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Altro che grandi campioni

di Maurizio Castagnini

Chi ha visto in televisione la partita di calcio Spagna Italia di sabato scorso 2 Settembre ha visto come gli italiani sono stati battuti nel risultato cioè sul piano sportivo. Niente di cui vergognarsi, semplicemente gli altri sono più bravi anche se noi pensiamo che i nostri italiani sono grandi campioni. Quello di cui vergognarsi invece è avvenuto prima dell’ingresso in campo. Allineati nel sottopassaggio c’erano, separati da un basso divisorio trasparente, 11 + 11 bambini allineati con le maglie delle squadre invertite, che tendevano la mano per ricevere il 5 dai calciatori delle due nazionali che arrivavano alla spicciolata dall’una e dall’altra parte. Erano lì schierati in attesa di entrare in campo alla mano dei calciatori. Tra gli azzurri solo uno, molto distrattamente, ha accennato un 5 a un singolo ragazzino con la maglia spagnola, tutti gli altri azzurri hanno trascurato le mani tese dei bambini. Con visibile crescente delusione, uno a uno i bambini del lato italiano hanno abbassato le mani, hanno perso il sorriso e poi si sono tutti girati a guardare dall’altra parte del divisorio. Dove invece tutti i calciatori spagnoli rispondevano ai 5 di tutti i bambini con la maglia azzurra. E questi erano sorridenti. E’ durata un’eternità, raccontarla è poco, rivederla quella scena è proprio avvilente. Altro che grandi campioni.          

Lettera pubblicata il 5 Settembre 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Attualità

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Ciao,
    hai condiviso un pensiero molto bello. Che dire? In un mondo dominato dalla potenza del denaro, che asservisce tutto alle sue leggi, il bambino evoca un superiore mondo di armonia che dovrebbe compenetrarsi con lo spirito sportivo. Il caos delle passioni e dei conflitti che affliggono la realtà umana alimentano gli impulsi feroci che sono connaturati nell’uomo e caricano la vittoria di una funzione catartica, di purificazione della mente. La delusione non dipende tanto dalla sconfitta quanto dalla sensazione di non aver partecipato come tifosi e quindi come popolo. L’entrata in campo viene vissuta come una sorta d’irruzione nella storia, perché si vive in un’arena e la partecipazione vera e propria si riduce ad una critica distruttiva che costruisce solo quando un nuovo traguardo demolisce la tua storia. Io li ho trovati spontanei, ma troppo umani. La Spagna ha giocato. Il bel gioco cancella il pessimismo.

  2. 2
    Gimmy -

    Non sono solito guardare le partite perchè non amo particolarmante il calcio. Ma questa parte l’ho vista anche io e devo dire che non le ho dato questa connotazione rilevante come la sua, sarà dettata dal fatto che a volte certi gesti inquadrati dalla telecamera vengono maggiormente accentuati e interpretati negativamente. I bambini non l’hanno presa cosi male, tant’è che quando sono scesi i lori beniamini sì, si sono tutti voltati dall’altra parte del divisorio ma non facendo proprio caso all’episodio. Certo dal suo punto di vista non sono stati dei perfetti gentleman ma ciò che conta è che alla fine sono usciti tutti per mano alla volemose bene. :-))

  3. 3
    J.J Bad -

    Il problema è l’atteggiamento dei calciatori italiani nei confronti del calcio.

    Se volessimo rivedere il CALCIO invece di questo gossip travestito da sport, dovremmo:
    1) avere meno stranieri nel campionato
    2) pagare di meno i calciatori, molto di meno

    Se si facesse così salterebbero fuori davvero i giocatori appassionati e talentuosi. Nonché ITALIANI.
    Adesso invece nel calcio sono tutti fighetti che si bombano di coca e che hanno lo scopo di cercare una qualsiasi velina per finire sulle pagine delle riviste. Cercano la fama prima ancora di avere dei reali numeri.
    Eppure sarebbero “solo” calciatori, ma ormai fanno tutto tranne il loro vero mestiere.

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