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Ansia da Amore

di Mo

E’ strano ritrovarsi a piangere ed avere al contempo la consapevolezza del perché stiamo piangendo, almeno per me non sempre il pianto è così razionale.
Invece questa volta mi sono bloccata e ho guardato nello specchio. Quello specchio che fa vedere oltre la pelle e le lacrime, quello specchio che spesso è coperto da un telo, spesso da uno strato di polvere, spesso riposto in un angolo dove non può mostrarci quello che siamo in realtà…
Ho iniziato una terapia più di un anno fa. Il problema è una perenne agitazione, un’incertezza abissale che mi impedisce di vivere le relazioni più importanti con maturità e stabilità. Non riesco ad accettare, per quanto lo capisca, che in molti casi l’andamento dei fatti non è e non può essere sotto il mio diretto controllo, che le persone sono libere di agire e che la fiducia è alla base di ogni rapporto.
Andando a scavare nel mio passato abbiamo capito che il rapporto con mio padre ha avuto un ruolo cruciale nel farmi diventare quello che sono.
Adesso mio padre non c’è più, non ho mai avuto occasione di fermare quell’altalena di promesse e delusioni e amore che era l’avere a che fare con lui. Ma non sapevo quanto tutto ciò mi avesse influenzata.
Non sapevo che la bambina di 4 anni che aspetta invano la telefonata del padre che ha promesso di chiamare sarebbe di nuovo saltata fuori soppiantando la ragazza di 23 anni che c’è ora. Non sapevo che quella bambina avrebbe avuto sempre una disperata paura di perdere le persone importanti e che si sarebbe sentita persa di fronte ad ogni incomprensione.
Non credevo di poter lanciare frecce avvelenate solo per richiedere delle smentite e dunque delle certezze… perchè è questo che chiedo, mio malgrado. E me ne rendo conto piangendo.
Quello che domando è… come si può uscire da questo cerchio? Come si può smettere di dare un peso enorme ad una parola non rispettata? Come si può non dipendere così tanto dai gesti delle persone che ami?
Io non ci sto riuscendo e sto pensando che forse non ci riuscirò mai.
Provo un’enorme rabbia e frustrazione quando quello di cui ho bisogno sono solo parole rassicuranti, per esempio dal mio ragazzo, e non ne ricevo. Come se fossero dovute, o a comando. Non riesco ad affrontare con calma niente che riguardi il nostro rapporto, sono suscettibile, chiusa, terrorizzata. Quando litighiamo credo impulsivamente che la colpa sia mia e ho continua necessità di essere rassicurata sul fatto che non se ne andrà da un momento all’altro, ma lui non mi capisce, e io non so spiegarmi e me ne vergogno. Non avevo realizzato la profondità delle radici di questi miei sentimenti, quelli dati dal rapporto conflittuale con mio padre. Credevo che l’amore nel quale sono cresciuta, quello di mia madre, dei nonni, della tata, degli amici, fosse bastato ad indicarmi la via, ma le figure dei genitori hanno entrambe una valenza indissolubile e unica. E così, sono destinata a rivivere continuamente quel rapporto instabile ed incerto che avevo con mio padre? Non c’è nulla che io possa fare? Forse ammetterlo è già molto. Forse condividerlo è ancora di più, ma forse dovrei semplicemente chiudermi nel mio guscio protetto, dove non c’è relazione che possa ferirmi o che io possa distruggere. Aprire il mio cuore significherebbe troppo dolore. Ammettere di essere deboli e fragili, farsi vedere come tali, è qualcosa che vorrei evitare con tutta me stessa, per non perdere valore agli occhi di questo ragazzo che, ahimè, amo, ma spingo via per non cadere nel baratro. Avevo trovato un equilibrio, ma basta poco per perderlo. E per ricordarsi di quello che si ha dentro, pronto a scattare e stringerti in una morsa.
Non voglio dipendere da nessuno, non voglio trascorrere le mie serate a piangermi addosso per aver fatto quel passo in più che mostra tutte le mie crepe. Sono stanca di dire a me stessa “Sei una stupida tanto lo sai come vanno le cose, tu ti lascerai andare e poi lui si accorgerà che non sei quello che voleva… non sei stata abbastanza neppure per tuo padre…”
Ma alla fine dei conti, so che mio padre mi amava con tutto se stesso, ma con l’amore, l’Amore, non si può mai dire. E sento di non voler sopportare ancora di perdere qualcun altro. Non voglio dover perdere il sorriso neanche per qualche attimo… e invece, eccomi qui, con la faccia rigata a scrivervi.

Lettera pubblicata il 12 Ottobre 2012. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    kiky9326 -

    Ti capisco, o meglio, capisco cosa vuol dire la paura di perdere le altre persone che ami “per colpa” di quelle che ti hanno deluso. A me è successa la stessa cosa, di volermi chiudere, di lasciare tutto e tutti fuori, poi però sono esplosa ed è andata bene che all’ultimo mi sono “ripresa”. Non per i rapporti che ho con mio padre ma per un ragazzo che dopo avermi tradita mi ha anche picchiata. Mi ha stravolto completamente, non riuscivo nemmeno a non avere paura di una carezza e di baciare non se ne parlava nemmeno, tutti i ragazzi se ne andavano via capita la situazione (li capisco ero di una instabilità snervante anche per me). Uno invece è rimasto, il mio migliore amico e attuale ragazzo. Lui sapeva tutto quello che era successo e ha deciso di stare con me comunque. I primi periodi non sono stati facili e so che molte cose dovremo affrontarle ancora e ancora e ancora: la mia ansia, le mie incertezze, la continua ricerca di conferme… Ma lui riesce a capire chi sono sotto tutte queste barricate. Il mio consiglio è di provare a parlare col tuo ragazzo, lui ti ama e se non ti accetta è meglio perderla una persona così. Digli quello che hai scritto qui, non sarà facile ne dirglielo ne affrontare le tue ansie, ma piano piano, col tempo (tanto tempo) vedrai si risolverà tutto. Spero di averti aiutata. Se vuoi, possiamo parlne ci sono passata e magari ti posso dare una mano, basta che mi invii la tua mail.

  2. 2
    Mo -

    Kilky, mi dispiace molto per la tua storia, ma sono felice che tu abbia rialzato la testa e dato il meglio di te.
    Ti ringrazio per la tua risposta, probabilmente le ferite non si chiuderanno mai del tutto…
    Parlare con il mio ragazzo ultimamente è un po’difficoltoso, non ci capiamo e lui si chiude e io anche… solo che non vorrei dovermi affidare ad un’altra persona, vorrei farcela da sola. Non so se è possibile…

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