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Lettera pubblicata il 24 Marzo 2013. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore r1.
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WOW!!
questo mi è venuto in mente quando ho letto tutte le vostre risposte.
sinceramente non mi sarei aspettata così tanta solidarietà e comprensione!
non pensavo esistessero persone così simili a me!
leggendo tutte le vostre risposte mi sono sentita un po’ meglio, più capita e meno “strana”!
si, forse la mia reazione per il fatto del cane è stata “esagetata” e forse è vero che è stata “la goccia” che mi ha fatto crollare forse perchè in questo periodo sono più fragile.
è dura cercare di essere forte e cercare di rialzarsi dopo una caduta.
io ci provo ma è dura.
persone come voi però mi hanno fatto sentire meglio solo scrivendo due righe.. quindi forse il mondo non è proprio da buttare.. 🙂
katy sono rimasta malissimo per quello che hai scritto 🙁 non lo trovo giusto! la famiglia dovrebbe essere la prima a starti vicina. secondo me sono loro che non meritano te!! la mia famiglia non è perfetta, anzi… però una cosa del genere non me la aspetterei mai!!
ti sono vicina! quando vuoi parlare io sono qui!!
a tutti quelli che mi hanno consigliato di non chiudemi in me stessa e cercare cmq di uscire dico che io ci proverò, anche se con molta fatica.
e a chiunque si senta come me e abbia voglia di parlare dico che io sono qui! 🙂
GRAZIE ANCORA A TUTTI VOI! che mi avete dato un po’ di conforto!
Katy, tenera Katy,
ogni volta che ti leggo mi si stringe il cuore.
E rivedo me. Me mentre affogo nei libri. Me sola a spasso, anch’io senza cagnolino.
Me che mia madre non aveva mai tempo, e quando ce lo aveva era per dirmi che ero uno sbaglio e ogni cosa facessi era sbagliata. Me che mio padre arrivava da lavoro sbuffando, mi sgridava senza nemmeno un perché, ogni tanto me le prendevo, mangiava e andava a letto. Me che non ero mai abbastanza, che non valevo e non meritavo abbastanza.
“Cosa me ne frega, cara mamma, che oggi mi compri le tue c.. di di lenzuola per “un domani”, così dici. Non hai capito che avevi ragione tu, non so vivere? Chi te l’ha chieste le lenzuola? Io ti chiedevo Amore, mamma. Una carezza, che mi stringessi. E invece mi lasciavi sola con i miei stupidi disegni. Per gli altri c’eri sempre, chiunque ti chiedesse qualcosa, andavi mentre io ti aspettavo. Ma ero un peso. E me lo ricordavi tutti i giorni. E sono così scema che per me eri il mondo e nonostante la rabbia che a giorni mi prende, ti voglio bene lo stesso, cretina io. E amo smodatamente chi non è stato amato, mi farei calpestare al posto loro, e lo devo a te. Ma quando ti dirò che me ne vado, non provare a dirmi che è l’ennesima mia pazza idea come me. E non mi telefonare, ti prego”: Scusa, questo l’ho tirato fuori adesso, o forse senza saperlo me l’hai tirato fuori tu.. Quanta pena provai, non lo ricordo più. Che sia per questo che oggi sono la malinconia fatta persona? Che piango di nostalgia di ciò che non è stato e che non sarà? Non so. E’ da quando ero bambina che pensavo mi sarei costruita una famiglia mia, Katy, la sognavo con tutta me. Ho amato chi mi ha amata dando tutto quello che avevo, ho voluto bene di affetto vero, profondo, pulito. Ma dal passato non si scappa. E il futuro non ci sarà. Pensavo di averne la forza, ma io non mi prendo la responsabilità di dire a qualcuno che ci dividerò la vita, né tantomeno di darla, la vita. Non so cosa sia il giusto e lo sbagliato e vivo nel terrore dell’idea che mio figlio un giorno mi urli “vaffanc.. str. .a” per averlo consegnato ad un mondo così, come ho fatto io con lei una notte disperata di ormai tanti anni fa. Sorrido ai bambini, ai vecchi e alle anime buone. Sorrido a volte senza sorridere davvero, sorride il cuore, non so se mi spiego. E se potessi darei a loro tutto quello che nemmeno io ho. Provo ad essere diversa da quella che mi hanno fatta diventare, perdono o almeno ci provo, ascolto, ci sono. Ma io dentro sono persa. Non sono così forte da cambiare, non è da tutti poterlo fare. Ci ho provato, posso dirlo, ma non funziona. A sprazzi mi illudo ma non cambia. Faccio continuo riferimento a ciò che ho dentro per provare a capire dove andare e cosa scegliere. Ma che difficile è, Katy, che pesantezza! L’unico mio scopo è andarmene dal posto dove sono nata e cresciuta e isolarmi. Non è normale, ma del resto la normalità non la conosco. E nemmeno la voglio più, non saprei che farmene. Ma ti ricordo.
T.D.: mi sarebbe piaciuto conoscerti nella vita reale!
Davvero, avrei avuto bisogno di un’amica così….!!!!
Un abbraccio, KATY
Katy, sarei stata fortunata ad incontrarti 🙂
Cara r1, io questa cosa me la domando da quando facevo l’asilo. Ora ho 30 anni e sono ancora qui che chiedo al muro della mia stanza perchè non potevo essere un pò più “normale”.Il mio cruccio più grande è che il mio modo di essere mi limita moltissimo nel lavoro e nella vita di relazione. Ad esempio sul lavoro essere educati, gentili e avere voglia di fare amicizia o solo di avere un rapporto professionale sereno e tranquillo fanno sì che i colleghi maschi credano che tu sia interessata a loro sessualmente e questo mi ha comportato equivoci a non finire nonchè una falsa fama che mi fa soffrire! Sai, single da sempre, si fa presto a fare 2 più due! Questo mi è accaduto anche nel giro di “amici” che frequentavo: sono per natura spigliata, allegra e compagnona, sono stata allevata da mio padre, quindi non ho mai distinto bene i ruoli quando parlo. Nel caso degli amici è stata una mia ex amica che per vendicarsi (di una cosa futile, comunque)mi ha messo la “nomina”. Così mi accorsi che le ragazze mi trattavano con sufficienza mentre i loro fidanzati mi trattavano con molta cordialità! E’ andata avanti per circa due anni. Sono così tonta che me ne sono accorta solo per una delazione. Sono stata così male !! Pensare che io veramente non ho avuto mai un fidanzato perchè sono troppo timida quando sono interessata a un uomo e ho un senso morale immenso! Il risultato è che ho tagliato i ponti con i miei “amici”, ho abbandonato il vecchio lavoro e ho il terrore quando parlo con qualcuno che si possa dubitare della mia onestà. Ora sono molto misurata e mi faccio spesso odiare dalle persone con cui lavoro perchè non voglio avere un rapporto cordiale e “sciolto” con loro, sia uomini che donne. Mi ostino a dare sempre del Lei ai colleghi, sono diventata una specie di pagliaccio cupo e odioso. Mi odio ma ricascarci perchè non sò difendermi mi farebbe peggio. Non sò se ci sia una morale a questa esperienza. Forse è che si deve essere un pò più scaltri prima che le cose ci sfuggano di mano! Ciao
Ciao, ho letto il tuo sfogo.
Non sei affatto una persona strana. Sei te e basta e sei fatta così.
Sei una persona sensibile e ben educata che non capisce il comportamento di certe persone, che offendono per poco.
Sei uscita da una relazione e ne stai male. E’ normale sei una persona e hai dei sentimenti, i quali, quando vengono corrisposti, fanno in modo che tu stia bene, in caso contrario, che tu stia male.
Si sei una persona normale. Anzi normalissima.
Di strano non c’è nulla.
Ciao.