendo potresti (in superficie ovviamente) piacere alzi notevolmente la soglia di selezione. E’ una cosa molto triste lo so, non ne vado assolutamente fiero, ma qui mi prendo la libertà di riflettere francamente, e dico le cose per quello che sono. E non credo sia molto diverso per altre persone…Ora, se avete voglia di seguirmi, procederei con la decostruzione del bello, nella speranza di ricevere pareri multipli. Dopotutto è per questo che scrivo qui..

Noi siamo ossessionati dalla bellezza. Ogni cosa è permeata di bello: l’aspetto fisico, l’aspetto psichico, l’aspetto psicofisico, l’aspetto fonico, l’aspetto tattile… Ogni ricezione sensibile è determinata nel suo essere piacevole. Anche l’interiorità di una persona, che poi si manifesta nel rapporto con il mondo, è pre-giudicata. Spesso ci si domanda il perchè al giorno d’oggi si ha una sensibilità maggiore per la bellezza esteriore. Perchè diciamocelo, siamo tutti sensibili all’aspetto fisico. Per quanto possiamo considerarci dei virtuosi e negare una certa (considerata) superficialità, ognuno di noi se potesse sceglierebbe il bello. Non che i “brutti” siano fuori gioco, anzi. Diciamo piuttosto che a parità di qualità il bello vince. Se ponessimo due persone completamente identiche in quanto valori morali, spirituali, economici, sociali ma con un antitetico aspetto fisico, il bello avrebbe la meglio. Ed è una verità nella misura in cui il bello non è un valore del tutto soggettivo. Ci sono almeno due motivi che avvalorano questa tesi:
il primo è di ordine scientifico: l’equilibrio e l’armonia dei connotati fisici è sintomo di una buona salute;
il secondo è di ordine culturale: ogni epoca e ogni cultura ha i propri paradigmi di bellezza.
Il bello pare quindi non dipendere principalmente da una nostra considerazione personale, per quanto poi ognuno possa scegliere di indirizzarsi verso una tipologia particolare che magari evada i canoni standardizzati della società in cui vive. Ma è proprio qui che vorrei insinuare la mia domanda riflessiva.
Perchè, pur essendoci evidentemente un paradigma di bellezza diciamo intersoggettivo, esiste pur sempre uno scarto tra il bello oggettivo e il bello soggettivo?
Come si determina questo scarto?
(Evidentemente sto parlando di bellezza fisica, ma solo perchè nella nostra epoca è l’emblema del nostro interesse estetico. Ovviamente potrei, e anzi, dovrei estendere il concetto a tutte le possibili applicazioni del bello.)
E’ una domanda che potrebbe sembrare banale. Ognuno di noi potrebbe rispondere che il nostro gusto si plasma nella nostra esperienza.
Si ma allora perchè certi canoni di bellezza sono comunque così influenti?
Io credo che ci siano due dimensioni che dirigano la nostra coscienza: una dimensione totalitaria e una dimensione solitaria.
Mi spiego. Nella dimensione totalitaria ognuno di noi edifica la propria identità filtrandola da un essere in comune, un essere gia da sempre immersi in una medietà. Prima di tutto noi siamo gli altri.
La dimensione solitaria è quella dimensione in cui il proprio se vuole imporsi, marcando la propria differenza con le altre persone, gridando per necessità il suo essere staccato dal mondo. E’ per me in questaa dimensione che può definirsi quello che può essere chiamato gusto personale.
Ora, tagliando molto corto, se le cosse stanno così, facendo un piccolo lavoro logico, si dovrebbe pensare che più uno è individuo, più uno è solitario, e più potrà non lasciarsi condizionare dalla medietà. Di conseguenza uno dovrebbe poter più facilmente essere attratto da ciò che lui decide. Ma quindi questo vuol dire che se non voglio più lasciarmi condizionare dal bello devo essere più personale e meno sociale?
Ma soprattutto è possibile asocializzarsi se in fin dei conti quasi ogni nostro giudizio (e se ci pensate il linguaggio stesso) dipende dalla dimensione sociale? Per non dire che la nostra stessa autocoscienza esiste solo perchè esiste il rapporto con gli altri..

In conclusione, ho paura che non sia così superficiale l’essere attratti primariamente dall’aspetto fisico di una persona, e temo che sia proprio normale che sia così. Lo temo perchè noi tutti sappiamo che una persona ha infinite qualità che vanno ben oltre ad una fortunata composizione fisica, eppure (ed è per questo che lo temo) basta un solo naso un po’ troppo aquilino a farci rifiutare un’altra persona.

Lettera pubblicata il 18 Novembre 2011. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Ru -

    La bellezza non è un bene, come lo è l’amore. La bellezza è solo una sugestione culturale da neurotici che si autoalimenta. Come la ottusa idea che sentiamo dire che Italia è il Bel Paese… Sugestioni da neurotici egoisti che non vogliono amare. Saluti

  2. 2
    MrBison -

    siamo tutti attratti dal bello…

    se fosse possibile, tutti gli uomini vorrebbero avere accanto la “coniglietta” snella, accattivante e seducente… tutti… escluso nessuno…

    in realtà però ciò è impossibile: la natura ci ha creato tutti diversi e solo una minima percentuale della popolazione rientra negli attuali canoni di bellezza

    entra quindi in gioco l’istinto sessuale… si prende atto delle proprie aspettative reali e si punta a “quello che passa il convento”… ciò che non è bello diventa bello e magnetico… lo chiamano amore… io lo chiamo “buon viso a cattivo gioco”… prova ne è che molti maritini felici ed innamorati non disdegnano di gettare l’occhio su una bella e giovane ragazza che li incrocia per strada… se potessero se la farebbero, in quel momento, alla faccia dell’amore e della mogliettina premurosa e bruttina che li aspetta a casa…

    è triste ma è così…

  3. 3
    Andrea -

    Ciao Leonardo,hai fatto un discorso molto ampio per ribadire però una ovvietà. Non credere che il tuo giudizio sia così tanto manipolato dagli altri..tolta una parte che è influenzata dal luogo geografico, dalla soggettività ed un’altra dalla epoche storiche, in linea di massima un corpo bello è un corpo bello e un corpo brutto è brutto. Essere attratti dalla bellezza non è superficiale quanto piuttosto primordiale, come hai detto tu stesso. Può sembrare crudele ma è così, la bellezza dà potere, così come altri parametri come lo status sociale: un medico ha sicuramente un peso sociale diverso se paragonato ad un operaio, superficiale o no è così. Tuttavia essendo noi esseri umani animali alquanto complessi, i parametri che entrano in gioco sono molteplici per cui anche uno bellissimo o una bellissima possono stancare poco dopo perchè privi di fascino e di carisma, qualità indipendenti dalla bellezza.

  4. 4
    leoinardo88 -

    Andrea, certo che è un ovvietà. Il mio era un tentativo, un discorso che si articolava scrivendo. Ho voluto riflettere mentre scrivevo, lo faccio spesso perchè credo serva per chiarirsi. E il risultato è frutto di un tentativo di scardinare ciò che già si sapeva.

    Non è tanto il senso oggettivo di quel che è la bellezza che però mi interessava mettere a fuoco. Più che altro è utile il riflettere perchè se anche si parte da un ovvietà, e se anche il viaggio fosse un cerchio, torni alla fine\inizio con elementi in più.

  5. 5
    Marquito -

    Il vero problema è l’omologazione del gusto, che porta milioni di persone a identificare la bellezza con certe determinate caratteristiche fisiche. La maggior parte della gente non si rende neppure conto di quanto i suoi canoni estetici siamo condizionati dalla moda, dai mass-media e dal contesto storico-culturale. Se avessero il coraggio di essere sé stessi, se fossero capaci di seguire il proprio istinto, scoprirebbero che la bellezza è un fatto estremamente soggettivo e che un certo tono della voce, un certo colore degli occhi, un certo particolare modo di sorridere possono essere molto più eccitanti di un corpo prorompente.

  6. 6
    rossana -

    Leonardo,
    concordo con questa tua affermazione: “più uno è individuo, più uno è solitario, e più potrà non lasciarsi condizionare dalla medietà. Di conseguenza uno dovrebbe poter più facilmente essere attratto da ciò che lui decide.” con un leggero distinguo: solitario non significa sempre asociale. potrebbe anche essere un “solitario” nel modo di pensare, nel senso di non lasciarsi facilmente condizionare dal sentire e dal ragionare comuni.

    credo che tutti, chi più chi meno, siano attratti dalla bellezza perchè nella bellezza siamo immersi fin dalla nascita. tutta la natura è un inno costante alla bellezza, animali ed esseri umani inclusi. una festa perenne di sfumature e di colori, nella diversità, che diventa tanto comune da non essere nemmeno più apprezzata dalla maggior parte delle persone.

    secondo me, il punto sta nel non volersene appropriare. soprattutto quando questa bellezza si concretizza in esseri umani, seguendo la moda del momento.

    alcuni, i più saggi e/o i più evoluti, sviluppano un loro personale gusto del bello, che può essere rivolto in modo specifico a un particolare tipo di bellezza (tanto per fare qualche esempio: fiori, auto, quadri o anche libri antichi).

    la massa si limita a cercare la bellezza in un partner, mettendo in secondo piano quanto invece dovrebbe essere considerato ben più importante. in questo contesto do piena ragione a Marquito: in un timbro di voce o in una luce nello sguardo si possono percepire infiniti mondi di bellezza. cercare il particolare è spesso un’esperienza entusiasmante.

    ma non mi limiterei a considerarli soltanto dettagli eccitanti. l’eccitazione si disperde in una manciata di minuti. la bellezza interiore si dispiega su spazi temporali ben più lunghi, un po’ come l’innamoramento e l’amore…

    resta una questione di scelte soggettive. e concludo il mio “viaggio circolare” affermando che a lungo andare non solo la bellezza fisica di un partner può sfiorire ma anche negli anni del suo maggior fulgore può venire a noia, e non essere nemmeno più percepita, mentre un bel carattere sfaccettato resta in continua evoluzione e può continuare ad attrarre molto più a lungo.

    è come con il mare: le onde in superfice sono godibili da tutti senza il minimo sforzo ma sono pochi ad immergersi negli abissi e a scoprirne la bellezza più incontaminata e più ricca.

  7. 7
    Marquito -

    @ Rossana:
    Infatti quando ho usato il termine “eccitante” non mi riferivo alla mera eccitazione sessuale. Anche la mente e l’immaginazione hanno bisogno di essere adeguatamente stimolati. Il vero problema, secondo me, non è “essere attratti dalla bellezza” ma essere attratti unicamente da un solo tipo di bellezza, quello stereotipato e plastificato che ci viene imposto ogni giorno dai mass media. La bellezza è qualcosa di profondamente soggettivo; molto più soggettivo di quanto comunemente non si creda. Ti faccio un esempio semplicissimo, che probabilmente ti farà sorridere: io, nonostante il suo corpo statuario, non sono mai riuscito a trovare bella Monica Bellucci. Quel viso volgare e inespressivo mi fa gelare il sangue nelle vene; preferisco, di grandissima lunga, lo sguardo intenso e profondo di una Laura Morante 🙂

  8. 8
    rossana -

    sì, Marquito, avevo inteso il tuo concetto, solo che sono un po’ troppo pistina sulle parole e sul loro preciso significato…

    a mio avviso, comunque, l’aspetto fisico e l’aspetto psichico hanno grande importanza nella scelta di un partner ma la differenza per un legame forte e durevole la fa l’attrazione sessuale, che è primordiale e inconscia.

    se non si percepisce in modo netto questo aspetto cementificante, le probabilità di una buona relazione di coppia diminuiscono moltissimo. si deve unire alla vista e al sentire un qualcosa d’imponderabile, che non dipende nè dalla mente nè dal cuore ma è spesso più forte di entrambi.

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