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Lettera pubblicata il 7 Febbraio 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Caio33.
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Caio33, onestamente da quel che hai scritto qui non mi sono fatta una buona opinione sulla tua ex…Io sono dell’idea che non ti abbia mai amato realmente ma che si sia piuttosto “appoggiata” a te.
Innanzitutto la questione distanza mi sembra una scusa davvero comoda per scaricare su di te la responsabilità delle sue colpe (un buon modo per ripulirsi la coscienza).
In secondo luogo -e qui perdona il mio cinismo- mi sembra una persona molto determinata, una carrierista coi fiocchi, altro che insicura! Credo che dopo essersi fatta due conti abbia concluso di non aver più bisogno di te… Se ci fai caso, il suo distacco ha avuto inizio sì con la tua partenza, ma anche e soprattutto con l’avvio della sua specializzazione, perciò con l’arrivo del primo stipendio. Diventando “economicamente indipendente” ha potuto spiccare il volo.
Un altro punto su cui mi vorrei soffermare è il personaggio a cui ha rivolto le sue attenzioni: non ha posato gli occhi su uno qualsiasi, un paziente, un infermiere, uno specializzando o uno strutturato…ha puntato proprio al primario! Coincidenza? Forse sì… o forse da parte sua c’era ben altro in ballo che semplici sentimenti/pulsioni sessuali nei confronti di quest’uomo. In certi ambienti lavorativi (e il suo è uno di questi) diventare l’amante del proprio capo è una scorciatoia vecchia come il mondo in previsione di un bel posto di lavoro futuro.
Credo sia stata una fortuna che ti sia allontanato da lei prima che fosse troppo tardi, prima di esservi spinti troppo oltre. Prima di comprare casa. Prima di metter su famiglia… Pensa se disgraziatamente aveste acceso un mutuo insieme, a quest’ora ti ritroveresti con le rate di una casa che non vorresti nemmeno…
Vivi sereno e sorridi, l’hai scampata bella!
CINDERELLA, mi dispiace molto di leggerti così. Il fatto di @non trovare nessuno@ di per se’ non significa qualcosa di negativo per forza… Intendo dire che l’amore, l’incontro «speciale», secondo me non cresce sugli alberi. Si puo’ stare da soli, rielaborare, vivere una vita comunque “piena”, e poi incontrare un nuovo amore, reciproco, e costruire insieme qualcosa di bello e importante. Mi dispiace leggere pero’ di una vita in stand by e di cosi tanta tristezza. Cosa intendi dire con @ho smesso di vivere sperando che torni?@. Se vuoi rispondermi cosa fai o non fai? Se sei molto chiusa anche per questo puoi non incontrare nessuno e puoi essere chiusa anche per la paura di soffrire, pur chiamandola speranza… Speranza che “il passato” ritorni. – Io, potendo tornare indietro, non «sprecherei» tanti anni. Non quelli felici, ma quelli infelici. Qlli in cui, poiche’ ami molto misuri l’altro, cio’ che puo’ sentire, pensare, essere e quanto ti ama e tiene a te e al noi in base a quanto ci tieni tu. Pero’ non e’ stato solo questo: e’
E’ che la crisi di un vero amore, la fine di un vero amore anche se non e’ @accidentale@ e’ un trauma come un incidente. Si puo’ dire che non ne vale la pena, che ci sono cose che valgono molto di piu’ di una relazione, come la salute. E lo penso. Eppure non e’ un caso se un divorzio e’ tra le fonti maggiori di stress. Certo poi molto dipende non solo da chi sei ma da cosa significa una persona, un rapporto per te. Cosi, se ami davvero ci rimetti l’equilibrio, la salute, le energie… Che d’amore non si muore e’ una verita’, ma ammalarsi si puo’, purtroppo. E come ci vuole tempo per superare un lutto cosi e’ per il lutto di un grande amore. Negli anni in cui sono stata male mi son successe anche altre cose per cui stare male, piu’ grandi della crisi e fine di un amore. Non so dire se sarebbe stato diverso se avessi avuto «solo» quel problema. Forse si. Ma sarei stata molto male comunque. Francamente credo di non conoscere nessuno che dopo non una storia ma una storia veramente importante se la sia cavata con un`aspirina. Due amici che si sono separati anni fa hanno sofferto anni dopo, riprendendosi via via. Lui che pure non voleva tornare con lei si e’ commosso ad anni di distanza parlandomi di lei e della famiglia di lei. Lei so qto ci ha messo a sua volta per attutire il colpo. Oggi stanno bene, ciascuno ha la sua vita. Cosi mi dico che era inevitabile soffrire. Inevitabile nella misura in cui, dentro, lo e’ stato. Ed e’ stato anche questo a colpirmi: qto fosse inevitabile. Non cio’ che evitabile era, e so cosa sia, ma proprio le sensazioni emotive, fisiche, i problemi di salute. E lo dice una che si vuole bene. Avrei dovuto fare di piu’ per farmi del bene, al contempo probabilmente ho fatto il possibile. Non si ama cento volte nella vita e non stavo con lui per riempire un vuoto o il tempo. Disgraziatamente l’ho amato davvero 😉 senno’ non sarei stata 10 anni con lui e non avrei tentato di trovare una soluzione e tornare a stare bene insieme per anni. Non perche’ mi serviva «qualcuno» accanto. Chi ami veramente non e^ «qualcuno». Con cio` non celebro in maniera «romantica» la sofferenza per amore. Non ti eleva un azzo, ti stende e ti ruba la vita. Vedo la sofferenza d’amore, qllo vero, come il sentirsi con dolori ovunque come dopo un brutto incidente. Anche per questo in una relazione bisognerebbe guardare prima di attraversare la strada. Ma esistono anche egoismi non cosi palesi che esplodono e insicurezze moleste che ti travolgono. Esiste il fatto che non ci sia stata reciprocita’ o che ci sia stata simultaneita’ all’inizio ma alla fine no. Cosi a uno dei due almeno passa sopra un camper con il rimorchio, all’altro una bicicletta o solo il camper. Cmq sia ognuno sa qto soffre lui o lei, se stesso e sa i suoi perche’. E fa il suo percorso per venirne fuori. Cinderella io ti capisco e non giudico i tuoi 5 anni. Come potrei anche se volessi? Ma, e non e’ retorica, tu e la vita valete di piu’ di un suo possibile impossibile ritorno. Se si ha