Prevedere 2 tipi di contratto nazionale “Con” e “Senza” e questo per tutti.
Al contratto “Con”, si applica l’art. 18, così com’era, mentre al contratto “Senza” si applica quello riformato dal disegno di legge.
Il contratto “Senza”, prevede una retribuzione sensibilmente più alta.
La differenza di retribuzione, dovrebbe essere esentasse, almeno per un certo periodo, e non incidere nemmeno su contributi e quant’altro.
Un’azienda può assumere a suo piacimento sia lavoratori con il contratto “Con” che lavoratori con il contratto “Senza”.
Chi cerca lavoro può liberamente (si fa per dire) cercare un lavoro con il tipo di contratto desiderato.
Un’azienda ed un suo dipendente possono di comune accordo trasformare il contratto da un tipo all’altro.
In questo modo, chi ha l’art. 18 non viene toccato, salvo accordo con la propria azienda, e conseguente aumento salariale.
Vedremo in pratica come si comporteranno sia le aziende che i lavoratori.
Per le aziende con meno di 15 dipendenti, ai quali oggi non si applica l’art. 18,
bisognerà dare un periodo di tempo per adeguare i singoli contratti all’uno od all’altro tipo. Esse inoltre non avranno più lo spauracchio del 16esimo dipendente.
Con opportuni aggiustamenti non si scontenterebbe nessuno.
D’altra parte il governo dice che la riforma dell’art. 18 è necessaria per adeguarci ad altri paesi, come la Germania, e va bene, però ci avvicineremmo ad essi anche dal punto di vista salariale, cosa che mi pare giusta.
Saluti
nicola iannelli (lavoratore autonomo)
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Categorie: - Lavoro
Io avrei semplicemento aumentato da 15 dipendenti a 40/50 dipendenti le imprese non soggette all’articolo 18.