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L’ Amore tossico

di duna
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 17 Ottobre 2019. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 87 commenti

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  1. 71
    Suzanne -

    Non credo proprio che l’essere umano eviti ciò che è nocivo, se ne conosce le conseguenze, anzi tutt’altro ( si veda “Memorie dal sottosuolo” se si è interessati all’argomento). Semplicemente, in moltissime persone, anzi direi quasi in tutti in forme diverse, esiste questa pulsione verso l’autodistruzione, il caos, la negatività ( thanathos, il desiderio di “morte”, declinata in tanti modi). Duna sapeva benissimo che questa relazione non avrebbe portato nulla di buono, eppure, ancora dopo averla vissuta verificandone gli esiti negativi, sembra quasi combattuta nel volerla perpetuare.

  2. 72
    Golem -

    Sull’argomento “eros e thanatos” si è scritto di tutto e di più, e ognuno preferisce vedervi quello che gli piace, ma l’autodistruzione insita in quell’abbinamento è sempre il risultato di una “nevrosi” legata al conflitto irrisolto tra ISTANZE ISTINTUALI E CONDIZIONAMENTO CULTURALE. Continuiamo a vedere proposte letture “occidentalocentriche” dei comportamenti erotici, ma non se ne relativizzano gli effetti dovuti a quella “subcultura” che ne indirizza le manifestazioni, a partire dalla matrice greca e ai suoi miti.
    Quando dichiaro che nessuno scientemente cerca di autodanneggiarsi intendo dire che dietro il rischio del “dolore” che si intravede in quelle scelte di carattere emotivo, si cela l’aspettativa immaginifica di un maggior “piacere relativo” ed esclusivo, che attinge a tutto un retroterra di mito e cultura che nei secoli ne ha disegnato i contorni. Nel caso specifico, la figura del maschio “fuori norma”, con tutte le superfetazioni di 3000 anni di “occidentalità”, non è lontana dal mito maschile degli eroi omerici che vanno da Odisseo a Ettore e ad Achille, ognuno con le proprie, soggettive sfumature temperamentali, ma tutti veleggianti, eroicamente appunto, tra eros e thanatos. >>>>

  3. 73
    beetlejuice -

    Personalmente mi ha colpito questo punto “..che conducono vite alternative alla massa o che hanno avuto il coraggio di intraprendere strade diverse”, come se, la vita alternativa degna di nota fosse per forza legata a qualcosa di losco e illegale. Ci sono tantissime persone che hanno vite “alternative”, ma non per questo hanno bisogno di drogarsi o vivere di illeciti. Il binomio donna / bandito è vecchio come il mondo, legato alla fascinazione insita nel personaggio, come ad esempio Felice Maniero. È anche vero che nella maggior parte dei casi, queste donne sono spesso molto giovani (per cui più facilmente manipolabili) e/o donne con scarsa autostima e personalità, che hanno bisogno di una guida e in un certo senso vivere di luce riflessa.

  4. 74
    Golem -

    >>>L’eroe occidentale è sempre uno che sfida la morte (e gli Dei) per avvicinarsi… all’immortalità, anche nella inevitabile sconfitta che sopraggiungerà. Per fare un esempio rozzo, nessuna donna (salvo la mia “amata” Santa Teresa d’Avila, che per quella eccezionalità erotica fu immortalata nel marmo dal Bernini durante il suo orgasmo di provenienza Celeste) si ecciterebbe per la potenza posseduta dalla divinità costituita, ma lo fa volentieri di colui, mortale, che la sfida sul terreno della principale prerogativa di quest’ultima: il “possesso” della morte, diventandone di fatto “controllore”, ed ergendosi in questo modo allo stesso livello della divinità. Oggi, con tutta la secolarizzazione intervenuta sui miti classici e sulla religione, i moderni “eroi” sono diventati coloro che sfidano le “norme” o che ne “fanno” di nuove. La casistica spazia dai grandi tycoon dell’economia (meglio quando provenissero da un retroterra delinquenziale) sino al caso di Duna. In mezzo si collocano gli artisti o artistoidi “maledetti” che affascinano per quel senso di precarietà che trasmettono, come metafora di una vita in “bilico”.
    Ripeto, questi parametri ancestrali portati in culture diverse direbbero poco in termini “sessuali”. Informarsi please.

  5. 75
    rossana -

    Duna,
    in piena sintonia con il commento 71.

    a mio avviso, semplicistico distinguere a priori, a livello standard, quanto è bene e quanto è male. c’è chi ama la quiete/stabilità e chi predilige il movimento/avventura.

    tutti quanti, poi, indipendentemente dal temperamento e da tutte le pregresse esperienze formative (infantili e non), finiamo con l’oscillare fra i due estremi, mantenendoci al centro solo quando in questo si trova benessere e serenità.

    per me, è sempre una questione d’equilibri, e ognuno ha pieno diritto di cercare il più adatto alle sue esigenze e al momento in cui gli è necessario (talvolta indispensabile) un tentativo di adattamento.

    una domanda, forse un po’ indiscreta: ti è facile/frequente provare interesse/attrazione per qualcuno dell’altro sesso?

  6. 76
    maria grazia -

    Si duna, purtroppo in questo forum la tendenza predominante è quella di annichilire la donna con commenti e considerazioni che ledono la dignità del genere femminile, e credo che le utenti donne che intervengono qui – abituate forse alla svalutazione e alle discriminazioni – non si rendano nemmeno conto della gravità di certe affermazioni. Fortunatamente, in rete ci sono anche spazi dove ci si può confrontare in modo tranquillo e maturo, anche con utenti maschili, senza subìre offese derisioni e senza sorbirsi alcun tipo di giudizio.

    Anch’ io penso che la naturale inclinazione dell’ essere umano ( e delle donne in particolare ) sia quella di NON scappare davanti a un soggetto di sesso opposto che appare affascinante e al tempo stesso pericoloso. Se non fosse così, cioè se potessimo semplicemente “decidere” che una certa persona va cancellata dalla nostra mente, molte relazioni ( e i loro relativi esiti ) non si spiegherebbero. Non possiamo “spegnere” o “accendere” la passione come si fa con gli interruttori della luce.

  7. 77
    Golem -

    Certi commenti modello slalom speciale riescono a non dire niente ma lo dicono bene.

  8. 78
    maria grazia -

    Golem, la tua chiosa come sempre è corretta e molto completa, non credo però che il tutto sia riconducibile a fattori cul-turali ( dove il cul è inteso come “cool”, quindi come una certa corrente “pop” che negli ultimi 50 anni ha dettato il trend delle preferenze erotico-estetiche nel mondo occidentale ). Ci sono sicuramente anche elementi genetico-antropoligici insiti proprio nel DNA femminile che fanno sì che alcuni uomini ( queli vigorosi e sfacciati ) vengano preferiti ad altri ( quelli dolci, moderati e prevedibili ). Così come è un errore comune pensare che le donne che cadono preda del “fascino del bandito” siano generalmente delle sprovvedute senza intelligenza e senza personalità. Non è affatto così! La maggior parte di loro da quel che vedo sono anzi delle “tigri”, donne combattive e piene di energia e che, proprio in virtù di tutto ciò che hanno da offrire, diventano le vittime prescelte di narcisisti, manipolatori affettivi, o semplici stronzi egocentrici ( e questi ultimi si celano spesso anche tra i “poeti” ).
    Anch’ io quando ho incontrato il mio, di bandito, ero una ragazza solare ed esuberante ( beh lo sono ancora adesso ), piena di positività e di speranze per il futuro e mi ero attirata..

  9. 79
    maria grazia -

    .. attirata molte invidie proprio per questo mio modo di essere. Altro che vivere di luce riflessa! Ai maschi narcisisti non interessa chi è come loro: cioè “spenta”. Cercano anzi donne forti e indipendenti proprio per poterle sottomettere e degradare, loro vivono questo come una conferma del proprio potere. Chi ci cade non è perchè è “scema”, ma perchè non conoscendo certe dinamiche scambia erroneamente per sentimento quello che altro non è che il love bombing narcisistico, e scambia per amore la propria dipendenza biochimica da questi soggetti.
    E in ogni caso non è detto che anche un criminale non possa amare in modo sincero, certo tutto dipende da cosa è disposto a mettere sul piatto all’ interno del rapporto, anche a dispetto della sua libertà individuale nel fare determinate scelte di vita. Chiaro che nel momento in cui amiamo qualcuno, qualcosa dobbiamo “sacrificare”, ma è un “sacrificio” che facciamo volentieri. Altrimenti se lo percepiamo unicamente come un obbligo e uno sforzo vuol dire che da parte nostra non c’è un vero sentimento, ma questo a prescindere dal nostro stile di vita.

    Certo, vero è che quando si prende coscienza di alcuni meccanismi è ciò nonostante si tende a ripeterli, bisognerebbe capirne le ragioni psicologiche.

  10. 80
    beetlejuice -

    Maria Grazia, non sono d’accordo. Da quello che mi è capitato di vedere, la maggior parte delle donne innamorate del “bandito” non sono come le descrivi tu, non a caso a molte accade quando sono giovani.
    A me è capitato di vedere 50 sfumature di grigio con la mia compagna e ci siamo fatti tanto di quel ridere per quanto fosse stereotipato il protagonista. Tra l’altro in una scena che doveva essere “strong” dava delle sculacciate che a confronto mia nonna menava più forte.

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