“Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet?
Tradotta letteralmente, significa: “ Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi?” Queste violente parole costituiscono parte del celeberrimo incipit ex abrupto della prima delle orazioni Catilinarie, pronunciata da Marco Tullio Cicerone al Senato romano .
E tu! Popolo napoletano, fin quando sei disposto che chiunque, di qualsiasi colore esso sia, possa abusare ancora della tua pazienza?
Quanto ancora, oh! Popolo napoletano, sei disposto che chiunque, di qualsiasi colore esso sia, si prenda gioco di te??
Popolo napoletano!, mi rivolgo alla grande maggioranza fatta di persone per bene, colte, di sani principi, (non certo a quello sparuto gruppo sprovveduto ed ignorante che sparge la spazzatura per le strade o peggio ancora l’incendia, molto cari, purtroppo, ai mass media perchè non gli sembra vero di poter mettere ancora di più il dito nella piaga, o addirittura rigirandolo in essa, a modo di sadica medioevale tortura, di storica riminiscenza) è giunto il momento di prendere le redini in mano della situazione!, cercare di togliere il morso dai denti a questo cavallo imbizzarrito, che, nella sua corsa, ormai senza controllo, rischia di travolgere tutto e tutti, confondendo le carte ed i sensi, tentando di abbolire quel tenue confine che esiste tra il bene ed il male, a tale proposito, apro una parentesi, per ricordarvi cosa ha scritto Edmund Burke: “ Affinchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”, vogliamo, dunque!, rinunciare all’azione??
E’ giunto il momento di ritrovare nei nostri antenati, il loro coraggio e il loro insegnamento che resero Grande il Popolo napoletano: il suo ingegno nel dar soluzione ai problemi; il saper risorgere, con entusiasmo, dalle più gravi calamità; l’arte di arrangiarsi condividendo il poco; l’aiuto scambievole che ha reso nobile l’anima del nostro Popolo; lo spirito di sacrificio e di abnegazione che ha reso il suo carattere forte e immune, affinchè superasse, indenne, l’onta di tante occupazioni straniere; la sua intelligenza; la sua dignità; in sintesi: l’ORGOGLIO di essere Napoletano.
Questo è quel che mi sento di dire ai miei concittadini in questo momento di grande e grave difficoltà e concludo con un appello che serva da monito a tutti gli Altri sia italiani che non. Il Popolo napoletano non ha bisogno di commiserazione ne di elemosina (perché, oggi, sconta, a caro prezzo, l’ aver concesso, la propria fiducia ad amministratori poco accorti alla cosa pubblica, che molto promisero! e poco realizzarono!!), ma di rispetto verso le persone: a ciascuna di loro e tutte loro, non solo in quanto tali, ma perchè facenti parte di uno Stato i cui valori condivisi sono riportati in una sola carta: la Costituzione.*
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Chiunque non si senta più in grado di seguirli, con onestà, nel suo profodo “io”, riconosca il suo limite e ( per parlare sotto metafora) può tranquillamente “divorziare” dalla moglie “vecchia e brutta” perchè non più “abbusabile”, e andare per la propria strada. Gli italiani, quelli con la ” I ” maiuscola, non ne hanno bisogno; hanno bisogno, invece, di galli non di capponi, di quelli che sentono, nel cuore, e cantano “Fratelli d’Italia, …….” gli altri se ne vadano e ci lascino finalmente vivere in pace. Si tengano pure i loro: leader, le vacche, il riso, i soldi (è più facile che un cammello….) e quant’altro fa parte della loro cultura: grezza, meschina e offensiva, noi siamo Signori, abbiamo bisogno di poter colloquiare con altri Signori, quelli con la S maiuscola.(Noi la“munnezza” l’abbiamo per strada, questi “altri”, invece, mostrano di averla altrove……..).
Grazie!!
Per gli Addetti ai lavori, *fin qui sono 459 parole, **potendo si potrebbe aggiungere quello che è un breve commento che ritengo giusto si sappia, anche se non vuol essere offensivo, perchè scritto non con questa intenzione, potrebbe risultare di esserlo consta di altre 140 parole, giudicate voi se è il caso, comunque grazie dell’attenzione.
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L’unica soluzione e’ estirpare il bubbone con la forza armata e senza pieta’.