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Annoiarsi a lavoro

di Anika

Buonasera, ho trovato questo sito per caso et voilà eccomi qui. 

Vi è mai capitato di essere stanchi della vostra vita? Di svegliarvi al mattino e come primo pensiero dire: un’altra giornata di me**a sta per cominciare! Beh, a me capita tutte le mattine.

Ho sempre pensato, fin da bambina, che impegnandomi e lavorando sodo sarei riuscita a raggiungere i miei obbiettivi. Sono sempre stata mediamente intelligente, molto amante della cultura e del sapere in generale. Ottimi risultati scolastici e grande desiderio di proseguire gli studi all’università. Succede però che vengo da una famiglia molto numerosa, con grandi difficoltà economiche e anche grandi disagi psicologici (tra i tanti problemi  della mia famiglia annovero due tentati suicidi e problemi di droga e alcol), e quindi dopo il diploma decido di andare a lavorare.

Pensavo che sarei riuscita ad accontentarmi, dopo tutto con un diploma in mano cosa mi posso aspettare? E così faccio diversi lavori: cassiera, operaia, commessa. Tutti lavori mediocri, con paghe mediocri, in contesti mediocri. Per un po’ mi accontento, se non altro riesco ad aiutare economicamente la mia famiglia.

Dopo un paio d’anni trovo un lavoro che più si avvicina al mio titolo di studio: l’impiegata. Nella mente di tanti fare l’impiegata è fantastico perché in automatico lo associano a un lavoro d’élite. Ma ovviamente non è così.

Sono fortunata perché i miei colleghi e la mia datrice di lavoro sono brave persone e c’è un bel ambiente in ufficio. Il mio problema è che io in ufficio non faccio quasi nulla. Rispondo alle telefonate, se chiama qualcuno (in media 3 telefonate in 8 ore) e trascrivo dei dati al pc. Il punto è che ci sono delle intere giornate in cui non ho NIENTE da fare. Ne ho parlato con la responsabile, ma lei ha minimizzato. 

Nella sua mente se una dipendente lavora meno di 8 ore al giorno significa che c’è qualcosa in azienda che non va. Io ho provato a spiegarle con tatto che, in poche parole, mi sta pagando per un lavoro che in realtà io non faccio. Ma lei è convinta che presto il rivestirò un ruolo centrale nella sua piccola azienda a conduzione familiare. Io non ho ben capito che gran ruolo potrò mai rivestire visto che non siamo una grande azienda o una multinazionale.

Non che prenda chissà quale stipendio, arrivo a malapena a 1000 euro al mese. Il punto è che lavoro dalle 8 alle 18 e quando torno a casa sono stanca e non ho più energie da dedicare ad altre attività che mi interessano (sport, lettura, yoga, pittura).

Nella mente di molti essere pagati per non fare niente è fantastico, ma non nella mia. Mi annoio a lavoro, non faccio quasi mai nulla di utile e questo mi ha portato ad essere apatica alla vita. Io ho tanti interessi che potrei coltivare se, anziché lavorare fino alle 18, potessi fare un part time. 

Il punto è che nella realtà il part time non me lo posso permettere: in primo luogo perché la mia datrice di lavoro ha già chiarito che non me lo darà mai, seconda cosa faccio già fatica con 1000 euro al mese, figuriamoci con 500! 

Non fraintendetemi: se avessi una carriera seria sarei ben felice di lavorare le mie 8 ore e avere il congruo stipendio. Il punto è che non è così: faccio un lavoro mediocre che mi permette una vita mediocre. 

Non lo so, faccio fatica a rassegnarmi che questa sia davvero la mia vita. Certo non mi aspettavo di diventare amministratore delegato di qualche banca, ma ho sempre pensato che avrei realizzato qualcosa.

E niente vi saluto e vi auguro buone cose.

 

Lettera pubblicata il 2 Maggio 2018. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 444 commenti

Pagine: 1 2 3 45

  1. 1
    Angwhy -

    potrà sembrare offensivo verso chi un lavoro non ce l’ha,ma in fondo lo capisco,ho ancora il ricordo delle giornate passate a far niente durante la leva,roba da mettersi un cappio al collo

  2. 2
    Nicola -

    Stanca di più stare senza far niente che lavorare. Ma quello che è proprio insopportabile è il non avere prospettive di crescita professionale e personale. Se poi ci aggiungiamo lo stipendio di sopravvivenza, direi che la depressione è inevitabile…

  3. 3
    lilly -

    senti, perché non ti iscrivi all’università e così nei tempi morti del lavoro studi?? mi sembra un’idea che potrebbe andare bene visto la voglia che avevi di frequentarla.. così non rinunceresti alle tue ambizioni.. io lo farei

  4. 4
    Anika -

    Grazie per le risposte. Apprezzo il fatto di avere un lavoro, almeno non vivo in mezzo a una strada. @Nicola ha centrato il punto. Fondamentalmente io non so fare nulla, non ho acquisito capacità o abilità che mi rendono indipendente a lavoro, non ho prospettive di carriera. @Lilly l’università costa, anche la statale e tra altro quella della mia città è tra le più care d’ Italia, e con 1000 euro al mese 450 euro di affitto, bollette e auto non mi rimane niente. Senza contare che, anche se per molte ore non lavoro, non è che posso stare alla scrivania con i libri in mano o leggendoli al PC. Devo comunque farmi vedere che faccio qualcosa, devo “fingere” di lavorare. E poi c’è il discorso famiglia che non apro nemmeno perché è troppo lungo.

  5. 5
    Chris -

    Carissima Anika,

    ti capisco alla perfezione perchè è bene o male quello che vivo io (e vivono tante altre persone come noi) da anni a questa parte.

    Il tuo problema in realtà è un fiume di problemi, difficilmente risolvibili con un’unica soluzione.
    Abbiamo la stessa identica età e piu o meno lo stesso identico lavoro, solo che io lavoro part time e anche se ho molto tempo libero non riesco a coltivare piu i miei interessi a causa di una forte depressione per aver perso mia madre e per una relazione di 4 anni finita. Sento e provo quello che hai descritto tu. Apatia. Una non-vita. E’ pesante averne coscienza, sopratutto se la persona è intelligente e di cultura come te. Si ha proprio la certezza di perdere il proprio tempo. Si ha la certezza che continuando così si butti letteralmente la vita nel cesso. Non so cosa si può fare per cambiare le cose. Anche perchè ognuno dentro di sè ha la risposta per sè stessi. Posso solo dirti che già farsi le domande che ti fai tu è già un…

  6. 6
    Yog -

    Non mi risulta che i privati paghino perché una stia a girarsi i pollici. Nel caso, fai bene a preoccuparti, perché c’è il concreto rischio che fra un paio di mesi circa ti mandino ad annoiarti a casa tua.

  7. 7
    Anika -

    Chris, grazie vedo che hai capito benissimo quello che intendevo dire. A volte vorrei essere stupida, così non mi renderei conto della mia vita di merda. Yog, lavoro nel privato e ti assicuro che vengo pagate per fare poco o niente. Ed è sotto gli occhi di tutti. Ma non credo che mi licenzieranno, anzi! Vogliono assumere qualcun’altro. Per fare cosa non lo so. E’ che per me questa vita non ha alcun senso: non riesco a coltivare i miei hobby, non riesco a viaggiare (mia grandissima passione!), non riesco a passare del tempo di qualità con i miei cari. Allora che c.... lavoro a fare?!

  8. 8
    xx -

    Anika, sono una ragazza in una situazione simile alla tua, mi piacerebbe parlarne con te privatamente, se vuoi.
    Ciao.

  9. 9
    rosamaria -

    Cara, ti racconto la mia situazione lavorativa in tal modo ti sentirai fortunata.
    Ho due lauree con la massima votazione e un master, lavoro come impiegata e come te non faccio nulla tutto il giorno. Unica grande differenza è che con i tuoi stessi orari lavorativi io guadagno la metà del tuo stipendio. C’è chi sta peggio di te pensa a questo e apprezza quello che hai.

  10. 10
    Teresa -

    ma perchè uno dovrebbe apprezzare di essere pagato senza fare nulla? Aspettare che passi il tempo per poter uscire dal lavoro e fare finalmente qualcosa di concreto? Fidatevi senza nulla da fare il tempo non passa mai e però tu intanto invecchi…..

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