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Lettera pubblicata il 9 Marzo 2016. L'autore, Bradamante, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La storia è lunga Sandro, e ne ho spiegato le ragioni in un anno di esposizione della mia tesi sul vero significato della parola amore. Per me l’amore è come la Pace: non può essere unilaterale.
Ma posso capire cosa intendi, so cosa vuoi dire, ma come ho detto in più occasioni, l’amore si fa in due, e non basta sentire di avere amato per aver “fatto” un amore, così come non si fa un bambino ogni volta che si fa l’amore. Ci vogliono DUE “entità” che si fondano insieme, come nel concepimento, che lo “vogliano” entrambi, più un qualcosa di “magico” perchè “nasca” quella Cosa, che una volta nata va “allevata”, e con cure quotidiane. Proprio come si fa con una creatura.
Non voglio fare troppa retorica, ma se un amore si interrompe, è perché quell’amore come lo intendo io non c’è stato. Quando c’è non finisce che con la fine della vita.
Sia stata illusione, fraintendimento, sesso o qualunque altro motivo, ma un amore NON si lascia. Non lo farebbe nessuno, sarebbe come lasciare la vita. Se lo si fa è perchè non si sta lasciando un amore, ma qualcos’altro. E chi resta, invece, non rimane “almeno” con il “suo” amore, ma con l’illusione di questo. L’amore invece è quanto di più “reale” possa esserci nella vita, anzi È la vita.
Ma non è un regalo del destino, quello lo è per l’incontro tra i due semmai, l’amore è un’altra cosa, e va “fatto”. Proprio come la Natura fa il bambino noi possiamo “fare” l’amore. È l’unica vera “creazione” che ci è concessa, ed è l’unica cosa che ci rende simili alla divinità, o a Dio per chi ci crede.
“Non voglio fare troppa retorica”
invece, A MIO AVVISO, la definizione che Golem da dell’ Amore è l’ unica, qui, che possa definirsi attendibile. l’ unica a non essere intrisa di retorica.
Bradamante,
evito di ripetere le considerazioni di Gimmy, con cui concordo pienamente.
“indagare i propri sentimenti è molto difficile” – è forse fra le analisi più ardue e complesse ma estremamente utili, se le si porta avanti con un minimo di assiduità e di onestà nei confronti di se stessi.
c’è da chiedersi come hai potuto affiancarti per sei anni a un uomo che consideri “così prepotente, arrogante, concentrato su se stesso” (la scoperta del “meschino” è forse recente)… potrebbe darsi che al momento della scelta, quando eri ancora molto giovane, queste connotazioni ti risultassero attraenti mentre ora ne vedi chiaramente le distonie con il tuo temperamento.
secondo me, a vivere e ad amare, come in tutti gli altri contesti in cui è necessaria l’esperienza, s’impara vivendo e amando, consapevoli che non sempre si può ottenere quello che più si desidera. quanto alla giustizia, temo che questa non si applichi proprio per niente ai sentimenti…
Tra l’ altro guardate un pò cosa ho trovato in rete a ulteriore sostegno delle tesi di Golem sull’ “ammore”:
“Lo psicologo Gordon Gallup ha pubblicato sull’Archives of Sexual Behaviour un’interessante ricerca, dopo aver analizzato i casi di 300 donne. Divertirsi con il partner stimola la produzione di ossitocina e di seratonina; il primo è l’ormone responsabile del buonumore, in grado di combattere lo stress, il secondo un neurotrasmettitore che ha funzione anti depressiva. Non male, vero? Come dire che fare l’amore è meglio di molte pillole e degli psicofarmaci.”
A questo punto mi sembra chiaro che ci si deve arrendere all’ evidenza. e cioè che certe passioni altro non sono che la ricerca del replicarsi di un piacere simile a quello vissuto dai tossicodipendenti dopo l’ assunzione delle loro droghe preferite. Nulla o poco a che vedere, quindi, con il romanticismo e l’ amore incondizionato e ingovernabile..
MG, la cosa è risaputa a certi livelli, ormai anche filosofici, ma è chiaro che essendone noi investiti in prima persona riteniamo in buona fede che sia frutto di “sentimenti”. Come se questi arrivassero da un entità astratta invece di essere il prodotto di una funzione elettrochimica innescata da funzioni istintuali, corroborate da sensazioni di malessere psicologico, come negli esempi che sto per proporre.
Se prendiamo Tommy o Francesca come indicazione di come sia fraintesa quella sensazione, ci troviamo tutte le caratteristiche fisiologiche delle crisi di astinenza, non per niente quegli ormoni hanno la desinenza in “ina”, come eroina, cocaina e anfetamina. Ma come vuoi che la gente comune chiami questo “ardente desiderio” di un’altra persona IN QUEI TERMINI DI OSSESSIONE? Amore è ovvio. Ma è solo desiderio, “fame” di “piacere” se va bene. Se si conoscessero meglio certi fenomeni, che Omero già conosceva, citandoli nell’Odissea con la bellissima allegoria di Ulisse e le sirene, su LaD parleremmo di calcio.
Nessuno ha intenzione di far cambiare idea al mondo al riguardo, perchè, salvo rari casi, non pesa sulla bilancia della spesa sanitaria, a parte qualche tentato suicidio con successivo ricovero, il resto è tutto a carico del soggetto innamorato. Figurimoci, con il business che ci gira intorno a quell’amore, dai romanzi, ai film, ai profumi, alla biancheria, San Valentino, i fiori, i profilattici, i matrimoni, i viaggi di nozze, i regali di Tommy. 40 mila euro! Mi immagino Gaudente come avrebbe investito quei quattrini, traendone maggior beneficio.
Anche “l’amore” risente delle impostazioni paradigmatiche della cultura nel quale nasce, è inevitabile. E laddove c’è un business che muove il capitale in un certo modo, perchè impedirlo? Se c’è un pazzo che spende certe cifre per “star male”, di chi sono i c....? Come per l’ipocrita, finta lotta alla droga, ma senza il peso dei tossici, che costano alla comunitá. Ma ti pare che non si avrebbero i mezzi per stroncarla, che oggi ci contano anche i peli sul deretano con la tecnologia che c’è? L’unico modo per “capire” a fondo veramente le cose è acquisire un’altra…cultura, cioè quella vera, lontana dalla sottocultura mediatica, quella lontana dai luoghi comuni e dalle illusioni, e fare delle riflessioni in merito al vero significato di quel (e di altri) troppo malinteso sentimento, avendo strumenti e cognizioni adeguate finalmente.
Fintanto saremo solo dei “tubi digerenti” deambulanti verremo sempre controllati nelle nostre scelte da chi in quegli “intestini” ci schiaffa dentro quello che gli pare, facendoci persino credere che siamo noi a volerlo.
Lo ripeto per l’ennesima volta come paradigma dei tempi che viviamo appunto, più di cento milioni di vendite di “50 sfumature di Grigio” la dice lunga sulla lunghezza di quegli “intestini”. A 10 metri a testa sono un miliardo di metri. Mille chilometri. Una cagata mostruosa, proveniente solo da quel romanzo. Figurati con il resto del “bisiniss” tosa.
Vedi Golem, per me non è un problema ammettere che certe mie passate attrazioni, che io credevo “Amori”, in realtà non lo erano. ma in questo non ci vedo niente di degradante. per me è solo e semplicemente un ammettere le cose come stanno ( o come stavano ). Ho idea invece che per altri, come ad esempio le persone che in questo forum vivono una storia passionale credendo di “amare”, sia sopratutto una QUESTIONE DI ONORE, un problema di ORGOGLIO la necessità di veder riconosciuto il loro sentire come autentico sentimento d’ amore, come se l’ ammettere che si tratta di altro fosse deplorevole ai fini della descrizione della loro vicenda. Per quanto mi riguarda non è così: una storia, un vissuto passionale, un’ emozione, per me non perdono di valore solo perchè non sono paragonabili all’ Amore Vero ( che presuppone una durata indeterminata del rapporto e un progetto in comune tra le due persone che ne sono direttamente coinvolte ). L’ Amore Vero presuppone inoltre una totale armonia tra i due partner – tuttalpiù interrotta sporadicamente da crisi passeggere e di poco conto – perchè si compiano i due presupposti cui accennavo subito prima.
Ricoscere tutto questo significa riconoscere un dato di fatto, non sminuire ciò che si è vissuto, se questo non rientra nella categoria di quelli che per me e per te sono i veri amori.
io potrei benissimo, anche in questi giorni, continuare a pensare e a desiderare la vicinanza di un uomo che mi ha ferita e fatta soffrire. ma se sono matura e compiuta, so riconoscere quel desiderio PER CIO’ CHE E’, non per quello che molti altri tenderebbero erroneamente a classificarlo. questo però non mi fa sentire “sporca”, “sbagliata” e non all’ altezza. ecco, penso che sia questo il loop in cui cadono persone come Francesca, come Tommy, ecc..ecc…. il rifiutare l’ idea che solo il sentimento amoroso ( inteso proprio come VERO AMORE ) possa essere una sensazione “eticamente accettabile” nel campo degli interscambi relazionali. è una questione di “perbenismo”, insomma. come lo è stato probabilmente nel caso delle due vicende che ci hanno coinvolto più profondamente e direttamente: quella vissuta da tua moglie prima di sposarti, e quella che io avevo vissuto con l’ ormai famoso bandito.
fermo restando, ovviamente, che la cultura imperante dell’ amore romantico-e-sofferto smuove un business gigantesco, e fermo restando che Gaudente saprebbe senz’ altro come impiegare meglio tutti quei soldi! 🙂
Ma d’ altronde lui ( insieme al dissacratore ) sembra essere dotato di una facoltà preziosissima quanto rara: il più assoluto pragmatismo.
Ora, da brava veneta ( anche se solo “di adozione” ) torno al mio, di “bisiniss” 🙂
Analisi corretta MG. La scelta di vivere il sogno al posto della realtà è possibile, rientrando nelle facoltà che attengono alla libertà di pensiero di ogni uomo. Ma se un “sognatore” cerca “conforto” nella realtà quando il sogno si rivela per quello che è, deve aspettarsi (dovrebbe, purtroppo) che questa realtà gli faccia sapere come stanno le cose realmente. Con la sofferenza assicurata logicamente. Come sta succedendo al povero Tommy, e alla latitante Francesca, e chissà a quante altre milioni di “cuori pazzi”.
Non importa cosa e come si sia vissuto, la cosa importante per ogni nostro futuro che si rispetti, è che il passato che il presente vengano giudicati per quello che è stato o è, e non per quello che vogliamo credere sia o sia stato.
Non si progredisce verso la migliore conoscenza di noi stessi e di quello che ci circonda – e quindi che “vogliamo” – se continueremo a illuderci anche per il passato come per il presente. Se non saremo oggettivamente critici e razionali nel valutare i fatti che ci riguardano resteremo fermi in quel punto fintanto non lo leggeremo come si dovrebbe.
Come ho detto cento volte, la fantasia è il più straordinario strumento dell’intelligenza, ma anche il più pericoloso. Esplode facilmente trasformandosi nello stato allotropico della realtà: l’illusione.
Ciao garota de Ipanema.