Quasi ogni volta che avviene una riunione del Consiglio dei Ministri si comunica che sono stati approvati provvedimenti vari “salvo intese”. Di questi provvedimenti si enunciano i contenuti ma se l’addetto ai lavori o l’uomo della strada vuole leggerne il testo ci si trova di fronte ad una tabula rasa. Un provvedimento è tale quando esiste formalmente e contenutisticamente e non quando a grandi linee se ne annunzia il contenuto. Se così è vuol dire che i testi vengono scritti nelle segrete stanze e lì rimangono fino a quando si sente la reazione dei cittadini o dei destinatari interessati che possibilmente in nome della trasparenza intervengono per ottenere vantaggi.
È grave, però, che frattanto si danno per esistenti provvedimenti che si trovano solo nel mondo delle idee. Sarebbe serio parlare di rinvio di decisione e non rinviare a future intese la determinazione del contenuto. Ogni provvedimento per essere tale deve avere un contenuto e non è sufficiente che si enunci il titolo e di stabilisca la data. È come se ci si trovasse di fronte ad una bottiglia con etichetta e ma senza contenuto. La cosa è più grave anche perché per legge, trattandosi di decreti-legge questi devono essere immediatamente depositati e trasmessi. Così procedendo si butta polverina e fumo per tacitare la pubblica opinione rinviando l’effettivo provvedimento. Quando si gioca a poker nel rilanciare bisogna accompagnare la parola con il gesto, per i provvedimenti amministrativi bisogna accompagnare l’annunzio con il testo.
Non so se questo modo di procedere debba considerarsi non solo immorale ma addirittura illegale perché la stesura, lettura ed approvazione del documento dovrebbe avvenire alla presenza dei Ministri e certificata dal Segretario Generale della seduta del Consiglio dei Ministri del quale il verbale fa prova. Questo modo di procedere è perlomeno da repubblica delle banane.
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Categorie: - Politica
Finalmente anche le istituzioni si sono accorte che “Salvo intese ” equivale a “VUOTO DARIEMPIRE”.Il sistema introdotto da Governi vari è ormai una prassi.Speriamo che in futuro effettivamente il Presidente dica “BASTA”.