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Lettera pubblicata il 17 Marzo 2010. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore natonel1983.
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Amico mio…ti riporto quello che ha risposto a lamentele simili, nn sull’amore per la verità , un mio amico eremita:cosa ti aspetti da chi ha messo in croce il proprio Dio? Tu applichi i tuoi principi che senti giusti e sono anche giusti di fronte alla natura ma nn di fronte a questi esseri. Il tuo errore è valutarti in base al riscontro.Vedi prendi atto che chi hai di fronte con pochissime eccezioni è falso , infame etc etc.Ma per loro questo è un vanto.Se tu pensi di contare per qualcuno allora nn hai capito niente.Tu conti per qualcuno nella misura in cui gli servi per scopi che sono esclusivamente egoistici.E te lo dice chi ha fatto un pò ogni ruolo dal puttaniere allo sposo fedele al lavoratore etc. Se mi permetti senza che ci giriamo tanto intorno , devi fare una scelta: se scegli il sociale devi accettare le regole del gioco ivi incluso come sono gli altri.Quello che tu provi o senti nn conta nulla. Se invece fai la scelta che ho fatto io, beh allora sei solo..prendine atto.Ma nn sentirti giu per quello che presuntivamente hanno gli altri: come fingono con te lo fanno tra loro e spesso la persona che gli dice amore la mattina va col puttaniere di turno la sera..Lamentarti nn serve a niente.Spero ti sia utile
L’amicia esiste se tu hai bisogno dell’altro
e l’altro ha bisogno di te
e se il perdersi ha un costo emotivo.
Alisee,
sì, anche per me è così (post 12), persino in amore!
mi sto chiedendo quanti anni hai… azzardo: una quarantina?
Alisee: “L’amicizia esiste se tu hai bisogno dell’altro
e l’altro ha bisogno di te
e se il perdersi ha un costo emotivo.”
“Anche per me è cosi…persino in amore”. E con quello non corrisposto in cui ne basta uno, come funziona?
Beh, hai quasi indovinato, brava.
Rossana, io invece penso che l’amicizia e l’amore nascano proprio laddove manca il bisogno: io ti vorrei accanto perché, nonostante non abbia bisogno di te, renderesti la mia vita migliore. Il bisogno trae in inganno e ci fa sembrare luccicanti persone che in momenti di minor fragilità vedremmo opache. Questo non significa che non si abbia mai bisogno dell’altro, ma, secondo me, un sentimento sincero non può nascere e durare come mutuo soccorso nelle difficoltà.
Suzanne,
nel pieno rispetto della tua visione, che considero idealistica, nella mia esperienza ho dovuto purtroppo constatare che si mantiene una relazione, sia in amicizia che in amore, fino a quando il bilancio di quanto si trae da essa rappresenta un saldo in positivo, di qualsivoglia genere.
nel momento in cui si arriva all’incirca al 50% di buono, già il rapporto traballa. scendendo oltre, è pressoché destinato a finire.
quindi, poiché c’entra un bilancio, c’entrano anche delle necessità. che possono essere sì relative e non materiali ma che hanno comunque un loro peso, anche inconscio.
Suzy, mi hanno cassato un post col quale confermavo che quella “condizione” che descrivi è la sola sufficiente e necessaria per chiamare amicizia l’amicizia e amore l’amore. Solo con quello stato d’animo può crescere sano un rapporto. Ma non sarebbe neppure il caso di sottolinearlo, se non fosse che il “bisogno” è la condizione più frequente in quelle “ricerche”, e pertanto tutto quello che sta a valle di quell’istanza viene vista come “normale”, compresi gli squilibri e le incomprensioni che ne derivano. Ho già troppe volte fatto l’esempio dei ciechi e dei colori, ma è l’unico che può dare l’idea del perchè si conosce solo quel “modo”.
Se amo una persona, dalla quale sono riamato con lo stesso mio stato d’animo, NON mosso dal “bisogno”, il bilancio sarà sempre in attivo, perchè quello che si dà sarà sempre TUTTO, e vale per entrambi quando il rapporto é in equilibrio. Si è come vasi comunicanti.
Quando scrissi che non c’è una unità di misura per l’amore vero, è perchè questo, se è vero, o c’è o non c’è. E quando c’è questo c’è tutto, al 100%. Chi lo vuole misurare fa parte del foltissimo gruppo dei “normali”, che non sanno dare un volto a quel sentimento e usano quello che trovano nel manuale delle “normalità”. È normale.
Suzzanne penso che purtroppo
l’analisi di Rossana sia
più realistica.
quando le cose vanno bene, va tutto bene.
Nel momento del bisogno si avrà una visione
più realistica di quell’amicizia.
Sono i fatti che contano, non le parole.
Rossana il bisogno è ben diverso dal trarre vantaggio in un rapporto. Il bisogno è necessità e quindi in un certo senso dipendenza; tutt’altro è invece trarre vantaggi ( psicologici, emotivi, intellettivi) da un’ amicizia. La mia visione sarà idealistica ma si basa su amicizie trentennali, quindi sulla mia esperienza. Viene la depressione a leggere sempre queste visioni tragiche e disilluse delle relazioni umane.