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Lettera pubblicata il 29 Marzo 2012. L'autore, Bibby, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Luna capisco perfettamente il tuo discorso e mi dispiace per tua zia, so perfettamente cosa ha provato, spero che sia riuscita a riavere un po’ di tranquillità’ ed equilibrio.
Rossana per me mio padre è morto, non mi sento in lutto ma se lo vedrei non so come reagirei quindi cerco di pensarci poco. Hai ragione quando dici che le figlie pagano lo scotto di padri assenti, sai quante ne conosco? Tantissime! Nessuno può insegnarci a fare i genitori ma dovremmo almeno provare a farlo molti neanche ci provano.
Carla,
vero: si dovrebbe almeno provare a fare i genitori. ciononostante, credimi, non sempre i risultati sono ottimali anche quando si dà tutto quanto si è capaci di dare. la donna diventa madre fisicamente e emotivamente in contemporanea; per l’uomo è diverso: secondo me, in linea generale diventa padre attraverso l’amore che nutre per la sua donna. di solito, poi, quasi tutti gli uomini ancora preferiscono avere innanzitutto figli maschi…
mio padre, rispetto al tuo, era perfettamente giustificato. posso forse imputargli di essere nato orfano, di essere stato cresciuto per gran parte della sua infanzia e adolescenza in un orfanotrofio, e di non aver quindi avuto nessuno che gli insegnasse ad amare?
preferibile per te non pensare a tuo padre ma, se ti capitasse di trovarti a farlo, cerca di conoscere meglio la sua storia familiare. potresti scoprire qualche ragione che ti aiuti a comprenderlo di più.
mi sembra che in te permanga un dolore da abbandono molto forte. forse non lo vuoi ammettere ma ancora aspiri ad essere maggiormente accettata e amata da quest’uomo. ti auguro pace e serenità, in qualsiasi modo tu le possa ottenere.
un abbraccio a te e cari saluti a Mimii.
Carla, mia zia e’ una persona molto positiva di base, generosa d’animo. Le e” arrivato addosso un cataclisma sottomoltissimi punti di vista, tra cui vedere soffrire i suoi figli per il comportamento di lui nei loro stessi confronti. Questa, al di la’ della sua sofferenza personale, e’ una cosa che l’ha fatta soffrire molto. Anche perche’ i figli erano molto legati al padre che di colpo li ha cancellati e comportandosi veramente in un modo che neanche un estraneo con molto egoismo e cattiveria. Mia zia e’ una persona che mai ha messo i suoi figli contro il padre,neanche di fronte alle piu’ grandi nefandezze di lui. Cio’ non le impedisce di vedere la realta’. Essendo stato poi lui molto amato e rispettato, sempre. Non aveva motivi all’interno dei suoi rapporti famigliari ne’ nel suo personale vissuto per comportarsi con tanta insensibilita’ e proprio interesse, anche economico, nei loro confronti. Lei, lasciata dal marito in quel modo, visti i suoi figli e nipoti trattati in ql modo, trovatasi a rischio davvero di perdere anche il tetto e non mangiare e che paga ogni giorno degli errori e egoismi di lui, ancora e sempre, nella sua quotidianita’, che avrebbe dovuto fare allora? Impugnare un fucile e vendicarsi su lui e il mondo? Rivalersi sul mondo? Invece e’ una persona che pure tra difficolta’ e dopo colpi bassi pieni di effetti collaterali rimane con la sua natura. Lui l’ha rivelata la sua, o ha violentato la sua, senza averne manco un vero contingente bisogno. No di fare del male separazione a parte. Capisco cio’ che dici, @e’ morto – non voglio pensarci. Lo vedo nei suoi figli quanto e’ cmq difficile rapportarsi con queste cose. Per me stessa, avendolo conosciuto, frequentato una vita, conosciuto in un certo modo quotidianamente. E per gli altri “nipoti” come me, che hanno frequentato quella casa e quelle persone sin da bambini. Morto senza esserlo. Un morto che potrebbe ricomparire. Una cosa strana. Che non riguarda il fatto in se’ che non sia piu’ sposato con la zia, abbia un’altra vita, non viva piu’ fisicamente li’. E’ il resto. Su cui anche a non voler dare giudizi, e’ avvenuto e avviene. Alla nascita di un nuovo nipote, dopo che il primo che teneva in braccio sorridente, non lo ha mai piu’ visto, mai neanche un augurio di natale solo per lui, lo ha saputo certamente da qualcuno. Mentre c’era questo momento di gioia
Rossana conosco la storia familiare di mio padre, i miei nonni sono persone fantastiche e anche loro sono caduti in una forte depressione dopo ciò che è accaduto. I miei nonni si sono sempre chiesti dove avessero sbagliato, lo hanno amato ed educato, mai nessuno si sarebbe immaginato tutto questo. Ha avuto una vita molto più felice di tanti altri. Forse proprio per questo è scappato, ammettere ogni cosa con la sua famiglia lo avrebbe fatto morire di vergogna, mia nonna si chiede perché non gli abbia mai parlato del suo sbandamento, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo e anche se avesse voluto lasciarci le soluzioni per rendere il tutto meno doloroso e più civile c’erano. Non c’è né giustificazione né perdono da parte di nessuno. Potrebbe tornare se fosse costretto, se si trovasse in qualche guaio ma con che faccia? Con che coraggio? Troppo tardi.
Ha saputo solo far chiamare dall’avvocato, per sue prepotenti e egoistiche ragioni. Non una parola una neanche per sapere se fosse andato tutto bene. Ok, coerenza. Ma la chiamata in quel momento? Foriera di angoscia pratica e ovviamente anche emotivamente spiacevole? La famiglia e’ riuscita, emotivamente, a non farsi molestare troppo da questo nuovo “attacco”, pur ponendosi concretamente il problema. Non in modo offensivo, sia chiaro. Andando dal proprio avvocato per capire cosa effettivamente comportasse. Alla fine chi ha avuto una vita con piu’ sofferenze in giovanissima eta’ e anche dei problemi di salute in passato e’ stata la zia. Lui e’ stato molto amato. Non troppo amato. Amato. Esiste anche un egoismo personale che va al di la’ di nessi psicanalitici. In fondo non e’ solo l’ambiente a contribuire a forgiarci ma anche noi, per come siamo, reagiamo e ci diamo le nostre ragioni. A mio zio non so che direi se lo rincontrassi. Nulla, probabilmente. Anche lo ascolterei, probabilmente. Peraltro la sua vita e le sue scelte sono cosa sua. Ma e’ vero che non ha cambiato solo la sua vita, ne’ cambiando la sua ha cambiato quella degli altri solo agendo un suo cambiamento su cui altri potevano essere piu’ o meno d’accordo. Oltre a far pesare le sue scelte concretamente sugli altri il suo egoismo e modo di guardare la vita sono andati “oltre”. E si sente nel giusto. Freud o non Freud, che riguarda lui, se la zia non era abbastanza “forte”, come puo’ esserlo tua madre, potevano tirarsi un colpo in testa o restare secche per dolore e angoscia. tra l’altro lui era un padre presente. Ha pensato al suo culo e ci ha pensato cosi’, punto. Certo che si sara’ dato le sue ragioni. Solo le sue. Per inciso: le mie sono parole di chi ha visto gli altri correre come criceti sulla ruota per tamponare e gestire il suo egoismo. E sa, sul lungo termine, che ferite comunque, abbiano portato per il suo comportamento verso ciascuno, non perche’ in se’ si sia voluto separare e farsi un’altra vita. Poteva andarsene in mille modi e ha scelto di farlo in un modo molto lesivo. Anch’io ti auguro serenita’ e vederla nelle persone che “ha travolto” e’ solo un bene. Che non sia semplice da rielaborare se poi l’altro fa di tutto per renderlo piu’ difficile pero’ posso capirlo. stimare qualcuno e perdonarlo senza che faccia nulla per… il rancore avvelena, non averlo fa bene a se’, ma anche il “perdono” e la “comprensione” non sono obbligatori. I campioni di egoismo esistono.
Carla 464: ok, ci siamo intese. E per inciso lo zio quando e’ stato scoperto e prima di filarsela in modo ignobile non ha ricevuto minacce e randellate dai famigliari. Ovviamente non una standing ovation ma aveva a che fare con persone sgomente ma che comunque gli volevano bene, tutte. E lo invitavano a guardarsi dentro con sincerita” che fosse pure per amdarsene e cambiare vita. E che nel darsi delle responsabilita” non davano per scontato che fosse ne’ stronzo ne’ rincoglionito ma non gli facevano pressing ma “accoglienza” . Ed e’ scappato dicendo che andava dai suoi parenti a riflettere da solo mollando la zia con un sms ai figli. Dicendo solo “dille che la mollo”. E poi tutto il resto della merda. E scoperte retroattive. Comprendo che tu non abbia eccessi di buonismo. Per quanto tutto possa essere relativoi. C’ero e so come si e’ comportato e che nessuno lo torturava. Poteva andarsene comunque. Ma non stiamo discutendo di questo. Il divorzio e’ legale. Anche dopo 40 anni. Ma stiamo parlando di altro.
” In fondo non e’ solo l’ambiente a contribuire a forgiarci ma anche noi, per come siamo, reagiamo e ci diamo le nostre ragioni”
concordo pienamente!
Carla,
mi dispiace che non ti sia possibile attutire almeno un poco la sofferenza.
è ovvio che l’ambiente conta soltanto in parte nella formazione di un individuo. nel caso di tuo padre probabilmente è prevalso il temperamento, e purtroppo nemmeno quello si può scegliere…
Certe cose nella vita non si scelgono, si subiscono per gli errori fatti da altri.
Carla,
profondamente vero il tuo commento al n. 469: nella vita non tutto si può scegliere e sono parecchi gli eventi e/o le situazioni che ci tocca subire, a volte anche non determinati da errori.
l’importante è far sì che non abbiano ad abbatterci ma che siano utili a fortificarci. a mio avviso, è destino di tutti che non tutto sia sempre ottimale e/o perfetto; dipende soltanto dalle modalità con cui l’imperfezione si affaccia al nostro essere e alla nostra esistenza.