Buongiorno a tutti!! Vorrei rivolgervi una domanda alla quale non riesco a trovare una risposta: come si fa a distinguere amore dalla possessione? Cerco di spiegarmi: (credo) di amare un ragazzo ormai da troppo tempo mentre lui neanche mi considera; nonostante la mia giovane età, qualche volta mi capita di guardarlo dritto negli occhi e vedere in lui la persona che vorrei accanto a me per il resto della mia vita. Allora mi chiedo: che cos’è ciò che provo per lui?? Amore sconfinato o una semplice voglia di “possederlo”?? grazie mille a tutti.
Lettera pubblicata il 26 Agosto 2012. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore vallerosa.
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Categorie: - Amore e relazioni
Quando nasce l’amore tra persone che hanno una diversa genealogia può capitare di patire determinati atteggiamenti dell’uno o dell’altra. Questo è essenzialmente un problema di comunicazione… il pensiero di sentirsi sottoposi al coniuge (che nasce da una mentalità di tipo aristocratico)in un’epoca in cui la famiglia non vive un’esperienza nel mondo porta a ingigantire determinate problematiche… perché non si capisce che uno dei due interpreta la vita della coppia come un’esperienza. Per tanti anni è sembrato possibile, ma quando l’autonomia si afferma a tutti i livelli è chiaro che molte scelte vengono vissute come delle prevaricazioni… non si riconosce all’uomo la possibilità di fare l’uomo e alla donna di avere determinati pudori. Questa mentalità aristocratica è il terreno che prepara la nascita dei totalitarismi. In buona fede si portano avanti delle battaglie che rafforzano questa mentalità. Per questo la chiesa è ferma nel negare la comunione ai divorziati e risposati… che la famiglia sia un esperienza è un fatto. Tanti sono i rami che cadono e i cognomi che finiscono… il fatto che non si tramandano i nomi è relativo. I rami cadono anche se non li recidono gli uomini. Anche questa mi sembra una grande illusione… le promesse che gli sposi si scambiano sono una vera liberazione… nessuna istituzione laica ti mette sul piatto la libertà di essere peggiore di te stesso. Io e lui siamo veramente come Adamo ed Eva…
… se a sbagliare sono io lui si prende la colpa con me, se sbaglia lui è come se avessi sbagliato anch’io. Nel momento in cui questo gioco si rompe, so per certo che altrove non troverò mai le stesse garanzie… “chi rompe paga e i cocci sono i suoi”. In questa casa non occorre laurearsi alla pontificia università gregoriana per scambiarsi il saluto. Invece il mondo inculca sensi di colpa… divide gli adulti dai bambini e i giovani dagli anziani con le sue calunnie. Allora: come possiamo chiedere la comunione? Non si tratta di un giudizio sulla vita delle persone. Si tratta di differenze oggettive. Il matrimonio religioso è un’esperienza. Prendere o lasciare. La parola fidanzamento crea delle aspettative. Forse dovremmo semplicemente abituarci a chiamare le cose con il loro nome. Siamo conviventi! Qual è il problema? La persona si regola di conseguenza. Quando ero piccola persone plurilaureate dividevano la vita con un compagno e facevano capo alle rispettive famiglie.