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Lettera pubblicata il 2 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Anika.
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Gli anni scorsi ho avuto modo di lavorare per persone esterne all’azienda ed è stato stimolante! Mi davano tante cose da fare, delegavano con fiducia ma al tempo stesso erano sempre pronti a risolvere ogni mio minimo dubbio o errore, facendomi sentire una vera APPRENDISTA, cioè persona che deve essere formata per un lavoro e che è lì per apprendere! Questo mi ha fatto capire che forse il problema non ero solo io e il mio carattere chiuso (che magari mi fa sembrare strana o antipatica agli occhi dei miei colleghi), ma che “l’ansia sociale” che provo ogni volta in ufficio deriva dalle persone che ci sono dentro e dal loro modo di fare.. Quello che sto cercando di fare ora è lavorare su me stessa per: non sentirmi più in colpa se non ho niente da fare(il mio dovere di essere fisicamente in ufficio lo faccio,da lì in avanti la responsabilità non è più mia se non mi danno da fare) e non sentirmi a disagio a chiedere se posso o non posso fare una cosa(xk alla fine i capi preferiscono…
Ciao Lolly, se può farti sentire meno sola, anche io ho colleghi lunatici, per non dire arroganti. Hanno poca pazienza e capita che rispondano male anche ai clienti per telefono, immagina quante volte ho pensato “se odiano così tanto assistere il cliente, lo potrei fare io al loro posto!”. Oppure c’è sempre il sapientino di turno che deve mettere becco su ogni cosa e pensa di sapere tutto lui dall’alto della sua convinzione. Quindi alla fine anche io spesso ho rinunciato a rendermi utile, non sai mai di che umore sono queste persone. Mi limito a fare il mio e basta. Io non so di cosa ti occupi tu in ufficio, quanti anni hai, se vivi da sola o in famiglia, ma se hai modo di guardarti attorno, io ti esorto a farlo. Magari riesci a trovare una realtà dove a tutti gli effetti puoi imparare qualcosa di più e la tua autostima ne gioverà! Io al momento sto cercando di capire se è lavorare in questo ufficio il problema o se è proprio il lavoro d’ufficio a non piacermi (continua)
Anche su questo converrebbe riflettere. Mi pesa molto passare tutta la giornata seduta davanti al computer e francamente non so più il perchè. Sono confusa, forse il lavoro d’ufficio non fa proprio per me. Purtroppo a 18-19 anni siamo maggiorenni ma non adulti, facciamo scelte legate agli studi che ci condizioneranno il futuro, ma non abbiamo idea di come sia davvero il mondo lavorativo. Quegli anni non tornano indietro e io ora rifletto e capisco che ero solo una ragazzina senza una personalità definita, in realtà non avevo la minima idea di cosa volevo fare “da grande”. Ora come ora penso che se dopo il liceo fossi andata a fare la commessa in un negozio d’abbigliamento forse sarei stata più felice e avrei preso comunque di più! Non lo dico a caso, ho una grande passione per la moda e quando aiuto una mia amica in negozio, il tempo vola e mi piace proprio. Assurdo
Purtroppo non avendo mai lavorato in altri uffici non ho termini di paragone, non so se altrove mi piacerebbe o se lo troverei comunque alienante. Ho voglia di più dinamicità! Però anche io sono frenata dall’idea di cambiare aria, ora che ho una casa da mantenere e responsabilità ho paura a lasciare un posto sicuro e a tempo indeterminato.
Ciao Dolly,a fine anno avevo mandato qualche cv ma non ho ricevuto nessuna proposta..ora come ora, visto anche il livello di disoccupazione che c’è in Italia,so che dovrei sentirmi grata di avercelo un lavoro (sia come sia).Vivendo ancora con i miei posso anche permettermi di avere uno stipendio di lavoro part time in cui faccio poco,ma non potrò continuare sempre così,sia per una questione economica sia dal punto di vista di stimoli. Se ti piace la moda e lavorare nei negozi, potresti iniziare a guardare qualche offerta in giro. Penso che arricchire le proprie competenze e guardarsi attorno in cerca di nuove opportunità sia sempre un’ottima cosa. La paura di uscire dalla comfort zone ci sará sempre,ma come dice un monologo di un film “le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro”.
Ciao ragazze, sto imparando a vivere la giornata in ufficio, quel che viene viene.
Ciao Lolly e Chiara, grazie dei vostri messaggi e consigli. È vero, bisogna imparare a uscire dalla propria comfort zone. Rispondo ad annunci da circa un anno, ma senza essere richiamata. Ricordo che dopo la laurea mi richiamavano in tanti e ora il nulla. Mi guardo attorno e vedo giovani realizzati e intraprendenti e l’invidia, purtroppo, è forte. Così come è forte l’imbarazzo quando a fine giornata il mio compagno mi chiede come è andata. Sono parecchio giù, speriamo di trovare presto un po’ di serenità. I miei mi hanno consigliato di informarmi sui concorsi pubblici, ora come ora non tralascio alcuna possibilità di andare via da qui. Il mio capo mi ha dato un fatturato estero da raggiungere entro fine anno ed è un budget fuori da ogni logica, non lo raggiungerò mai, non ho i mezzi e non so come fare. Tanto vale togliere le tende.
Capisco benissimo il vostro stato d’animo che è quasi del tutto simile al mio.
Continuate a cercare e non tralasciare nulla, non è detto che l’unica soluzione sia solo il lavoro impiegatizio..per carità è ancora molto ambito ma non dà più tante soddisfazioni.
Al momento ho smesso di inviare CV ( tanto non mi chiama nessuno!) e come scrivevo vivo alla giornata ( al lavoro,intendo).
Questa pandemia di certo non aiuta, se prima nel weekend c’era modo di staccare, uscire e vedere gli amici…ora la vita sociale si è drasticamente ridotta e al lunedì mattina la ripartenza è dura!
Personalmente mi sento abbastanza triste e demotivata, (la cura che mi ha dato il medico aiuta ma non fa miracoli), poi i questo ultimo anno ho imparato a fingere e fare buon viso a cattivo gioco davanti ai colleghi e ai titolari.
È dura si. Annoiarsi e trovarsi quotidianamente in situazioni così apatiche, dove non si ha la possibilità neppure di decidere se spostare una penna, può realmente portare a…
e stati d’animo vicini alla depressione.
Al lavoro mi sento totalmente inutile, una passacarte che non può decidere nulla perché tutto passa solo esclusivamente dai titolari.
È molto frustrante.
Una cara amica psicologa mi ha detto che solo nel momento in cui accetterò il fatto che non posso modificare la situazione in ufficio, mi sentirò meglio.
Invece, io vivo di rimpianti, mi manca l’azienda dove lavoravo prima e dove ero responsabile di un ufficio…era bello e stimolante trovare soluzioni alternative, parlarne con le colleghe, decidere in autonomia..insomma mi sentivo viva e piena di entusiasmo. Poi,l’azienda ha deciso di spostare la sede in un’altra regione, così ci siamo ritrovati senza un lavoro. È giàtanto che ho trovato questo…ma c’è una differenza enorme…ed io faccio tanta fatica ad adattarmi..non credevo..ma è così.