Non mi è facile scrivere questa lettera. Da un lato, dopo una lunga assenza su questo sito, sento nuovamente un gran bisogno di descrivere quello che provo in questo periodo e di confrontarmi con altre persone. Dall’altro, dopo aver riletto la mia lettera “L’amore da adulti” (di cui questa vuole essere un seguito), quasi mi sono stupito osservando come allora abbia già detto quasi tutto quello che stavo iniziando a scrivere ora, e come in pratica la mia posizione non sia cambiata di una
virgola. Cercherò quindi di descrivere quello che penso con parole nuove, evitando di scrivere una copia di quella lettera, anche alla luce di alcune riflessioni nate in questi ultimi mesi.
Al centro del mio discorso, il mio scetticismo ormai definitivo sull’iniziare una relazione da adulti. Forse, sui sentimenti in generale. Mi sembra sempre più che la stessa idea di decidere di vivere tutta la vita insieme a una persona sia un’invenzione degli uomini, una forzatura…O meglio, qualcosa che ha senso quando si è giovani e spensierati, quando grazie all’ingenuità, ai sogni, alle illusioni di quegli anni, sì che aveva senso perdere la testa per una persona, desiderarla e
sentirsi felice insieme a lei. Condividere le bellissime esperienze di quegli anni, crescere insieme, magari insieme alla stessa compagnia di amici…Poi pian piano diventare adulti, quasi senza accorgersene poichè ci si vede ogni giorno…E ritrovarsi verso i 30 anni ormai uniti da tutti questi ricordi ed esperienze condivise, accettando ormai le emozioni forti appartengono al passato, che sì, buona parte del rapporto è diventata routine (ma tanto prima o poi non è qualcosa che accade a
tutti?), ma andando avanti accettando che questa è la vita, ma felici per aver costruito qualcosa con una persona. Una volta in fondo era così…penso ai miei nonni, ai miei genitori…Una volta magari erano solo i vip che cambiavano partner ogni pochi anni, si sposavano più volte anche in età avanzata eccetera.
Ovvio che chi si ritrova single a 30 anni non sempre ne ha una colpa, anzi. Premetto subito che escludo da questo discorso tutti quelli/e che hanno scelto di rimanere single per scelta e preferiscono continuare a godersi la libertà e le eventuali avventure che possono capitare…scelta di vita che ormai condivido sempre di più. Tra gli altri, c’è chi magari è stato lasciato dopo una storia molto lunga, magari proprio una iniziata ai tempi dell’università, quando da parte sua c’èra invece ogni intenzione di costruire in futuro insieme. C’è chi non ha trovato quella “giusta” e ha preferito restare solo piuttosto che accettare compromessi. Ci possono essere mille diversi motivi.
Ma per tutte queste persone…ha senso iniziare una relazione a 30 anni, ormai adulti? O meglio…ha senso innamorarsi? Può succedere?
Perchè quando guardo le coppie nate da poco tra i miei coetanei, anche quelli che si definiscono “innamorati”, mi sembra di percepire che mettersi insieme a questa età
sia quasi una farsa, qualcosa di molto egoistico. Facendo una generalizzazione, che comprende indifferentemente ragazzi e ragazze, vedo che da un lato ci sono quelli di carattere introverso, con pochi amici, scarsa vita sociale, che avvicinandosi ai 30 magari perdono anche i contatti con queste conoscenze (magari sposate o già con figli e quindi meno disponibili) e iniziano a sentirsi terribilmente sole…E quando trovano qualcuno sì che sono felici, dicono al mondo che sono innamorati, che stanno bene…Quando dall’esterno è evidente che quello che amano non è tanto il partner ma più l’aver scacciato la solitudine, l’avere qualcuno che “c’è” sempre, con
cui avere la possibilità di uscire, andare al cinema, organizzare le vacanze. Dall’altro ci sono quelli più sicuri di sè, spesso benestanti e con un bell’aspetto, che frequentano solo persone simili a loro e che si mettono con una persona più per ragioni “sociali”…
Ma io non ho mai più visto nessuna coppia così affiatata e con una complicità così profonda come vedevo tra le coppie 10-15 anni fa. E qui posso arrivare finalmente al punto centrale della lettera. Da giovane ricordo bene che il sentirmi “innamorato”, o più razionalmente, attratto da una ragazza era qualcosa che sentivo dentro, che mi faceva essere felice, star male, mi faceva provare delle emozioni. Era proprio questo che mi faceva desiderare di stare con una ragazza, cercarla, passare del tempo insieme…ancora più che la semplice attrazione sessuale. Oggi, invece, se all’età di 33 anni all’improvviso qualcuno mi cancellasse la memoria, e non fossi più a conoscenza della favoletta per cui le persone si mettono insieme, sentirei il bisogno di cercare qualcuna con cui condividere il resto della mia vita?
Introdurre nella mia vita qualcuna ormai già adulta, con il carattere fatto e finito, che ha probabilmente alle spalle magari due o tre storie molto serie più diverse avventure, che ha vissuto i suoi anni più belli con qualcun altro, che ormai ha i suoi giri di amici, le sue compagnie, le sue abitudini? Riuscirei mai a vedere una persona così come “donna della mia vita” e pensare un giorno ad una famiglia insieme?
Perchè come ho detto c’è una differenza abissale tra chi arriva a questa età con una persona che conosce da anni, con cui è quasi cresciuta insieme, e che in pratica è
anche una grande amica, rispetto a chi si ritrova a cercare una persona già adulta sul cui passato non sa nulla. Penso ad esempio a me stesso. Io per fortuna ho coltivato molte amicizie, tra tutte le persone che conosco ce ne sono almeno dieci (ragazzi e ragazze) con cui ho condiviso serate, viaggi, serate, con cui ho diversi conoscenti in comune su cui possiamo chiacchierare e scherzare…Ormai sono loro le persone con cui ho una confidenza e una complicità molto profonda, così come
qualunque ragazza possa incontrare adesso l’avrà con altra gente a me sconosciuta…Ecco, sapete una cosa? Tutte queste persone per fortuna riesco a vederle ancora relativamente spesso…Ma è proprio quando mi metto un po’ a pensare al futuro, e mi chiedo se tutto questo andrà avanti per sempre o se pian piano presi dai vari impegni ci ritroveremo sempre più soli, che “cedo” e mi prende un po’ di paura della solitudine e quasi sento nuovamente il desiderio di trovare una ragazza.
Ma se per assurdo tutti questi amici mi promettessero che per tutta la vita loro ci saranno sempre, che ogni weekend organizzeremo qualcosa, e così ogni estate e ogni capodanno, e così via, sentirei davvero l’esigenza, arrivato ormai alla mia età senza che questo tipo di legame ci sia con una ragazza, di iniziare una relazione con qualcuna?
Voi potrete dirmi…bè se inizi una storia adesso tra qualche anno avrai con questa ragazza proprio quel rapporto che vorresti…Ma il punto allora è, si può costruire questo rapporto a questa età? Così come le amicizie più profonde e vere sono quelle che nascono tra i banchi di scuola (i miei “amici” sono ancora gli ex compagni di liceo o università, mentre i colleghi e altra gente conosciuta negli ultimi anni restano in ogni caso conoscenti), non so se possibile creare questo a 30
anni…Proprio perchè ormai il carattere è bello che formato, si è troppo razionali, si è capito fin troppo bene come gira il mondo, siamo più freddi e distaccati.
Mi sembra proprio che “amore” e “mondo adulto” siano due concetti che si escludono a vicenda.
Poi francamente se conoscessi qualcuna che per qualche strano motivo mi suscitasse ancora qualche interesse (ho già parlato nella scorsa lettera come per quanto mi riguarda sia impossibile che una persona possa far ancora provare delle emozioni adesso…ma magari mi sbaglio), passati i primi giorni, di cosa mai potremmo parlare?
Cosa sentirei il bisogno di dire io a lei e lei a me? Tornando al discorso di prima…non sarebbe soltanto una forzatura per paura di restare soli? In una ipotetica vacanza insieme non mi divertirei di più, non mi sentirei più a mio agio, non avrei più cose di cui parlare con i miei amici (e lo stesso ovviamente per lei)?
Poi, e qui concludo, penso alle ragazze…Ma prima di giudicare quello che dico leggete fino in fondo perchè non vorrei sembrare offensivo.
Parlo ora dal punto di vista maschile.
Le ragazze mi sembra che cambino molto di più di noi uomini dai 20 ai 30 (sono sempre valori indicativi)…Che differenza abissale c’è tra la ragazza 22enne, studentessa, carina, solare, magari un po’ timida, o magari un po’ maliziosetta, con quei modi di fare e di parlare che fanno perdere la testa a noi ragazzi, e la donna 30enne, ormai adulta, presa da impegni di lavoro, più seria, più fredda, più razionale…Voglio dire, è normale che si cambi…ma cosa è che vi fa innamorare in una donna ormai adulta? Per quanto mi riguarda, per quanto mi sforzi non riesco più a trovare nulla che mi spinga a desiderare di passarci del tempo insieme e creare un legame. Se appunto ci sei diventato adulto insieme, giorno dopo giorno, è un altro paio di maniche…Il che non è un’offesa, non c’è nessuna critica nelle mie parole. E’ un discorso legato proprio ai soli sentimenti…Una donna adulta la puoi ammirare per il carattere, per il suo lavoro, la puoi trovare interessante, affascinante…Ma così come ne puoi trovare interessanti moltissime altre…Non mi sembra proprio possibile che a questa età si possa trovare quella che ti colpisca in un modo particolare, che trovi diversa, che faccia scattare non dico il colpo di fulmine ma almeno una scintilla che ti spinga a proporle di uscire e a volere conoscerla meglio. Non so, molti parleranno di amore maturo, più profondo di quello da ventenni…ma a me sembra sempre lo stesso discorso, qualcosa legato alla paura di restare soli…Quello che considero come amore maturo è proprio quello tra le coppie che a 30 anni sono insieme da moltissimo tempo e, vissuta ormai l’età delle grandi emozioni, si ritrovano legate da ricordi comuni e da un legame ormai di affetto e di amicizia.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso
Non mi vergogno di ammettere che in trent’anni non sono mai stata fidanzata, proprio mai, ma questo non significa che nei prossimi quattro o cinque anni non possa decidere di sposarmi. La decisione è sempre personale, la mia volontà di prendere un impegno con lui farebbe la differenza. Quindi da questo punto di vista l’amore non ha età. Se mi parli dell’amore romantico penso che questo sia impraticabile, nel senso che subentra un legittimo imbarazzo. Forse è proprio questa la ragione che mi ha spinto a non legarmi mai… basta un regalo per imbarazzarmi. All’orizzonte non c’è un progetto e io dovrei sentirmi “ a gratis” qualcuno; senza offesa ma mi reputo una persona abbastanza umile e sono consapevole che non potrei accettare da una persona che non fa parte della mia famiglia un regalo impegnativo. Non penso di meritarlo
Scusa,senza polemica,ma per me hai scritto una marea di sciocchezze.
Nella lettera hai ripetuto le parole “a questa età” un sacco di volte.Se ti senti vecchio e fai tutti questi discorsi a 30 anni,stiamo freschi.
Sei poco più che un ragazzino,so che per un ragazzo i 30 anni possono essere traumatici,ma ne devi vedere ancora di cose…alla tua età ho avuto quasi gli stessi dubbi,ma ero giovane allora.Sei demotivato,fra qualche tempo cambierai idea,possibilmente senza farti influenzare dai catastrofisti che scrivono anche in
questo forum.
Scrivi:
“Introdurre nella mia vita qualcuna ormai già adulta, con il carattere fatto e finito, che ha probabilmente alle spalle magari due o tre storie molto serie più diverse avventure, che ha vissuto i suoi anni più belli con qualcun altro, che ormai ha i suoi giri di amici, le sue compagnie, le sue abitudini? Riuscirei mai a vedere una persona così come “donna della mia vita” e pensare un giorno ad una famiglia insieme?”
Un pò di sana gelosia retroattiva non guasta mai,ma non farti sopraffare da questi pensieri,la realtà è diversa.Tutti abbiamo un passato e qualche errore alle spalle,la donna perfetta,santa e “giusta” non esiste.Esiste la donna che ci ama e basta.
Sai che le storie che iniziano da adolescenti sono quelle che meno arrivano alla maturità? Perchè si cambia,si cresce,cambiano gli interessi e gli obiettivi,e la persona che a 20 anni ci sembrava perfetta poi non lo è più.Le storie servono a farci maturare e diventare quello che siamo,quindi a dispetto delle tue teorie,la persona più adatta la troverai proprio da ora in poi,rilassati.
Auguri.
Scusa se sono piuttosto drastico. La tua lettera e’ quanto mai noiosa e sembra scritta più da un adolescente impaurito che da un adulto di 33 anni.
Quel che emerge chiaramente e’ la tua paura di vivere e la fuga nella teoria della relazione perfetta, che nel tuo caso coincide col guardare indietro. Il risultato e’ che vivi nel passato (e’ da vedere se poi tu mai ne abbia avuto uno con una donna), temi il futuro con tutte le sue incognite e ti perdi l’unica occasione che la vita ti offre, quella di vivere il tuo presente. Passato e futuro sono tempi che non esistono: o sono andati o devono ancora accadere. Ma tu nel frattempo, con quelle che sono soltanto seghe mentali, ti fotti l’unico tempo che ha un senso, il presente.
Le tue seghe mentali sono alimentate dalla paura di diventare “grande”davvero, di combattere per il “cibo”, di tirare fuori gli attributi e scendere nell’arena con i tuo pari, più affamati di te. E allora fuggi dandoti l’alibi che non ti interessa…se non e’ perfetta, una relazione con una donna non la vuoi nemmeno…Ma le relazioni si costruiscono in corso d’opera e soltanto un cretino penserebbe di trovare la donna della sua vita a priori. La donna della tua vita e’ una realizzazione che accade MENTRE vivi la relazione, non prima a tavolino.
Tu stai soltanto scappando da una relazione autentica e profonda con un’altro essere umano, sia esso una donna o un uomo…sei soltanto un’adolescente che ha paura di mettersi in gioco, e pertanto difficilmente riuscirà a crescere.
Se non cambi i fattori della tua equazione, difficilmente otterrai un risultato diverso.
Auguri…e non buttare via i tuoi anni migliori.
G.
P.s. La cerchia degli amici che descrivi, ovvero l’ambiente che ti sei scelto, non mi pare brilli per intraprendenza. Il primo passo verso la “liberazione” potrebbe anche passare attraverso il cambio di frequentazioni in favore di gente che abbia voglia di vivere e ti insegni come si fa.
Mm81,
“Mi sembra proprio che “amore” e “mondo adulto” siano due concetti che si escludono a vicenda.” – per me sono due facce della stessa medaglia: c’è chi preferisce il preludio e chi l’intera opera, con i suoi momenti buoni e quelli strascicati.
l’ideale sarebbe viverli in sequenza, senza pretendere che la seconda parte sia vivace quanto la prima. in ogni caso, concordo che, in linea generale “la stessa idea di decidere di vivere tutta la vita insieme a una persona sia un’invenzione degli uomini, una forzatura…”.
il matrimonio è stato più che altro inserito a termini di legge nel contesto sociale per il bisogno di riconoscimento di eredi legittimi a fini successori oppure per la necessità economica di essere in coppia per meglio sfangare l’esistenza, magari con l’aggiunta di braccia da parte di figli, deputati, in seguito, a dare protezione alla vecchiaia.
oggi tutto questo sembra non essere più mandatorio, per cui i costumi, favoriti in particolare dalla pillola anticoncezionale, si stanno delineando in modo diverso. siamo in una fase transitoria, in cui c’è comunque maggior libertà per tutti.
per una risposta più esplicita alla tua domanda di fondo: gli amori giovanili sono più frequenti, più freschi e più istintivi, in quanto il progetto di vita non sempre è parte fondamentale della relazione; quelli maturi sono molto più rari ma spesso più intensi e più duraturi, in quanto basati su temperamenti ormai abbastanza definiti, con maggior capacità di scelta razionale.
Sinceramente non capisco come fai a idealizzare le storie tra ventenni. Ma prova solo a pensarci: due università, magari due città distanti, poi altri due stage, poi tirocini, la vita professionale da costruire, etc.
Credi che tutto questo rinsaldi una coppia? No, tutto questo allontana le persone motivo per il quale io penso il contrario: un sentimento profondo e duraturo può nascere solo tra persone adulte, definite e che sanno come organizzarsi, nei limiti del possibile naturalmente, il proprio futuro.
La tua età, che è pure la mia, credo sia la migliore per verificare la possibilità di unire la propria vita con quella di qualcun altro.
In passato diverse volte mi è stato chiesto di “impegnarmi” veramente o con convivenze o sposalizio.
Ma come fai a fare scelte del genere se non sai nemmeno che lavoro fare e hai appena terminato l’università?
Credo che ora, con un mestiere che più o meno mi da da vivere, con qualche relazione finita da tempo o finita da pochissimo che mi ha dato l’esperienza giusta, possano essere fatte le scelte migliori.
Almeno per evitare i quaranta anni di età ed avere figli a carico, divorzi, zero lavoro e mutui/debiti da non saper pagare.
Pian piano cercherò di rispondere a tutti, per ora mi concentro su quello che ha scritto glosstar.
Allora, in parte ti do ragione. E poi visto che hai toccato l’argomento, del mio passato ne ho scritto ampiamente nelle mie lettere precedenti, qui ho evitato di riscrivere la mia storia…Comunque con le ragazze a causa di timidezza e altri fattori ho iniziato tardi, verso i 25…da allora sono cambiato molto e ho avuto altra storie anche se piuttosto brevi.
E sono il primo a dire che in parte questo mio modo di vedere le cose dipende dal mio passato…Non aver vissuto le diverse tappe all’età giusta, essere “cresciuto” da questo punto di vista non perchè ho vissuto di persone certe esperienze, ma osservando gli altri e quasi sforzandomi di cambiare certi atteggiamenti che avevo da ragazzo per avere un comportamento da adulto.
Ma come ho detto, non so poi quanto quento conti nel mio discorso.
Tu parli di relazione da costruire, rapporti profondi…così come in molte altre lettere si parla tanto di questo amore maturo, di sacrifici…Non so, a me questo fa quasi sorridere. Ripeto, chi l’ha mai detto che un uomo e una donna debbano vivere una vita insieme? Questo costruire un rapporto ecc…ha senso? E’ così complessa la vita? E me sembra tutto molto più semplice…Ha senso da giovani quando ogni emozioni è moltiplicata per mille e ci sentiamo speciali, e vediamo speciali gli altri…
Ma adesso è qualcosa che proprio non capisco.In questi ultimi anni non sono stato chiuso in casa a farmi pippe mentali anzi…Sono uscito forse più che in passato, ho frequentato diverse compagnie e conosciuto molte ragazze nuove…ma non importa quanto belle, sveglie, “interessanti” fossero…La scintilla che mi portava ad interessarmi a qualcuna, a chiederle il numero, provare ad uscirci, è svanita. E proprio perchè non capisco cosa mai potrei costruire adesso, cosa potrebbe sorprendermi in una persona…[continua]
[continua]
A questa età sappiamo come va il mondo, di esperienze ne abbiamo fatte, qualunque ragazza possa conoscere come mai potrebbe stupirmi…E poi ripeto, ha davvero senso questa storia del rapporto profondo, del costruire qualcosa? Esistono delle coppie che vivono tutta la vita questo amore profondo? Non è tutta una nostra illusione?
Tra le coppie che conosco, di qualsiasi età, non ne conosco una che viva dopo qualche anno di relazione questo magico amore che sembra l’obbietivo di chi inizia una storia…Dopo pochi anni le emozioni iniziali svaniscono, diventa un po’ tutta routine…Perchè noi umani siamo così, qualcunque cosa abbiamo, per quanto bella, dopo un po’ diventa una cosa normale e perdiamo interesse…Pensa solo ai vip miliardari che hanno tutto (sia oggetti materiali) che donne meravigliose, e dopo un po’ vanno in depressione e si tolgono la vita…
Secondo me dobbiamo vedere tutto in modo molto più semplice…E poi ammetto che magari è un mio difetto ma per me l’unica strada per inziiare una storia con una ragazza è PRIMA notare qualcosa di interessante in lei (non parlo di colpo di fulmine o di vederla subito perfetta) e quindi iniziare ad uscirci…Non beccare la prima che trovo basta che sia single e allora sforzarci di uscire e di far nascere a forza questo sentimento misterioso col tempo…
L’amore più emozionante e travolgente l’ho provato a 23 anni e poi a 46. Ti assicuro che l’età non è una componente fondamentale tale da poter modificare il desiderio o l’essenza di ciò che prova.
Premetto che ho 29 anni e sono single dopo una bella storia di 9 anni finita con maturitá e grande cura da parte di entrambi.. Il dolore c’é sempre e anche l’incertezza nel reinventarsi in un nuovo progetto di vita. La sfida più grande, sto capendo sulla mia pelle, é quella di stare cosi bene da soli, di costruirsi un castello cosí solido, cosi traboccante d’amore che non si sarà più costretti ad andare in giro con uno spinotto a cercare negli altri quelle prese d’amore (che con questi presupposti si rivelano irrimediabilmente prese per il culo!) da cui attingere attenzioni e tutto ciò che crediamo ci manchi. Non potremo più giocare al teatrino del “li trovo tutti io” o del “non c’è nessuna ormai degna di fiducia”, perché non ci mancherà nulla e gli specchietti per le allodole non ci attireranno più! Parlare del fatto che non ci sono più le mezze stagioni distrae dal problema principale che é: Ma prima di mettersi a cercare qualcuno, ci si é trovati in se stessi? Come si fa a pretendere dagli altri se prima non cerchiamo la nostra integrità?? E noi cosa abbiamo da dare, se diamo solo sperando di ricevere con ingenuità? Dobbiamo crescere molto, ragazzi e ragazze! I piagnistei sono concessi solo ai bambini.
Marinella: un post saggio. Non si può cercare negli altri quello che non siamo in grado di darci noi stessi.
Un applauso.