Maria Grazia. “Ma voglio anche ricordare che siamo di fronte a una donna di un certa età che campa di amori immaginari, e di un’ altra un pò più giovane che si accontenta di fare la ruota di scorta di un tizio già impegnato perchè non trova altro. Credo che nasca da qui tutto il loro veleno.”
E questo non spiegherebbe perchè cercano di realizzarsi in un altro mondo “immaginario” come questo? I conti tornano.
Qualcuno, ANCHE INVOLONTARIAMENTE, gli ha rotto le uova nel paniere, spiegando che ha conosciuto chi gli è capitato di vivere questi mondi di fantasia, attraverso uno pseudo amore che assomigliava a quel pallone – Wilson – con cui Tom Hanks parlava nel film “Cast Away”, pur di non impazzire di solitudine sull’isola deserta dove era approdato dopo che l’aereo su cui viaggiava era precipitato. E che questa persona, poi, si è resa conto nel tempo che in effetti quell’amore non esisteva, ma era, appunto, un pallone gonfiato, ecco che tacchete, rivedono le loro storie per quelle che sono attraverso la ricca descrizione che ne ho fatto della mia, e invece di fare com’è successo a te, (o stare zitte se proprio proprio non vuoi arrampicarti sui vetri) le vedi che si incazzano con chi, senza volerlo, ha scoperto il loro autoingannarsi.
Bisogna aver pazienza e lasciarle crogiolare nel loro meraviglioso mondo di Amelìe. Ma che capissero almeno che non erano indirizzate a loro quelle riflessioni, e che con la caciara che hanno fatto abbiamo scoperto quale fosse il loro vero problema. L’avessero capito e sarebbe una dimostrazione di lucidità e di realismo che un adulto non dovrebbe trascurare.
Oh, la vita è la loro.
Ciao. Oggi spaghetti ai frutti di mare e un bianco Lugana, se ti va.
Valinda tesoruccio mio… ma se mi fossi davvero voluta inzerbinare all’ inverosimile con Kid, non avrei fatto tutta quella piazzata di dicembre come reazione al suo rifiuto, e ai commenti acidi che insieme ad AndreaT.O. faceva sulle donne 40enni ( e che per quanto mi riguarda potevano essere allusivi ). Sarei rimasta “buona e zitta” in un angolino come forse lui si aspettava che facessi, e come avrebbero fatto tante altre al posto mio ( te compresa ) aspettando una sua chiamata di cazzeggio o una sua email di saluto occasionali come un fedele cagnolino fa in paziente attesa con il suo stimato padrone. invece, quando mi sono accorta che la mia attrazione per lui era andata ben oltre le mie aspettative, e quando ho capito che lui non avrebbe mai voluto/potuto ricambiarla, ho preferito scatenare il suo risentimento e farmi detestare ( e quando mi ci metto di impegno ci riesco benissimo ) piuttosto che portare avanti nella mia testa l’ ennesima illusione. Perchè Kid è un uomo che non riesci a dimenticartelo facilmente, sopratutto se ci mantieni un rapporto amichevole come in quel momento avrei avuto la possibilità di fare. Così ho preferito DARE UN TAGLIO NETTO a tutta la faccenda. perchè io Kid NON POTRO’ MAI VEDERLO COME UN AMICO, come lui si aspettava che avrei fatto. quindi, INZERBINAGGIO DE CHE?? semmai il mio è stato un ESTREMO RIMEDIO a una situazione non recuperabile. Cosa che fanno le persone innamorate MA RAZIONALI, e sopratutto CORAGGIOSE, cara Valinda. Invece di campare di castelli. Io non ho più 20 anni, ho delle responsabilità e non posso più permettermi di avere la testa sconvolta da una passione non ricambiata! Ammetto che in questo Kid non aveva colpa. E infatti il problema era solo mio, e ho trovato il rimedio..
Golem, io invece oggi pranzo con i filini all’ uovo in brodo. sai con il maltempo che c’è qui avevo voglia di qualcosa di “scaldante”… comunque tra le “tue” ricette, mi sarebbe tanto piaciuto assaggiare i dadini alle cozze! ciao 🙂
concordo con Valinda. I suoi ultimi due post secondo me sono il perfetto ed eloquente sunto di ciò che noi donne del forum stiamo ripetendo da mesi sulla questione. A differenza dell’ uomo di Valinda, il mio bandito non era nè tanto normale, nè tanto a posto e nemmeno tanto educato e a modo certe volte. ma era LUI, e io lo amavo PER QUELLO CHE ERA. e a tutt’ oggi rimane l’ unico uomo con cui ho instaurato un legame profondo, anche se non vincolante per nessuno dei due.
qui ne potrai leggere alcune e interpretare altre, autoraccontate, con tanto di particolari.
domanda: ricordi che su LaD chi sottoponeva all’esame una situazione riguardante un rapporto di coppia precisasse il nome del proprio partner, non abbreviandolo con un’iniziale?
a quanto mi risulta, solo in momenti di sofferenza acuta, e molto RARAMENTE, lo scrivente indicava un nome che non fosse di comodo, avendo bisogno di identificare in sintesi il soggetto intorno a cui ruotava la sua storia.
rossana
a questo punto devo specificare il reale epilogo della 7a puntata, perchè mi sa che la soap opera sta appassionando i nostri lettori ( ma spero per loro che abbiano di meglio da fare ):
dunque: quel giorno, stavo nel mio appartamento romano, sito in una centralissima via della capitale, a girare un pornazzo. L’ indirizzo esatto era Via Delle zoccolette ( ironia della sorte! ), quando a un certo punto arrivò il mio amato bandito. ammetto che rimase un pò interdetto quando vide che un uomo di colore con un pene di 35 cm e appostato dietro di me stava per praticarmi una VISURA CAMERALE DEL DERETANO. Ma fortunatamente il bandito, non essendo realmente innamorato di me come io lo ero di lui, non trascese nella classica scenata di gelosia per la quale di solito un uomo spacca tutto e poi spacca te ( e l’ altro/i ). Si accese la sua consueta “paglia” del dopo-caffè, mi salutò e mi augurò buon lavoro, e io con un sorriso gli risposi di stare attento con quel bestione che conduceva ogni giorno per trasportare le merci. Insomma, io mi raccomandai di guidare con prudenza, lui si raccomandò di farmelo mettere nelle chiappette con prudenza, e in questo idillio di un amore non corrisposto MA PERFETTO, vissero tutti felici e contenti! E prudenti.
Alle elementari quasi tutti i compagni di classe di tanto in tanto offrivano piccoli omaggi alla maestra, giovanissima, che veniva dalla città: castagne, lucide nella loro livrea dal morbido colore autunnale; minuscole zucche ornamentali; rami di calicantus in fiore in pieno inverno; fragole e ciliegie verso la fine dell’anno scolastico… invitanti, nel loro acceso rossore. Primule e viole, se non erano una primizia di fine febbraio, non avevano alcun pregio ai nostri occhi di bimbi campagnoli: ben sapevamo che da marzo in poi se ne potevano trovare a bizzeffe a ridosso dei fossi più esposti al sole.
Anch’io, monella abbastanza trascurata in famiglia, volevo poter donare qualcosa, che in casa non c’era, per guadagnarmi quel speciale sorriso, tutto per me, che illuminava quel volto, tondeggiante e dolcissimo, interamente ricoperto da intriganti lentiggini, di recente scoperta.
Fin dal primo anno di scuola avevo notato la bellezza e il profumo dei lillà del vicino, al confine con il nostro orto. Nel momento di piena fioritura del grande arbusto non era difficile convincere mia madre a chiederne un bel mazzo di primo mattino. Potevo così entrare in aula trionfante, quasi nascosta dal verde e dalle ciocche, splendide nel loro pesante turgore. Il rito si è ripetuto in aprile per tutti i cinque anni del ciclo scolastico paesano, regalandomi la gioia di non essere diversa da altri e la sicurezza di essere altrettanto amata.
Solo in questa primavera ho scoperto, per caso, che i lillà recisi non accettano di sopravvivere in acqua per più di 24 ore. Quindi, per la mia maestra, i miei grandi mazzi potevano forse rappresentare soltanto l’impegno di portarli a casa prima in pulman e poi in tram… per vederli poi reclinarsi quasi subito tristemente su se stessi. Inimmaginabile la gratitudine che a distanza di un’intera vita ho provato per la delicatezza e il rispetto con cui accoglieva e accettava un semplice inconsistente pensiero, in cui intuiva racchiuso il bisogno di una conferma d’affetto.
Chi dona la sua parte angelica, rimane un angelo, per sempre!
Anch’io un giorno portai una mela alla mia bella maestra, ed ella, felice del dono, mi diede un bacio. Il giorno dopo le portai un’anguria. Ma non capì.
No M. Sarà il contrario. Stupido è chi stupido è.
Uno intelligente può fare lo stupido, ma il contrario è impossibile.
golem
lasciamo che si perda nei suoi vaneggiamenti tesi a dimostrare quanto è brava, casta e pura! almeno non ce la menerà più con la tiritera degli amori non corrisposti.
DOBBIAMO AVERE PAZIENZA amico mio. passerà anche questa calamità!
“Sono la Signora e la sua gregaria che NON STANNO BENE. segno evidente che la PENURIA DI BANANE è molto più deleteria della loro ABBONDANZA!”
Noblesse oblige, ça va sans dire
Maria Grazia. “Ma voglio anche ricordare che siamo di fronte a una donna di un certa età che campa di amori immaginari, e di un’ altra un pò più giovane che si accontenta di fare la ruota di scorta di un tizio già impegnato perchè non trova altro. Credo che nasca da qui tutto il loro veleno.”
E questo non spiegherebbe perchè cercano di realizzarsi in un altro mondo “immaginario” come questo? I conti tornano.
Qualcuno, ANCHE INVOLONTARIAMENTE, gli ha rotto le uova nel paniere, spiegando che ha conosciuto chi gli è capitato di vivere questi mondi di fantasia, attraverso uno pseudo amore che assomigliava a quel pallone – Wilson – con cui Tom Hanks parlava nel film “Cast Away”, pur di non impazzire di solitudine sull’isola deserta dove era approdato dopo che l’aereo su cui viaggiava era precipitato. E che questa persona, poi, si è resa conto nel tempo che in effetti quell’amore non esisteva, ma era, appunto, un pallone gonfiato, ecco che tacchete, rivedono le loro storie per quelle che sono attraverso la ricca descrizione che ne ho fatto della mia, e invece di fare com’è successo a te, (o stare zitte se proprio proprio non vuoi arrampicarti sui vetri) le vedi che si incazzano con chi, senza volerlo, ha scoperto il loro autoingannarsi.
Bisogna aver pazienza e lasciarle crogiolare nel loro meraviglioso mondo di Amelìe. Ma che capissero almeno che non erano indirizzate a loro quelle riflessioni, e che con la caciara che hanno fatto abbiamo scoperto quale fosse il loro vero problema. L’avessero capito e sarebbe una dimostrazione di lucidità e di realismo che un adulto non dovrebbe trascurare.
Oh, la vita è la loro.
Ciao. Oggi spaghetti ai frutti di mare e un bianco Lugana, se ti va.
Valinda tesoruccio mio… ma se mi fossi davvero voluta inzerbinare all’ inverosimile con Kid, non avrei fatto tutta quella piazzata di dicembre come reazione al suo rifiuto, e ai commenti acidi che insieme ad AndreaT.O. faceva sulle donne 40enni ( e che per quanto mi riguarda potevano essere allusivi ). Sarei rimasta “buona e zitta” in un angolino come forse lui si aspettava che facessi, e come avrebbero fatto tante altre al posto mio ( te compresa ) aspettando una sua chiamata di cazzeggio o una sua email di saluto occasionali come un fedele cagnolino fa in paziente attesa con il suo stimato padrone. invece, quando mi sono accorta che la mia attrazione per lui era andata ben oltre le mie aspettative, e quando ho capito che lui non avrebbe mai voluto/potuto ricambiarla, ho preferito scatenare il suo risentimento e farmi detestare ( e quando mi ci metto di impegno ci riesco benissimo ) piuttosto che portare avanti nella mia testa l’ ennesima illusione. Perchè Kid è un uomo che non riesci a dimenticartelo facilmente, sopratutto se ci mantieni un rapporto amichevole come in quel momento avrei avuto la possibilità di fare. Così ho preferito DARE UN TAGLIO NETTO a tutta la faccenda. perchè io Kid NON POTRO’ MAI VEDERLO COME UN AMICO, come lui si aspettava che avrei fatto. quindi, INZERBINAGGIO DE CHE?? semmai il mio è stato un ESTREMO RIMEDIO a una situazione non recuperabile. Cosa che fanno le persone innamorate MA RAZIONALI, e sopratutto CORAGGIOSE, cara Valinda. Invece di campare di castelli. Io non ho più 20 anni, ho delle responsabilità e non posso più permettermi di avere la testa sconvolta da una passione non ricambiata! Ammetto che in questo Kid non aveva colpa. E infatti il problema era solo mio, e ho trovato il rimedio..
Golem, io invece oggi pranzo con i filini all’ uovo in brodo. sai con il maltempo che c’è qui avevo voglia di qualcosa di “scaldante”… comunque tra le “tue” ricette, mi sarebbe tanto piaciuto assaggiare i dadini alle cozze! ciao 🙂
6a puntata – 26 ottobre 2014 22:19
concordo con Valinda. I suoi ultimi due post secondo me sono il perfetto ed eloquente sunto di ciò che noi donne del forum stiamo ripetendo da mesi sulla questione. A differenza dell’ uomo di Valinda, il mio bandito non era nè tanto normale, nè tanto a posto e nemmeno tanto educato e a modo certe volte. ma era LUI, e io lo amavo PER QUELLO CHE ERA. e a tutt’ oggi rimane l’ unico uomo con cui ho instaurato un legame profondo, anche se non vincolante per nessuno dei due.
benvenuta nel mio mondo delle favole, Valinda!
qui ne potrai leggere alcune e interpretare altre, autoraccontate, con tanto di particolari.
domanda: ricordi che su LaD chi sottoponeva all’esame una situazione riguardante un rapporto di coppia precisasse il nome del proprio partner, non abbreviandolo con un’iniziale?
a quanto mi risulta, solo in momenti di sofferenza acuta, e molto RARAMENTE, lo scrivente indicava un nome che non fosse di comodo, avendo bisogno di identificare in sintesi il soggetto intorno a cui ruotava la sua storia.
tu, che sensazione d’insieme hai in merito?
rossana
a questo punto devo specificare il reale epilogo della 7a puntata, perchè mi sa che la soap opera sta appassionando i nostri lettori ( ma spero per loro che abbiano di meglio da fare ):
dunque: quel giorno, stavo nel mio appartamento romano, sito in una centralissima via della capitale, a girare un pornazzo. L’ indirizzo esatto era Via Delle zoccolette ( ironia della sorte! ), quando a un certo punto arrivò il mio amato bandito. ammetto che rimase un pò interdetto quando vide che un uomo di colore con un pene di 35 cm e appostato dietro di me stava per praticarmi una VISURA CAMERALE DEL DERETANO. Ma fortunatamente il bandito, non essendo realmente innamorato di me come io lo ero di lui, non trascese nella classica scenata di gelosia per la quale di solito un uomo spacca tutto e poi spacca te ( e l’ altro/i ). Si accese la sua consueta “paglia” del dopo-caffè, mi salutò e mi augurò buon lavoro, e io con un sorriso gli risposi di stare attento con quel bestione che conduceva ogni giorno per trasportare le merci. Insomma, io mi raccomandai di guidare con prudenza, lui si raccomandò di farmelo mettere nelle chiappette con prudenza, e in questo idillio di un amore non corrisposto MA PERFETTO, vissero tutti felici e contenti! E prudenti.
Ricordi: Lillà
Alle elementari quasi tutti i compagni di classe di tanto in tanto offrivano piccoli omaggi alla maestra, giovanissima, che veniva dalla città: castagne, lucide nella loro livrea dal morbido colore autunnale; minuscole zucche ornamentali; rami di calicantus in fiore in pieno inverno; fragole e ciliegie verso la fine dell’anno scolastico… invitanti, nel loro acceso rossore. Primule e viole, se non erano una primizia di fine febbraio, non avevano alcun pregio ai nostri occhi di bimbi campagnoli: ben sapevamo che da marzo in poi se ne potevano trovare a bizzeffe a ridosso dei fossi più esposti al sole.
Anch’io, monella abbastanza trascurata in famiglia, volevo poter donare qualcosa, che in casa non c’era, per guadagnarmi quel speciale sorriso, tutto per me, che illuminava quel volto, tondeggiante e dolcissimo, interamente ricoperto da intriganti lentiggini, di recente scoperta.
Fin dal primo anno di scuola avevo notato la bellezza e il profumo dei lillà del vicino, al confine con il nostro orto. Nel momento di piena fioritura del grande arbusto non era difficile convincere mia madre a chiederne un bel mazzo di primo mattino. Potevo così entrare in aula trionfante, quasi nascosta dal verde e dalle ciocche, splendide nel loro pesante turgore. Il rito si è ripetuto in aprile per tutti i cinque anni del ciclo scolastico paesano, regalandomi la gioia di non essere diversa da altri e la sicurezza di essere altrettanto amata.
Solo in questa primavera ho scoperto, per caso, che i lillà recisi non accettano di sopravvivere in acqua per più di 24 ore. Quindi, per la mia maestra, i miei grandi mazzi potevano forse rappresentare soltanto l’impegno di portarli a casa prima in pulman e poi in tram… per vederli poi reclinarsi quasi subito tristemente su se stessi. Inimmaginabile la gratitudine che a distanza di un’intera vita ho provato per la delicatezza e il rispetto con cui accoglieva e accettava un semplice inconsistente pensiero, in cui intuiva racchiuso il bisogno di una conferma d’affetto.
Chi dona la sua parte angelica, rimane un angelo, per sempre!
Anch’io un giorno portai una mela alla mia bella maestra, ed ella, felice del dono, mi diede un bacio. Il giorno dopo le portai un’anguria. Ma non capì.
No M. Sarà il contrario. Stupido è chi stupido è.
Uno intelligente può fare lo stupido, ma il contrario è impossibile.
Fatela stare zitta!
golem
lasciamo che si perda nei suoi vaneggiamenti tesi a dimostrare quanto è brava, casta e pura! almeno non ce la menerà più con la tiritera degli amori non corrisposti.
DOBBIAMO AVERE PAZIENZA amico mio. passerà anche questa calamità!