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Lettera pubblicata il 31 Agosto 2015. L'autore, Patry, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Buonasera e cmq grazie a tutti indistintamente x aver espresso opinioni, talora critiche o ciniche, talora più sensibili e riflessive.
Mi preme, alla luce dei vari commenti letti, precisare intanto che non associo l’intimità alle misure…solo che riconosco oggettivamente un pregio del marito nella prestanza fisica (tipica di uno sportivo un po’ fanatico come lui) ma è ora molto più forte l’attrazione per un uomo più modesto corporalmente ma ben più capace di comunicare i propri sentimenti e coinvolgermi con la sua passione, il principale “inadempimento” del coniuge è stato infatti quello di non saper esprimere quel che eventualmente sentiva (solo ora, per recuperare, ci prova).
Quanto alla violenza, beh, certo è stata più verbale che fisica ma non meno offensiva…Purtroppo devo ammettere che è probabilmente vero che non ho mai amato mio marito con la passione che provo ora x l’altro…sia o meno l’anima gemella (ma condividiamo davvero molti interessi oltre alla somiglianza caratteriale) e l’amore della vita cui sto responsabilmente rinunciando (ben lungi da voler fare quelle carognate che, secondo qualcuno, la legge mi consentirebbe…). Mi chiedo invece in cosa davvero consista il consigliato “comportamento da adulti”…Ho varie esperienze sentimentali alle spalle, come il mio mancato amante, ma sono certa che un coinvolgimento simile non l’ho provato a 15/20/25 anni (sfortuna, non colpa, direi) e, se l’amore non ha età, credo coinvolga tutti nello stesso modo con la differenza che proprio l’età matura (e un figlio) mi ha caricato di scrupoli, sofferenza e sensi di colpa che altri magari non hanno…Faccio in particolare tesoro di alcune parole di Gimmy là dove mi invita implicitamente a ritrovare motivi di apprezzamento nell’uomo che mi vive accanto anche se molto diverso da me…In ogni caso ciò che mi succede non l’ho minimamente cercato per noia, certo è venuto alla luce qualcosa che mi mancava e non me ne rendevo conto! Cari saluti
Lo sapevo… niente di nuovo,immaginavo la scelta che avresti fatto.
Non voglio giudicare,ma quando leggo certe storie mi sale un’amarezza tremenda,un altro uomo distrutto e un altra famiglia separata,ma non c’è da stupirsi come dicevo prima siamo nell’era dell’opportunismo e dell’egoismo,come potevi resistere a questa opportunità che riguarda te stessa? Poco male se qualcuno ci soffrirà tantissimo,l’importante è che TU non soffra…
Ti inviterei a leggere le decine di lettere pubblicate da uomini lasciati dalle compagne per sentire il dolore immane che provano,ma sono sicuro che è tempo perso,ormai la tua mente è totalmente inebriata dalla novità e dalle promesse di felicità trasmessa dalla relazione clandestina.
Da un lato mi fa sorridere la tua storia,sorprende tantissimo costatare che le persone che tradiscono sono tutte uguali,scaricano la colpa sul partner,pensano che la nuova storia sia quella giusta ect. cara Patry,non sei diversa dalle altre,la tua storia è una fotocopia di centinaia di altre storie,non sentirti speciale,anzi se vuoi essere diversa e spiccare dalle altre assumiti le tue responsabilità e ammetti le tua colpe,sei stanca della solita minestra e vuoi sentire nuove emozioni,non dare la colpa al tuo povero marito…
Patry,
equilibratissimo e molto apprezzabile il tuo commento. Hai analizzato tutto quanto molto bene.
Personalmente ammetto la rottura di un patto famigliare soltanto quando l’attrito fra i partner renda insostenibile per almeno uno dei due la quotidianità. Di recente, però, si va facendo strada l’idea alla Anna Karenina (all’epoca tanto riprovevole da indurre l’autore a far morire suicida la fedifraga) che sia lecito lasciare un amore finito o mai esistito per viverne uno apparentemente più coinvolgente di tutti i precedenti.
Avere esperienze in merito dà ovviamente un ottimo metro di misura. Tuttavia, non si dovrebbe mai perdere di vista il concetto che non si può avere tutto in un essere umano e che sempre l’entusiasmo dei primi tempi si stempera comunque nella successiva routine di coppia.
La decisione non può che essere soggettiva, legata soprattutto al tuo temperamento, che può essere maggiormente orientato alla sicurezza e all’altruismo, oppure alla sincerità del sentimento e all’egoismo. Scoperto l’altarino, ora non puoi fare a meno di decidere fra i due uomini.
Il mio Patry, vuole essere un invito a ripensare, le ragioni che ti hanno spinta verso tuo marito ed apprezzarne aldilà del suo aspetto fisico le qualità caratteriali che te lo hanno reso hai tuoi occhi l’uomo della tua vita. Non tutti sono capaci di esprimere i loro sentimenti, molto spesso lo si da per scontato, e non sanno invece quanto sia gradito ascoltare il suono di determinate parole dette da una persona che ama. Comunque sia un uomo che riconosce i suoi errori e si prodiga in tentativi per recuperare il rapporto, è senz’altro un uomo d’ammirare; vuol dire che ci tiene alla sua famiglia e anche se non gli appartiene l’uso dei complimenti o delle smancerie a suo modo, vuole dimostrarti di essere l’uomo di cui ti sei innamorata. Forse se gli avessi fatto presente prima, che ti sentivi trascurata e non amata come avresti voluto, magari ora non saresti cosi avvolta dalla passione mentale per qualcun altro. La donna per sua natura ha bisogno di continue conferme, e le prove dell’uomo sono come degli esami che non finiscono mai.
L’uomo deve faticare in termini d’impegno nel corteggiamento e di capacità d’incamerare possibili scacchi molto più di quanto sia costretta a fare la donna, che finisce per essere sempre quella che sceglie (è così anche nella maggior parte delle specie animali).
Una volta conquistata la preda, però, di solito l’uomo ne diventa il dominatore. La donna, invece, resta legata all’immagine di sé come di quella a cui tutto è dovuto e tutto le deve essere di continuo rinnovato, come nel corteggiamento.
L’idiosincrasia che si viene a formare deriva dal fatto che l’umanità ha voluto rendere permanente l’evento temporaneo del congiungimento amoroso (volto o meno alla procreazione, in quanto gli umani non fanno sesso soltanto nei momenti favorevoli al concepimento). Da questa scelta, orientata alla famiglia e alla trasmissione di eredità (un tempo soltanto di diritto per i figli legittimi) ricade sia la pretesa culturale che l’amore, precipuamente sessuale, debba durare per sempre, sia lo scarso impegno dell’uomo medio nel mantenere vivo il sentimento della donna nei suoi cofronti.
Non stupisce di conseguenza che, non essendo più costretta a vita ad accettare “quanto passa il convento”, la donna possa riprendere a guardarsi intorno, più o meno volontariamente, percependo possibilità di maggior gratificazione esistenziale.
Fino a ieri, per l’uomo la donna era un complemento mentre per la donna l’uomo era l’intera vita. Oggi non so più né cosa sia per l’uno, né cosa voglia e cerchi l’altra (prima orientata quasi solo esclusivamente alla famiglia): tutta la vasta gamma della relazione fra i sessi sembra in totale stravolgimento!
Patry, tante autorevoli teorie per una sola constatazione: che tra te e tuo marito non è mai sbocciato il vero amore, quella cosa fatta di intese sottili, complicità e “comunicazione” soprattutto, che lega una coppia un giorno dopo l’altro in maniera indissolubile, tanto che nessun “terzo” puó ambire di interrompere.
L’altro è semplicemente la realizzazione – o l’illusione – di un bisogno che col padre di tuo figlio non avevi mai soddisfatto evidentemente. E non soddisferai mai se non ne parlate guardandovi negli occhi e fate la radiografia del vostro rapporto, per “vedere” quello che c’è dentro veramente. A volte si “recita” una parte inconsapevolmente, non avendo altri parametri cui rifarsi, e perchè non ci si è “conosciuti” abbastanza per capire cosa realmente si vuole. Il matrimonio, come istituzione, molto frequentemente diventa il palcoscenico di queste “rappresentazioni”.
La vita è una sola e non va “recitata”, va vissuta, sforzandosi di cercare quella libertà che ci fa essere noi stessi, qualcuno la chiama egoismo, io onestà.
Tocca a te trovarla.
“Quanto alla violenza, beh, certo è stata più verbale che fisica ma non meno offensiva…”
La violenza verbale non è certo meno sgradevole di quella fisica. anzi, non è nemmeno detto che sia meno dannosa. una frase o una parola possono fare molto più male di uno schiaffo.
“La vita è una sola e non va “recitata”, va vissuta, sforzandosi di cercare quella libertà che ci fa essere noi stessi, qualcuno la chiama egoismo, io onestà.
Tocca a te trovarla.”
Golem, poi come fa una donna a non volerti conquistare!! 🙂
Non ci vuole molto perchè succeda Maria Grazia, basta essere se stessi, e non “recitare”, appunto. Il grosso problema nelle relazioni umane è che la maggior parte di noi recita la parte di ció chè “crede” di essere, anche senza renderse conto, come abbiamo potuto constatare anche su questo forum. Io li sgamo (quasi) subito, sia i “veri” che i “tarocchi”, ignari o consapevoli che siano questi ultimi, categoria questa ridondante per numero rispetto ai “veri”.
È così. La protagonista di questo thread è una donna intelligente, si capisce, ma che probabilmente ha “recitato”, forse inconsapevolmente, una “parte” nella sua vita, ed oggi, alle soglie dei cinquanta, un “disturbo” dell’anima a le dice che forse è ora di capire chi si è e cosa si vuole dalla vita, e cosa DARE a questa. Perchè la Vita non è la mamma che ti perdona le birichinate, un romanzo rosa che ti fa sognare, o “grigio”, che ti fa “bagnare” o peggio ancora un forum virtuale dove “rifugiarsi”. La VITA non ti perdona di averla IGNORATA per inseguire le favole. E se il “biglietto” per lo spettacolo che è la VITA VERA lo paghi prima, con quella sempre dolorosa ricerca della verità e della libertà di cui parlavo, quello per l’illusione e la finzione lo paghi alla fine. Ed è molto più salato, perchè è la vita stessa il prezzo, che è stata sprecata.
Ciao honey.
“La VITA non ti perdona di averla IGNORATA per inseguire le favole.”
no Golem. Non te lo perdona.