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Lettera pubblicata il 29 Aprile 2010. L'autore, nonsonounwarumono, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao,
penso che la solitudine non dovrebbe spaventarci. Ti parlo del mio caso. Se io ti faccio capire che sono stanca e tu per tutta risposta continui ad avanzare come se niente fosse. E la solidarietà dov’è? Io mi domando questo. Ma purtroppo molte persone pensano di poterti vincere per sfinimento. Questa è la vita. Bisogna resistere quando non si possono cambiare le cose. Ci sono iniziative che ti potrebbero dispiacere. Il gesto ti potrebbe intristire, ma quando corrisponde ad una natura evocata attraverso un carattere (e non ci sono dietrologie) resti nel paesaggio reale. Per paradosso anche un dispetto ti potrebbe indicare la giusta maniera di vivere… ingenuamente potresti essere tentata di uscire dal seminato e l’unica a rimetterci saresti tu, anche se nella vita si può sempre recuperare la propria statura. Quando una persona con la propria mente pensa di poter dominare il reale, non riconoscendo i suoi stessi limiti, ti fa sentire come braccata… ma questo non è l’amore tiranno, perché quello come ti ho detto si manifesta attraverso la natura e consente all’anima di continuare ad ossigenarsi. Il controllo mentale che in genere corrisponde anche ad un controllo degli stati d’animo che vanifica addirittura l’oggetto del proprio amore e il proprio pensiero (della serie:- ma vi pare che io avrei potuto, ecc.) umanamente ti fa sentire una nullità. Non so se si può dire.
[…]Lo dico perché è così che mi sono sentita, ma ho anche rifiutato l’idea che potessi essere io la persona che nella vita non è in grado di concludere niente. Anche se fosse? Il rispetto dov’è? Esiste anche il diritto all’oblio… magari con i tuoi modi potresti portarmi ad essere più concreta (anche se io mi sento fin troppo concreta). Invece… Condanne! Condanne! Condanne! Ma stiamo scherzando. La vita è un attimo… mettiamoci un po’ d’umanità! Io vado avanti per la mia vita con una certezza nel cuore che nessuno mi potrà togliere e non mi sento delusa da nessuno perché questa mentalità non è conforme al mio modo di vedere. Io sono una persona di ampie vedute che non si vergogna di avere anche degli interessi. Non vedo perché dovrei?
Né l’uno né l’altro. In questi anni ho assistito al processo alla madre di un ragazzo che a detta di tutti gli ha creato delle insicurezze. Invece io la penso diversamente. L’istinto materno in una società secolarizzata è difficile da spiegare. Una donna più razionale riesce a dominarlo, ma non ha la risposta a tutte le sue domande. Il ragazzo in questione (ma nel suo ambiente ne ho intravisti diversi con un carattere che per un verso o per l’altro non si prestava al classico corteggiamento) vive in maniera conflittuale il desiderio. Nella vita reale avrebbe bisogno di una compagna. Infatti mi sono più volte domandata se nella sua adolescenza c’è stata qualche compagna di scuola alla quale non ha ritenuto di legarsi per motivi legati, questo sì, ad un tipo di religiosità troppo bigotta nata in un’ambiente abbastanza progressista in cui l’amicizia tra l’uomo e la donna è tenuta in piedi da una mentalità che fa perno intorno alle grandi dinastie industriali che diventano così il centro della vita culturale del territorio. Al nord si gira in bicicletta… le donne di una certa età conservano quest’abitudine. Non si mette malizia in quello che può essere il rapporto tra un uomo ed una donna. L’amicizia alla quale sono abituata io è più elastica e si definisce quando si mettono dei punti fermi nella vita (matrimonio, voto di castità, ecc.)… i rapporti fraterni vengono gestiti come relazioni familiari, in maniera molto spartana…
… dall’esterno sembra tutto molto folkloristico perché le riunioni familiari vengono vissute con uno spirito diverso. Non da tutti, in realtà. Quel che è certo è che si conserva un certo imbarazzo. Si è complici per momenti molto brevi quando gli interessi dividono. Se ti fidanzi con un amico non è uno scandalo al sole… questa frequentazione nel caso del ragazzo in questione è fondamentale. Ti ammira perché non ti può avere, ma non ti desidera perché sa che non può averti dal momento che non sei a conoscenza di questo suo interesse. Solo per questo motivo. Ma lui per giustificarsi con sé stesso fa la vittima. Non potresti mai essere il suo tipo. Quando fai il primo passo ( o comunque un passo) si sente minacciato. Però poi ti vuole. Però poi ti cerca, ma non ti vuole… quindi lo devi aspettare perché lui s’identifica nel cliché del cacciatore, anche se fatica a riconoscerlo e ad aspettarlo. Potrebbero passare anche anni. Come la chiami? Amicizia. Basta neologismi che esasperano delle paure recondite e generano crisi di coscienza. Invece il ragazzo che mi avrebbero voluto presentare non mi ha colpito perché è proprio il contrario di come si dipinge. La nostra immagine non lo avrebbe fatto innamorare. Non mi ha fatto innamorare e non avrebbe fatto innamorare nessuno perché in questo caso il primo passo spettava a me e io non avrei avuto (e non ho) la spinta interiore per farlo perché le sue contraddizioni non purificano le mie intenzioni.
Risposta a nonsonounwarumono; Devo dire che tu mi sembri un sociopatico che sarebbe a dire uno che ” può essere definito come una persona che ha il disturbo antisociale di personalità. Questo disturbo è caratterizzato da un disprezzo per i sentimenti degli altri, mancanza di rimorso o vergogna, comportamento manipolativo, egocentrismo incontrollato e capacità di mentire al fine di raggiungere i propri obiettivi. I sociopatici, nel peggiore dei casi, possono essere pericolosi o semplicemente molto difficili da affrontare ed è importante sapere se ti sei ritrovato con un sociopatico”.
Secondo me se la tua ragazza tu l’avessi mai amata davvero certe cose non le avresti dette. non c’era proprio bisogno di condividere certi particolari. A mio parere sei emotivamente pericoloso. You’re a narcissistic individual. A relational sociopath. Purtroppo siete come il prezzemolo e spuntate da per tutto. Sono passati anni da quando “”nonsonounwarumono”” ha scritto la sua lettera…spero che la poveraccia che frequentava l’abbia finalmente lasciata in pace. Immagino che ci metterà anni (lei) per riprendersi da uno come lui che riesce col suo fascino a darla a bere ad alcuni (forse gli amici e i genitori) .