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Lettera pubblicata il 14 Dicembre 2006. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore siglobal.
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Siglobal, io sono di Napoli ma abito a Bergamo; il federalismo, quello vero, ce l’ho a 70 km da qui, in Svizzera. E non ha niente a che vedere con quello che apparentemente sembra qui da noi il federalismo, quando in realtà è solo un modo che lo Stato escogita per delegare comodamente il fare la faccia cattiva ai Comuni, Provincie, Regioni attraverso la tassazione locale ed abbattendo i trasferimenti statali (“Arrangiatevi”, insomma). Senza controlli sulla spesa e senza che gli enti territoriali abbiano la capacità di erogare gli stessi servizi che lo Stato forniva, attraverso la sua poderosa articolazione (di cui gli enti piccoli non possono avere la capacità di dotarsi), tutto questo si trasforma in sprechi e basta, come dice anche Usul. Inoltre, il vero federalismo prevede uno Stato centrale forte (Svizzera, Germania, Belgio, USA), dove la sua parola prevale sull’ente sottoposto, così ci sarà sempre qualcuno che prende decisioni, anche in caso di controversia, Da noi, invece, si assiste ormai ad una sorta di anarchia, specie qui al Nord, dove la Lega ha inculcato nella gente il rifiuto dello Stato: i Comuni e e le Province fanno quello che gli pare e nessuno può dire nulla, lo Stato ha rinunciato alla propria autorità, in nome di un presunto federalismo, che invece è tutt’altro. Se quello che dici, ossia che ogni regione debba poggiare effettivamente sul reddito che produce, limitando all’indispensabile l’interventismo dello Stato, così da responsabilizzare gli amministratori locali, fosse vero, anche io sarei d’accordo; ma non è così. La regione Sicilia, che ha il budget più alto di tutte per la sanità (e la mortalità ospedaliera più alta), ha un buco di bilancio regionale che equivale ad un’altra quasi Finanziaria ed ha già chiesto allo Stato di ripianarle i debiti, cosa che, come sempre, si verificherà … Le riforme, quelle profonde, quelle vere, servono, eccome, altrimenti tutti stì sforzi e tutte stè tasse saranno stati buttati al vento. Non cambierà dall’oggi al domani, ma spero che possa solo andare meglio in futuro, perché davvero peggio di come siamo combinati oggi ….
Fabio.
la cosa triste è che a bologna non l’hanno fischiato nè per la finanziaria né per altri motivi politici, ma perché aveva interrotto un intervento musicale di gianluca grignani…
Quello che è veramente assurdo e demagogico è dire, da parte di Visco, che se ci sono state maggiori entrate fiscali e diminuzioni di spesa nell’anno passato è stato merito loro, mentre non può essere che il contrario… E poi, se si è verificato tale fenomeno, COME DEL RESTO HANNO AMMESSO, e perfino Visco ha ammesso che allora sarebbe potuta esserci una finanziaria meno aggressiva, perchè cambiare completamente politica?
Forse perchè la ripresa non è l’obiettivo del governo prodi, dico io…
E poi che Padoa Schioppa dichiari candidamente che per rientrare nei parametri europei basta una finanziaria da 6 miliardi ma che per quello che vogliono fare loro ne servono altri 35… Ma voi l’avete capito cosa vogliono fare?
x Domenico
stasera c’era il T.P. Schioppa da quella specie di Nosferatu televisivo che fa Porta a Porta e il T.P. Schioppa ha detto con chiarezza cosa hanno inteso fare:
1. il passato governo ha fatto bisboccia lasciando una situazione penosa nei conti pubblici;
2. l’europa ha imposto una quadratura su Maastricht;
3. il debito pubblico è sopra il 100% del PIL;
4. l’evasione è a livelli più che patologici, endemici;
4. l’economia ristagna;
5. non si poteva innalzare le aliquote IRPEF più di tanto perché impopolare;
5. non si poteva insistere sull’IVA più di tanto per lo stesso motivo.
6. per le riforma strutturali ci vuole più tempo.
innalzare le aliquote IRPEF sarebbe stato impopolare perché si sarebbero incazzati tutti, ma soprattutto i ricchi, specialmente se si fosse fatto l’innalzamento progressivo, come sarebbe giusto, perché tutti i guai del mondo vengono dagli accumuli di capitale.
innalzare l’IVA avrebbe frenato gli acquisti e contribuito alla recessione.
l’impossibilità di fare le riforme strutturali impediva il contenimento della spesa pubblica – sprattutto in un momento in cui per soddisfare i comunisti pensano di assumere addirittura 350.000 precari senza concorso – e perciò si sono dovuti affidare ai tagli ai trasferimenti rimettendo i risparmi nelle mani delle autonomie locali, dove sanno come noi sappiamo che si ruba a piene mani ma in questo modo sperano di contenere il fenomeno.
così, hanno contentato l’estrema sinistra dando qualche spicciolo ai redditi bassi, l’imprenditoria con i tagli al cuneo fiscale, i sindacati con la previdenza complementare, la confcommercio con la franchigia di cui sopra, diviso il popolino con qualche sconto sui frigoriferi e sulle palestre, che sarà tosto ripreso dagli aumenti sulle varie patrimoniali e dai ticket sanitari (ma non per tutti) e in questo modo, come si dice, IL GOVERNO CAMPA, la politica continua a magnà e il Presidente della Repubblica contiunua a non servire a una sega e a fare il Re in barile; poi si vede.
in definitiva, dopo tutte le promesse elettorali, prima l’indulto, un compromesso politico con l’opposizione, e poi le solite strategie demagogiche a presa per il culo della sinistra storica.
tra l’altro, a gennaio pare che vogliano rimetter mano alle pensioni e la mia opinione è che quando parlano di riforme strutturali si riferiscono proprio e solo a questo, chiamando sempre in causa l’Europa, non a mettere in mobilità gli 800 parlamentari, le regioni e le provincie e ‘sto presidente della repubblica in evidente esubero occupazionale.
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l’andazzo, per come la vedo io, è che in Europa, per via dei tanti problemi sociali e della sopravvivenza delle strutture politiche di ciascuna delle nazioni componenti, ci si sta avviando verso una Statocrazia centrale oppressiva, che lascerà respirare sempre meno, che ti dirà cosa devi mangiare a colazione pranzo e cena e quando andare in pensione e con quanti soldi, sempre che ce ne siano, il tutto con la scusa che qui lo Stato è sociale, mentre in America c’è sì più rispetto dell’individuo ma il Capitale discrimina in modo più esplicito e non c’è Sanità.
se i servizi ci fossero davvero, come accade in Svezia, ancora ancora, ma non è e non sarà così per molte decine d’anni e forse mai.
in tutto ciò, i costi della Politica saranno sempre elevatissimi (la somma di tutti i parlamenti è una cifra astronomica anche per una comunità di 400 milioni di persone) e la gente avrà sempre meno voce in capitolo perché non c’è contatto tra il popolo e le strutture di comando, in quanto l’Europa è una sommatoria di situazioni irrazionali preesistenti e non un progetto politico razionale come l’Unione americana.
buona notte!
dice Cofindustria tramite L. C. Montezemolo:
“Con la Finanziaria 2007 si è persa l’occasione per un vero risanamento, che sarebbe dovuto passare per un taglio alla spesa pubblica, piuttosto che un aumento delle entrate .. Luca Cordero di Montezemolo torna a sollecitare la necessità di riforme strutturali in Italia .. da cui ripartire per rimettere in moto la crescita e la produttività del paese. Il tema vero – afferma il leader degli industriali – è passare dall’elencazione alla realizzazione”
secondo Confindustria la finanziaria frenerebbe la crescita.
naturalmente lo Schioppa dice di no, ma, per quanto i confindustriali non raccolgano tutta la mia stima perché sono espressione di un patriziato sociale che dovrebbe solo vergognarsi, personalmente sono d’accordo.
come ho già detto, questa finanziaria dà pochissimo ai ceti deboli a spese di quelli medi lasciando i privilegi a chi già li ha e soprattutto senza diminuire il peso esorbitante dello Stato. ora, visto che fanno così a spese mie, se mi levano 10E in più per scopi così mediocri io m’impegno a spendere 50E in meno e se solo la metà degli italiani fa così, la domanda di prodotti cala, i consumi dimnuiscono e la produzione industriale ne soffre, con dolore di Confindustria e dei sindacati ma con soddisfazione mia.
ne segue che è vero che la Finanziaria fa correre all’Italia il rischio di aumentare la recessione, altro che crescita economica, e tutto ciò per dare un poco di soddisfazione alla demagogia comunista da una parte, alle piccole imprese (industria e commercio, dove sta l’evasione fiscale) e alla Finanza dall’altra, fottendosene dell’equità sociale e del futuro del paese.
d’altra parte, finite le elezioni, non hanno forse pensato bene di scarcerare i delinquenti?!
tra l’altro, risulta che uno dei beneficiari dell’emendamento sull’abbreviazione dei termini di prescrizione per i reati contro l’amministrazione finanziaria in esame alla Corte dei Conti sarebbe stato tale Francesco Rutelli della Margherita; ed ecco spiegato come mai l’emendamento è finito in Finanziaria di soppiatto, tanto da far straincazzare il bravo Antonio Di Pietro “The Bull” quando se n’è accorto.
ma che sottospecie di omminicchi ladri di galline!
una politica che non sa offrire che questo oppure peggio di questo, ha diritto, come ho già detto, solo al massimo disprezzo.
Dopo le critiche del prof. Mario Monti oggi sono arrivate nuove critiche alla Finanziaria da parte de “Il sole 24 Ore”:
” PIL frenato dalla manovra
La Finanziaria frenerà dello 0,3% la crescita 2007.
Si scenderà così, così, dall’1,4% tendenziale di quest’anno
all’1,1%.
La valutazione della manovra, approdata ieri alla Camera, è del Centro
studi di Confindustria.
“Non siamo né alla fase uno né alla fase due, ma siamo alla FASE
ZERO” è stato il commento del presidente Luca Cordero di Montezemolo,
che ha chiesto a Romano Prodi di avviare al più presto un tavolo per
affrontare la “vera emergenza” del Paese: la produttività…”
[Fonte: Il Sole 24 Ore, martedì 19 dicembre 2006, pagina 1]
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