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Lettera pubblicata il 1 Febbraio 2016. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Laulippi.
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>>> Il risultato di questa interazione “falsata” è tanto più grottesco quanto è scarsa la consapevolezza e la cultura del soggetto. Allora abbiamo quelli che delegano la loro immagine alle dimensioni del pene, quelli che si comprano o noleggiano il macchinone, quelle che si innamorano di Robert perchè pensano che l’amore sia quello che vedono nei film, e quelle che decantano il ruolo di amante – essendolo – come la punta di diamante della modernità e della liberazione femminile, ma anche quelli che vedono le madonne a Medijugorie come caso limite. Tutti “pregiudizi di conferma”.
Questa “confusione”, che chiede una ragione del perchè, è il risultato di una scientifica spersonalizzazione sottoculturale del singolo individuo, che deve poter “reagire” agli stimoli del “consumismo” in maniera ottimale per gli scopi di questo, giacchè una visione “critica” delle situazioni inficerebbe i grandi investimenti capitalustici che cercano di ottimizzare produzione e consumo.
Detto ciò, se questa visione ti persuade, puoi immaginare come questi comportamenti “deviati” si riversino nelle relazioni sentimentali, con i risultati che puoi immaginare in termini di “confusione” anche in quelle relazioni che dovrebbero preludere a dare il meglio di sè, ma quello vero però. Invece questo accade raramente, e quando svanisce il profumo dell’innamoramento e si sente il vero odore dell’altro, i conti spesso e volentieri non tornano.
Per dire, quel famoso “amore” mitizzato di mia moglie era un poveraccio capitato al posto giusto nel momento giusto, che agli occhi di una giovane donna appariva un “vincente”, quando in realtá ostentava solo “l’impressione” di esserlo, proprio perchè sapeva di non esserlo, come poi è stato dimostrato. Ma a lei piaceva ricordava l’epicitá di certi momenti, più che la figura del personaggio in sè, ricordo di emozioni giovanili come rifugio dalla “monotonia” dal quotidiano. Una delle tante fughe dal reale.
Conoscere sè stessi e non farsi condizionare dai “pregiudizi” di cui accennavo, in amore come in altri momenti importanti della vita, sono i punti cardine attorno ai quali dovrebbe girare la nostra esistenza per darle un senso che “realmente” fosse nostro, altrimenti avremo vissuto quella voluta da qualcun altro. Cioè NON avremmo vissuto.
La ricetta è quella di “amare” sè stessi prima di tutto, cioè, “costruire” la propria VERA identitá con lo stesso metodo che poi si userà con l’amore della propria vita: senza barare o fingere di essere. Da soli nel primo caso e in due nel secondo, per arrivare, se si avrà fortuna, a diventare uno solo di due, (il vero miracolo dell’amore) sino alla fine della vita, e quindi di quell’amore. Perchè ciò che vive la realtà muore, dando senso al “percorso” compiuto. Non muore solo quello che NON esiste, come certi amori di fantasia.
Quel percorso sarà la nostra personale Divina Commedia. Perché se “è Amor che move il Sole e l’altre stelle”, questi si “movono” perché l’amore è VERO, NON SOGNO
Bye Michelle.
“Sii ciò che sei, perché se fossi ciò non sei, non saresti ciò che sei”
Dante Alighieri.
Che complicato Golem, pero` si condivido il tuo discorso. A volte, vedendo come molti uomini e donne cercano di conformizzarsi al modello che sembra risultare “vincente” al momento (esempio gente che si fa mille selfie da pubblicare su facebook e instagram…), mi viene voglia di lasciar direttamente perdere perché mai potrei adattarmi a questi nuovi modelli proposti e che sembranno avere successo perché adatti alla visione delle nuove generazioni.
Mi ritengo abbastanza fortuna perché non tutti quelli della mia di generazione si sono conformati con questo, per cui riesco ancora a trovare persone con cui conversare senza dover postare tutto cio` che si fa o si dice sui social, senza interrompere la conversazione per farsi una selfie e senza stare attaccati a quel c..o di cellulare per tutta la durata dell’incontro.
Eppure questi sembrano diventati i criteri di attrazione e per dimostrare al mondo quanto si vale.
A questo punto la domanda che mi sorge spontanea e`: come si sviluppera` questa cosa in futuro?
Purtroppo una cosa del genere mi sembra possa solo peggiorare nel tempo.. (brividi!)
Michelle, ma se ci pensiamo bene, tutta questa tecnologia ci rende autonomi ma isolati, e l’isolamento non può che produrre solitudine ovviamente, perchè in realtà NON comunichiamo veramente con gli altri: diamo “messaggi “. L’interazione umana ha bisogno di TUTTI i sensi per “capire”. Ma non parlo solo di internet, dove è fin troppo evidente che la mancanza di “contatto” fisico impedisce la “comprensione” completa dell’altro, ma anche di quei rapporti “normali” che però sono alterati dai “messaggi” pilotati di cui ho parlato. Perché manca il “tempo” per il piacere della comunicazione. Ecco perché si delega, anche inconsciamente, ai “segnali”. Macchinone, tacchi 12, estetica, atteggiamenti, denaro e quant’altro. Servono per “accorciare” i tempi dell’approccio se parliamo “d’amore”, ma non solo, perchè “manca” il tempo infatti, giacchè più o meno volontariamente ci riempiamo di impegni.
Anche i luoghi frequentati sono in realtá centinaia di solitudini che non comunicano. Alcuni anni fa mi iscrissi ad una palesta vicinio casa mia. Ho pagato sei mesi e ci sarò andato cinque volte. Tristissimo. Una fabbrica con catena di montaggio. Tutti seri, impegnati a diventare più “belli”, in una rincorsa della “carota” che quella sottocultura di cui parlavo l’ultima volta ci costringe ad inseguire senza mai raggiungere.
Dove deve andare oggi una ragazza come te per “conoscere” qualcuno? In discoteca? In palestra? Al “brunch”? Dove? Tutti luoghi codificati da un “rito”, e la ritualitá è sinonimo di recita , di “rappresentazione” non di “verità” non so se mi sono spiegato.
Si finisce sulla rete, come stiamo facendo noi in questo momento. Si possono incontrate persone piacevoli certo, come lo sei tu e altri su questo forum, ma l’interazione è “VIRTUALE” in tutti i sensi. Immagina invece se questo fosse un forum “vero”, come le piazze dei paesi o delle cittá di diversi decenni fa. Dove la gente per parlare “DOVEVA” incontrarsi le sensazioni che ne derivavano erano assolutamente “totali”. Il vociare della gente, i bambini che schiamazzano, la musica dal bar, le campane che annunciano una funzione, l’odore del cibo che arriva dalle case; capisci la differenza? Immagina me e te in un bar “normale “, davanti a un caffè o ad una bibita a fare questa chiacchierata, senza fretta. Tu che osservi la mia mimica, io che noto come sorridi o come ti siedi. Centinaia di “messaggi” ci dicono molto dell’altro, più delle parole, e tutto accade “naturalmente” perchè sono tre milioni di anni che comunichiamo così. Oggi non più. Siamo on line con decine, centinaia di persone, su FB, Twitter e altri “social” che non sono sociali per niente perchè non creano una vera relazione umana.
La societá del consumo ci isola scientemente per creare desideri che richiedono denaro, e quindi prodotti, finanza e … consumo, e lo fa perchè se ci dicesse che per essere felici (sereni via) bastano 4 o 5 cose nella vita: salute, un lavoro, una casa e qualche affetto, salterebbe il SISTEMA.
Bye Michy
Michelle, in merito al tuo post n. 37.
Purtroppo, e te lo dico per esperienza diretta ed indiretta ultratrentennale, sono molte le donne di oggi che non conoscono se stesse.
E se sembra che da un lato facciano del male a se stesse dall’altro fanno del male, e molto, a chi sta loro vicino, che ignaro dei loro malesseri, che spesso nascondono, credono di vivere amori veri. Mentre il realtà c’e’ un sottile quanto diabolico inganno. Ovviamente non mi sembra il caso di Laulippi che anzi, i suoi malesseri li evidenziava con forza.
@diablo è vero che manifestavo i miei malesseri ma è altrettanto vero che ho esagerato con gli atteggiamenti e modi e ho fatto errori che una persona matura non dovrebbe fare..e forsè non c s ‘accontenta” mai…non c sarà mai una persona fatta perfetta e apposta x noi…e a volte anziché pretendere che l’altro assomigli il più possibile alle nostre aspettative bisognerebbe vedere quanto altro di bello e appagante ci dà. Io continuo a dirmi di averci perso un ragazzo speciale. E ora mi trovo a lottare contro questo mio carattere che m ha portato a perdere lui
I malesseri li manifestavo ma forse avrei dovuto prendere il buono che aveva…di pregi ne aveva tanti ma forse non ci si accontenta mai…la persona perfetta per noi fatta a nostra immagine e somiglianza non esiste…ma il problema è che se sapessi di non aver commesso errori e di non essere stata esagerata non starei a questo punto ma mi direi “ok tu lo hai amato ma x lui non è stato così”. Invece no mi rigiro nelle colpe e non mi perdono il non averlo fatto stare bene e sereno nella relazione
Diablo,
Senza dubbio senza consapevolezza si fa del male a se stessi e agli altri.
E appunto il discorso che facevo anche con Golem riguarda quello, cioe` comportarsi in un determinato modo in nome dell’amore, quando tutto e` fuorché amore.
Credo sia appunto piu` una tendenza femminile purtroppo, forse perché le donne in generale sono piu` in cerca di affetto e senso di sicurezza rispetto agli uomini, e quindi spesso si buttano in relazioni senza pensare bene alle conseguenze future.
Laura,
Quando ci sentiamo tristi, arrabbiati, frustrati ecc.. e` fondamentalmente perché i nostri bisogni (fisici ma soprattutto psicologici) principali, che sono sicurezza, affetto, stimoli/cambiamento, riconoscimento, autonomia e coerenza con nostri valori) non vengono incontrati.
Tu razionalmente puoi dirti quanto vuoi che la persona che hai al tuo fianco e` brava, buona, gentile, di valore ecc.. ma se la tua parte emotiva non sente questo, non ci sara` verso di fartela andare bene.
Se poi ci aggiungi il fatto che spesso quando siamo piccoli i genitori ci insegnano a reprimere questi bisogni essenziali, giudicandoli male o appunto non soddisfandoli adeguatamente, cresceremo con una bassa autostima e non ci accorgeremo nemmeno di quali siano questi bisogni, per cui tenderemo a metterci in situazioni in cui le persone a noi vicine non li rispetteranno (e come potrebbero, se nemmeno noi stessi lo facciamo?), e a reagire in mado molo perché le emozioni represse in un modo o nell’altro spingono per uscire allo scoperto.
Per questo ti ho fatto il discorso del connettersi con la parte piu` profonda di se` stessi e capire di cosa davvero si ha bisogno per poter prima di tutto prenderti cura di te, rispettarti e darti tutto cio` di cui necessiti emotivamente, e in secondo luogo affiancarti a qualcuno che a sua volta riuscira` a vederti per cio` che sei veramente e, di conseguenza, a rispettarti e darti cio` di cui hai bisogno.
Secondo me al momento hai una grande occasione che e` appunto quella di esplorare parti di te che non avevi considerato prima.
Michelle, ma questo fa male e non sai quanto a chi sta dall’altra parte e che magari è convinto che l’altra persona stia bene.
Spesso, al giorno d’oggi, le donne si innamorano dell’amore e non della persona che hanno a fianco.
La persona a fianco, in questo caso un uomo, è un essere umano e non una figura astratta.
Con tutti i pregi e difetti che un essere umano può avere.
Noi siamo, molto spesso, più razionali e tendiamo ad amare l’altra persona per quello che è. Fermo restando che alla lunga, con una donna troppo diversa da noi, non resistiamo troppo.
Ma credimi Michelle quando ti dico che è devastante sentire una donna che hai amato e che credevi ti amasse, che ti rinfaccia il tuo trascorso con lei, perché in sostanza subiva ed accettava, facendoti però credere il contrario.
Laulippi, tutti noi commettiamo errori, li commetto io, li hai commessi tu. E’ vero, la persona perfetta non esiste, però non hai fatto altro che manifestare il tuo malessere verso ciò che non ti andava bene. E, a mio parere hai fatto benissimo
E credimi quando ti dico che non sono gli errori fatti o non fatti a determinare se era amore o no.
E’ un po’ come con un figlio: pensi che un genitore non commetta mai errori nei confronti di suo figlio ? E questo vorrebbe dire che non lo ama ?
Togliti dalla testa i tuoi sensi di colpa perché non è quello il problema.
Laura, anche a te dico che non credo che il tuo ex ti abbia mollato perché manifestavi i tuoi malesseri.