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Lettera pubblicata il 21 Luglio 2019. L'autore, Athenais, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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@bottex & Athenais. “Anni ’80, anni ’90″…i “fantastici anni ’60”, e “si stava meglio quando si stava peggio”, e “non ci sono più le mezze stagioni”, “scusi scende”, “a che piano va”, “chi e’ l’ultimo”, e tutti la parafernalia di luoghi comuni che si scambiano in ascensore, nelle sale d’attesa e in tutti quei luoghi dove non si vuole condividere nulla.
La realtà e’ che quando guardi con nostalgia ai TUOI anni ’60, ’70, ’80, ’90 etc., non rimpiangi un tempo migliore, ma piangi per la TUA gioventù finita, e perché TU ti senti vecchio/a. E ti senti vecchio/a non perché lo dice il calendario ma perché hai smesso di vivere il quotidiano e tutti i momenti che fanno parte di ogni fase che questo viaggio comporta.
La vecchiaia e’ solo una fase della viaggio umano. Un viaggio che ha senso se vivi ogni minuto fatto di 60 sec. E se vivi ogni minuto con presenza e intensità, una vita e’ più che sufficiente.
Grazie anche a te @Rossana. È così, è stato un momento in cui tutto poteva succedere, che mi ha segnata in profondità.
Per tanto tempo ho negato tutto, poi mi sorprendo sempre a pensarci…
@glosstar, più che luoghi comuni, rimpiango sinceramente l’era pre social, la scena musicale anni 90 (Tool, Primus, nel 94 uscì addirittura un disco dei Led Zeppelin) e il senso di libertà (oggettivo) di non essere sempre in contatto col tuo vissuto.
Specie vedendo come cresce mia figlia, con quest’immersione costante nel mondo parallelo di IG, delle chat, di Netflix ecc ecc
Per il resto non mi sento e non mi vedo vecchia nè vorrei mai tornare indietro perchè giudico la me stessa 20enne troppo immatura, permalosa e autolesionista. Ciao.