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L’amore romantico è un’illusione nociva

di Leonardo88
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 16 Settembre 2011. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 39 commenti

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  1. 21
    Marquito -

    Tempo fa mi capitò di affrontare questo tema con un autentico fanatico, accanito sostenitore della “coppia aperta” e del “libero scambio”, che si sentiva il Depositario di una Verità Universale e che non accettava assolutamente di essere contraddetto. Il dibattito, che avrebbe potuto essere molto fruttuoso, si risolse in una rissa permanente perché questa persona aveva un approccio al problema fortemente ideologico. Pensava che la coppia aperta rappresentasse la panacea di tutti i mali e vedeva in essa la chiave di volta per riformare l’intera società. Chi non la pensava come lui era un relitto del passato, destinato ad essere spazzato via dal corso della Storia (con la S maiuscola, si intende …).
    Per me una società fondata sulla “coppia aperta” e sul “libero scambio” è un orribile incubo che somiglia molto ad un romanzo di Orwell :-))
    Penso che l’influsso della società abbia ben poco a che fare con le motivazioni profonde che spingono una persona ad essere monogama piuttosto che poligama. E’ fin troppo facile osservare che persone cresciute nello stesso identico ambiente (ad esempi due fratelli) possono orientarsi in due sensi completamente differenti. LUNA ha perfettamente ragione quando scrive:
    “Mi sa che in generale chi ha una tendenza monogamica prova più piacere e serenità e benessere a concentrare le sue energie su un rapporto solo che a disperderle”.
    E’ esattamente così; si tratta di una tendenza naturale che ha più a che fare con il temperamento e con il carattere individuali che con i condizionamenti (più o meno consapevoli) imposti dalla società in cui viviamo. La miglior prova consiste nel fatto che la nostra società sta diventando sempre più “aperta” e sempre più poligamica; e nonostante questo ci sono ancora molte coppie che trovano la propria felicità e il proprio benessere in una relazione esclusiva di tipo monogamico.
    Ci sono delle persone su cui la monogamia esercita un fascino e un’attrattiva assolutamente irresistibili. Queste persone non devono compiere alcuno sforzo per essere fedeli al proprio partner; al contrario … essi provano piacere nell’essere fedeli, perché attraverso la loro fedeltà consolidano quel senso di appartenenza, di esclusività e di intimità e di che è così tipico dei caratteri romantici.

  2. 22
    Leonardo88 -

    In ogni caso che senso ha..
    Tutto questo lavoro intellettuale ti può al massimo servire per quell’attimo in cui ti immedesimi in quello che scrivi ponendoti sul terreno dell’immaginazione. Lì puoi prenderti sul serio. E anche criticare tutte queste criticabili dinamiche ti fa sentire meglio.
    Poi ritorni alla realtà.
    E il dolore ti accoglie a braccia aperte, offrendoti ospitalità nella sua dimora. E quando non hai altri posti in cui andare, pur di non sentirti solo, accetti l’invito.
    Il crepaccio della riflessione è molto affascinante, ma più ci scendi e più ti allontani dalla luce.
    Forse è il momento di finirla e di cominciare a risalire.
    Ciao a tutti, è stato un piacere riflettere insieme..
    Buona vita =)

  3. 23
    Leonardo88 -

    Ci terrei, prima di smettere una continua riflessione che non mi fa proprio bene (nella mia situazione personale s’intende)a precisare un ultima cosa.
    Il mondo sta andando proprio verso questa direzione. Non siamo così lontani dalle miei (finte!) utopie.
    Io sono assolutamente un monogamo convinto.
    E’ vedendo come vanno le cose che sto iniziando a credere di essere un illuso.
    Ho paura di esserlo perchè ho paura di soffrire. Ci sono persone che riescono a mantenere una certa indipendenza, incentrando la propria vita su tante attività. E poi riescono ad affiancare a loro l’amore di una persona.
    Poi ci sono persone come me.
    Io ho tante passioni e tanti interessi. Quindi non è che sublimo tutto in una relazione. Eppure l’amore sentimentale, quello romantico, è l’unica cosa che mi ha fatto sentire vivo. E nonostante sia una verità che crescendo si capisce che non si può dipendere da una persona, io trovo che la costruzione del mio mondo con e nel mondo di un’altra persona sia una cosa assolutamente ineguagliabile. Quindi io voglio indirizzare la mia vita in questo senso.
    Ma il problema è che non ci credo più, o meglio, non ci voglio più credere. Perchè mai come oggi e soprattutto mai come nei giovani di oggi le cose vanno così. Io sono un 23enne e già vedo una certa differenza generazionale con persone più anziane. Oramai i cambiamenti si vedono senza aspettare tanto tempo. Bastano anche meno di una decina di anni. E poi vivo in una realtà abbastanza desolante, quale quella di una città de-emotivata come Milano. Io mi posso basare solo ed esclusivamente sul mio mondo e su quello che ho visto. E quello che vedo per una persona come me è assolutamente annichilente. E vi assicuro che la persona che mi sta facendo soffrire cosi si presentava anche lei come una super-romantica.

  4. 24
    Anonimo -

    Molto interessanti i vostri discorsi.

    Leonardo volevo solo dire che sono d’accordo con l’affermazione secondo cui l’amore romantico e il suo ideale è nocivo. Non è reale, non può durare! Anche se nei film si vedono solo storielle romantiche, a san valentino si comprano i cioccolatini e le rose, c’è sempre la ricerca spasmodica del “sentimento”, il “batticuore”.

    Cioè, come si fa a credere a qualcosa del genere, io non l’ho mai capito! E anche se c’è, è una condizione che dura talmente poco nell’evoluzione di un rapporto!!! Poi subentra la quotidianità e tutt’altro (diciamo la cruda realtà?). E allora giù con le seghe mentali.

    L’ideale romantico fa soltanto danni, fa vivere in una bolla di irrealtà e quando quella bolla si rompe… Ecco che ci si ritrova gettati in pasto ad una realtà completamente diversa, una merda, altro che baci perugina.
    Come si fa a credere a certi film, dove le persone si dicono ti amo dopo 15 minuti dopo essersi ‘conosciute’?? E’ demenziale ragazzi.

    Ed è anche tanto triste. Conosco una ragazza di 30 anni che non è felice mai, perchè le manca l’amour. Ha l’ideale romantico di amore simbiotico da commedia americana, e vive aspettando un miracolo che non arriverà mai, semplicemente perchè non esiste. Le persone che credono a questo ideale vivono inseguendo dei fantasmi, e saranno sempre perennemente insoddisfatte, perchè è un ideale irraggiungibile. Inoltre penso si nascondano dietro al paravento dell’anima gemella per non mettersi in gioco e continuare a piagnucolare che le fortune capitano sempre agli altri.

    Quindi Leonardo, penso che soffrire sia necessario e salutare, in ogni ambito della vita, dunque anche in amore. A me viene sempre da pensare ad una malattia, si chiama Cipa, insensibilità congenita al dolore. Pensa che i bambini che ne sono affetti arrivano a malapena ai 12 anni, perchè non possono provare dolore, nè sentono il caldo o il freddo. Quindi si procurano traumi, ferite, tali da non sopravvivere. Perchè non provano dolore. Il dolore ci difende e ci dice che qualcosa non va.
    In buona sostanza, penso che se un rapporto ci fa soffrire, significa che va reciso, con la stessa velocità con cui toglieresti la mano dalla piastra che scotta. Allo stesso modo, andrebbe ben impresso nella memoria, per evitare situazioni simili e futuri dolori evitabili. Questo è il mio principio di vita, in generale. Cordialità.

  5. 25
    Marquito -

    Caro Leonardo, non ho nessuna intenzione di prolungare un dibattito che ti sta provocando tanto stress e tanta sofferenza. Tutto quello che posso dirti è che è estremamente difficile (se non impossibile) modificare “in corsa” il proprio carattere e il proprio temperamento. Se anche tu hai un carattere romantico, razionalizzare a oltranza non ti servirà a niente, così come non ti servirebbe a niente diventare scettico o andare a vivere in cima a una montagna. Eh sì; perché anche in cima a una montagna continueresti a sognare la tua Anima Gemella …
    Comprendo perfettamente il tuo stato d’animo, ma ti consiglio di non lasciarti prendere dallo sconforto. Io ho incontrato la persona giusta a 37 anni suonati, quando ormai non ci speravo quasi più …
    All’utente che si firma Anonimo non ho assolutamente niente da dire. Lui ha le sue granitiche certezze, che probabilmente lo aiutano a tirare avanti, e io, pur potendo portare molti validi argomenti, non ho nessuna intenzione di scalfirle.

  6. 26
    Leonardo88 -

    Di fatto non serve.
    Comunque non è il dibattito a provocarmi sofferenza eh! Ci mancherebbe. =)
    Però diciamo che non mi distrae parlare più del “dovuto” di dinamiche amorose.
    Comunque sia ora come ora l’ultima cosa che vorrei fare è isolarmi.
    Se c’è una cosa certa che ho capito è che per quanto possa essere difficile la convivenza con l’altro, rimane pur sempre fondamentale il contatto umano.
    E’ da questo contatto espressivo-comunicativo-emotivo che si è potuta sviluppare quella che è la nostra vita.
    L’eremità rinuncia così non alla socialità, ma all’umanità. In pratica rinuncia alla sua essenza.
    Però Marquito non sono tanto d’accordo quando dici che le persone non possono cambiare il proprio carattere in corsa. In fin dei conti il carattere si plasma sull’esperienza. Sicuramente ci sono delle tendenze che ognuno si porta con sè per tutta la vita. Ma se uno ha l’esigenza di cambiare, con tanta e tanta fatica e determinazione, e soprattutto convinzione, ci riesce in parte. Però poi si va nello specifico, generalizzare sarebbe un errore.
    Diciamo che per quanto mi riguarda, la riflessione rigorosa mi sta aprendo molto. E anche se ti allontana effettivamente dal vivere, ti aiuta anche a capire in che direzione muoverti e come. Ti aiuta in oltre a fare chiarezza su chi sei e chi siamo. A volte i nostri comportamenti sono sorretti da elementi che, agendo in incognito, dirigono le nostre azioni ed emozioni. A volte (anche qui è difficile generalizzare) l’individuare questi elementi latenti può aiutare a comprenderli, ed eventualmente, con costanza, a rielaborarli. E’ però faticoso mettere in dubbio fino in fondo se stessi, se non altro perchè nel momento in cui lo fai sei vulnerabile, sei esposto. E in un mondo che va veloce è sempre più difficile farlo. Ci vuole pazienza per certe cose. Noi siamo la società del tutto e subito.
    Ecco…alla fine mi frego da solo e ricomincio a criticare..

  7. 27
    Marquito -

    @ Leonardo:
    Ciao. Mi fa piacere che parlare con noi non ti abbia procurato altro stress. Diciamo che sul carattere (entro certi limiti) è ancora possibile lavorare, mentre il temperamento non si modifica mai perché è strettamente connesso alla nostra costituzione psicofisica. E’ anche vero che il temperamento rappresenta l’humus di fondo del carattere e che le persone “romantiche”, nella grande maggioranza dei casi, hanno un temperamento piuttosto emotivo e passionale … il che non toglie che possano essere dei formidabili ragionatori :-))
    La persona che ti ha fatto soffrire pareva romaticissima .. ecco; questa è una di quelle cose che si imparano con l’esperienza. Molto spesso, nell’approccio fra uomo e donna, l’apparenza può trarre completamente in inganno. Ci sono donne che a prima vista sembrano dure e aggressive e che poi, quando le conosci meglio, rivelano una dolcezza infinita e un ricchezza interiore sconvolgente. Avrei tante altre cose di cui parlare, ma non voglio correre il rischio di annoiarti. Resta sempre fedele ai tuoi sogni !

  8. 28
    rossana -

    Anonimo,
    nemmeno io ho intenzione di mettere in dubbio le certezze che ti sono utili per meglio affrontare l’esistenza.

    concordo anche, parzialmente, su questa tua affermazione: “Le persone che credono a questo ideale vivono inseguendo dei fantasmi, e saranno sempre perennemente insoddisfatte, perchè è un ideale irraggiungibile.”

    a me è sempre piaciuto inseguire sogni e ideali, tenendo tuttavia ben presente che diventando adulti e maturi non si deve più credere ciecamente al “vissero felici e contenti” di questa favola-mito dell’amore. fra l’altro, di solito la conclusione positiva di questo tipo di favole si colloca proprio al termine delle grandi emozioni, esattamente nel momento in cui ha inizio la vita vera, che perfetta non è mai, in nessuno dei suoi aspetti. anche in amore non si può non fare i conti razionalmente sia con la realtà che gli esseri umani che ci circondano.

    come Leonardo, sento di essere viva soltanto quando amo e sono riamata. percepisco una crescita e un’espansione soltanto quando vivo un confronto serrato con il prossimo. alla soglia della vecchiaia, sono lietissima di aver vissuto così, pagandone tutti i prezzi. mi sento ricca d’umanità, appunto, una ricchezza che mai avrei potuto accumulare se non avessi amato, sia pure con i miei limiti e con i limiti delle persone con cui ho condiviso lunghi tratti di cammino.

    si tratta di aspirare alla luna ma di sapersi accontentare anche del lampione all’angolo della strada. entrambi rischiarano il buio, anche se in dimensioni diverse. inoltre, credo che in questo tipo di passione esista, in modo difficile da spiegare razionalmente, un interscambio di dare-avere quasi sempre molto vicino alla perfezione. i simili si attraggono e si compensano, nel bene e nel male, ed è difficile, sempre, per tutti, raggiungere la piena maturità, la sola che può dare una qualche forma di garanzia di coppia per il futuro.

  9. 29
    LUNA -

    Leonardo, anch’io penso che tu abbia tutto il diritto di lasciare un dibattito, che pure hai aperto tu, quando non hai più voglia di continuare 🙂 quindi non voglio rompere le scatole. Anche perché penso che ciascuno di noi cerca di fare ciò che gli serve in quel momento e serve alle sue considerazioni, anche a difendersi che sia dall’ambiente (se percepito come una minaccia) o da un dolore, o semplicemente a rielaborare un certo vissuto o esperienza mentre sta ricostruendo un nuovo equilibrio.
    Ti dico considerazioni mie su me e poi me ne vado 🙂
    io non so esattamente cosa gli altri intendano per amore romantico, ma per me certe emozioni non sono soltanto qualcosa che cerchiamo negli altri ma ovviamente anche un nostro modo di essere e sentirci.
    è una gioia nostra che siamo in grado di provare. In fondo la mia gioiosa passionalità è la cosa che sino da quando ero bambina mi ha fatto fare le mie cose in un certo modo, che fosse inventarmi un gioco diverso se pure c’erano le regole scritte sulla scatola, appassionarmi ad imparare delle cose nuove, avere un certo tipo di socialità con la gente, ascoltare il mio istinto nel fare una scelta piuttosto di un’altra e portare avanti delle mie scelte “originali”, diciamo così, fino in fondo, a modo mio, e non sbagliare, e anche ridere, e essere più ironica che sarcastica, più leale che cinica… insomma è un mio modo di essere più esteso. ciò non significa che io non sia piena di difetti e cose da migliorare, ovviamente, che non abbia fatto anche i miei ruzzoloni, che sia sempre andata d’accordo con tutti, che non abbia pianto e che non abbia anche una parte introversa e un carattere drek… ma in sintesi quello che voglio dire è che quando ad un certo punto sono stata male e anche senza accorgermi ho chiuso la mia parte “romantica”, chiamiamola così, non è cambiato solo il mio modo di guardare i sentimenti e le relazioni d’amore, ma ho finito con il sentire appannato e differentesofferente tutto il mio modo di essere, in senso più esteso. E, per quanto io avessi bisogno di chiudermi, per quanto io avessi bisogno di essere anche pessimista, per quanto avessi delle ottime ragioni per buttare acqua sul fuoco della mia passionalità interiore… beh, posso dirti che ho sentito la MIA mancanza. Ho sentito nostalgia non solo di un amore che purtroppo era finito e si era rivelato un dramma invece che una gioia, ma ho sentito una fortissima nostalgia di me. Perché sentivo che IO avevo perso la mia tavolozza di colori, e la capacità di vedere sfumature, la mia capacità di appassionarmi in genere… la razionalità, ok… in fondo sono sempre stata razionale anche quando mettevo passione in un progetto, i due… emisferi lavoravano insieme, comunque, per portarlo a termine. Anche gli artisti usano entrambe le parti, creativa e razionale, per portare a termine le cose. Il punto è però che senza la miccia della passione non fai niente. Almeno io funziono così, non voglio dire che debba essere così anche per altri

  10. 30
    LUNA -

    Non a caso, nel periodo più buio, quello in cui non sapevo se mi sarei “riportata a casa” e come, e soprattutto mi domandavo, forse come te, chi volevo diventare, per difendermi meglio, oltre che perché il dolore e la delusione (anche di alcuni tra i miei più costanti ideali) mi aveva cambiata e credevo inesorabilmente… beh, non a caso in realtà ho comunque mantenuto, istintivamente più che inconsciamente, dei canali di espressione che in realtà non differivano molto (anche se si cresce, certo, attraverso le esperienze e anche solo per il passare degli anni e per un bagaglio culturale maggiore e di riferimenti vari rispetto alla seconda elementare) dal mio modo di guardare il mondo da quando ero bambina… uno di questi canali, credo, sia stato il forum.
    Insomma, siamo fatti di molte parti, e, parlo per me, io ho bisogno di tutte le mie parti. capisco più che mai, quando torno ad appassionarmi alla vita, quando torno a innamorarmi delle cose che sto facendo, perché l’idea di non amare più, in senso esteso, o con il freno a mano tirato, da un lato mi difendeva, dall’altro mi faceva stare male e provare una terribile nostalgia di chi ero stata quando ero… me.
    Avendo provato diversi dolori in un tempo breve e avendo provato anche emozioni di tenerezza fortissima per il fatto che una persona vicina sia molto ammalata è naturale, forse, che il mio universo emotivo sia piuttosto sconvolto, tra punte di difesa tipo fort knox (non so come si scrive, pardon) e ipersensibilità estreme tipo coccolino concentrato vedendo due vecchietti che si tengono per mano. Per molto tempo questa… dualità mi ha portato a stare in eremo, e a portare fuori molto di più la mia parte più introversa. anche a pensare cose che non avevo mai pensato sulla vita, anche a soffrire nel pensarle.
    e anche a tirare fuori il mio lato più emotivamente autosufficiente. Ora io forse sono in una fase delle vita in cui, dopo essermi fatta 349090909 domande sulla mia Storia d’amore, e quindi ovviamente sulle relazioni sentimentali in genere, sull’Amore in genere, dopo essermi detta un sacco di cose su cosa l’amore non è stato e non è, mentre rielaboro la fine del mio grande amore, non pensare all’amore e alle relazioni mi fa stare molto più serena. Però forse riesco anche a vedere (oltre alle cose che ho imparato sulla dinamica precisa della mia relazione, che è stata molto pesante per me) che in fondo quella che ha amato con gioia, quando ho potuto amare con gioia, ero io, come da quando ero alta un metro. e che probabilmente se un giorno tornerò ad amare qualcuno davvero sarò contenta di essere me e di non essere diventata un’altra. anche se ovviamente il bagaglio di esperienza mi servirà. io almeno spero che sia così.e sennò ci penserò al momento. ma diciamo che tornare ad essere me, intanto nel resto, non mi dispiace affatto. step by step. scusa lungaggine, ciao 🙂 fai quello che ti senti, ma che sia ciò che ti fa stare bene con te stesso, prima di tutto, no? 🙂 step by step

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