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Annoiarsi a lavoro

di Anika
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 2 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 444 commenti

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  1. 351
    Gia -

    Chibi buon anno! Ti capisco perfettamente io ho sempre più chiaro che l’unica soluzione è andarmene, più che per la noia per tutta una serie di dinamiche che ormai non sto neanche più a scrivere. Diciamo che definirlo ambiente di lavoro tossico è dire nulla e la speranza che con i miei sforzi si possa risolvere qualcosa è ormai pari a zero, ai piani alti sono giunti ad un punto di non ritorno, guerre familiari con la sottoscritta messa in mezzo a piacimento, da una parte una persona che non sa come affrontare la cosa e dall’altra una alcolizzata dalla quale aspettarsi di tutto. Non ho la mente per cercare altro, ho paura di finire peggio di così (anche se credo sia difficile) oppure sono tutte scuse che mi ripeto più o meno incosciamente non lo so. La mattina mi sveglio, guido fino a qui pensando “Ci sarà ancora l’azienda o avranno chiuso?” Unico pensiero degli ultimi mesi, immagina con quale umore/spirito possa farmi carico di tutto e trainare tutto da sola

  2. 352
    Chibi -

    Ciao Gia capisco benissimo come ti senti.
    Io vivo così alla giornata, sbadiglio tanto e mi cade la penna alle 12.
    Saltuariamente ho qualcosa in più così, mi ridesto un poco dal torpore e mi illudo, perché difatti dura poco.
    Al momento non cerco perché ho sempre timore di trovarmi nella stessa situazione e non ne ho più voglia.

  3. 353
    Gia -

    Chibi pensa che nell’ultimo periodo ho il rifiuto persino nel fare la attività che prima erano la prassi, più che arrivare all’ultimo minuto dipende dal fatto che prima gestivo tutto con abbondante anticipo per essere più che preparata al momento giusto ma sta fatto sta che in questo ultimo periodo va così. Non vedo perché io debba pormi dei problemi settimane prima che quei problemi siano da gestire se chi di fatto ne risponde se ne frega altamente, sotto scadenza ci penso e se ci sono i presupposti bene altrimenti amen.
    Stamattina sentivo alla radio che nei primi 9 mesi del 2022 quasi due milioni di italiani hanno lasciato volontariamente il posto di lavoro e seppur da una parte è agghiacciante e dall’altra do per scontato che per alcuni si sia trattato di cause di forza maggiore, il fatto mi consola, forse non siamo le uniche a non trovarsi bene e forse pensare a se stessi non è una mancanza di rispetto nei confronti di chi non ha un lavoro come è stato detto anche qui tempo fa.

  4. 354
    Gia -

    Non so, non voglio fare di tutta l’erba un fascio perché sono certa che è l’atteggiamento più sbagliato per gestire una situazione di questo tipo ma non so più davvero cosa pensare. Da una parte mi autoconvinco che posso farcela e che col tempo sarà sempre più facile fregarsene, dall’altra penso che per carattere non sono predisposta al fregarmene, mi conforto pensando al fatto che dovendo lavorare per i prossimi 30/35/40 anni questa situazione è solo di passaggio e sarà una delle tante che mi capiterà poi però mi chiedo se vale la pena star qui a perdere tempo, vorrei vivere serenamente il presente ma sento di buttare via il mio futuro e con tutto il tempo che ho è un continuo pensare e rimuginare su queste cose.
    E quindi eccomi qui, per la milionesima volta a riptermi, “venerdì, dai che è andata anche questa settimana”.
    Buon fine settimana Chibi

  5. 355
    Chibi -

    Ciao Gia, lavorando parte time con due rientri cerco sempre di trovare uno sfogo nei pomeriggi in cui sono a casa, solo che di fondo ho come un pensiero fisso legato molto alla routine mattutina, tutti i giorni sono uguali… insomma questa situazione mi condiziona parecchio.
    Quello che mi pesa di più è la monotonia in ufficio, se da una parte può essere piacevole perché non ci sono grandi sconvolgenti dall’altra le giornate sono tutte ma dico tutte uguali. Poi non so se l’avevo mai scritto ma sono in ufficio da sola ( sono l’unica impiegata) e credimi all’inizio mi piaceva ma adesso sta diventando alienante! Come dico sempre prima di giudicare bisogna provare a vivere certe situazioni. Da fuori potrebbe sembrare bello ma il rovescio della medaglia c’è e su di me ha un effetto pesante.

  6. 356
    Gia -

    Ciao Chibi, capisco perfettamente come ti senti e le sensazioni che descrivi, anche io sono l’unica impiegata ed è davvero alienante non avere nessuno con cui interagire anche solo per poco.
    Con questa frase “può essere piacevole perché non ci sono grandi sconvolgenti” mi fai riflettere sugli ultimi due mesi, stiamo andando di male in peggio, padre e il figlio non si rivolgono la parola da mesi, si fanno la guerra a vicenda (senza fare nulla di concreto) ma il figlio è veramente arrivato ad un punto di non ritorno, è completamente alcolizzato (non so se fa uso anche di altre sostanze, voci di corridoio dicono di sì almeno in passato) e non ti immagini in che situazione siamo.
    Ogni tot. se la prende con qualcuno, urla come un animale contestando cose frutto della sua immaginazione, ma non con i diretti interessati con ME. Trovandomi costantemente di mezzo assorbo ancora più pressione di quanto dovrei e continuo a perdermi pezzi per strada cosa mai capitata fin’ora.

  7. 357
    Gia -

    Se non fosse che dimettendomi perderei anche il sussidio me ne andrei in questo istante, non ho voglia/forze di iniziare una guerra per dimostrare la giusta causa ma credimi è un pensiero costante.
    Non riesco a concentrarmi nel fare le mie cose perché il pensiero va sempre lì, se non arriva il pensiero arriva la telefonata, l’ultima di poco fa, aveva da ridire su una mail in cui informavo il responsabile della produzione che mercoledì mancherà un operaio, non era in grado di formulare frasi di senso compiuto, un discorso senza ne testa ne coda, completamente sconnesso e io mi chiedo “Ma chi me lo fa fare?” Non so più cosa pensare credimi, credo che tutto questo porterà l’azienda al fallimento e vorrei essermene già andata prima che succeda ma non posso per quanto sopra quindi mi sento bloccata e condannata.
    Allucinante queste situazioni nel 2023, ed è assurdo che una persona debba sopportare di tutto solo per assicurarsi lo stipendio. Credimi andrebbe rinchiuso!
    Siamo solo a lunedì, aiutoo!

  8. 358
    chibi -

    Oddio! ma cosa dici? Questo non è + lavorare tu fai anche da psicologa, assistente sociale e chi + ne ha + ne metta!
    Ecco queste situazioni in parte le conosco perchè nell’azienda precedente padre e figlia non andavano d’accordo, oltre a dirsene di ogni li hanno dovuti anche staccare perchè lei ha cercato di picchiarlo…non ti dico le scene, con la mamma che piangeva, il mio collega che cercava di staccarli, il figlio di lei che piangeva…un circo!

  9. 359
    Gia -

    Chibi hai centrato il punto così oltre alle ansie/preoccupazioni comuni un po’ a tutti devo assorbire anche il peso di questa situazione.
    Il padre che mi “usa” come valvola di sfogo e cerca in me la soluzione a tutto, l’altro che mi ammorba insultano “persona a turno” su basi infondate, inventate, ingigantite al solo fine di litigare, mettere zizzania e rompere le p*** guidato da una “non lucidità” classica dei fumi dell’alcool.
    Settimana scorsa ero: precisa, educata, paziente, meritevole del suo rispetto, da due giorni a questa parte se ci incrociamo finge di non vedermi solo per aver avvisato chi gestisce gli operai che ne mancherà uno, ma ti rendi conto la follia?
    Non so veramente più cosa pensare, me ne vorrei andare in questo momento e credimi che se bastasse per fare capire da una parte ad uno che non si può stare fermi ad aspettare che i problemi si risolvano da soli e all’altro che schifo di persona è e soprattutto che l’unico problema è se stesso lo farei…

  10. 360
    Gia -

    Ovviamente faccio a meno di dire che non servirebbe a nulla, uno forse mi “rimpiangerebbe” per un po’ ma dall’altro cosa pretendere non sa neanche da che parte è girato.
    Ormai è diventato un vivere alla giornata, modalità distante anni luce da me, mi alzo la mattina consapevole che sarà l’ennesima giornata di merd*, affronto quello che devo affrontare e allo scoccare esatto dell’ultimo minuto prendo e me ne vado. Non ci sono i presupposti ne tanto meno le persone competenti per costruire una realtà stabile con un ambiente decente, inutile anche stare a provarci.
    Penso di poter scrivere sul cv “capacità di gestire lo stress” e “capacità di lavorare sotto stress” mettiamola così e stendiamo un velo pietoso tanto sono sempre più convinta che prima o poi salti tutto, è solo una questione di tempo, spero solo di essermene già andata!

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