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Lettera pubblicata il 29 Marzo 2012. L'autore, Bibby, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Oggi è domenica e mi riposo. Finirò di leggere il mio libro preferito: ” I tre porcellini”.
Buona domenica.
(Elvis , stavolta ho detto qualcosa? Chissà . Noto invece la qualita’ dei tuoi argomenti: originali e acuti, non c’è ché dire)
Ah, dimenticavo. Il post di ieri, il mio ultimo, andrebbe letto accompagnato dalla colonna sonora di “Mani” di Frankie I NRG
Lorenzo,
se consideri i miei post troppo lunghi, ti suggerisco di saltarli a piè pari (tanto già sai come la penso, come molti altri su questo forum).
quanto ai tuoi, li leggo a volo d’uccello, come molti altri, ma non ricordo quasi niente di particolarmente interessante, se non un inconscio timore che ti possa succedere di tradire o di essere tradito. forse questo già è avvenuto in passato e non sei riuscito di superare la botta, che ancora ti fa male…
vivi e lascia vivere è il mio motto. non giudicare se non vuoi essere giudicato. tu l’hai fatto nei confronti del mio modo di essere e d’interloquire. mi astengo dal farlo di rimando. se ti riesce, eprimi qualche concetto più elaborato sul tema in discussione, su cui ci si possa confrontare e non soltanto scontrare.
TL,
per me “mai dire mai” è la sintesi di un orientamento di vita e di pensiero, che ha poco a che vedere con la religione. liberi gli altri di considerare il detto come meglio credono, nel rispetto, se possibile, delle opinioni altrui.
quanto alla “censura etica”, mi sembra difficilissimo trovare qualcuno che ritenga il tradimento un’azione lodevole e positiva. purtroppo, però, è parte della zona d’ombra e di fragilità dell’essere umano, impossibile da negare.
capita di sbagliare in un contesto amoroso come in molti altri, magari anche rendendosi conto di non agire in modo corretto. nessun essere umano è del tutto buono o del tutto cattivo. tutti hanno una loro sensibilizzazione nei confronti del bene e del male e agiscono secondo scelte soggettive.
oppure c’è chi dei tre è perfetto e non sbaglia mai, e chi no? a mio avviso, la “colpa” di qualcosa che si sgretola va nella maggior parte dei casi condivisa, anche se può essere arduo stabilirne le percentuali.
distinguere da caso a caso, da motivazione a motivazione, da soggetto a soggetto, mi sembra non solo equo ma parte di una visione equilibrata della complessa vastità delle circostanze e delle persone coinvolte. se poi anche una soltanto delle tre è in buona fede, chunque essa sia merita rispetto.
Rossana, interrompo il silenzio domenicale solo per confermare la condivisione del tuo punto di vista, per entrambi i post. Naturalmente mi preme sottolineare che questa condivisione non venga considerata DA TE come piaggeria.
Luna scusa, ma perché dici “fuor di retorica” quando il tuo tentativo di rispondere a TL ne è colmo? Hai trascurato di aggiungere “anche”, alla sofferenza di non avere il partner tutto per se’, senza escludere che anche in questo caso la considerazione e’ ovvia, altrimenti perché’ si e’ accettato di esserne l’amante . L’altra parte della sofferenza e’ quel senso di colpa di cui accennavo , che deriva dalla condizione di clandestinità. Se quella gente scrive qui, ripeto, è ANCHE perché cerca la famosa assoluzione sociale. E quando si cerca di essere assolti? Quando ci si sente colpevoli, in genere. Ti consiglio l’ultimo libro di Massimo Recalcati: “Non è più come prima”. Troverai spunti interessanti sull’argomento che si dibatte qui, e su quanto siano fragili i proponimenti che ci facciamo, noi mortali, fuor di retorica .
Per favore, se proprio vuoi rispondere cerca di farlo nelle famose venti righe elvisiane.
Buona giornata.
Lola, rispondo per educazione e riguardo il tuo riferimento al concetto “colpa/assoluzione sociale”,per quanto sia evidente, anche dalla tua chiusa, una tua modalita’ di non vero dialogo e non-assertivita’. Rispondero’ come credo, e’ la mia risposta, non il tuo controllo sull’interlocutore persino sulla quantita’ del suo spazio di espressione. Conosco Recalcati e l’attivita’ e impostazione di Jonas. Per quanto riguarda l’aspetto “morale” del tema in oggetto pero’, se vuoi riferirlo ai miei commenti, e’ sfuggito a te invece che l’approccio sia cognitivo-comportamentale, il quale considera le fragilita’ umane e non ha nulla a che vedere con un concetto di “colpa” ma semmai di “responsabilita’” ma non quale sinonimo di colpa. Certo che, se si vuole interpretarlo in un certo modo, leggendo, perche’ le istanze che premono al lettore sono quelle, io non posso farci nulla / Il tema del rapporto tra singolo e societa’ e’ complesso, in linea generale si puo’ credere di cercare una “assoluzione” quando si cerca invece una “conferma” o altro. Per quanto l’individuo sia immerso nella societa’ e interagisca anche con le sue istanze e il modo in cui le vive lui, e le altre parti coinvolte, e per quanto nel forum (in questo caso) l’amante che scrive possa ricevere risposte di vario tenore, la relazione, primaria, in cui si dibatte e’ quella che vive e per la quale soffre. Si dibatte con il suo rapporto con se stesso e quella relazione, ben prima che con “la societa’” e la sua conferma o assoluzione. E con le sue istanze, e quelle delle altre parti coinvolte. Nelle dinamiche che, a seconda dei casi ecc si creano. Io non leggo @quanta sofferenza@ in termini di colpa/assoluzione (mia, poi…) o di “regola generale” infranta. L’approccio e’ un altro. Poi che le relazioni di qualsiasi tipo siano dinamiche e non statiche (anche quella dell’individuo con se stesso) per me e’ scontato, naturale, non qualcosa di sorprendente, non solo quelle amorose. E indipendentemente che si parli di benessere, tradimento o meno. Se di tradimento si parla pero’ una persona puo’ essere tradita, tradire, essere amante per ragioni molteplici e diverse, e dipende con chi e cosa si relaziona. ecco perche’ certi “assiomi” mi appaiono talvolta retorici e anche fuorvianti. E penso che all’individuo, quale sia il suo “ruolo” e ragioni convenga considerare cio’ che sta effettivamente vivendo. Non un’attenzione meramente razionale ma “attiva” si’
Lorenzo,
Mi lascia perplessa non che tu faccia leggere i commenti a tua moglie ma che lei rimanga tale dopo averli letti…..
Un raro esempio di affinità ….
300
Lorenzo – 14 marzo 2014 12:04
e dillo Mimii che sei un buffone ahahahahah! Non sai dire di meglio? Io apprezzo le vere donne non le isteriche superficiali come te! Continua a lagnarti tanto questo è il forum dei piagnoni e dei buffoni! Non sapete nemmeno leggervi siete solo delle oche!
Luna
Le incrollabili certezze su quello che è giusto per gli altri è indice di confusione. Le incrollabili certezze sono dei paraventi che mettiamo per non guardare oltre.
Mai dire mai, è essere umili, non mettersi al di sopra degli altri e comprendere che chiunque, noi stessi compresi possiamo sbagliare.
Non è stato proprio il SIgnore a dire “chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”.
Correggo:
Lorenzo,
Mi lascia perplessa non che tu faccia leggere i TUOI commenti a tua moglie ma che lei rimanga tale dopo averli letti….. Un raro esempio di affinità ….
Luna,
il tuo nick più appropriato sarebbe stato FIUME di PAROLE,
Anche stavolta “in piena” senza mai andare a capo, senza interlinee tra un periodo e l’altro.
Questo tuo prenderti spazio, ma non dare spazio indica
Che tutto sommato che il tuo messaggio arrivi chiaro a te non importa, ma che l’importante è pubblicarlo.
Tu pensi che davvero possa essere d’aiuto a Bibbi?
Io credo che solo chiarezza, umiltà, testimonianze di chi ha o ha avuto esperienze analoghe alla sua, possano aiutarla.
La nostra vita la facciamo noi, con le nostre scelte che non necessariamente sono le stesse che faresti TU.
Mimii, a riguardo ho gia’ risposto a Lola, ma visto che il tuo commento e’ rivolto a me e non c’entra nulla con quello che ho scritto sino ad ora… Non vedo cosa c’entri il concetto di peccato che nei miei commenti non c’e’. Dove mi avrestiletto dire che chi tradisce e’ un peccatore? Non l’ho mai scritto / @L’incrollabile certezza di cosa e’ giusto per gli altri e’ indice di confusione. Le incrollabili certezze sono paraventi per non guardare oltre@ dove avresti letto delle mie incrollabili certezze, tra l’altro di matrice morale (“Non tradite! Peccatori! Pentitevi! Io non ho mai avuto corna! Io non tradiro’ mai! Io non potrei mai incontrare un uomo sposato o incasinato e dover compiere una scelta! Io non ho mai sbagliato gnegnegne’!) che riguardano il fatto che uno sta in schemi approvati dal Ministero o dal Vaticano? Se vuoi fare analisi sui miei presunti paraventi o confusioni perlomeno attieniti a quanto ho detto e non alle tue proiezioni di una certa cultura cattolica o antitale. A me pare che le abbia piu’ tu delle incrollabili certezze sul perche’ si commette adulterio. E forse anche perche’ vai in protezione/autodifesa sul fatto di averlo commesso tu. Ma continui a ribadire a me “mai dire mai” su un punto, questo, su cui non ha neanche senso. Sull’altro, se non sei tu la tua amica di cui parli, non sei mai stata un’amante neanche tu. Forse tu (chiedo) non ti sei mai neanche trovata nell’occasione potenziale di diventarlo. Io ho anche incontrato un uomo, veramente “partito”, con tre figli in eta’ scolare che stava male veramente per il fatto di essersi innamorato di me e che io gli dicessi no. E quell’uomo, che pure per amore e per i suoi problemi pregressi e le sue ragioni mi avrebbe comunque trascinato in un inferno e’ a distanza di anni comunque una persona a cui voglio bene. Anche perche’ non mi son fatta trascinare. “Mai dire mai!”, magari domani ti trascina un altro, mi dirai. Ma allora non e’ mai finita… perche’ la questione non sta li’, nel pensare che “tanto a me non puo” capitare”, non per me. Dico altro.l’esempio e” per dire non che io dissi no, ma che non l’ho depennato con una riga “adultero!”. I bivi della vita e anche le situazioni della vita sono molteplici.
E per quanto lui fosse cosi’ partito da non vedere piu’ nessuno, neanche me che pure diceva di piangere pensandomi (si’, neanche me. Nel senso non me in relazione alla realta’, al fatto che sua moglie e i figli c’erano e tutto cio’ che comportava anche una relazione clandestina e farsi una nuova vita, perche’ era nella prima fase, quella in cui gli fregava solo delle sue emozioni eche io gli dicessi si’) c’ero e so cosa e’ successo, anche dentro, e il rispetto reciproco che c’e’ stato e che non e’ questione di mera razionalita’, fermo che mentre faceva cosi’ stava facendo male a lei. Con l’egoismo spietato di chi in quel momento, volens o nolens, vede se se stesso. E forse le faceva male anche perche’ ce l’aveva con lei, in quel momento. Loro sono ancora insieme, e non e’ un caso o una spa. Se lui poi abbia tradito sono affari loro e suoi, nonmiei. Non sono un “moraleggiatore”; io parlo di quel momento in cui li’ c’ero io, non un concetto, e di come la vissi io, in relazione a me, la mia vita e chi avevo di fronte. Lui, non un’idea generale. In generale non sono mai stata un’amante non solo perche’ non mi sia mai capitato di ne’ perche’ sono piu’ brava o piu’ forte o meno fragile di chi lo e’ stato o lo e’. Non credo che sia solo per “mai dire mai” che puo’ non capitare, ne’ perche’ sei bigotto. Ognuno ha anche le sue ragioni per dire no, come per dire si’, nel momento in cui vive le cose. La sua etica, visioni e le deroghe che si da’. Che tradisca, sia tradito, sia amante o altro ancora. E questo al di la’ che io presenti un cv su tutte le situazioni che posso aver vissuto, creato, situazioni comprensibili o meno, accettabili o meno per una morale sociale. O la propria. Cio’ che dico e’: possiamo avere mille ragioni per stare in equilibrio con una situazione prima anche impensabile, valutare anche che stare sui chiodi non abbia alternative in quel momento, ferire chi non avremmo voluto ecc. Ma le azioni producono anche effetti, e a volte non si accetta che sia cosi’. e se soffriamo in una situazione perche’ andiamo contro noi stessi o teniamo aperta la porta a chi vede se stesso e i suoi interessi piu’ di quanto veda noi stiamo comunque nella realta’ che viviamo, sulla nostra pelle, appunto. Cosa ci sarebbe di confuso e moralista in cio’? “Ricentrarsi” e ascoltarsi riguarda l’individuo,il suo autoascolto contingente, non certezze precostituite altrui ne’ sue. Forse ti sfugge il concetto, ma non e’ “confusione” ne’ nega che esista il “caos”