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Lettera pubblicata il 1 Febbraio 2016. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Laulippi.
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Good job dear.
(Sei ancora in Inghilterra?)
Si ma sono appena tornata da un viaggio stupendo di 18 giorni in Argentina!! Tu tutto bene? 🙂
Non fatico a crederci. Ci andrò uno di questi anni.
Io sto benone. Con l’inglesina ho trovato quello che auguro a te, quindi…
Un salutone gaucha.
Golem,
Ho letto i tuoi commenti 248 e 261 della lettera http://www.letterealdirettore.it/io-amante-2/comment-page-25/#comments
Come sempre ti faccio i complimenti, perché esprimi in modo approfondito ed elegante la differenza tra l’Amore e l’innamoramento: come il primo sia dato dalla nostra volonta` di crescere e far crescere un rapporto, di affrontarne l’evoluzione sostenendo la relazione giorno dopo giorno, con la persona giusta e con un progetto a lungo termine, mentre come l’altro finsca appunto con il classico “e` stato un grande amore, ma e` finito”.
E` vero, la maggior parte della gente, come emerge spesso su questo sito, confonde alla grande le due cose, il che alla fine di un presunto amore, portera` a rigettarsi nella stessa situazione mille altre volte uscendone con lo stesso risultato (cosa che ho fatto anch’io per anni senza rendermene conto).
L’unica cosa che vedo che crea confusione nelle discussioni con gli altri e` il fatto che tu ti riferisca all’innamoramento come spinta sessuale/ormonale, e che suscita molte reazioni soprattutto da parte di donne che dicono di agire in nome dell’amore.
Su questo vorrei fare una precisazione, perché spesso alla spinta sessuale/ormonale si unisce una spinta ancora piu` potente, cioe` quella di certi meccanismi mentali squilibrati che portano alla dipendenza affettiva, all’annullamento di sé stessi, al riporre la propria felicita` negli altri, alle piu` grandi illusioni.. Ho notato che e` proprio questo che qui viene confuso con l’Amore, ed e` per questo che molte donne qui succubi di queste dinamiche si ostineranno a dire che il sesso non c’entra, e che stanno agendo in nome dell’amore.Forse se parliamo di una situazione dal punto di vista maschile sara` piu` forte la spinta sessuale/ormonale, ma da quello femminile, e parlo per esperienza personale, molte volte sono quei meccanismi mentali ad annebbiarci totalmente la mente.
La consapevolezza e` l’unica cosa che puo` finalmente spingere a spezzare la catena e a prendere strade diverse, ma e` ovviamente la via piu` dura, che hanno preso persone come Maria Grazie ed Ets, perché prevede un percorso di solitudine, un’ accettazione dei propri limiti, una sfida proprio verso essi e verso le pulsioni che per anni ci hanno guidati nella direzione sbagliata. Soprattutto cio` che fa paura e` il senso di incertezza, sapendo che si sta abbandonando una strada famigliare percorsa e ripercorsa negli anni, senza avere alcuna idea di dove la nuova strada portera`. E` rinascere, ricostruirsi`, conoscersi per davvero e imparare ad accettarsi e apprezzarsi senza il bisogno che lo faccia qualcun altro per noi, insomma costruire quella relazione di Amore prima di tutto con sé stessi.
Nell’altra lettera Dany dice “scelgo la felicita`, e la mia felicita` e` lui”.
Ecco.. proprio di questo parlo..
Ciao Golem 🙂
“Nell’altra lettera Dany dice “scelgo la felicita`, e la mia felicita` e` lui”.
Ecco.. proprio di questo parlo..” (Intendevo riguardo i meccanismi mentali!)
Gentile Michelle, chiacchierare con te non è mai tempo sprecato, e di questo mi compiaccio.
Forse non sai che io solo cinque anni fa ignoravo questa differenza, essendo stato a mia volta “vittima” inconsapevole di questo incredibile quanto comprensibile equivoco che accompagna tutti nella vita. Ho voluto condurre una modesta ricerca sull’argomento per…amore. Quello verso l’unica donna della mia vita con la quale credo di aver raggiunto quella matura consapevolezza di cui fai cenno. L’ho fatto per “capire” perchè certi “grandi amori” restano scolpiti nella memoria anche e soprattutto quando NON sono stati amori, ma solo “speranza” d’amore, arrivando ad impedire che l’amore come lo intendo ORA io (e lei) possa riuscire a crescere come dovrebbe.
Non voglio dilungarmi oltre su spiegazioni di natura fisiologico-sentimentale, ma se leggiamo attentamente le lettere di tanti utenti che manifestano tra il disperato e l’ansioso le loro pene d’amore, potremo facilmente ritrovarvi un “bisogno” più di natura “fisica” che non spirituale. Alla fonte di queste esigenze NATURALI vi è soprattutto la giovane età (ma non obbligatoriamente) la mancanza di esperienze pregresse che facciano riflettere, e l’educazione collegata al temperamento. Il risultato di questo cocktail è una specie di “bomba” emotiva che è pilotata dagli ormoni, che ci indirizzano verso un parter che, per una serie di motivi anche casuali, si è trovato nel posto giusto al momento giusto, e quando scatta quell’alchimia, si diventa “dipendenti” di certe sensazioni tanto quanto un tossicodipendente. Se a questo vi aggiungi l’educazione di cui parlavo, che può contenere “scompensi” etico morali indotti dalla cultura da cui si proviene, che nel caso di mia moglie erano quelli di una disciplina “vittoriana” imposta dalla deliziosa, anglosassone madre di lei, ecco che un incontro a vent’anni con il tipo che è capitato nel posto giusto al momento giusto, nella mente di una “brava” ragazza di quel tipo (e non solo) cosa diventa? Amore. E come lo vuoi chiamare altrimenti, visto che non ci sono esperienze alle quali rifarsi per dare il nome che meriterebbe?
Questo enorme, dolcissimo equivoco può diventare uno scoglio insuperabile se si pensa che la vita amorosa debba rifarsi a quelle sensazioni costanti per meritare l’appellativo di amore tra due persone che vivono la vita vera. La realtà è che da un tenero inganno, come quello che la natura ci regala per farci accoppiare,e riprodurci, se non comprendiamo che quello è un innesco istintuale che “travalica” la nostra volontà, passiamo la vita ad inseguire questa chimera che, sì, ci offre sensazioni paradisiache ma non lo fa mai “gratis”.
Ecco allora che fioccano lettere del tipo “come mai dice di non amarmi più”, “Sto con mio marito da 20 anni ma desidero Robert”, “io lo amo ma per lui sono solo un’amica”, e chi più ne ha più ne metta. Tutti amori inesistenti, e tutti innamoramenti svaniti o non ricambiati, ma che in qualcuno restano SCOLPITI come MITO >
> specie se NON si sono potuti concretizzare in funzione di quel DESIDERIO che è di natura sessuale, sempre e comunque, ma che la soggettiva educazione, come dicevo, induce a moralizzare secondo i parametri che la cultura del momento impone.
Il sesso femminile tende ad essere molto più selettivo di quello maschile per ragioni istintive assolutamente ragionevoli. Un partner che ti “piace” non basta a una donna come a un uomo, la Natura chiede anche che questo “potenziale” partner riproduttore ci assicuri la sua presenza nel caso di una gravidanza, per motivi ovvi che avrai certamente intuito. Il fatto che oggi non esisterebbero più le esigenze del neolitico, non significa che questa valutazione non venga fatta a livello inconscio, visto che milioni di anni di evoluzione hanno fatto sopravvivere il “carattere” più adatto nei due sessi. La dolcezza e la pazienza è, in linea di massima, diventata una caratteristica femminile, gradita al maschio che in genere è (era, ormai) più aggressivo e meno tollerante. E arriviamo ai giorni nostri, dopo un paio di millenni di cultura cattolica, di madonne immacolate e donne angelicate, per arrivare al romanticismo e chiudere con 50 sfumature di grigio. Tutti sogni di sesso sublimato in…amore, per i motivi che ho spiegato, e che abbiamo nel DNA di default direbbero gli informatici.
Per non farla lunga, quando ho scoperto che il rapporto con mia moglie, per tutti i motivi che riguardano la vita di tutti giorni, si stava lentamente sfilacciando sino a non desiderarci più, ho scoperto che lei si “rifugiava” ogni tanto nei ricordi (teneri, quasi ingenui per un’ultraquarantenne) del primo “amore” della sua vita, non ricambiato peraltro, e che lei ha inseguito inutilmente sino a quando l’ho conosciuta e oltre.
E’ possibile costruire quello che ho descritto come amore con un’idea “alterata” di quel concetto? No.
Tre anni di discussioni, durante le quali abbiamo sviscerato ogni aspetto che ci riguardava per capire cosa si era realmente l’uno per l’altra, e alla fine, dopo due crolli che ci stavano portando alla separazione, ci siamo riusciti. Abbiamo capito gli effetti “dell’illusione” e di quali conseguenze può avere sulla crescita sentimentale di un individuo. Abbiamo capito anche quello che tu hai giustamente citato riguardo ai condizionamenti pregressi e alle dipendenze che ne derivano, che si aggiungono al famoso cocktail come rafforzativi del “gusto”, ma col risultato di ubriacarci prima.
Oggi, e da qualche anno, è tutta un’altra cosa, che ho cercato di spiegare in altre occasioni, ma che ha a che vedere con la VOLONTA’, unica vera dotazione personale dell’essere umano.
Per questo motivo dico che laddove non abbiamo nessun “merito” nel provare certe sensazioni, non potei chiamare amore qualcosa che è indipendente dalla nostra volontà, ma innamoramento, o nevrosi in certi casi. Altrimenti dobbiamo trovare un altro termine per quella costruzione lenta, paziente che dura una vita e che si fa in due.
Ciao Michelle.
Michelle, ho dovuto interrompere per mancanza di spazio quando non avevo ancora dato una opinione sull’esempio di Dany che hai portato.
Ho già detto all’interessata cosa ne penso. In certe situazioni si fa di necessità virtù per darsi una giustificazione accettabile di una relazione chiaramente sbilanciata.
Dal mio punto di vista è uno dei tanti compromessi ai quali si deve ( si vuole, piuttosto) sottostare per tentare di compensare carenze più pesanti, e sentirsi comunque ancora “vivi”. Poi senti, se è qui a leggere e intervenire nelle storie di altra gente è perché qualcosa deve ancora capire di queste situazioni, secondo me. Chi viene a esporre una situazione sentimentale che lo riguarda è perché a quella situazione manca qualcosa. Non mi convince una dichiarazione di “felicità” così pubblicizzata. Io stesso dopo la “trasformazione”, ho rari “sprazzi” di felicità è un costante senso di “serenità. Quelle “felicità” stanno aspettando il famoso momento del “non mi piaci piú”, che riporterà tutto alla realtà. Come sempre.
Il suo è uno dei classici esempi di “bisogni” spesso innocentemente egoistici trattati da entrambe con tenerezza e affetto che assomiglia all’amore come la cicoria col caffè. Certo, mille volte meglio che coricarsi a 50 anni senza nessuno a cui pensare. Ma in quel caso, come mille altri analoghi, ognuno sta pensando a sé stesso. L’amore addavenì.
Ciao Michy
Caro Golem,
Quando vivevo ancora in Italia mi sono iscritta alla facolta` di Psicologia, che ho frequentato e poi purtroppo abbandonato, per problemi economici e famigliari. La mia materia preferita era “Biologia del comportamento”. A parte che il professore era un uomo fantastico con una mente brillante e un carisma eccezionale, riusciva a tenere viva l’attenzione di tutti senza alcun problema durante tutta la lezione, e io rimanevo come incantata..
Comunque i miei temi preferiti gia` allora erano appunto i comportamenti umani e animali legati all’istinto di riproduzione e di sopravvivenza, quindi il discorso della selezione fatta istintivamente dalla donna, dovendo appunto scegliere il patrimonio genetico migliore da tramandare e, in aggiunta, assicurarsi che il partner fosse abbastanza affidabile da rimanere durante la gravidanza e nei primi anni dalla nascita del piccolo per provvedere alle esigenze di entrambi. A quanto pare questo periodo in linea di massima e` di 3 anni (arco di tempo che appunto coincide con il periodo dell’innamoramento), e finito questo periodo critico, la sopravvivenza del piccolo sarebbe gia` “garantita”, per cui il legame dei genitori non sarebbe piu` stato indispensabile.
La riflessione che mi nasce spontanea e` che ormai questo istinto col tempo si e` affievolito, in quanto la donna ha tutti gli strumenti per provvedere al piccolo senza necessariamente avere un uomo accanto, e se in piu` uniamo il fatto che i requisiti per la sopravvivenza umana nel mondo occidentale non sono piu` quelli del passato, anche i criteri con cui una donna scegliera` che patrimonio genetico da tramandare saranno diversi.
Per questo credo che la confusione sia tanta al momento. Le cose sono cambiate da un punto di vista istintivo e anche da quello socio-culturale, e sinceramente vederci chiaro per me e` dura, e la domanda che mi sorge spontanea e` “su quali criteri scegliamo il nostro partner ora?” Ci sono molti piu` fattori che entrano in gioco, tra cui appunto quei meccanismi squilibrati di cui parlavo.
Se lo sviluppo della mente umana ha portato, da un lato, alla creazione di grandi cose, dall’altro e` un po` come se fosse andato in tilt, perché ci creiamo in un certo senso dei problemi che non esistono, o che un tempo non sarebbero esistiti perché tutte le energie venivano impiegate per sopravvivere e per assicurarsi la riproduzione.
Le emozioni hanno anch’esse una funzione adattativa e dovrebbero orientarci verso determinate scelte. Il problema sorge quando questo meccanismo viene appunto danneggiato, e lí capire in che direzione andare e` dura..
Complimenti ancora a te e alla tua inglesina per il percorso che siete riusciti a fare, vi auguro un futuro sereno e gioioso 🙂
Ciao Michelle, se ti sei avvicinata alla Psicologia conoscerai le cosiddette “Bias”, (http://www.pensierocritico.eu/files/Bias-Cognitivi–Sintesi-.pdf) una forma di autocondizionamento cognitivo che ci indirizza in una direzione che inconsciamete desideriamo. Una di queste è il cosiddetto “Pregiudizio di Conferma”. In pratica in una situazione per la quale dobbiamo prendere una decisione sulla base di indicazioni critiche contradditorie tendiamo a scegliere quella che “sembra” confermare le nostre aspettative. È un bias tra i più pericolosi. Specie per i piloti d’aereo che si fidano più dei loro sensi che degli strumenti che indicano situazioni diverse, con le conseguenze che puoi immaginare.
Nell’ “in- amoramento” succede spessissimo. Anche se la situazione oggettivamente indicherebbe di prendere una certa decisione riguardo alla relazione, la presunzione di conferma che ci proviene dall’istinto che muove il desiderio ci spinge a fare altro, andando a “trovarci” le ragioni che lo confermino. È successo a mia moglie con quella specie di amore e a migliaia di donne ( e uomini) imbrigliati da una coercizione fisiologica alla quale NON POSSONO rinunciare, e i motivi li ho spiegati con l’esempio, un pò esasperato ma efficace, del tossicodipendente che sta male per 23 ore in attesa di una sola ora di quel piacere.
Oggi le interazioni che intervengono nell’ambito decisionale che attengono ad una relazione erotico-sentimentale, sono sconfinate rispetto anche solo a 50 anni fa, questo per un bombardamento di messaggi “sottoculturali” di natura eminentemente consumistica, che altera le ragioni “essenziali” del rapporto “sentimentale”.
È ovvio che se 10.000 anni fa bastava un maschio forte e aggressivo che procurasse il cibo mentre tu allevavi la prole, oggi questo, salvo casi rarissimi, non ha più molto senso, nonostante la liberazione femminile non abbia raggiunto la completezza che la metta alla pari del maschi sotto il profilo umano. Tuttavia, ancora oggi nei casi di scarsa acculturazione sommata all’inesperienza, questo genere di antica modalitá di selezione del maschio forte e volitivo o della femmina dolce e fedele, e magari vergine, ha amcora molti seguaci. In mancanza di “cognizioni” co si affida all’istinto o al pregiudizio di conferma.
Questo mi sembra forte e volitivo? Ottimo, sará la sicurezza che manca a me. Questa è dolce e vergine, bene, farà figli solo miei e non mi tradirà. Forse aggiungerei.
Perchè anticamente, e non fino a tanti anni fa nessuno poteva “fingere” quello che non era, in quanto le conoscenze di natura sentimentale si creavano in ambiti socialmente limitati, nei quali si sapeva tutto di tutti. Oggi sì, finge spesso e volentieri, soprattutto inconsapevolmente, proprio perchè “non ci si conosce” realmente, nè singolarmente nè in maniera interpersonale, e la nostra cultura sociale occidentale è sostenuta più dall’apparire che non dall’essere, e quello che si cerca di trasmettere è un’immagine al passo coi tempi. >>>