Nell’estate del 2004 conobbi un ragazzo di nome Alessandro.
Mi sembrò un ragazzo simpatico e ironico e subito legammo. Parlando scoprimmo di avere molte cose in comune in gusti musicali e film. La nostra amicizia continuò, anche se io frequentavo maggiormente una comitiva, mentre lui un’altra.
Nell’autunno dello stesso anno andammo a vivere nello stesso palazzo, ma in appartamenti differenti, per motivi di studio universitario. Io ero al piano di sopra con altre persone che conoscevo da qualche tempo, lui con altre. La sera si scendeva da lui per fare baldoria. Alessandro si era portato dietro con sé il computer con internet. Gli chiedemmo se ci faceva scaricare qualcosa da Emule. Lui accettò ma chiese 5 euro da ciascun di noi. Li ottenne.
La nostra amicizia continuò anche dopo che io litigai con i miei conviventi per motivi di soldi e di rispetto (di questo parlerò più in là) .
Nell’autunno del 2005 andavamo al cinema, al bowling, al pub e, complice il fatto che amavamo la musica e che entrambi suonavamo, decidemmo di mettere su una band.
Doveva essere una band con testi e musica composta da noi. Io scrissi i testi, ben trenta. Lui ne fu entusiasta.
Iniziammo a provare a casa mia ma le prove non durarono perché dopo le prime difficoltà lui parve subito rassegnato e poco intenzionato a continuare. Infatti, nei giorni che c’incontrammo quando gli chiedevo del nostro progetto, lui dava risposte vaghe oppure non rispondeva per niente.
Ci rimasi male perché capii che il sogno di fare un gruppo era finito. Ma non capivo il fatto che lui avesse deciso di gettare la spugna dopo solo una prova.
Mesi dopo mi riferì che avrebbe partecipato a una trasmissione televisiva dedicata al cinema. Era stato selezionato tra tante richieste e per partecipare doveva essere accompagnato da un’altra persona.
Tutti i suoi amici gli stavano dicendo di no e con questo io mi proposi per accompagnarlo. Lui accettò.
Partimmo all’alba col treno e arrivammo a Roma alle 11. 30 circa. Girammo per la città cercando posti dove mangiare e ammazzare il tempo in attesa di recarci agli studi alle 17. Alle 16. 30 eravamo arrivati e lui mi disse che aveva un sistema per evitare eventuali emozioni dinanzi alla telecamera. Estrasse una bottiglietta di plastica contenente grappa dal borsone e cominciò a berla.
Cominciai a notare che iniziava a barcollare e sparlare e pensai che in quello stato avrebbe fatto qualche brutta figura. Decisi di “aiutarlo” e bevetti un po’ di grappa. La testa mi girava ma ero lucido.
Registrammo la trasmissione rispondendo alle domande sui nostri film preferiti. Devo dire che rimanemmo delusi per come ci trattarono. Ci presero in giro per quasi tutta la registrazione.
Alla fine, prima di andare via, il mio ex amico cadde per terra perché non vide una borsa posta dietro di lui da un cameraman. Tutti intorno risero, anche a me venne da ridere per via della situazione ma anche dell’alcol che mandai giù.
Lui ci rimase ovviamente male per la figura ed io, notato ciò, gli chiesi scusa e cercai di consolarlo per tutto il resto della serata.
Come se bastasse, perdemmo il treno per tornare a casa e passammo la notte in un albergo.
Il giorno dopo, preso il treno giusto, tornammo a casa. Durante il viaggio di ritorno non parlò quasi mai, era mortificato e lo capivo e cercavo di consolarlo anche perché mi sentivo in colpa per aver riso.
Lui disse che oltre la caduta era deluso perché non aveva parlato come voleva e dal comportamento di quelli della tv che, in effetti, non fu di rispetto nei nostri confronti.
Ma poi pronunciò una frase che ancora oggi è una ferita nel cuore, provo i brividi soltanto a ripensarla. Disse: “Ed io ho anche cercato di apprezzare quello che dicevi tu! ”.
Con quella frase mi uccise. Dopo anni se ci ripenso sto male, mi crolla il mondo addosso. Mi vien da piangere se ci ripenso.
Da allora il nostro rapporto cambiò. Ci vedemmo sempre meno, anche se lui mi perdonò. Ci incontravamo alle lezioni di chitarra dove, senza curarsi della mia presenza, confessò che si era unito da qualche tempo a un’altra band senza dirmi nulla.
Non la presi chissà come perché sapevo, la nostra amicizia era ai titoli di coda. La doccia fredda fu quando mi cominciò a chiedermi di scaricargli degli album da internet. Lui chiese 5 euro per farlo, io glielo feci gratis.
Ma dopo un po’ cominciai a stufarmi. Con gli altri suonava e usciva e a me chiedeva solo di scaricargli i cd.
Gli chiesi spiegazioni me ne diede di assurde dicendomi che io non lo chiamavo (bugiardo) e che aveva da studiare a casa e quindi si spostava poco.
Capendo che mi mentiva (puntualmente lo vedevo in giro con la sua macchina colma di persone fino a scoppiare) di continuo e sentendomi usato da lui, per via dei cd da scaricargli, me la presi. Lui alla mia decisone reagì come offeso e mi tolse la parola.
Da novembre 2007 non ci siamo più parlati e l’amicizia è finita ma nonostante ciò mi sento ancora arrabbiato con lui perché mi ha usato, non mi ha restituito 2 cd cui tenevo ed ho ancora indelebile dentro quella frase che nessuno mi toglierà mai da dentro.
Amicizia distrutta
di
natonel1983
Lettera pubblicata il 12 Febbraio 2010. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore natonel1983.
La lettera ha ricevuto finora 8 commenti
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Queste persone sono assolutamente da evitare, ci usano pr tornaconto loro e quando non serviam piu’ ci liquidano come stracci…
quella frase e’ stata a dir poco disgustosa e crudele, anche io me la sarei presa molto se lo avesse detto a me…e poi la questione dei soldi, io se ero in te non li avrei neanche piu’ dati!!! ma non abitate piu’ nello stesso palazzo?
Ciao davide.
No, andammo a vivere nello stesso palazzo ma in un altra città, non in quella dove viviamo da sempre (e tuttora), perchè eravamo entrambi iscritti all’università.
Io rimasi dal dicembre 2004 all’aprile 2005, lui fino a maggio 2005. Lasciammo perchè vivevamo in appartamenti con le pareti in cartongesso, freddi ed umidi ma con 500 euro d’affitto da pagare escluse spese per cibo,luce,acqua,gas.
I 5 euro per internet glieli diedi proprio nel periodo universitario quindi prima ancora che accadesse questa vicenda del litigio.
Il problema è che quando trovi una persona che ti ascolta e ti parla dei suoi problemi è facile credere che hai di fronte un vero amico che ti capisce e ti accetta.
La verità è che a Roma sfogò su di me la sua insoddisfazione generale e esagerò poichè gli diedi le mie scuse e più di questo non potevo fare.
Da allora mi allontanò, finse di avermi perdonato, e mi usò solo per farmi scaricare i dischi che voleva.
Sbagliai a farglielo ma credevo di poter salvare quest’amicizia e poter ricominciare tutto come prima ma m’illusi.
Da parte di Alessandro nessuna scusa e nessun chiarimento.
Ciao davide e a presto.
guarda io ho imparato sulla mia pelle cosa vuol dire essere troppo buoni,bisognerebbe essere piu’ cinici ma quelli come noi non ci riescono, poi se avro’ coraggio scrivero’ le mie due storie e vedrai che gente che conoscevo.. ci risentiam 🙂
Ciao davide.
Sono curioso di leggere le tue storie e sono sicuro che troverai il coraggio di scriverle come l’ho avuto io.
Essere cinici è difficile si, bisogna essere cauti.
Le amicizie bisogna prima metterle alla prova per vedere se sono affidabili.
A presto. Ciao
Certi compagni è meglio perderli per trovarli. Io per molto meno non ho più rivolto la parola al mio migliore amico. E’ bastata una mancanza di rispetto minima, che non rispondesse ai miei sms in un momento che avevo bisogno di lui.
Se non impari a farti rispettare guai. Hai aspettato fin troppo a reagire.
Quanto a quella frase di cosa ti dovresti vergognare? Di non avere apprezzato abbastanza lui, che si era ubriacato perché se la faceva sotto dalla paura e ha naturalmente fatto una figuraccia perché tutti vedevano che non si reggeva in piedi?
C’era ben poco da apprezzare. E’ normale che l’abbiano preso per il culo. Andare ubriachi a un provino dove bisognerebbe essere lucidi e concentrati al massimo, frizzanti, pimpanti, svegli e puntuali nelle risposte… Ma che individuo era, questo tuo amico? Un cerebroleso?
Consolati, non hai perso niente. Men che meno hai perso un musicista valido per la tua band…
Ciao Lorenzo.
Hai ragione nel dirmi che devo farmi rispettare maggiormente.
Nel caso di questo mio ex-amico mi ha lasciato spiazzato e disorientato il fatto che, in nemmeno in 2 minuti, passò da ridere a scherzare con me ad accusarmi di tutti i suoi mali possibili e non.
Ero dispiaciuto perchè avevo riso quando cadde per terra ma gli chiesi scusa,che altro potevo fare…
Reagii tardi,si,perchè speravo che l’amicizia si potesse risaldare ma poi capii che mi stava usando e lì ho deciso di troncare.
L’amicizia finisce ma i dispiaceri spesso restano dentro.
Ciao Lorenzo.
A me dispiace che ti sia successa una cosa simile. Non devi rimpiangere niente, anzi devi essere contento perchè finalmente ti sei liberato di una persona che non meritava la tua amicizia. Dopo questa esperienza sono sicura che sei cresciuto e che non rifarai più questo errore. Anchio tante volte sono catuta per colpa di un’amicizia che credevo sincera. Ma poi mi sono rialzata più forte, sicura e coraggiosa di prima. Adesso è il momento di dimenticare e di guardare avanti! Auguri! Spero che la/e tua/e prossima/e amicizia/e possa/possano essere quella/e giusta/e!!!!!!! Ciao!!!!!!!!!!!!
Ciao! Anche io ne ho passate di tutti i colori con le amicizie, ne ho trovate alcune fuori di testa completamente, purtroppo e per fortuna mi sono incattivita un pò, nel senso che ho perso ogni speranza a trovare una, ma una sola persona in questo mondo che sia in grado di fare il vero amico, quindi, non mi fido, non mi confido e soprattutto non mi affeziono.
Ti ho scritto perchè mi piace molto come scrivi, ho letto le tue lettere come se fossero storie di un libro e mi sono appassionata.
Penso che sei una persona molto buona e sensibile, se fossero tutti come te io avrei ancora qualcuno da reputare “amico” 😉
Ricorda che sono gli altri sbagliati, anche loro hanno avuto le loro delusioni e sono diventati così proprio per questo.
Un saluto.