Sono il papà di Alessandro di professione ingegnere 44 anni, compie 4 anni il 02 aprile 2008, nato da una convivenza more uxorio durata 5 anni.
In settembre 2005 la madre porta con sè Ale dai suoi anziani genitori stabilendosi da essi e mi impedisce di incontrare e stare con mio figlio. Mi rivolgo al TPM di Napoli e solo dopo 2 anni circa, con vicissitudini che evito di raccontare che per un padre sono forche caudine, il TPM emette un decreto di affido condiviso, precisamente il 28-06-07. A mio parere giusto per Ale. Fine settimana alternati e vacanze di natale, pasqua e agosto per metà e due pomeriggi a settimana.
La madre che si è sempre opposta agli incontri padre figlio non rispetta assolutamente il tutto, e direi prima di tutto Ale e poi il decreto del TPM. Fa reclamo immediatamente alla Corte di Appello per i minorenni di Napoli le cui motivazioni nascono accusandomi di cose assurde, tra cui cito l’estorsione e che mio figlio mi odia e non mi conosce. La corte di Appello di NA non ritiene di sospendere il decreto del TPM ed il 30 ottobre 2007 convoca le parti. Bene! Da allora la madre, ma anche da prima dell’uscita del decreto del TPM, quando devo prendere mio figlio scompare, spesso con i suoi genitori, e si rende irreperibile con mio figlio ALE. Ogni volta chiamo i carabinieri o polizia per far constatare l’assenza mostrando il decreto del TPM.
Spesso è anche capitato che mio figlio mi vedeva dalle finestre e la madre con i suoi genitori si rinchiudevano senza darmi mio figlio e neanche la presenza delle forze dell’ordine sortiva effetto. Mio figlio piangeva per non stare con il suo papà.
Le forze dell’ordine mi hanno detto che nulla possono fare per far rispettare il decreto del TPM e solo delle denuncie sono possibili. Allora sono andato al TPM ma i giudici mi hanno detto che nulla possono fare perchè il decreto da loro stessi emesso è in corte di appello, sono andato dagli assistenti sociali i quali mi hanno detto che senza un segnale del TPM non possono fare nulla, sono andato in corte di appello per capire quando usciva la sentenza e mi hanno detto che non lo sapevano per il troppo lavoro, mi sono rivolto a varie associazioni e mi hanno detto che nulla possono fare… insomma il risultato prodotto è che ad oggi non incontro mio figlio da circa tre mesi, neanche la settimana di natale 2007 (sono tre natali che ciò non avviene) e pur avendo un decreto immediatamente esecutivo. La corte di appello è da 4 mesi circa che non da segnali per far si che il TPM possa fare delle azioni più incisive.
Insomma è mai possibile che un padre nonchè cittadino italiano e onesto lavoratore non possa incontrare suo figlio neanche quando la legge lo consente??? Che disagio prova mio figlio??? pensa forse che il suo papa non lo vuole??? e per non parlare dei miei genitori, nonni paterni di Ale, che non vedono l’unico nipote da anni.
Scrivo ciò per confermare quanto un bambino venga non considerato nel suo amore. Troppo tempo impiega la giustizia su cose di banale verificabilità.
Chiedo ….A CHI MI POSSO RIVOLGERE PER INCONTRARE MIO FIGLIO QUANDO LA LEGGE ME LO RICONOSCE DOPO TANTE SOFFERENZE…. CHI PUO’ FARE QUALCOSA??? Tutto è bloccato ma non l’amore… come padre continuo ad avere fiducia nella giustizia, ma quanto sto vivendo mi sembra assurdo… un genitore che nega l’altro, e senza una motivazione valida e riscontrabile, in questo modo è una violenza inaudita sul bimbo…La giustizia prende tempo…mio figlio cresce senza il papà… l’amore è gioia e sofferenza…concludo con il seguente pensiero: ogni giorno mi invento e mi riconosco sempre.
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Famiglia
Comincia a fare qualche ricorso alle commissioni europee, qualcuno pagherà per questo.
Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo.
ciao io ti posso dire che tu sei il papà e non mollare mai mai
Non ti arrendere mai! e vedrai che l’amore per tuo figlio verrà
premiato.
Un caro saluto da un padre che sta lottando