Dopo sette anni il mio ragazzo mi ha lasciata. E’ stata la mia prima storia, una felicità che non credo ripetibile: a 31 anni non sono più una ragazzina, non riesco a guardare al futuro con leggerezza e ottimismo, soprattutto perché sono stanca della persona fallimentare che sono e che nonostante l’aiuto del mio ragazzo non sono riuscita a cambiare.
Perché è vero che lui si è comportato malissimo. Ha ottenuto all’improvviso un lavoro importante che gli ha fatto cambiare stile di vita, e potendo avere grosse possibilità di spesa e tante donne attorno ha perso la testa. E’ vero che in questo momento è su una spiaggia meravigliosa a bere con amici e ragazze bellissime e disponibili nascondendolo a chi lo conosce nella sua vecchia città, perché non vuole far sapere come mi ha trattata e che vita sta facendo per non rovinare la sua immagine di ex ragazzino prodigio, di uomo buono, colto, popolare etc, ma io invece che parlare di lui vorrei parlare di ciò che lui ha rappresentato per me.
Non piango più la fine della nostra relazione, è andata com’è andata: ma lui è oggettivamente pieno di qualità, è stato stupendo stare in sua compagnia, non se ne ha mai abbastanza, ci sa fare con gli altri, etc. Sono stati sette anni magnifici. Mi ha lasciata, avrà le sue ragioni, io non posso farci niente, ma quello che ho perso è tanto di più di un compagno di vita affettuoso e presente, soprattutto ho perso un sostegno, la mia roccia, colui che mi ha fatta uscire dal guscio vedendo le mie qualità, il primo ragazzo che ha voluto baciarmi, che mi ha considerata bella, che si è impegnato per me e per me ha fatto tantissimi sacrifici mettendomi al centro del suo mondo senza dimenticare i suoi obiettivi. Solo con lui ho abbandonato le stanze limitate della mia mente e ho imparato ad amare la cultura, l’arte, ho ricominciato a leggere, ho preso una laurea, sono cambiata profondamente dentro maturando molto grazie alla sua vicinanza, in qualche modo ai suoi insegnamenti. Solo ascoltarlo parlare mi ha fatta migliorare, è un ragazzo intelligentissimo. Grazie a lui ho guardato il mondo da angolature diverse, e ho scoperto che essere chi ero mi faceva solo male, e che anche a me piace essere come lui, impegnata, fiduciosa nelle cose, dinamica, mi piace uscire spesso e fare cose belle, mi piace essere innamorata, stare in coppia, mi piace il ses*so, baciare, bere vino e fare tardi la sera, e tutte le cose impensabili che una come me non aveva mai potuto permettersi perché mai nessuno mi aveva vista bella, interessante, capace, una con cui vale la pena essere fidanzati almeno sette anni.
Se ripenso alle difficoltà che mi ha aiutata a superare, non lo vedo solo come un ragazzo innamorato, ma come una guida, come un maestro di vita. Mi ha donato la fiducia in me stessa, e tutte le volte che ha creduto in me ha sempre avuto ragione, sempre, a differenza di altri che o in me non avevano visto niente oppure che avevano visto troppo e alla fine si è rivelato nulla (professori a scuola e genitori). E’ stato un padre e una madre, è stato un fratello, è stato un vero amico, uno a cui dire tutto e quando non glielo dicevo mi leggeva tutto in faccia. Si è sostituito ai miei occhi per farmi notare immensi tesori dove vedevo niente, perché non sono intelligente come lui.
Dalle mie parole avrete potuto capire come il rapporto che avevamo non era esattamente quello che dovrebbe esserci tra due partner maturi, completi, due amanti, che decidono di vivere una vita assieme. Io non ero nulla, ho scelto lui con incoscienza e curiosità, lui è pieno di qualità, tanto che io con lui sono diventata una ragazza indipendente, più capace di leggere dentro se stessa i suoi bisogni, ho sviluppato passioni. Cose che ho difficoltà a vivere a casa mia con la mia famiglia, che è molto ignorante e vuole che la donna sia fragile, bisognosa, manipolabile, e che venga messa incinta prima possibile da un marito-padrone per dedicarsi ad una vita di sottomissione. Infatti non sto più bene a casa mia ma il mio essere una supplente nelle scuole secondarie del nord mi rende bisognosa di essere mantenuta almeno i primi tempi, per questo vengo ricattata e posso spostarmi solo in compagnia di mia madre che deve farmi da sorvegliante e padrona (hanno paura che io la sera possa uscire e frequentare ragazzi, o farli salire sopra a casa). Anche questo comportamento ai limiti della follia mi ha fatta crescere così, e tutta la vita ho potuto solo in modo sorvegliato muovermi tra scuola e tornare subito a casa.
Non riesco a rinunciare a lui non solo per l’amore, quello in seguito ai suoi comportamenti inaccettabili si è frantumato e polverizzato, ma anche e soprattutto perché era la mia finestra sul mondo, era il mio sorso d’acqua fresca in una casa dove sono tutti folli e odiano le donne, la mia speranza per il futuro. Adesso sì, sono forte, sono tanto più matura rispetto a 7 anni fa, ma senza un’indipendenza economica e senza la sua splendida intelligenza a guidarmi e vedere il mondo nella giusta prospettiva non sono niente, niente.
La tua lettera mi ha fatto venire I brividi. Quando la rileggerai a mente lucida forse ti renderai conto di quanto sia inquietante: annullarsi a tal punto da ritenersi una persona solo e soltanto grazie alla luminosità di altri. Non si può esistere di luce riflessa da chi ci sta accanto, soprattutto se si vuole vivere una relazione d’amore e non di dipendenza affettiva e intellettiva. Se questo ragazzo ti ha aiutato a crescere, a migliorarti, a godere la bellezza della vita ( sei proprio sicura che abbia lui tutti I meriti?) non capisco perché mai ora dovresti ritornare ad essere ciò che eri sette anni fa. Custodisci gelosamente le belle esperienze di questi anni vissuti con lui e usale per andare AVANTI, ed essere finalmente al centro del TUO mondo!
Che sviolinata,scusami ma io a queste persone cosi incredibilmente straordinarie non ci credo mica tanto.probabilmente ha avuto dalla sua il fatto di stare con te mantenendo comunque una certa libertà d’azione e di pensiero.diciamola tutta dai,se si fosse assogettato completamente a te è molto probabile che adesso staresti qui a indicarne solamente i difetti
Ciao @Suzanne, grazie per avermi letto! Mi ha fatto riflettere la nota inquietante che hai letto nella mia lettera, perché adesso la vedo anche io chiaramente e me ne vergogno. E’ proprio così, vengo da una famiglia in cui mia mamma, completamente annullata animo e corpo e che adesso soffre anche di qualche disturbo psichico, mi ha educata a non esistere, semplicemente. Per mio padre vedere anche un minimo mio gesto di affermazione ha significato nel passato tagliarmi le gambe (bastava una risata di gusto). Spero di avere un lavoro prima possibile per andarmene da questo contesto gretto e ignorante, di cui non mi sento parte né dal punto di vista psicologico né culturale!
E’ così che ho incontrato lui, ero un foglio bianco con vari sintomi di depressione per cui non reagivo quasi a niente, lui ha faticato molto per farmi riprendere e fortunatamente dopo un bel po’ di scossoni mi sono riscoperta sana e forte (anche se ancora ho tante stranezze da risolvere!). A settembre vedrò una psicologa competente in crescita personale, ho tante domande da farle anche se so che le risposte sono dentro di me.
@Suzanne hai ragione sui meriti, è chiaro che le cose che ho saputo fare le ho fatte io da sola, con le mie capacità; semplicemente avevo finalmente fiducia, sicurezza, sentivo quella spinta dentro a migliorarmi, a conoscere il mondo. Anche la bellezza che ho visto in lui, in fondo è qualcosa che era già in me, nei miei occhi, altrimenti non avrei potuto vedere lui come l’ho visto.
Per me prima la vita non aveva senso, avevo forti sintomi depressivi dovuti all’educazione che avevo ricevuto e al fatto che viviamo in un podere da cui è difficile uscire anche logisticamente (quindi difficilmente potevo stare a gironzolare in città e conoscere persone valide).
Ma ero diventata una dipendente nella relazione in qualche modo, è vero. Adesso mi aspettano tanti passi avanti da fare, adesso devo sviluppare maggiormente le mie passioni, lasciar emergere ancora di più la mia personalità. So che sarà un percorso fatto di tanta sofferenza, perché è stato doloroso a più di 25 anni fino ai 31 cambiare, aprirmi, vedere tutto in modo diverso. Ma sento dentro di me tanta forza di farcela!
@Angwhy so che dietro il suo essere in gamba ci sono anche dei lati oscuri, che non starò qui a scrivere perché non sono oggetto della mia discussione. Purtroppo molto spesso realizzare grandi cose nella vita richiede forti sacrifici, è forse questo da una parte l’ha anche fatto diventare cinico, a sue spese chiaramente perché lui stesso ammette di soffrirne. Poi lui ha anche qualche altro difetto veramente brutto, ma ripeto non voglio starne a discutere.
E’ una persona che si è data molto nella coppia, è scontato mantenere una propria indipendenza, l’ha mantenuta lui come l’ho mantenuta io, e la maggioranza delle coppie che conosco fa così altrimenti la vita assieme non avrebbe senso, non ci si arricchirebbe. Questo almeno a mio giudizio.
Per quanto ne so io (e ne ho ben donde) gli psicologi sono solo soldi buttati . Dovrebbero essere denunciati per circonvenzione di incapace
Per il resto cara amica questo è un brutto mondo per tutti
Le solite palle di Susanne sul egocentrismo e sul individualismo hanno sfasciato le famiglie e tolto ogni senso all esistenza, a chi voleva credere che amore fosse condivisione e costruire insieme , donandosi L uno all altro
Ma si sa che anche L amore non esiste più , o forse non è mai esistito
Rassegnati, o spera come credi sia per te meglio cara amica
Un abbraccio
Lilly, capisco in parte le tue motivazioni, ma a trent’anni la responsabilità di ciò che siamo è solo nostra! Non siamo fogli bianchi nemmeno a pochi mesi di vita, come puoi pensare di esserlo stata tu quando hai conosciuto il ragazzo che tanto ammiri? Inoltre, immagino tu abbia vissuto anche a contatto con altra gente, o visto film, viaggiato, letto, osservato. Noi siamo I demiurghi di noi stessi, gli altri possono solo accompagnarci o limitarci in questa continua trasformazione. Non delegare agli altri ciò che dipende solo da te, nel bene e nel male!
@Rdf il tuo commento, per quanto conciso e soprattutto disilluso, penso contenga il senso reale delle cose. Ad oggi, credo che l’amore sia possibile solo se lo si costruisce insieme in seguito ad una scelta razionale che di romantico ha ben poco, anche se ormai i problemi economici, la distanza geografica che viene imposta dalla ricerca del lavoro, l’impossibilità di vivere come le generazioni precedenti hanno reso ancora più precario per un giovane credere nei valori della condivisione (e quindi nella coppia). Ognuno, resosi conto che la sua sopravvivenza di base è in discussione, corre per sé e cerca di approfittare quanto più possibile di tutto e di tutti. Senza contare che chi vive al sud è anche vittima delle mentalità distruttive dei propri clan-famiglia che tutto fanno per vivere la vita peggio anche quando si potrebbe vivere meglio.
Non so se scegliere l’amore oggi sia possibile (ripeto, inteso come sentimento da coltivare ogni giorno in seguito alla presa di coscienza che amore è un progetto e non le farfalle allo stomaco o l’attrazione sessuale eterna), io vedo che molti che lo scelgono alla fine lo possono fare innanzitutto materialmente, e quindi è anche una situazione di comodo diciamo così.
Nel mio caso, il mio ragazzo mi ha solo presa in giro, appena ha trovato situazioni succulente in cui lanciarsi mi ha dato il ben servito. A quanti sarà capitato? Non importa, quando ti succede fa sempre malissimo. Ripensi ai momenti belli, a quelli che sembravano sinceri perché in apparenza stavano creando radici profonde in entrambi. Cosa volevo, che durasse in eterno? Pretendevo che non fossimo umani? No, forse avrei voluto che lui combattesse ancora una volta per noi, che provasse a scegliere me in nome dell’amore e di ciò che era stato invece di trovare stimoli esterni più convenienti. Non mi ha nemmeno detto quando è iniziata per lui la crisi, mi ha nascosto tutto, intanto si è riorganizzato la vita tra amici, amiche, flirt, nuovi obiettivi lavorativi, successi e avanzamenti di posizione che mi ha nascosto facendomi credere che stava avendo momenti di stress e non potevamo sentirci come prima, invece l’unico problema a suo dire quando mi ha lasciato ero io che nella sua vita non gli portavo benessere ma non avendo un lavoro ero diventata un problema.
E dire che mi ero innamorata con lui perché sincero, perché coerente, purtroppo l’occasione fa l’uomo ladro come si suol dire.
Vado avanti con tanto amaro in bocca, prima credevo nell’amore invece adesso credo nella materialità che mantiene la coppia in piedi. Io per amore mi ero fatta forza ed ero andata avanti già altre volte, avevo anche sopportato atteggiamenti gravi da parte sua, ho sempre guardato il positivo, quando lui in tasca aveva meno soldi di me la sua sola compagnia era come l’acqua fresca e di questa mi sono dissetata. Adesso la penso diversamente, adesso voglio una mia indipendenza economica ancora più di prima, ma non per diventare un pupazzo che soddisfa i capricci dell’altro (prima andavamo solo dove diceva lui, si organizzava solo quello che voleva lui, in vacanza sempre in base ai suoi desideri e ai suoi capricci, uscivamo all’ora che stava comoda a lui perché doveva studiar etc…) bensì per essere una persona completa, materialmente e spiritualmente, per donare qualcosa di concreto all’altro ma non dimenticare mai che la MIA vita non può cambiare in base a chi ho accanto.