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Lettera pubblicata il 1 Luglio 2010. L'autore, glosstar, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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guardi con tutta la buona volontà, ma i suoi interventi proprio sono difficili da digerire; a parte la forma prolissa che ha per esporre il suo pensiero che tanto mi ricorda una tortuosa circolare bancaria, è il tono molto spesso offensivo che usa per intervenire che mi fa pensare che lei sia qui solo per mettersi in evidenza, per far bella mostra del suo forbito gloss-ario appunto, lei probabilmente si sente il primo della classe, autorizzato in quanto tale a insultare coloro i quali lei presume siano suoi subalterni; il suo tono è anomalo, lei sa rivolgersi con particolare dolcezza ed attenzione con chi vuole, in special modo col genere femminile a prescindere da qualsiasi sia l’argomento di discussione, per poi si scatenarsi con fiumi di parole dal contenuto pesante, lontane da qualsiasi accenno di rispetto, usate volutamente per aggredire chi si permette di dibattere su argomenti o figure a lei care; il suo atteggiamento non è pacato, i suoi argomenti non sono casuali; questo post ad esempio lei lo ha aperto per voler maliziosamente provare che la donna è in assoluto vittima dell’uomo, scegliendo all’uopo un fatto di cronaca ed al primo intervento non sintonizzato sulla sua stessa frequenza, boom! è scoppiato, ha iniziato a vomitare insulti, a elargire sentenze, si è permesso di chiamare in causa anche la madre del malcapitato autore di quell’intervento, caduto nella trappola che lei mr.glosstar aveva teso. Lei gode, lei si sente grande, lei si sente gratificato in questi frangenti, magari si ingrasserà anche perchè lei si crede il moralizzatore, il giustiziere. Ci dica una cosa mr glosstar: perchè ha
voluto parlare della violenza sul genere femminile con l’enfasi ed il coinvolgimento di una adolescente in preda alle prime delusioni sentimentali facendo percepire tra le righe che l’uomo è sempre violento e comunque in colpa? Per proporre e confrontarsi su argomenti assai delicati come questo non crede sia doveroso assumersi le responsabilità del …
…vespaio che si và a scatenare? Da cosa desume che l’uomo è violento e la donna subisce assolutamente? Vogliamo parlare di violenza? lei è capace ad ascoltare altre campane? nelle serie di interventi che si sono succeduti ho perso il conto di quanti hanno risposto che la violenza in una coppia molto spesso inizia proprio dal genere femminile e finisce con l’esasperare e generare altra violenza; chi decide su chi ha sbagliato? lei? lei conferma o no che la donna è ancora grottescamente considerata discriminata in questo paese? lei conosce il numero di persone separate? conosce le leggi che regolano la materia e come vengono interpretate? lei conosce il numero di padri che non vedono più i loro figli per volontà non dei giudici ma delle loro ex mogli? lei crede che questi siano tutelati? lei pensa che tutti questi uomini siano dei violenti?
Perchè se una donna butta giù dal balcone il figlio di due anni è una depressa mentre se un uomo alza le mani su una donna è un violento? perchè se un’insegnante a scuola fa filmare le sue grazie dagli alunni non succede nulla ed un uomo accarezza un bambino corre il rischio di esser etichettato come un pedofilo? perchè alle donne c’è sempre una giustificazione? o meglio perchè per l’uomo non c’è mai altra versione se non quella che sia un violento?
quali sono i termini, le condizioni per la convivenza tra uomini e donne? crede che se rimangono gli attuali il profilo della nostra società abbia dei target positivi?
Ci rendiamo conto realmente di cosa scriviamo quando andiamo a toccare certi argomenti? abbiamo la cognizione per poterlo fare o vogliamo comparire autorevoli a tutti i costi?
un saluto
rossana leggiti se hai voglia il commento numero 42 di diego lo trovo molto veritiero e non di parte ma di giustizia come dovrebbe essere perchè uomo è donna devono avere lo stesso valore sociale.
anche perchè chi ci sta piu’ rimettendo in queste “stupide” battaglie sono le persone che piu’ amiamo, i nostri figli.
gio,
hai perfettamente ragione, e lo scrivo anche senza rileggere il commento di diego. ma in questo caso, pur essendo le donne privilegiate (si fa per dire, generalizzando, perchè con i figli in casa è molto più difficile rifarsi una vita o avere degli spazi propri), è la legge ad essere ingiusta, e la cattiveria umana, in generale a far del male ad entrambi i sessi, sia a chi, potendolo fare, non passa gli alimenti nemmeno per i figli, che a chi, potendo e dovendo farne a meno, esige alimenti pure per sè.
nel tempo le regole del gioco dovranno cambiare. le leggi sono a rimorchio dei costumi sociali e attualmente sono profondamente inique in questo contesto. soprattutto nel senso che le donne, quando scelgono la loro autonomia, autonome devono esserlo anche economicamente. al momento il matrimonio è una vera trappola per l’uomo.
e i figli sono quelli che più ne fanno le spese, anche se adesso si è già orientati agli affidi condivisi, che hanno maggior rispetto per il padre. sono d’accordo: molti sono i crimini bianchi perpetrati a danno dell’uomo nelle separazioni, ma non sono mai tanto violenti quanto la morte fisica. se non altro, lasciano sempre qualche spazio alla speranza…
Voglio precisare 2 cose. La prima è che sono sempre dell’idea espressa nel mio primo post, che questo argomento, non doveva essere
tirato in ballo.Tre morti, sono troppi,la serie si sta allungando, viviamo in un’epoca balorda. su questo blog, non siamo
all’altezza di tenere a bada gli istinti “bassi”. Sconfiniamo in quello che non abbiamo la capacità di gestire, la personalizzazione di un evento tragico. Easy, dice Sergio OK, ma bisogna anche riconoscere il limite oltre il quale sarebbe saggio
“stare nei ruoli”. La seconda è riconoscere i propri limiti, purtroppo questo richiede una cultura non alimentata dai vari titoli
che si possono sfoggiare in un curriculum. Dalla consapevolezza dei limiti nasce la saggezza. Che in questo specifico caso si può
identificare nella capacità di un singolo individuo di considerarsi limitato o illuminato. E’ un processo che normalmente si
metabolizza con l’età. Oltre l’illuminato, vedo il GENIO. Brutta cosa nascere con un nome pesante. Un Mozart, beneficiato di un
estro creativo innato, unico e riconosciuto da tutti.Ma invidiato e reso fragile dalla perfidia di chi non possedeva questo talento unico. Uno Scumacher pazzo, come sono pazzi tutti i piloti di formula uno, ha ucciso le corse, si metteva lì davanti e
non c’era gara. Tutti outsider. Un Maradona, universalmente riconosciuto come il più grande giocatore di calcio di tutti i tempi.
Però fragile, come tutti i numero uno. Odiato e inviso in quell’altro circo estraneo al suo genio : La Vita. Io sono fiero di
considerarmi un outsider, lui non lo sa, voi tanti detrattori di glosstar, esaltate alcune qualità, demolite quello a cui voi,
come me, non siete capaci di arrivare, aggirando, pestando i piedi: offendendo…non riuscite a stare dietro! Qualcuno vorrebbe
demolirlo, buttarlo fuori…ho paura che ci riuscirete. Lui si espone in prima persona, è un fiume in piena. CONTINUA
CONTINUA
Noi piccoli laghetti appantanati, vogliamo veramente allontanarlo da questo blog? Rischiamo di restare al buio.
E badate, sto scrivendo su una lettera
che non avrei mai voluto commentare! TS
Rossana, c’è da dire una cosa io odio la violenza perchè è una debolezza, ma credimi che tante volte la malignità le provocazioni che alcune persone usano su altre persone riescono a rompere la stabilità, ti faccio un piccolo esempio, uno studente tartassato dai compagni per anni entra a scuola e fa’ una strage, cosa vuoi dirgli lo sa’ solo lui cosa ha dovuto sopportare, lo so’ che è sbagliato agire cosi’ ma volevo farti capire come molte persone a volte ricorrono a dei gesti estremi.
Con questo non voglio giustificare altri che invece usano la violenza o la forza contro le persone piu’ deboli per dimostrare la propria superiorità.
Tutto il putiferio di uomini sconvolti, stravolti, arrabbiati, offesi e increduli nasce da una cosa sola: e cioè che SEMPRE fino a pochi anni fa, OGNI cosa era appannaggio del genere maschile, e la donna aveva poca o nulla voce in capitolo. Semplicemente esisteva come oggetto di piacere e compiacimento per l’uomo e come contenitore della progenie maschile, utile solo al perpetuarsi dei suoi geni e del suo nome. Poichè appunto questo andazzo è esistito da sempre, oggi, che sono solo pochi anni che non è più così, l’uomo si trova a doversi adattare ad una dimensione troppo nuova e bizzarra da accettare con facilità e rapidità dopo millenni di statico dominio assoluto. Per cui si può capire come le coscienze più lente si trovino in enorme difficoltà a capire e accettare che, ”OH! anche la donna si è messa a fare così! Dopo che per millenni i nostri avi ne hanno fatto tutto ciò che hanno voluto proprio alla nostra generazione doveva toccare di vivere questo terremoto! Proprio a noi doveva toccare di non essere più padroni di cotanta inferiore creatura!’
Che il naturale cambiamento porti con se in molti casi anche del malsano residuo di una sorta di ‘prevaricazione a rovescio’ è inevitabile conseguenza di ogni reazione di causa-effetto che si rispetti. La sfida consisterà nella capacità di vedere nel nuovo la fonte di una possibile rinascita a 360 gradi del rapporto fra uomini e donne e quindi tra persone. E quindi, di una visione totalmente rinnovata della vita e delle relazioni tra esseri viventi. Ma tutto questo è ancora molto lontano…
Titoli inutili (se li avessi tu…), pantani, genialità e outsider…
Tutto questo per me si chiama: Delirio.
E’ solo un blog qualsiasi, io mi chiedo se è normale “pomparsi” per così poco…
Faccio parte di uno schieramento fazioso, sì, quello dei liceali che si mandano le mail per complimentarsi, non certo per il linguaggio usato però, che, a differenza di quanto viene detto, è comprensibilissimo e non lascia spazio a tante interpretazioni.
Non amo gli schieramenti, neanche quelli su internet dove i buoni stanno con i buoni e chi condivide le stesse esperienze si “raggruppa” per raccontarsi il proprio vissuto di violenza subita; basta cliccare su “mi piace” e senti solo una campana, tanto da convincerti, come suggeritomi proprio dal buon glosstar, dell’esclusività del dolore.
Non voglio offendere nessuno, ma è facile, troppo facile, fare di un’esperienza devastante uno strumento di difesa. Basta non sposarsi più, basta non avere più figli, non far vedere il conto in banca, considerare le donne meretrici e così all’infinito.
Spero che la discussione si chiuda al più presto, per i motivi già menzionati, ma non posso non dire che la lettera, sì provocatoria, non voleva rinnegare il dolore di nessuno, non voleva offendere né prendere le difese delle donne, ma a quale scopo poi, ciascuno ha la sua esperienza, ci possiamo solo confrontare per scoprire quante realtà ci circondano.
La lettera era solo un invito a farsi carico, ciascuno di noi, delle proprie responsabilità circa la vita che conduciamo, senza fare come a scuola, accusando il compagno di banco alla maestra.
Siamo feriti, ok, sanguinanti, d’accordo, e poi? La nostra esperienza si conclude a questo? IL nostro vissuto è un fardello che non riusciremo mai a superare? Non siamo, in parte, responsabili di quello che ci capita? Del mancato superamento del dolore, dell’attirarci sempre e solo bastardi/e. Tutto qui. Che sembra poco, ma se lavorassimo un pò su noi stessi, invece di fare gli offesi con chi ci vuol male, forse saremmo persone migliori e potremmo gioire ancora, se non di più per quello che la vita ci riserva.
Basta saperlo vedere, ma gli strumenti non te li regala nessu