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Aiuti alle imprese in crisi

di divaniere
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 16 Dicembre 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 31 commenti

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  1. 11
    Gianni -

    Mi verrebbe da dire: storie come tante….ma siccome ci sono dentro anch’io , non c’è tanto da ridere..anzi.

  2. 12
    Gianni -

    Anzi mi verrebbe da dire che le associaioni di categoria sono assenti e non hanno un peso politico, mi verrebbe da dire che la politica si è dedicata a tutt’altro , mi verrebbe da dire che le banche non fanno più il loro mestiere , mi verrebe da dire che è uno schifo totale e chi ha capacita imprenditoriali e professionali va sostenuto.
    Qualcuno ha suggerito di tagliare le banche, ma come si fa? Se hai un azienda grande o piccola che sia il conto corrente è indispensabile, e senza uno straccio di carta di credito no si va nemmeno al cesso…se dovete prenotare un volo aereo è indispensabile la carta di credito e via discorrendo.
    Una cosa c’è da dire..il mondo improvvisamente è cambiato ed è cambiato così velocemente che non ci ha dato il tempo di adeguarci, ci ha trovato come si dice con il culo di fuori, e adesso è dura, pensate che con le nuove norme sui pagamenti e sugli assegni anche l’usuraio fa fatica a prestare i soldi…

  3. 13
    Michele -

    Buongiorno a tutti, provate a dare un’occhiata sul vostro e/c bancario e calcolate quanti addebiti vengono fatti dalle banche sotto la voce “competenze di chiusura”.
    Anche se hai il conto “sconfinato”, sono le uniche voci che ti addebitano.
    Propongo una class-action verso questi delinquenti che affossano le PMI a favore dei grossi gruppi, sempre in perdita, che hanno nei vari CDA politici, amici dei politici, mariti e mogli dei politici.
    Provate a leggere della faccenda “Denis Verdini” e fatevi due risate pensando al rating e Basilea 2…
    Abbiamo tra i nostri lettori qualche studio legale per intentare una class-action verso le banche???

  4. 14
    Gianni -

    In giro si dice che qualcosa cambierà nei prossimi mesi, si parla di modifiche a Basilea, ecc. ecc qualcuno ne sa qualcosa?
    A me pare strano anche perchè parlando con il mio ex direttore di banca ( Credito Cooperativo una banca locale che dovrebbe essere vicino al territorio!!!!!!!) mi diceva che hanno avuto degli imput a non dare più niente e addirittura a far rientrare i clienti dalle esposizioni.
    Insomma però, visto che tutti si stanno dando delle regole, perchè non mettiamo dei paletti anche su quelli che sono i nostri pagamenti, e i rapporti tra noi e le banche? E’ vero che siamo messi malissimo, ma un buon fallimento è un modo più rapido per ripartire ( per chi ne ha le capacità professionali) quindi non abbiate paura…e secondo me le banche e almeno la maggior parte delle bancarelle con questo andazzo in futuro saranno costrette a tagliare personale e sportelli, perchè i polli saranno pokissimi e solo quelli con i soldi.

  5. 15
    Paolo Bossi -

    Cari colleghi,
    Sapete quando lo stato e le istituzioni inizieranno ad occuparsi attivamente di noi?

    Da quando non pagheremo più un euro di tasse….Ma dinessuna tassa…a cominciare dall’ Iva….Alieniamo le nostre risorse in beni di “Famglia” mettiamo al sicuro ciò che ci rimane…se si rimane qualcosa e comportiamoci come “alcuni” stranieri con occhi a mandorla….non paghiamo più nulla!
    Sono sicuro che se all’italia le tre regioni che da sempre trainano l’economia di colpo si fermassero dal pagamento di qualsiasi imposta
    , penso che si dovrebbe arrivare a qualcosa!
    Saluti e non seguite il mio consiglio….era una supposizione.
    Paolo Bossi

  6. 16
    Michele -

    Ciao Gianni, ci diamo del tu che facciamo prima…
    Secondo me se ci sono delle prospettive a breve per ripartire, un imprenditore deve evitare il fallimento, anche perchè è come auto-definirsi incompetente nel prorpio lavoro, secondo me.
    Certo è che se fallisci e poi riparti cambiando ragione sociale ecc. e le banche inserendo una nuova partita iva è come se non ti conoscessero affatto, puo essere che tu ottenga nuovo credito….
    Anche se dubito che nei data base non compaia un fallimento legato al tuo CF..
    Sbaglio??

  7. 17
    gianni -

    Stiamo ripartendo con il piede sbagliato! Quando dico fallimento dico l’ultima spiaggia, e non deve essere un umiliazione o incapacità di gestire la propria azienda, io faccio impianti elettrici industriali e mi pagano a 90 giorni, con importi a contratto chiuso di circa 70-80 mila euro a lavoro un lavoro lo chiudo in due-tre mesi quindi capisci bene che se non mi pagassero per due mesi di fila io devo chiudere, questo tanto per far capire che oggi sono altre situazioni che ti mettono al tappeto e non la capacità imprenditoriale e professionale.
    Altra cosa le banche incominciamo a scordarcele, perchè NON DARANNO PIU’NIENTE, quindi BISOGNA FARSI PAGARE!!!!! Con pagamenti corti e a breve termine altrimenti è meglio starsene a casa, oggi non vale più la regola che ti presenti con un nome pulito e le banche ti danno qualcosa….TOGLIAMOCELO DALLA TESTA il mondo della finanza è cambiato IL MONDO E’ CAMBIATO, si deve ripartire con altro spirito e con altre regole, lasciamo stare il concetto che non appena si apre una partita iva si deve andare in banca per ottenere qualcosa, anche perchè poi si deve anche restituire, NOI SIAMO STATI ABITUATI A VIVERE OLTRE IL NOSTRO LIVELLO questo è l’errore!!!

  8. 18
    Michele -

    Ciao, ti chiedo una cosa, prendendo come spunto il tuo lavoro.
    Se ti pagano a 90 gg e tu, giustamente, hai bisogno di soldi ogni mese per dipendenti, bollette, vivere insomma, è chiaro che o sei ricco di famiglia e “compensi” mettendoceli ogni mese oppure chiedi alla banca un anticipo fatture.(è il mercato che detta le regole dei pagamenti non noi..)
    Quindi, volente o nolente dalla banca ci devi andare.
    Se fare l’imprenditore è roba da ricchi, allora abbiamo sbagliato tutti a fare questo mestiere perchè, notoriamente, il ricco o lo è di famiglia o evade tutto l’evadibile oppure ha vinto al superenalotto!!
    Non’esite, conti alla mano, alcuna azienda che oggi possa dire di essere in attivo, senza l’aiuto delle banche.
    Pensate alle squadre di calcio, come cavolo fanno a pagare 2/3milioni di euro uno scarpone, se non avessero le banche a sostenerli??(vedi unicredit per la Roma ecc.)
    Quindi per l’imprenditore la banca non’è l’unico socio ma un valido “volano” tra lo start-up e l’attività avviata.
    Sento sempre più spesso di grossi nomi, spa ecc, che fatturano miliardi ma sono esposti verso le banche per altrettanti miliardi.
    Scusate ma cosi sono capace anch’io di presentare i bilanci in attivo….

  9. 19
    Gianni -

    Ciao Michele, il tuo ragionamento non fa una grinza, e in effetti anche io lavoro con gli anticipi fatture….almeno fino a oggi..le risposte te le sei date da solo, in futuro solo chi ha valide garanzie ( soldi) potrà avere quello che in passato abbiamo avuto, e infatti la famigerata Basilea mira proprio al consolidamento delle stesse da parte dei clienti, in sostanza prima si veniva affidati anche per conoscenza diretta del direttore e garanzie minime, adesso per avere 100 ne devi garantire 700 capito? E non si tratta solo di bilanci….io sono un artigiano e come tutti quelli della mia categoria sui bilanci ci possiamo sguazzare a volontà nel senso che siamo virtuosi e con bilanci che al 90% NON RISPETTANO IL VERO, ED è PROPRIO LA BATTAGLIA CHE PERSONALMENTE PORTO AVANTI!!! Ad una azienda artigiana non si possono imporre delle regole di valutazione come se fosse una società di capitali è assurdo!
    Io invece credo che di questo passo il sistema collasserà nel giro di un paio di anni, oggi le banche non danno, ma invece tolgono, e allora? Un tempo le banche facevano il loro mestiere, vendevano e compravano soldi dai clienti, oggi invece il cliente non rende più anzi è molto rischioso prestar soldi , invece si investe sulla carta, assicurazioni che poi vendono e rivendono fra di loro, scommesse sui cosiddetti derivati, il trading, insomma molte cose che rendono di più che di una semplice impresa..è vero che senza banca non si riesce a lavorare e loro lo sanno per cui sei costretto a garantire di più

  10. 20
    Michele -

    Ciao Gianni, concordo con te, inoltre la scusa più grossa è Basilea 2,3,4 ecc. in realtà non prestano soldi perchè gli interessi imposti sono molto più bassi di due-tre anni fa, quindi a loro non conviene.
    Ci vorrebbe un’imposizione dal governo, pena la caduta dei “privilegi” che le banche hanno sempre avuto.
    La costante in banca è sempre quella, ti chiedo un progetto, un business plan ma poi non sanno nemmeno leggerlo e non capiscono nulla di imprese.Alla fine o firmi fidejussioni o dai a garanzie case.
    Il vero pericolo è questo, le banca TUTTE non sono in grado di valutare i progetti delle aziende!!!
    Confindustria&Co. continua a fare accordi inutili, non c’è un ‘ente, associazione influente che prenda in mano la situazione.
    Io personalmente obbligherei a sedersi ad un tavolo imprenditori VERI e non incravattati con conti correnti a 6 zeri, le banche e i politici.
    Devono parlare solo gli imprenditori e gli altri prendono appunti.
    Dopodichè devono mettere in atto il possibile per “oliare” tutta la filiera.
    Se agli imprenditori non si permette di lavorare, investire, assumere, chi puo mantenere attiva la nostra economia????
    Possibile che non c’è un pensiero comune su questo???
    Bisogna per forza iscriversi a qualche associazione che, guarda caso, ti chiede sempre la quota associativa ma nel momento di fare i fatti dimostra di valere meno di 0???

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