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Amicizia vera, una rarità se si è altamente sensibili

di Saturnine

Ciao a tutti,
Sapete cosa sono le persone “altamente sensibili”?
Mi presento: sono una donna, ho passato i 30, sono sposata felicemente, non ho figli e per ora non ne desidero, amo gli animali e ne ho diversi, faccio sport quotidianamente a livello agonistico, mangio sano, ho tempo libero perchè lavoro in proprio, non sono ricca ma alla fine del mese ci si arriva con meno rinunce di altri, quindi in generale sono una persona, da fuori, vista come molto fortunata.
Ecco, qui inizia il problema.
Nonostante una vita in apparenza soddisfacente, io dentro non sono felice.
Sono quello che si definisce una persona “altamente sensibile”.
Se non avete familiarità con questo argomento, vi dico che non vuol dire essere particolarmente sensibili (molti lo sono, ma è una cosa diversa), non vuol dire essere suscettibili o piagnoni, è semplicemente uno stato biologico con cui si nasce e lo posso sintentizzare in questi brevi punti:
– gli stimoli esterni del mondo vengono sentiti e percepiti molto oltre il normale limite delle persone
– si vive in uno stato costante ti attenzione allertata, notando ogni sfumatura di voce, di espressione, di cambiamento seppur minimale degli altri, ergo, non ci sfugge niente, e non ne siamo per niente contenti
– si riconosce la menzogna, sempre, anche la migliore, perchè nella nostra capacità di osservare c’è questa grande fregatura di non essere mai raggirabili se non con la manipolazione emotiva che fa leva su affetto e amore
– le cose che fanno male fanno male insopportabilmente
– le cose che fanno bene fanno bene troppo e sfociano spesso in uno stato di commozione e fragilità e predisposizione emotiva alla delusione
– siamo convinti che tutti siano come noi, quindi le nostre aspettative sono altissime. Inutile dire che la delusione è SEMPRE la conseguenza di quasi ogni interazione.
Detto questo, mio marito mi capisce, pur non essendo come me, ma ci siamo arrivati in anni di conoscenza e racconti da parte mia di come vedo il mondo. E’ molto difficile doversi sempre raccontare, ma lo si fa volentieri se serve a farsi capire dalla persona amata.
Il problema è che non lo si può fare con tutti.
Io non posso andare dalle persone che conosco e dire “siediti, ti racconto cosa vuol dire capire tutto e sentirsi sempre soli al mondo”, perchè le persone scappano.
Se provi a spiegare molto spesso ti classificano come pesante, lamentosa, troppo triste, troppo felice, troppo tutto.
Eh si, le persone altamente sensibili, da fuori, sembrano sempre “troppo”.
Per questo motivo, a parte un paio di eccezioni di amicizie decennali, le mie frequentazioni sono sempre superficiali (dal mio punto di vista, per gli altri sono amicizie molto profonde). Sono la vittima perfetta di narcisisti e manipolatori, perchè io metto l’affetto e la comprensione dell’altro SOPRA OGNI COSA, anche sopra me stessa.
Inutile dire che sono anche tutti convinti che io sarò sempre qui, non me ne andrò mai, mi danno per scontata come il sole d’estate.
Passo le giornate per lo più da sola, e mi piace stare con me stessa, anche in questo sono fortunata.
Ma sento sempre un vuoto incolmabile e il continuo bisogno di trovare qualcuno “uguale”.
Mi sento sempre sola in cima ad una collina a guardare il mondo che se la ride perchè non “sente” quello che sento io.
Mi rendo conto, spesso, di aspettarmi troppo dagli altri, di chiedere oltre quello che uno può dare, non per cattiveria, ma per modo di essere diverso dal mio, e allora le mie relazioni di amicizia sono sempre un compromesso, dove sono sempre io quella che soccombe in favore dell’altro.
Non so più che strada prendere, perchè una vita così è molto difficile.
Se avete consigli vi ringrazio, buona giornata a tutti.

Lettera pubblicata il 21 Febbraio 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amicizia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

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  1. 1
    Yog -

    No, un momento. Fammi capire. Una “altamente sensibile” vuol dire che se si sbromba una narda va in coma? My Gold, è terribile.

  2. 2
    Angwhy -

    Se posso permettermi mi sento esattamente come te,è una condizione che dovrebbe essere privilegiata e invece ti pone al di fuori dal mondo.se mi rivolgo ad altri è per sapere cio che so gia e fingo il contrario solo per aver qualcosa di cui parlare.anche io avevo aspettative molto alte e ancora mi sorprendo della pochezza umana da cui sono stato circondato ma tanto nessuno ha capito nulla e si continua cosi.cambiare è impossibile quando riesci a cogliere ogni fremito dell’esistenza

  3. 3
    Gimmy -

    Saturnine praticamente ci stai dicendo che non sei perfetta !! E meno male direi. Non esiste una ricetta per poter essere ideali con chiunque ci si relaziona, ne tantomeno si può pretendere che dall’altra parte le persone usino la mente o la comprensione con la stessa sensibilità o il tipo di sentimento che ci appartiene e ci contraddistingue. Sei arrivata ad una cerchia ristretta, tra cui al migliore, tuo marito, degli altri francamente poco importa se non riescono ad accettarti o capirti come vorresti, impara a fartene una ragione e a corazzarti dalla delusione, perchè quella fa male a tutti, non pensare che esista un metro del dolore per persone più o meno altamente sensibili, le emozioni a volte vengono frenate dall’orgoglio, e si patisce nel silenzio di un intimità abbastanza celata. Secondo me dovresti vivere i rapporti con meno apprensione, ed iniziare una terapia a base di menefreghismo, cercando di vedere in questo elenco di difetti, un pregio alle tue qualità, un valore aggiunto alla portata esclusiva di persone altamente selezionate e fidate.

  4. 4
    walk -

    Non credo ci siano tanti consigli da darti, in fondo hai solo preso consapevolezza di come vanno le cose, di come va il mondo e come sono fatte le persone.
    Sei anche molto consapevole di come sei te stessa, quindi devi solo trovare un tuo equilibrio per vivere la vita e rapportarti con gli altri.
    Non aspettarti mai feedback positivi dalle persona quando fai una buona azione, rimarresti sempre delusa, piuttosto fai buone azioni alla gente sono se questo ti da soddisfazione e appagamento personale, senza pretendere niente in cambio.
    Conosco molte persone sensibili, come dici te si tende a pensare che siano sempre disponibili e presenti, ma è sbagliato, bisogna valorizzarle perchè sono una rarità.
    In bocca al lupo! 🙂

  5. 5
    Xleby -

    Sei ipersensibile. Anche io lo sono, ti capisco è una rottura di cojones…

  6. 6
    Confusa30 -

    tesoro vivi la vita con piu’leggerezza,
    baci

  7. 7
    Franco Panealpane -

    Affari tuoi, mica me li devo smazzare io.

  8. 8
    Suzanne -

    Eh già, è una bella fregatura questa specie di “malattia”. Io a volte mi domando come farò a raggiungere la vecchiaia nel mare di emozioni in cui sono costantemente immersa. Mi sembra di annaspare in continuazione alla ricerca di un equilibrio tra l’ebrezza della felicità che stordisce, e il terrore della caduta nel baratro. Ho sempre pensato di non essere molto funzionale all’evoluzione della specie; ci vuole un pochino di distacco, anche da se stessi.

  9. 9
    Vic -

    Molto vero quello che hai scritto
    Saturnine, hai centrato perfettamente
    i punti e gli aspetti dell’ipersensibilità.
    Comunque il vantaggio di capire subito
    chi è bugiardo e chi è vero non è da poco.
    Purtroppo però ci si sente feriti facilmente.
    I pensieri sono la chiave di tutto, essi arrivano
    a rompere i momenti di felicità.
    Sei un’ottima osservatrice, anche se sapere non risolve
    di per se i problemi.
    Devi riuscire a distrarre i tuoi pensieri,
    lasciarli scivolare, come la pioggia sui tetti quando piove.
    Però una cosa può aiutarti; sapere che non sei la sola così.

  10. 10
    Golem -

    Si può guarire dall’empatia patologica. Tu la chiami ipersensibilità, ma è ovvio che le tue reazioni esasperate non corrispondono all’oggettività della situazione che vivi.
    Ma è un comportamento che fa molta tenerezza, anche se in realta può nascondere il grande problema che spesso esiste anche un lato oscuro carico di insicurezza, difficoltà a gestire le emozioni e vulnerabilità.Soo per certo che a volte certe condizioni -che portsno persino a sofferenze fisiche per la loro intesità- dipendono da alterazioni ormonali. Tipico è il caso della prolattina nelle donne (ma anche nel maschio incredibilmente) che oltre a promuovere la lattazzione aumenta la “sensibilità” per ovvi motivi legati all’attenzione del benessere del “criaturo”. La Natura pensa a tutto
    Abituati lentamente a vederne l’aspetto banale. Che è il più logico oltre che naturale. Al limite parlane con un endocrinoligo. Oppure “nardati” come consiglia il Professor Yog

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